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E SE DIO FOSSE «TUTTO» ? ANZICHE’ SOLO ALLAH, YHWH, BUDDA… ?

Post n°723 pubblicato il 12 Novembre 2014 da rteo1

E SE DIO FOSSE «TUTTO» ? ANZICHE’ SOLO ALLAH, YHWH, BUDDA… ?

E’ del tutto evidente - a parte per i fanatici e gli integralisti, che si battono e combattono per avere l’esclusiva del copyright, e lo fanno anche in luoghi sacri, come è avvenuto a Gerusalemme, ove recentemente, durante una lite furibonda, dinanzi al “Santo sepolcro”, sono stati adoperati dai rappresentanti delle tre religioni monoteiste dei simboli religiosi come strumenti di offesa e percosse - che “Tutto” può essere ritenuto equivalente a “Dio”, ma anche ad Allah, a YHWH, Shiva, a Buddha, a Visnù,  o ad altro “nome” che gli esseri umani hanno attribuito all’Entità suprema (o che da questa abbiano ritenuto di averlo conosciuto mediante la “rivelazione”). La divergenza, quindi, tra le diverse religioni circa il “nome” del “Dio” e dei suoi poteri assoluti delegati ai suoi rappresentanti terreni (le caste sacerdotali) è da ritenersi una pura follia, o una vera bizzarria degli esseri animali, autoidentificatisi come “umani”. Per questo, “Tutto”, come definito da Parmenide, che lo mette in relazione biunivoca con “UNO” («Tutto è Uno»), risulta essere un concetto omnicomprensivo; che  assume una valenza di “pronome indefinito”, neutro, con valore indeterminato, che allontana qualsiasi idea antropomorfa di genere (maschile o femminile), ma anche di specie vivente, e “riempie” ogni spazio dell’universo e per l’eternità, per cui non c’è posto per nessuna delle singole entità, a meno che non diventino “Tutto”.

 
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gabrielliluca
gabrielliluca il 13/11/14 alle 11:19 via WEB
eppure noi stiamo nel tutto insieme ad ogni cosa visibile ed invisibile, mi domanderei perciò perché mai non vediamo la nostra sconfinata e rigorosa appartenenza al tutto in questione, e mi rispondo che abbiamo perso quella visione eterea quando siamo scesi troppo in basso nella carne allontanandoci sempre più da quello che Rudolf Steiner riteneva essere il nostro "essere spirituale", entità metà materiale e metà gemella con lo spirito di ciò che la circonda. Fino ai tempi dell'antica Roma, all0'incirca intorno al 300 AD, milioni di culture religiose differenti vivevano in pace nella stessa città, ognuno forse sentiva di chiamare con nomi differenti uno stesso Dio, il quale poi in realtà, nelle varie storie trascendentali, condivide passaggi fondamentali identici, dal parto verginale (che non è mai stato un esclusiva del cattolicesimo nascente dal cristianesimo) alla morte e resurrezione di un figlio di Dio fatto uomo sulla terra. Già gli antichi egizi narravano ciò. Dopo il terzo secolo tutto andò degenerando, ed oggi ci facciamo la guerra lanciandoci i simboli religiosi in faccia. Nel senso religioso, pare, più cresciamo e più diventiamo stolti. Colpa di una religione, quella cattolica, che nel volere unificare tutte le religioni in una ha dimenticato il culto di una cosa fondamentale alla vita: il culto della terra, con tutte le conseguenti dimenticanze del caso. Abbiamo creato un mostro religioso non più a misura d'uomo, ma a misura di stato. Ossequi.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 13/11/14 alle 12:24 via WEB
Tutto giusto. Credo che sia doveroso, malgrado le difficoltà di vario ordine, divulgare le incoerenze delle diverse fedi religiose. Senza costrizioni, però, per evitare "integralismi laici". Non vi è dubbio che gli uomini abbiano bisogno del trascendente per ancorare le proprie pene terrene e darsi una speranza, ma abituarsi a cercare la strada prima in sè stessi può essere utile per evitre inutili massacri. Circa il "culto" della terra, direi meglio "il rispetto" per un organismo di cui siamo elementi (i "culti" mi angosciano, sia esterni che di sè stessi).
(Rispondi)
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