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Prima della parola FINE

Post n°2853 pubblicato il 10 Luglio 2020 da gazimo08

 

"ARMIAMOCI E ... PARTITE" O, SE VOLETE, QUANDO LA GENTE VUOLE PRENDERE IL FUOCO CON LE MANI ALTRUI.

 

Quando diedi notizia che si stava dando l'avvio dei lavori per la ristrutturazione dell'ex chiesa di s.Salvatore, tra cui la ventilata copertura della volta - un vecchio pallino dell'inquilino-ospite della canonica -, in molti dissentirono e protestarono.

Faccio un passo indietro.

Quando, nel 2018, venne effettuato analogo tentativo, il sottoscritto ebbe ad inviare la seguente lettera agli Organi istituzionali interessati alla questione:

"Gaetano Zingales

Cavaliere O.M.R.I.

_____________________________________________________

Nota indirizzata a:


AL Prof. Dott. SEBASTIANO TUSA

 

ASSESSORE REGIONALE

 

DEI BENI CULTURALI E

 

DELL'IDENTITA' SICILIANA

 

assessorebci@regione.sicilia.it

 

 

AL SOPRINTENDENTE DEI BB.CC.AA.

 

DI MESSINA

 

orazio.micali@regione.sicilia.it

 

 

A S.E. MONS. GUGLIELMO GIOMBANCO

 

Vescovo della Diocesi di Patti

 

diocesipatti@diocesipatti.it 

 

 

AL PARROCO DI LONGI

 

prestimonacogiuseppe@libero.it



e p.c.  AI CITTADINI LONGESI

 

 

 

Oggetto: Lavori presso ex chiesa di S.Salvatore in Longi

 

 

Mi giunge notizia che esisterebbe un progetto esecutivo, già finanziato, che dovrebbe consentire lavori di ristrutturazione e di copertura del tetto presso l'ex chiesa di S.Salvatore, in Longi. E' vera la voce che corre oppure è una bufala dei soliti buontemponi?

Per coloro che non fossero a conoscenza degli eventi abbattutisi su questa struttura, faccio quì una breve descrizione. Essa fu investita dalla frana , il 15 marzo 1851, nella navata di destra mentre l'abside e la navata di sinistra non furono travolte. La chiesa era in costruzione e, per motivi che non si sanno, venne abbandonata anche se si sarebbe potuto liberare dal fango la parte invasa in quanto la gran parte della superficie era rimasta integra. Se i lavori fossero stati in uno stadio avanzato ( con la copertura, il catino e l'intonaco ai muri) e la chiesa fosse stata investita totalmente non avremmo visto i muri allo stato grezzo. Invece, il tutto è rimasto come si presenta ai nostri occhi.

L'ex chiesa, sin dagli anni trenta venne utilizzata per rappresentazioni teatrali e, dai ragazzi, sino alla realizzazione del campo sportivo, come campetto di calcio.

Io rammento, da ragazzo, che, dopo avere giocato al pallone, attraverso un'apertura sul retro dell'abside ci portavamo dietro il muro della chiesa perché, staccato da questo, nella parete di fronte, c'era una piccola sorgiva d'acqua, dove noi andavamo a dissetarci. Quindi, su quel muro non si era abbattuta la frana, al contrario della navata di destra che era rimasta sommersa dal fango. Quell'apertura sul retro - a mò di porticina - successivamente venne murata.

Rammento anche che al muro esterno di destra si erano appoggiate abitazioni, in seguito costruite da privati, e che, al piano terra, si accedeva ad un locale ( forse la futura sagrestia) accanto alla torre campanaria.

In conclusione, la frana ci fu ma non si abbatté su tutto l'edificio, che venne abbandonato divenendo una "incompiuta", la quale , oggi, ha bisogno solo di essere restaurata e conservata, così com'è, per spettacoli e manifestazioni culturali.

La struttura viene da tutti ammirata per la sua bellezza, che trasmette l'emozione di un'antica civiltà del paese e di valori religiosi e culturali esistenti presso quei nostri antenati. Trasformare l'estasi della visione oggi esistente, durante gli spettacoli estivi, è un delitto contro la natura e la bellezza architettonica.

E' l'unica eredità di antiche strutture e di manufatti artistici, rimasta al godimento degli amanti dell'architettura del passato, in quanto tutte le altre, per mancanza di convincimenti culturali , sono andati distrutti. Come ad esempio. Il lavatoio pubblico alla Fontana, l'edicola di San Leone al Serro, le fontanelle di acqua potabile disseminate nel paese, il Monumento ai Caduti sotto i Due Canali con la vasca dei pesci. E presso la chiesa madre: il pulpito per le prediche, il grande lampadario centrale, l'artistico fonte battesimale, le lapidi di feudatari sepolti, il tetto a cassonetto.

Adesso, si vorrebbe distruggere l'ultimo bene artistico rimasto al paese di Longi. Vi invito a desistere in quanto ai longesi piace così com'è.

Se la meravigliosa e coinvolgente chiesa dello Spasimo, a Palermo. laddove si svolgono manifestazioni musicali ed artistiche a cielo aperto, fosse oggetto di intervento strutturale con copertura del tetto, oggi inesistente, non verrebbe commesso uno scempio culturale? L'ex chiesa di Longi non ha certamente la bellezza di quella dello Spasimo, ma ha egualmente una sua attrattiva come sito artistico per manifestazioni di vario genere. Se non fosse un'affermazione azzardata, direi che l'immobile, pur essendo della metà del 1800, ha un qualcosa di archeologico, che ci fa rammentare la millenaria esistenza del borgo montano, fondato dagli esuli della distrutta città di Demenna.

E' uno stato d'animo sublime quello in cui , durante l'ultra ventennale Concerto d'Estate, lo spettatore, sommerso dalle note musicali del complesso orchestrale, eleva il suo sguardo verso il cielo stellato, talvolta rischiarato dalla luna. E' un appuntamento, il Concerto, che coinvolge i longesi, soprattutto quelli che al paese tornano per trascorrere le ferie estive. Il sito di rustica e antica bellezza, guardando in alto, sopra la struttura, durante gli intervalli dello spettacolo, è impreziosito, dalle caratteristiche piante di opuntia (fico d'india). Qualcuno potrebbe obiettare che, sotto il tetto di copertura della struttura, lo spettacolo si potrebbe svolgere egualmente. Lo scenario cambierebbe, non essendo quello offerto dalla natura, ed il momento celebrativo perderebbe la bellezza e l'importanza del suo appuntamento annuale.

Leggo da un saggio su internet. "La tutela del patrimonio culturale e del paesaggio.

La conservazione del paesaggio, in pratica l'insieme delle bellezze naturali e del patrimonio artistico-storico-culturale, è un esigenza irrinunciabile nel nostro paese e va considerata come un aspetto specifico della più ampia tutela dell'ambiente.
Già la
 Costituzione intende la tutela del paesaggio come protezione del patrimonio naturale nella sua complessità; riconosce, inoltre, tra le finalità precipue dello Stato la conservazione del patrimonio storico e artistico al fine di salvaguardare la civiltà, i costumi e le tradizioni, in sostanza la memoria storica della nazione, e di proteggere l'ambiente costruito nel tempo dall'uomo. "

Chiaramente, l'immobile fa parte dei beni paesaggistici e, quindi, soggetto alle norme, nazionali e regionali, di salvaguardia e tutela dei beni culturali, archeologici ed architettonici.

A questo punto, mi chiedo: nel caso in cui esista il progetto in argomento, lo stesso ha avuto rilasciati tutti i necessari visti per l'inizio dei lavori.?

E' doverosa , pertanto, una risposta a quanto, con la presente, viene chiesto.

 

Pur tuttavia, ove sia percorribile sul piano tecnico e normativo, per non bloccare un progetto esecutivo propongo, come mediazione, di apportare una variante allo stesso. Anziché un tetto fisso per la copertura delle navate, centrale e laterali, si potrebbe ricorrere, nella navata centrale, ad un tetto mobile. E' possibile? Se "no", che si intervenga per la messa in sicurezza dello stabile ma, per favore, che non sia distrutta la visione di ammirare, durante gli spettacoli, la bellezza del cielo quando la luna e le stelle offrono lo scenario del loro incanto notturno.

I longesi rimangono in attesa di una buona novella affinchè il loro "piccolo Spasimo" non venga distrutto.

 

 

Li, 14 aprile 2018

Gaetano Zingales

già Sindaco di Longi

gaetano.zingales@gmail.com

 

Sembrava che il problema fosse stato risolto. Successivamente, venne a mancare il Prof Tusa, famoso Archeologo, perito in un incidente aereo, ed i meandri della politica di basso conio ripresero a mandare avanti le truppe cammellate. Le quali risolvettero il problema . Ovviamente, "pro domo sua".

 

Ritenni, pertanto, di non dovere rimanere insensibile agli inviti di persone che dicevano che occorreva fare qualcosa e presi l'iniziativa di formare un Comitato longese per la tutela dei beni culturali, tra i quali l'architettonico manufatto dell'immobile di via Vittorio Emanuele II.

Invitai, quindi, parecchie persone, da alcune delle quali ebbi conferma di partecipazione alla riunione. Alla data ed all'ora fissata, ci trovammo in quattro, giusto per fare una partita a "scupa luncitana". E gli altri? A ciascuno la risposta, palesemente già chiara. Appunto, "ARMIAMOCI E PARTITE" O, SE VOLETE, " LA GENTE VUOLE PRENDERE IL FUOCO CON LE MANI ALTRUI".

Diceva il grande principe De Curtis, in arte Totò: "io il coraggio ce l'ho, quella che mi frega è la paura", Oppure, forse è una sorta di "timor reverentialis" , che ancora invade taluni, eredi di quel plebeo che si toglieva la coppola di fronte al feudatario e, genuflesso, farfugliava un "voscenza benedica"?

Sveglia gente, il feudalesimo è finito ed è stata superata la mafia del feudo quando il padrone imponeva le sue regole attraverso la doppietta del suo fattore, o la più nota lupara.

Rammento, inoltre, che la dittatura mussoliniana è stata mandata a quel paese parecchi decenni addietro e, quindi, siamo in democrazia , liberi di esprimere il nostro pensiero, piaccia o non.

Avviandomi alla conclusione, tengo a sottolineare che, malgrado la mia veneranda età, il mio è stato un tentativo per dare vita ad una battaglia culturale in difesa dell'ultimo bene architettonico del mio paese natio perchè, malgrado gli acciacchi, le cosiddette pa..e ancora tintinnano quando c'è da affrontare una battaglia contro le cose ingiuste. Ad un vecchio leone, se metterete la museruola, pensate che non ruggirà?

Mi dispiace che i longesi debbano subire, in silenzio, i dictat di altri senza potere esprimere il proprio punto di vista. Costoro sono convinti che la democrazia sia un optional; bisognerebbe far capire loro che invece è un diritto di tutti. Sarebbe bello un confronto aperto con i titolari del progetto. Ma mi rendo conto che è una pia illusione!Mi sovviene , infatti, la famosa frase del marchese Del Grillo (Alberto Sordi) . " io sono io e voi non siete un ca...o".

A questo punto non mi resta che salutare il luogo di spettacoli teatrali, di concerti, sotto un cielo blu dove le stelle erano le ètoiles dell'immaginario palcoscenico, bellezza della natura, ed anche di giochi a pallone nella lontana infanzia con: " Adieu, mia piccola miniatura dello Spasimo longese". Ma mi chiedo anche:"Cui prodest tutto ciò"?

GZ

 

 

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"Qui ad Atene noi facciamo così. Il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi, per questo è detto democrazia. Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alla proprie faccende private. Ma in nessuno caso si occupa delle pubbliche faccende per risolvere le sue questioni private. Qui ad Atene noi facciamo così, ci è stato insegnato a rispettare i magistrati e c'è stato insegnato a rispettare le leggi, anche quelle leggi non scritte la cui sanzione risiede soltanto nell'universale sentimento di ciò che è giusto e di buon senso. La nostra città è aperta a tutti ed è per questo che noi non cacciamo mai uno straniero. Qui ad Atene noi facciamo così" PERICLE ( 495-429 a.C.)
 

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