Creato da: picciro il 19/07/2010
La vita è quello che ci capita mentre noi siamo intenti a fare...altro..vita..passione..Gli amori fortunati iniziano sempre rispettandosi come amici sinceri e quelli privilegiati si completano con le passioni..
 


 

  

 

  

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao..

 

 

ciao bel fiore, quale immensa gioia
sentirti , non mi stancherò MAI di dirlo,
sei la cosa ( scusa se uso questo aggettivo )
più bella che mi sia capitata
negli ultimi anni, credimi non sto mentendo.
hai tutte le qualità x piacere
ad un uomo e ... :-)
non so se avrei il coraggio di dirti
ti voglio bene se dovessimo vederci ma
la cosa certa che demanderei alle mie labbra
x dirtelo..sempre ammesso che non
ti dia fastidio.
tengo troppo a te x farti del male e
mancarti di rispetto..sai come son fatto..
un tantino grullo eh eh eh
ora vado altrimenti non smetto più
ad essere mieloso..ma sappi che sei nel mio
cuore e pensieri..giusto o sbagliato
che sia non lo so, ma so che è Stupendo...
baci little flower...

 

le onde accarezzano 
la tua pelle, mentre
le stelle silenziose
baciano le tue labbra
frementi di passione.
Io osservo in silenzio
invidiando la loro
sfrontatezza,  unica
consolazione è guardare
la luna e dirti tvb...


 

Trovata nel web

Vorrei baciar la bocca tua
per sentire se è vero che hai
il profumo della
rosa di maggio.
Vorrei accarezzare
dove nasce la vita
e sentire il  sospiro
perderesi nel silenzio
della notte.
Vorrei che il profumo
dei tuoi seni
inebrino la mia mente,
per dire ancora una volta
ti voglio bene "..


 

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« E mi corri incontroDolce sera... »

Una splendida domenica di sole e storia..

Post n°2597 pubblicato il 15 Novembre 2015 da picciro

Buonasera amici miei..
che bello passare una domenica di sole tra i percorsi antichi della Storia! Già, tale è stata la mia domenica della scorsa settimana. Con un gruppo di meravigliosi amici, sono partita, accompagnata da una calda temperatura e un cielo azzurro e senza nuvole. La meta, una ridente cittadina a meno di un'ora dalla mia città, Canosa, che in molti sapranno essere, il luogo natio del famoso Nonno Libero, vale a dire Lino Banfi. Ignorando che essa è Città di Principi, Imperatori e Vescovi..e io tra i tanti! Canosa è oltre a ciò, ricca di storia fondata, secondo la leggenda, dall'eroe omeride Diomede ma che nella realtà della storia, divenne un importantissimo centro commerciale e dell'industria ceramica della Puglia preromana. Grazie anche alla vicinanza del fiume Ofanto, che era una via di comunicazione molto proficua. Giunti a Canosa, percorriamo un tratto di strada asfaltata che si snoda tra alberi di ulivo, mandorle e vigneti, quando all'improvviso, appare sulla sinistra, la nostra prima tappa: l'area degli scavi del sito archeologico "San Leucio", dove la storia, molti secoli fa, ha stratificato due diversi monumenti appartenuti a due diverse epoche storiche molto lontane tra loro.

Le guide lì ad attenderci, professionali al massimo, ci hanno spiegato che Canosa è detta la piccola Roma in quanto, come la città eterna, sorge su sette colli ed è proprio su uno di questi che sorge il sito archeologico di San Leucio. Il primo monumento, di cui sono stati riportati alla luce, il capitello corinzio con protome femminile (busto posto ad ornamento), forse raffigurante Giunone, i rocchi (blocchi di pietra che compongono il fusto di una colonna) di numerose colonne scanalate, i piedi di un gigantesco telamone (scultura maschile utilizzata spesso come sostegno strutturale o decorativo), è un tempio dedicato alla dea Minerva-Atena, risalente al tempo in cui, Canosa era governata dai Dauni e risalente al 318 a.C. Il Tempio era il più grande dell'Italia meridionale e fu utilizzato anche in seguito, durante tutta l'egemonia romana.

Il tempio fu distrutto nel V secolo d.C. e, circa sette secoli più tardi, sfruttando i ruderi appartenuti al tempio, della serie ..qui non si butta via niente,  su di esso venne eretta la più grande basilica paleocreistiana, dedicata ai santi Cosma e Damiano, votata successivamente, in epoca longobarda,a San Leucio, vescovo di Brindisi.
La costruzione della basilica, avvenne quando vescovo di Canosa era Sabino, divenuto nel tempo il patrono della città, modificando la destinazione di culto del vecchio tempio e distruggendo i simboli delle divinità appartenute al passato.
A carattetizzare l'edificio cristiano, tra gli elementi superstiti del tempo, eleganti colonne sormontate da capitelli ionici e pulvini, cioè un elemento strutturale a forma di tronco di piramide, posto tra il capitello e l'imposta dell'arco, oltre a lacerti musivi policromi (mosaici colorati) di pregiata fattura, come il mosaico del "pavone"

In questo sito archeologico, scoperto nel 1925, si respira un'aria di commistione tra il passato pagano e i primi virgulti dell'età cristiana...richiedendo un grande sforzo d'immaginazione al visitatore. Il modello sottostante, in esposizione nel piccolo museo "antiquarium" annesso agli scavi, aiuta ad immaginare come doveva essere la basilica a quel tempo. La visità è dunque un percorso in parte all'aperto, tra tutti i reperti rinvenuti, un tour che ci porta indietro di moltissimo tempo, tra mosaici, capitelli, statue, colonne in calcarenite, che è pietra locale. Moltissimi reperti sono conservati nel piccolo museo.

La visita prosegue poi, in Palazzo Sinesi, dove in bella mostra, sono i numerossissimi reperti ritrovati negli ipogei (costruzioni sotteraneae), utilizzati come tombe aristocratiche ricchissime di corredi, appartenenti al ceto emergente degli allor "principi" dauni.

La visita è proseguita nella cattedrale di antichissime origini, identificabili con una basilica bizantina, opera di San Sabino, databile nel VI secolo d.C., tutt'ora leggibile dopo l'ampliamento ottocentesco, resosi necessario dopo un terremoto. La sua pianta è a croce latina con tre navate e cinque cupole. Il primo agosto dell'anno 800, il vescovo Pietro Grimoaldo qui traslò, dall'antica basilica di San Pietro, le relique del santo vescovo Sabino, al quale la basilica fu definitivamente dedicata dai Normanni nel 1102 e, nel 1118, la chiesa ebbe l'importante titolo di Basilica Palatina dei Normanni.
Al suo interno troviamo elementi provenienti dalla Canosa di età romano-imperiale: sei monumentali colonne monolitiche in marmo verde antico, capitelli corinzi e marmi. In questo luogo di culto, Oriente e Occidente , si mescolano e manifestano in due straordinarie sculture romaniche dell'XI secolo, vale a dire il pulpito di Acceptus



e la cattedra di Ursone, opera di Romualdus. Quest'opera ci rimanda ai fasti dei troni degli emiri saraceni, decorata con aquile, maschere leonine, grifi e sfingi e sorretta da due straordinari elefanti.


Va detto che la bellezza della cattedrale, agli occhi dei visitatori, risulta mozzata, in quanto le successive opere di ristrutturazione, non hanno mantenuto l'originaria composizione, unica parte che è rimasta com'era una cupola che rimanda fortemente all'Oriente


Addossato al muro esterno della cattedrale, completamente rivestito di marmo, si trova il mausoleo di Boemondo d'Altavilla, l'eroe normanno della I crociata e principe d'Antiochia. Lì'edificio si ispira al tempietto sovrastante il Santo Sepolcro di Gerusalemme. Fu eretto nel 1111, anno della morte di Boemondo, per volere della moglie Costanza d'Altavilla.
Il mausoleo è diviso in due parti: quella superiore caratterizzata da un tamburo ottagonale sormontato da una cupola ovoidale e quella della tomba di forma quadrangolare, con una piccola abside semicircolare a destra, rivestito di lastre di marmoree con muri ad arcatelle cieche e lesene. Si accede all'interno per una bellissima porta bronzea a due imposte, realizzata da Ruggero da Melfi, in periodi differenti ed è tra le più antiche esistenti. All'interno è situata sul pavimento la lastra che ricopre la tomba di Boemondo, che riporta la  dicitura: Boamundus.




Un'altra meraviglia..una Domus romana di colle Montescupolo, proprio sotto un palazzo e in pieno centro cittadino! Questo sito archeologico presenta un periodo che val dal V sec. a.C. all'età Imperiale. Incredibile ma vero..la costruzione del palazzo, risale agli anni 70 e mai mi sarei aspettata di vedere qualcosa di simile. Una visita davvero suggestiva, vedere fondamenta di un palazzo moderno infisse in un'epoca molto antica..I resti sono di domus di pregio architettonico, con ambienti organizzati intorno ad un "impluvium"  (vasca quadrangolare per raccogliere l'acqua piovana), tra i quali il "triclinium" (locale in cui veniva servito il pranzo),con pavimento a mosaico e tracce di intonaci dipinti sulla parete. Le guide ci hanno detto che data la possibilità di trovare tesori del genere, ora la soprintendenza deve essere presente in ogni scavo che riguarda nuove costruzioni..e pensare che molto è andato perso, non essendoci prima questo vincolo. Chissà quante case si sono abbellite con i reperti trafugati!

Stupefacente..non credevo davvero ai miei occhi..eppur..è vero!

Successiva tappa, essendo giunta l'ora del pranzo..gustando le specialità della cucina canosina!


Terminato il pranzo, siamo ripartiti alla volta dell'ipogeo Lagrasta, il più importante complesso funerario venuto alla luce nel 1843, a seguito della fortuita scoperta di alcuni ambienti da parte di Vito Lagrasta, proprietario della terra dove avvenne il rinvenimento, a seguito di lavori agricoli. Successivamente vennero rinvenuti altri due ipogei sulla proprietà dello stesso. La loro costruzione è risalente alla fine del IV, inizi del III secolo a.C., interamente scavati sotto terra nel banco tufaceo (calcarenite) di cui è composto il sottosuolo di Canosa. La nostra visuta ha riguardato il Lagrasta I, formato da 5 gruppi di ambienti per un totale di 9 vani che si diramano da un dromos (corridoio) inclinato, formando una pianta a croce latina. Che emozione scendere nelle viscere della terra e pensare che vi son stati seppelliti dei morti moltissimi secoli fa. Lì dentro, dove il tempo e la morte hanno diffuso un eterno silenzio, troviamo dei cunicoli che conducono a gruppi di stanze. Scendendo, il vano frontale, il più grande era riservato al pater familias, all'interno il soffitto è sorretto da travi intagliate nel tufo. da un articolo del 1853: "Qui si potevano vedere statue di marmo, busti di dee e sacerdotesse in terra cotta magnificamente dipinte, vasi di creta di grandezza straordinaria sui quali erano rappresentate scene di vita quotidiana e le più classiche tradizioni mitologiche.
Di una di questi (vasi) ne ho parlato in un lettera non appena arrivato al Museo borbonico. Non è stato ancora sistemato, ma ieri mi è stato possibile un'analisi più approfondita.
Sul vaso più grande, che è di dimensioni gigantesche ed è ancora imballato, Omero è disegnato con la lira nelle sue mani come se stesse declamando alcuni passaggi dell'Iliade o dell'Odissea.
Nel mezzo di questi tesori e miracoli di arte di ogni forma, giaceva la padrona di casa sdraiata, riposando tranquillamente come se dormisse."
Peccato che i tombaroli, ne abbiano fatto manbassa di quei tesori rinvenuti e nelle stanze si scorgono i fori e le picconate che i ladri di tesori hanno lasciato come traccia del loro passaggio.


Che dire..una bellissima giornata , un tuffo in una storia lontana...

Dolce sera e abbracci a voi..rosa


 
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