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Messaggi del 13/11/2014

DONNE IN...CARTIERA

Post n°6690 pubblicato il 13 Novembre 2014 da romolor
 
Foto di romolor

DONNE IN ...CARTIERA

di ROMOLO RICAPITO

Conferenza della giornalista Mara Cinquepalmi lunedì 12 maggio 2014 presso la sede dell'Ordine dei Giornalisti a Bari, dal titolo "Donne in cattedra", valevole 2 crediti formativi per i 30 primi giornalisti che ne hanno fatto richiesta entro i limiti stabiliti da un avviso precedentemente comparso sul sito ufficiale dell'Ordine.
La Cinquepalmi, pugliese, è una giornalista prestata alla Pubblica Amministrazione attualmente in servizio in un comune della provincia di Bologna e si occupa attivamente di Data Journalism.
Ha    pubblicato alcuni lavori sul primo blog targato "data", ovvero datajournalism.it.
Ad esempio, quante sono le donne inserite negli organismi dell'Ordine dei Giornalisti a livello nazionale e regionale.
Mara Cinquepalmi inoltre ha realizzato un suo personale reportage sulle lavoratrici della Cartiera di Foggia e lo ha pubblicato suwww.viadelmareracconta.it.
"Il titolo della lezione stampato on line non è preciso - ha chiarito Cinquepalmi- La dicitura reale è : "Data Journalism e Memoria Storica in un'ottica di genere".
La cartiera di Foggia è un insediamento industriale di assoluto rilievo che ha dato lavoro, nel corso di lunghi decenni, a moltissime persone. La cartiera nasce come Azienda di Stato.
La Cinquepalmi è un'attivista del Giulia, ovvero "giornaliste unite libere e autonome".
La professionista ha sintetizzato l'argomento del suo lavoro in questo modo.
1) percorso bibliografico, 2) archivistico 3) giornalistico.
Sono pochi i testi che parlano della cartiera, tra questi quello di Francesco Piva, "Azienda e Partito, gli operai del Poligrafico dello Stato nel Periodo Fascista". Roma Edizioni Lavoro, 1998.
Il più importante è quello di Lorenzo Ventrudo, un operaio che ha prodotto "Lotte Operaie nella cartiere di Foggia, Analisi socio-economica di un'azienda di Stato, 1944-1974:" - Napoli, Laurenziana, 1976.
Ma fu Gaetano Postiglione, ingegnere, in epoca fascista, a convincere il Partito di Mussolini a insediare la cartiera, reputandola di importanza fondamentale per il Sud Italia.
I testi di Federico Pirro invece parlano in maniera generica dell'industria in questione nel contesto del Mezzogiorno.
La cartiera, inizialmente, sorgeva lontanissima dal centro città. Anche con lo sviluppo urbanistico iniziato dagli anni '60 in poi, tale insediamento è rimasto lontano dal centro di Foggia.
Presso l'archivio di Stato della cittadina daunia, Mara Cinquepalmi ha scovato un fascicolo di venti documenti risalenti al periodo 1943-48 con l'elenco, su 24 fogli, di tutti i dipendenti dell'industria . In esso viene indicato il personale della cartiera in modo organizzato, quasi come in un data base ante-litteram.
La Cinquepalmi ha escluso di intervistare le persone attualmente impegnate in cartiera, scegliendo di interrogare invece le lavoratrici operative nei decenni Sessanta-Settanta-Ottanta- Novanta.
Esse godevano, in maniera che oggi pare addirittura avveniristica, di alcuni benefit, come il nido per i figli in età prescolare, ( ma ora è scomparso) le colonie estive o invernali, un anticipo per l'acquisto dei libri scolastici.
Il nido era situato internamente allo stabilimento, mentre la mensa funzionava con l'utilizzo di prodotti coltivati in fabbrica, in un apposito orto.
In seguito l'asilo-nido fu spostato e reso raggiungibile con un pullmino. Nel 1943 la cartiera fu occupata dalle forze militari alleate e la produzione di carta venne sospesa. Alla fine del conflitto verrà nominato dal Governo insediatosi un Commissario Straordinario che assumerà i nuovi lavoratori.
Ventrudo sulla tutela delle lavoratrici fa luce su qualche deriva organizzativa: esse venivano sistemate su un autocarro coperto da un tendone; madri con bimbi attaccati al seno erano esposte alla polvere della strada e allo sguardo curioso dei passanti.
Le donne intervistate da Cinquepalmi hanno riferito le relazioni stabilite sul posto di lavoro negli anni Sessanta quando, all'età di 16 o 17 anni, venivano istruite dalla "maestra" della fabbrica. Si trattava di una lavoratrice più anziana, non altamente qualificata, ma riusciva a favorire il lavoro delle altre donne, grazie alla sua personale esperienza.
Romolo Ricapito ha rivolto una domanda a Mara Cinquepalmi: ma esistevano delle discriminazioni all'interno della fabbrica, da parte del personale maschile?
Cinquepalmi ha risposto che alcune lavoratrici venivano chiamate "vaccarelle", perché sfilavano davanti al reparto per andare ad allattare i loro piccoli al nido. Nei quadri degli operai, ad esempio quando la fabbrica era in piena efficienza, a fronte di 1558 elementi erano soltanto 6 le impiegate su 70 impiegati totali.Tali sei lavoratrici erano delle computiste, il gradino più basso a livello impiegatizio.
Le operaie intervistate tra le pensionate, inclusa una novantenne, hanno un ricordo bellissimo della fabbrica, nonostante in essa si esercitasse un lavoro molto duro: "La cartiera si occupava di noi". Queste veterane soffrono di riflesso per la situazione attuale , con la perdita delle commesse e la relativa incertezza sul futuro della fabbrica stessa.
ROMOLO RICAPITO

 

 
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