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filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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UNA VITA DA SERVI E SCHIAVI

Post n°731 pubblicato il 03 Gennaio 2015 da rteo1

UNA VITA DA SERVI E SCHIAVI

In natura i forti si distinguono dai deboli e questi vengono da loro sottomessi. I forti si “godono la vita” ma soltanto grazie ai deboli, che subiscono la sopraffazione e accettano il ruolo di servi e schiavi. Dal punto di vista dei forti tutto è loro dovuto perciò non riconoscono alcun merito ai deboli; questi, di rimando, li odiano e vorrebbero distruggerli e trascorrono la vita coltivando questa speranza. Il ciclo della vita, però, si chiude per entrambi per cui almeno in questo vince la giustizia. Nella società politica si riproducono gli stessi rapporti anche se a prevalere non è la forza fisica bensì la “forza politica”, grazie alla quale ci si avvale della forza artificiale delle istituzioni e degli strumenti da queste organizzati soprattutto a difesa dei titolari del potere. Gli elementi essenziali sia del contesto naturale sia di quello politico sono, in un certo qual modo, gli stessi perché entrambi si fondano sulla forza, per cui preferire l’uno o l’altro dipende soltanto dalla possibilità di prevalere nell’uno oppure nell’altro contesto traendone tutti i relativi privilegi. E’ comunque evidente che in entrambi i casi ci saranno sempre dei deboli, ossia dei servi e degli schiavi. Una domanda però che viene da porsi è la seguente: questi ultimi (i servi e gli schiavi) non hanno alcuna possibilità di liberarsi dal vincolo del gioco, dalla gabbia, dalla prigione ? Le rivolte degli schiavi contro i padroni sono spesso avvenute nel corso della storia (famosa quella di Spartacus contro i romani) ma quasi sempre l’esito finale è stato tragico per gli schiavi, e quando questo non è accaduto le ribellioni hanno soltanto agevolato la successione al potere dei padroni con altri padroni. Sembrerebbe, perciò, che la soluzione della rivolta non risolva mai il problema. E allora non ci sarebbe alcuna via d’uscita per i servi e gli schiavi ? Forse si, ma occorre necessariamente rispondere ad un’altra domanda: quale è il senso della vita ? Ritenere, infatti, che la vita da servi o da schiavi agevoli l’ingresso in “Paradiso” (ove l’accesso sarebbe limitato o precluso ai ricchi e ai potenti) induce certamente ad accettare tali sottomissioni e ad essere perfino lieti di subirle. Diversamente, ritenere invece che, al di là del dopovita, non è umanamente accettabile una vita da servi o da schiavi, fa scaturire la decisione di rifiutare tali ruoli sociali e politici o col rimedio della ribellione oppure liberando l’anima e restituire dignità al corpo vilipeso. Tra le due la seconda è certamente dirompente per il sistema perché lo priva definitivamente del suo alimento principale, grazie al quale "la vita è bella" perchè serviti dagli schiavi, mentre nel primo caso può giustificare ulteriori soprusi e angherie nei confronti dei ribelli sconfitti, i quali, a loro volta, avrebbero meno ragioni per condannare le reazioni dei padroni. Sia l’una che l’altra decisione, però, hanno il merito di stimolare negli uomini una riflessione profonda sulla propria esistenza, che ha una fine certa, per dare una risposta alla domanda se valga la pena oppure no di vivere da servi o da schiavi la propria frazione di tempo terrena.

 
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Commenti al Post:
semplicelucrezia
semplicelucrezia il 03/01/15 alle 09:41 via WEB
Le rivolte degli schiavi le conosco bene ^_^
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 03/01/15 alle 10:44 via WEB
Purtroppo la fine è stata quasi sempre tragica, per gli schiavi, ovviamente.
(Rispondi)
gabrielliluca
gabrielliluca il 03/01/15 alle 12:26 via WEB
la moderna civiltà degli sbilanciamenti è finemente costituita per tenere imbevuti i "servi" in una bambagia di libertà fittizia e agi piacevoli anche quando disdicevoli e brutti (vedi le orde di gente che ammazza il tempo su facebukke parlando magari male del governo). poi ci sono le trasmissioni "libere", come ad esempio "lazanzara", dove l'ascoltatore può avere la sensazione di avere una voce forte che parla per suo conto contro le istituzioni. Tutte queste sono valvole di sfogo che tengono a bada gli istinti brutali di un popolo che altrimenti si scaglierebbe senza pensarci due volte, addosso ai palazzi del potere. Ma i nostri miseri possedimenti e piccole libertà di espressione ci sedano abbastanza da tenerci incatenati a noi stessi, e non mordere il "padrone".
(Rispondi)
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 03/01/15 alle 12:27 via WEB
P.S. una sorta di Matrix. siamo specchietti per allodole noi stessi.
(Rispondi)
 
 
rteo1
rteo1 il 03/01/15 alle 13:08 via WEB
Siamo in un vortice che ci tira a fondo. Non è vita dignitosa quella che stiamo vivendo, sia nella parte di "padroni" che di servi o schiavi. Tutto finisce, eppure questa Verità non basta ad impedire che gli uomini vivano come bestie.
(Rispondi)
 
 
 
gabrielliluca
gabrielliluca il 03/01/15 alle 13:15 via WEB
già. e persone che scorgono le crepe vengono etichettate come perverse, eretiche, strane, fuori, etc. è una macchina perfetta in questo, se ci pensi bene, così perfetta da essere riuscita a farsi autoproteggere da noi. in questo video vi scorgo una realtà tutt'altro che lontana https://www.youtube.com/watch?v=giaZnIr-faM
(Rispondi)
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 20/01/15 alle 12:31 via WEB
Secondo me la "liberazione dell'Animo" dovrebbe essere perseguita sempre, anche a prescindere dalle condizioni di "pseudo_padroni" o schiavi. Un saluto, M@.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 20/01/15 alle 12:47 via WEB
E' un'impresa difficilissima perchè gli ordinamenti politici non educano in tal senso. Le società occidentali, in particolare, col culto dell'economia di mercato hanno imbrigliato gli esseri umani e li hanno resi parte degli ingranaggi produttivi. Gli uomini per ora hanno soltanto la possibilità di vivere la propria libertà all'interno di se stessi e coltivarla anche per il bene del corpo.
(Rispondi)
geishaxcaso
geishaxcaso il 20/01/15 alle 23:01 via WEB
....leggendo il post e i commenti mi viene da pensare che oggi è più comodo essere servi o schiavi che non esserlo... in realtà lo schiavo moderno pensa di essere libero, pensa di avere un pensiero autonomo, e pensa di essere infinatamente libero. non essere schiavi implica guardare con i propri occhi e ragionare con la propria testa, senza stereotipi e idee precotte e preconfezionate. implica anche restare basiti di fronte a tanta vacuità e disperazione dilaganti. forse implica anche sentirsi un po' asociali e misantropi.... chi lo sa.... buonanotte anche a te rteo ;)
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 21/01/15 alle 11:38 via WEB
Che sia più comodo non c'è alcun dubbio, ma ne va della dignità dell'uomo, che non è un valore singolo ma della specie umana. Purtroppo la realtà sociale va in tutt'altra direzione, da quando la storia ha cominciato a far girare le lancette dell'orologio. Ma questo non vuol dire restare indifferenti. Lincoln l'abolì facendo scaturire una guerra civile. Oggi Obama è figlio di tale liberazione.
(Rispondi)
 
 
geishaxcaso
geishaxcaso il 21/01/15 alle 12:20 via WEB
pensare con la propria testa, non allinearsi, fa paura perchè può significare ritrovarsi da soli... io non credo nelle rivoluzioni violente, chi prende il potere con la forza tende a continuare ad usarla, ma sono fiduciosa - nonostante - nel genere umano: il fatto che le mangiatoie (in senso buono) che pensavamo di avere garantite si siano all'improvviso svuotate, per ora ci spinge ad interrogarci sul futuro, ma sono convinta che, come si diceva una volta, "sotto la neve c'è il pane" ;)
(Rispondi)
 
 
 
rteo1
rteo1 il 21/01/15 alle 12:54 via WEB
Gandhi ha insegnato che le rivoluzioni possono essere anche pacifiche. Richiedono tempi più lunghi, non v'è dubbio, ma giungono comunque al risultato. Ritorna del tuo pensiero la preoccupazione di restare da soli. E' comune, ma si può vincere perchè non è vera. Nessuno è solo, come nessuno è tutto, ma tutti sono tutto. L'esercizio più difficile, che andrebbe fatto ogni giorno, come quando si va in palestra, è provare a stare un po' con se stessi. Senza paura!
(Rispondi)
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