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Post n°66 pubblicato il 06 Dicembre 2009 da romhaus
 

STESSA SPIAGGIA, STESSO MARE

 
A metà degli anni ’80 andare al mare significava ritrovarsi con gli amici sulla spiaggia dei bagni comunali di Vesima, quella in cui nel bel mezzo ci sta un enorme scoglio che di fatto divide la spiaggia in due. Era il tempo in cui il sole passava in secondo piano perché con gli amici si andava al mare anche quando il cielo minacciava pioggia: qualcuno si sarebbe trovato di sicuro per creare un cerchio sulla riva per palleggiare col mitico Supertele contando quanti passaggi si sarebbero fatti senza farlo cadere per terra. E la cosa divertente era inventarsi tuffi impossibili per salvare palle che sembravano ormai destinate a terra che ci consentivano di farci belli agli occhi delle ragazze che ci piacevano e del pubblico occasionale, probabilmente più preoccupato che la palla non gli arrivasse addosso. Non di rado invitavamo le persone che rischiavamo di colpire ad unirsi a noi e spesso erano più quelli sulla riva a palleggiare nel cerchio che non le persone rimaste sugli asciugamani a prendere il sole. In realtà con i miei amici eravamo di una razza negata, di quelli che scoprivano di avere avuto un’occasione quando ormai questa era andata perduta, nonostante spesso, ritornando sugli asciugamani, ci si univa a gruppi di ragazze che fino a poco prima avevano palleggiato nell’enorme cerchio che eravamo riusciti a creare sulla riva. Accadde una volta che, insieme ad alcune ragazze con le quali avevamo già rotto il ghiaccio alcuni giorni prima, si unisse a noi un tipo magro, dalle sembianze mefistofeliche che tutti vedevamo per la prima volta. Nonostante l’aspetto inquietante però, Nicola si rivelò subito particolarmente simpatico e non ci mise molto a portarci via una delle ragazze… Per un certo periodo ci trovammo ad uscire con le ragazze rimaste anche la sera e non di rado anche la nuova coppia si aggregò a noi. Una sera dal viso mefistofelico di Nicola vidi scendere una lacrima e la cosa mi meravigliò molto vista la sua abituale allegria. Gli chiesi che cosa avesse e lui mi rispose che ogni tanto gli passava per la mente un episodio della sua vita accaduto pochi anni prima che gli faceva ancora male. Gli toccai con delicatezza il braccio dicendogli che se potevamo fare qualcosa l’avremmo fatto volentieri. Non c’era nulla da fare e lui quasi a volersi liberare di un peso iniziò a raccontare. Nicola era un pompiere ed una volta, prima di venire ad abitare a Genova, la squadra con cui aveva lavorato era stata chiamata ad intervenire per recuperare un bambino che era caduto in un pozzo. Tutti ricordavamo di Alfredino Rampi e gli chiedemmo se si fosse trattato di lui. Ci rispose che purtroppo casi come quello di Vermicino non sono isolati e che quello di cui ci stava per raccontare aveva fatto notizia solo a livello locale. Nel caso di Alfredino furono commessi degli errori e la sua squadra pensò come soluzione immediata, piuttosto che calare una tavoletta che poteva incastrarsi, quella di calare a testa in giù un pompiere particolarmente magro che avrebbe dovuto cercare di recuperare il bambino imbracandolo. Non ci volle molto a capire che Nicola fosse stato il prescelto per questa operazione di salvataggio... “Quando si sta al contrario dopo un po’ il sangue comincia ad andare alla testa e la testa sembra scoppiare soprattutto quando l’aria inizia a scarseggiare e sopravviene il caldo. Ed il caldo porta il sudore, tanto sudore. Ed il sudore cola sul viso, nel naso, sulla bocca e soprattutto sugli occhi. Ed in quel poco spazio è impossibile cercare di asciugarsi, tanto più che il sudore continua a colare e gli occhi bruciano, fanno male e si chiudono. E ad un certo punto non si capisce più nulla, la lucidità sembra venire meno, la testa gira che sembra di impazzire e di dover svenire da un momento all’altro… Ma non avevo tempo di svenire perché c’era un bambino la cui salvezza dipendeva da me e cercavo di pensare a qualunque cosa per sentirmi impegnato. Ed andavo sempre più giù in quel pozzo che mi sembrava interminabile che man mano che scendevo pareva stringersi perché sentivo il corpo strofinarsi alle pareti… Ad un tratto, che non ci speravo più, con le mani ho toccato qualcosa ed ho capito di essere arrivato. Il bambino sembrava respirare ancora ed il cuore battere. In quel poco spazio ho provato ad imbracarlo ma non riuscivo a muovermi e dopo un paio di tentativi falliti ho capito che c’era solo un modo per tirarlo su: quello di mettergli le mani sotto le ascelle e di tenerlo con la forza che mi era rimasta… cercando di farlo con tutta la delicatezza possibile per non creargli danni maggiori di quelli che poteva essersi procurato cadendo. Ho fatto un grosso respiro ed ho pregato il signore affinché mi desse ancora la forza per non svenire mentre risalivo. Ho dato il segnale ed ho iniziato il percorso al contrario. E man mano che salivo sentivo i gomiti strofinare contro le pareti del pozzo perché per reggere il bambino da sotto le ascelle avevo bisogno di tenere le braccia più larghe… e dopo un po’ ho iniziato a sentire dolore. E intanto continuavo a sudare, la testa mi faceva sempre più male e le forze cominciavano a mancarmi ed ho temuto che il bambino potesse scivolarmi via da un momento all’altro. Ma più salivo, più sentivo di potercela fare. I secondi sembravano interminabili ma sapevo che facendo ancora uno sforzo quella mia fatica per quel corpicino che sorreggevo poteva significare la vita… E finalmente sono arrivato in cima, qualcuno mi ha tolto il bambino dalle mani per soccorrerlo, altri si sono occupati di me che mi ero buttato in terra, dandomi dell’ossigeno per farmi riprendere. Speravo che quel bambino ce l’avesse fatta e di potermi rimettere in piedi presto per poterlo andare a verificare di persona… Un improvviso urlo disperato mi ha fatto capire che, purtroppo, le cose non erano andate come speravo e che tutto quello che avevo fatto si era rivelato inutile ed ho iniziato a piangere… Ma la cosa che mi ha fatto più male è stata vedere una donna che si è avvicinata a me con aria minacciosa e che ha iniziato a colpirmi con dei pugni mentre mi diceva: <<Mio figlio è morto, assassino, me l'hai ucciso tu!!!>>"

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Commenti al Post:
the.Foxdgl
the.Foxdgl il 06/12/09 alle 10:10 via WEB
...sono senza parole...
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neridavola
neridavola il 06/12/09 alle 17:22 via WEB
Un saluto di corsa, finalmente ai scritto....leggero' il tuo post con l'attenzione che merita e commenterò al più presto...ora cappo al concerto di Luigi e all'incontro bellissimo di tanti cari amici...Baci e a prestisssimo,
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monnalisa2008.m
monnalisa2008.m il 06/12/09 alle 19:22 via WEB
a volte il dolore fa dire cose che nn si pensano realmente .. ciao ero passata x augurarti buon natale clicca
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atapo
atapo il 06/12/09 alle 22:52 via WEB
Che storia triste...
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cinb6
cinb6 il 07/12/09 alle 11:22 via WEB
Romeo,ke storia triste,cavolo,mi sn emozionata nel leggerla........ 6un grande!!!!!!! baci a presto
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neridavola
neridavola il 08/12/09 alle 13:25 via WEB
Il tuo racconto, coinvolge emotivamente tantissimo. Prima di tutto Nicola, anche se sfortunatissimo, è comunque stato un grande eroe. La mamma del bambino che lui non è riuscito a salvare, accecata per la morte di suo figlio (vedere morire un figlio è sempre e comunque un dramma inaccettabile, ma in quel modo è anche peggio), nel momento di dolore massimo non poteva assolutamente essere in grado di giudicare l' accaduto. E magari invece si sentiva colpevole per non aver saputo prevenire la sciagura, ma era altrettanto incapace di ammetterlo con se stessa. Di sicuro purtroppo c' è che Nicola non dimenticherà mai le parole terribili che lei ha pronunciato sull' onda di emozioni negative incontenibili cui nessuna razionalità può mettere argine. La domanda che sorge è perchè dobbiamo ricordare sempre e così vivamente le brutte esperienze mentre spesso non riusciamo a far rimanere vivo in noi il ricordo di tanti momenti in cui, magari anche solo brevi attimi, abbiamo provato gioia, felicità o sensazioni idilliache. Un abbraccio Luigi
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gabrigdb
gabrigdb il 08/12/09 alle 13:46 via WEB
non credo affato che quello che diceva quella donna fosse realmente cio' che pensava.... E'superfluo dire che Nicola ha fatto un grande gesto.
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neridavola
neridavola il 08/12/09 alle 15:17 via WEB
Ciao Romeo...ricordo che una volta il mio ex marito pwerse il controllo della macchina, andammo a sbattere (per fortuna) contro una rete di recinzione..buttammo giu' paletti di cemento si, ma non ci facemmo nulla scivammo di poco un grosso palo della luce..eppure per reazione io lo presi a schiaffi e gli urlavo contro..se mi chiedevi dopo un pò perchè l'avessi fatto? solo per tensione..ed in confronto a quella mamma è nulla il mio racconto.. Quello che ti voglio dire è che quella mamma ha regito così perchè Nicola rappresentava l'unica speranza per lei..e con la morte del piccolo, Nicola era l'unico che secondo lei aveva distrutto quella speranza... Povero Nicola, povera madre, povero bimbo...Io credo che oggi quella mamma sà che non è stata colpa di Nicola...ma Nicola porterà sempre nel suo cuore il ricordo orribile ed un senso di colpa che però non dovrebbe avere...Mi inchino di fronte a questi eroi...Un abbraccio Romeo.. Nico.
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vivi64vt
vivi64vt il 09/12/09 alle 10:47 via WEB
Sono un'infermiera...frasi del genere me le sento dire spesso...fanno male... soprattutto quando nel proprio lavoro ci si cala con amore e passione protesi all'altro incondizionatamente...ma con l'esperienza ho compreso che sono dettate dalla disperazione di persone che inermi sono coscienti che la vita dei loro cari è nelle nostre mani...ma esiste la volontà di altre forze...loro lo sanno...ma hanno noi davanti. Ci resta comunque la consolazione della nostra amorevole coscienza...solo se mi guardo dentro riesco ad andare avanti dopo ogni sconfitta...e poi le vittorie...quelle curano ogni ferita per una battaglia persa. Complimenti per il blog...P.S. credo nelle maledizioni...ma persone come te non saranno capaci mai di mandarne... e soprattutto di contro c'è il bene...che vince sempre.
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violanda72
violanda72 il 23/12/09 alle 19:28 via WEB
Buon Natale Romeo, che sia ricco d’amore e serenità…Lì
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neridavola
neridavola il 25/12/09 alle 01:58 via WEB
Buon Natale a te ed ai tuoi amici...Nico
(Rispondi)
vivi64vt
vivi64vt il 02/01/10 alle 10:44 via WEB
Tanti auguri per il nuovo anno appena iniziato.
(Rispondi)
Una_x_caso
Una_x_caso il 11/01/10 alle 16:03 via WEB
Mamma mia che storia allucinante! Purtroppo il dolore ci fa dire cose che sicuramente da lucidi non diremmo mai... quella donna doveva pur dar la colpa a qualcuno, la morte di un figlio credo sia davvero la cosa più contro natura e inaccettabile che possa esistere... Buon anno..
(Rispondi)
caffenerobollente10
caffenerobollente10 il 18/01/10 alle 12:12 via WEB
Buongiorno Romeo, sempre più raramente torno da queste parti ma ogni volta è occasione per ritrovarti. Un abbraccio a te ed alla tua splendida famiglia. A.
(Rispondi)
TUA2303
TUA2303 il 19/01/10 alle 21:06 via WEB
perdona se il mio commento non fa riferimento al tuo post. son passata e voglio solo salutare perchè rileggendo il mio blog ... di un periodo molto particolare ... ho riletto un tuo commento ... un tuo augurio ...son passata e mi limito a un saluto . grazie
(Rispondi)
neridavola
neridavola il 01/02/10 alle 03:02 via WEB
ehiiiii che fai? Non scrivi più nulla???Come stai? Un bacione
(Rispondi)
violanda72
violanda72 il 13/03/10 alle 21:17 via WEB
è impossibile spiegare cosa passa nella mente umana, il dolore non ha parole a sufficienza..Ciao Romeo, spero tu stia bene, abbraccio..Lì
(Rispondi)
tina67.m
tina67.m il 25/03/10 alle 12:58 via WEB
storia molto toccante.....nella vita esperienze così non si dimenticano. purtroppo la reazione di chi ama come una madre un figlio in quei momenti può essere anche quella dovuta al grande dolore.....Nicola non ha nulla da rimproverarsi anche se si pensa avrei potuto arrivare prima e salvarlo......
(Rispondi)
sicily_pride
sicily_pride il 30/03/10 alle 02:19 via WEB
Non molliamo!
(Rispondi)
manuela1966
manuela1966 il 09/04/10 alle 18:35 via WEB
Dolce richiamo
estasi di fiori e erba
è primavera.
Buona serata.
Manu
(Rispondi)
iside.69
iside.69 il 13/04/10 alle 21:20 via WEB
ciao come stai?manco da così tanto tempo....il tuo racconto mi ha emozionato..bacio
(Rispondi)
manumax2009
manumax2009 il 13/04/10 alle 21:38 via WEB
Un saluto per augurare una serena e dolce notte. Grazie del passaggio nel mio blog. Manu
(Rispondi)
La.Pergamena.Bianca
La.Pergamena.Bianca il 18/04/10 alle 18:39 via WEB
Ma non si chiamava Tutankamon?? Ecco, ho lasciato un pezzetto di me ;) M
(Rispondi)
trillygirl77
trillygirl77 il 27/04/10 alle 10:13 via WEB
un saluto, se non altro per scongiurare la maledizione.....eheheh bella l'immagine del tuo blog!! tenerissima trilly
(Rispondi)
domenica.piscitelli
domenica.piscitelli il 01/05/10 alle 14:51 via WEB
ciao,volevo dirti che nn ho parole x quello che hai scritto buon primo maggio
(Rispondi)
fioredicera0
fioredicera0 il 06/05/10 alle 18:06 via WEB
per non ricorrere nell'incantesimo ti lascio un sorriso eun pezzo di cuore ^_^ P:S lei non mi ha risposto...ciao Mary
(Rispondi)
sinceraevera
sinceraevera il 07/05/10 alle 10:11 via WEB
che storia...senza parole
(Rispondi)
fioredicera0
fioredicera0 il 10/05/10 alle 16:04 via WEB
certo che lo avevo letto il post ricordo la storia di Alfredino povero piccolo e del tentativo di quest'uomo di portarlo su vivo ma è stato straziante rlleggerla.piuttosto..a quando un nuovo post
(Rispondi)
mogliedelgatto
mogliedelgatto il 15/05/10 alle 03:02 via WEB
Questo post è molto bello, veramente toccante. Non sono venuta qui per questo, tuttavia, ma perchè credo nella maledizione di Tutankamon e pure Anchesamon non scherza. Quindi bando alle mele, ho lasciato il segno ed è una P come Patrizia. Baci!
(Rispondi)
kikkolat
kikkolat il 16/05/10 alle 10:48 via WEB
Bellissimo questo blog .... passerò spesso di qua :) Buona domenica :-))))
(Rispondi)
ilcoloreametista
ilcoloreametista il 31/05/10 alle 06:13 via WEB
...ciao ... che dire, un avvenimento che segna...un saluto, Antonella
(Rispondi)
neridavola
neridavola il 01/06/10 alle 22:52 via WEB
ciao....-)))))) come stai? è un pezzo che non torno sul blog...compreso il mio...un saluto affettuoso a te...Nicoletta.
(Rispondi)
manunnmolla3
manunnmolla3 il 02/06/10 alle 17:11 via WEB
cavolo, mi hai emozionato!!! ciao manu
(Rispondi)
fungoapois
fungoapois il 11/07/12 alle 12:12 via WEB
Ha parlato il dolore della madre, quello viscerale, quello gridato al mondo. Son sicura che la madre successivamente sarà tornata in se, troppo tardi per il piccolo, troppo tardi per Nicola che ha fatto il suo dovere e sapeva già di non voler riconoscenza altrui ma solo la salvezza del piccolo.
(Rispondi)
mainagioia5
mainagioia5 il 20/03/18 alle 19:41 via WEB
Il dolore per la perdita di un figlio credo sia un insuperabile momento, dove non si trova il lato positivo. Quello che Nicola ha provato a fare è stato un gesto eroico ma non apprezzato in un momento del genere. Ogni madre, o padre che sia, a caldo non potrà mai trovare questo lato positivo, un pezzo di se è morto e con se anche il proprio senso, e da qui scarseggia la stima e il ringraziamento dell'aiuto che si e potuto dare... è vero anche che le parole, a volte, son peggio dei pugni, capisco Nicola...
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