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EDGARDA FERRI PRESENTA IMPERATRIX . Per scrivere questo libro mi sono servita dello spirito di PIERO DELLA FRANCESCA!

Post n°4001 pubblicato il 11 Febbraio 2011 da romolor
 
Foto di romolor

E' stato presentato presso il Caffè Dolceamaro di Bari il nuovissimo libro di Edgarda Ferri edito da Mondadori ,"Imperatrix- Elena, Costantino e la Croce"", 158 pagine. 18 euro e 50. Edgarda Ferri, popolare scrittrice, giornalista e saggista, si è presentata all'incontro con i lettori (il parterre del Dolceamaro era comunque formato al 98 per cento da signore over 50) con un maglione in lana grigia, dotato di una "gorgiera" disarmonica, ossia dal colletto disuguale. Al collo, una collana in argento in maglia stretta , mentre al polso sinistro un bracciale nero. Abbinati al maglione, dei pantaloni grigi, cascanti e abbondantemente larghi in basso , che sovrastavano scarpe classiche. La signora Ferri ha adottato la sua classica pettinatura: capelli corti, candidi e ordinati, look che ha fatto di lei un personaggio. Il rigore era stemperato da un rossetto acceso, che ravvivava il volto, assieme alle palpebre, truccate di blu.
Il saggio verte sulla figura della madre dell'Imperatore Costantino, Flavia Giulia Elena (248-329), figura di spicco del traghettamento dell'impero romano dal paganesimo alla cristianità.
La scrittrice Emilia Cirillo ha introdotto l'argomento, ricordando il precedente libro della Ferri, "Uno dei Tanti", che verteva sulla figura di Orlando Orlandi, studente delle magistrali ucciso alle Fosse Ardeatine. Della Ferri, ella ha raccomandato anche il libro "L'ebrea errante", ambientato nel 1536 e vertente sulla figura di Grazia Nasi. Si tratta di un volume ormai fuori commercio, ma reperibile nelle biblioteche.
La particolarità di Edgarda Ferri, si è sottolineato, è quella di occuparsi di eccellenze femminili. come ad esempio l'Imperatrice Maria Teresa d'Austria, Santa Caterina da Siena e Maria Letizia Ramolino Bonaparte, madre di Napoleone.
Di Elena , madre di Costantino, Edgarda Ferri ci spiega che questa era una stabularia (donna addetta alle stalle, o locandiera) tacciata di essere una prostituta.
La narrazione del "romanzo" è introdotta dal pittore Piero della Francesca che dipinse gli affreschi delle Storie della Vera Croce ,nella Basilica di San Francesco ad Arezzo.
Elena, va ricordato, fu colei che secondo la leggenda ritrovò la Santa Croce , il patibolo di Gesù Cristo, in occasione di un suo viaggio in Palestina. Oltre ad essa, Elena ritrovò anche le croci dove vennero giustiziati i due ladroni.
La Ferri tiene a precisare di avere scritto questo suo libro con grande passione; il suo metodo di scrittura è quello di lavorare sui documenti, soprattutto laddove , come in questo caso, le storie sono in buona parte incentrate su delle leggende. "Non amo mischiare realtà storiche e fatti non provati, perchè in questo modo si confonde il lettore", chiarisce.
"Mi andava però di narrare questa storia attraverso un eteronimo, in questo caso l'artista Piero Della Francesca."
Relativamente al costume, Ferri ha ricordato come la figura di Elena fosse molto legata alla moda. Ella era considerata una vera maestra di stile, dagli abiti ricercati alle acconciature. Per Edgarda Ferri, il suo saggio si ricollega all'attualità, nella misura in cui quella attuale propone delle altre religioni che minacciano la nostra cultura.
Nel periodo del regno di Costantino esistevano a tale proposito diffidenze che sfociavano in persecuzioni. Nel contesto sterminato dell'Impero Romano, le religioni dei popoli sottomessi venivano accettate ,o perlomeno tollerate, tranne quella cristiana. Quest'ultima infatti metteva in discussione l'autorità assoluta dell'Imperatore, ossia la sua investitura divina.
Sottolineando l'importanza di questo passaggio, la signora Ferri ribadisce che Elena è colei che avvia il figlio, Costantino, al compimento di un nuovo destino, ovvero includere la cristianità all'interno dell'Impero.
Di Elena non si conosce molto: ad esempio a quale religione appartenesse. Si narra che ella si fosse fatta battezzare in articolo mortis, ma non è provato. Tale imperatrice è comunque un personaggio ambiguo, coinvolta forse nell'omicidio della moglie di Costantino, Fausta, e del figlio Crispo. Fausta per la cronaca venne fatta bollire presso le terme in un bagno riscaldato oltre il consentito.
Tra i gesti positivi di Elena, che fu subito santificata dopo la sua morte , Edgarda Ferri ricorda la fondazione della chiesa della Natività di Betlemme e della Chiesa dell'Assunzione. Inoltre Elena sovrintende alla ricerca del Santo Sepolcro e come già detto, al ritrovamento della Santa Croce.
Edgarda Ferri ha spiegato di essersi sentita come "chiamata" a fare scrivere il libro al della Francesca il quale, come impadronitosi di lei, lo avrebbe ideato di suo pugno, dal mondo dell'aldilà .Circa il nostro costume attuale , niente sembra cambiato. La sete di potere di ieri è uguale a quella di oggi. Trattasi di orgia del potere che porta alla rovina, perchè in chi pratica questa particolare politica è insita la convinzione che il potere sia la massima aspirazione e realizzazione, escludendo di pari passo altri valori, quelli spirituali.
Ed Elena è la prima vittima di questa forma destabilizzante di ordine precostituito , in quanto donna. Di origine turca, iniziò una convivenza con un ufficiale romano, Costanzo Clodio,che seguì in giro per il mondo, mentre quest'ultimo era impegnato in guerra. Siffatta " donna del popolo"non poteva essere la moglie di un ufficiale romano. Sarà dunque la sua concubina, dando vita a Costantino . Costanzo Clodio divenne quindi per ragioni di fortuna imperatore. Alla sua morte, Costantino ne fa allontanare la moglie e richiamò a sé la genitrice, che nomina Imperatrix.
Il compito di Elena diviene molto importante: gestisce le casse dello stato, con rabbia dei suoi detrattori, gente pagana insediata a corte e che la definisce "puttana".
Tali cronisti improvvistati diverranno suoi spietati  biografi, dipingendola con mostruosità. Costantino d'altronde ha la presunzione di gestire il massimo potere, ma nonostante esso si tramuti in tirannia ( fa ammazzare tre potenziali imperatori) egli è a capo di un impero oramai in disfacimento. Accetterà dunque la cristianità non perchè magnanimo, ma in quanto stanco e confuso. E anche  in quanto i costumi cristiani erano garanzia di morigeratezza, che si concretizzava in coscienza dello Stato, con conseguente nascita di buoni amministratori. Si applicava insomma l'idea dello Stato Romano così com' era stata concepita dagli avi di Costantino, ma disattesa dagli ultimi imperatori, maestri di ogni empietà e lussuria. Costantino lascia i senatori al vecchio Senato di Roma per fondare Costantinopoli e creare dei senatori ex novo, i quali presero il nome di Cavalieri. Fu il tentativo , maldestro e patetico, di ricreare una nuova Roma. E Nuova Roma fu all'inizio il nome di Costantinopoli.
Il merito di Elena sta nel chiedere scusa al popolo dell'incapacità di gestione dei sovrani, imponendo la ricerca di un impero più elevato e composto: l'impero dell'anima.
Romolo Ricapito

 
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