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BARBARA D'URSO CONTRO L'ORDINE DEI GIORNALISTI: "LASCIATEMI INFORMARE IL MIO PUBBLICO!"

Post n°6704 pubblicato il 27 Novembre 2014 da romolor
 

Barbara D'Urso si è difesa pubblicamente dopo l'affondo  di Enzo Iacopino, presidente nazionale dell'Ordine dei Giornalisti, che l'ha attaccata  -senza nominarla- prima su Facebook alludendo alle "soubrette" che fanno informazione, speculando sulle tragedie e poi formulando un esposto denuncia nei suoi confronti.
La  D'Urso rivendica il diritto d'informare, forse anche grazie  ai suoi ottimi indici di ascolto, sostenendo" a Mediaset siamo sotto testata giornalistica".
Ho riassunto così la vicenda e comunque difendo Barbara D'Urso.
Probabilmente la sua informazione è viziata da sensazionalismi e sbigottimenti di troppo.
Ma l'altra informazione, quella dei talk show della Rai, altrettanto.
Si ricorre alla cronaca nera, forse troppo.
Ma l'attaccare la D'Urso equivale attaccare un simbolo: quello della tv nazionalpopolare.
Il che fa sempre specie, soprattutto garantendo oltre alle polemiche, visibilità a chi attacca.
Insomma, è come il serpente che si morde la coda.
La soluzione sta nel proporre e nel produrre dei buoni programmi e di conseguenza della buona informazione.
Come può esistere una forma di giornalismo elegante se tutta la tv, particolarmente quella generalista, sfoggia  contenuti da terzo mondo?
Programmi e fiction ripetitivi,  somministrati a un pubblico che si pensa addormentato e che sovente non ha i mezzi economici per procurarsi serate alternative al cinema, al ristorante, a teatro o al circo.
Ecco allora chi è "costretto" a guardare le evoluzioni ballerine dei concorrenti della centoquattresima edizione del programma della Carlucci, le fiction dei Don Mattei, delle suore etc.
In questo marasma indigesto la D'Urso è iperrealistica: usa la cronaca per tener desta l'attenzione.
Sbaglia, ma non è solo lei a sbagliare.
Dunque è ingiusto attaccarla.

Attaccare lei è attaccare un simbolo: si potrebbe fare lo stesso con Moira Orfei, Liala o Cicciolina.
Inutile.
I giornalisti che si ritengono veri, o seri, smettano di rincorrere la D'Urso come una preda "pregiata"  e facciano il loro mestiere, se sono capaci.

ROMOLO RICAPITO

 
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