Creato da rteo1 il 25/10/2008
filo aperto con tutti coloro che s'interrogano sull'organizzazione politica della società e che sognano una democrazia sul modello della Grecia classica

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RAPPRESENTANZA E GOVERNABILITA' IN DEMOCRAZIA

Post n°871 pubblicato il 02 Gennaio 2017 da rteo1

Il principio della "rappresentanza democratica" e l'esigenza della "governabilità" entrano in conflitto soltanto quando all'interno della Comunità-statale le diverse aggregazioni socio-politiche e finanziarie spingono il regime di governo democratico verso un modello di tipo oligarchico.

Quando, invece, il regime di governo democratico è da tutti i cittadini condiviso e accettato vi è piena concordanza tra la "rappresentanza", cui è riconosciuto il "primato politico", e la "governabilità", che si manifesta nel solo modo coerente , che è quello di dare esecuzione e attuazione alla volontà generale dei cittadini espressa nella forma della legge.

Tra i poteri dello Stato la funzione legislativa è quella maggiormente ambita nella lotta per il governo della Comunità-statale e sia le leggi elettorali sia le modifiche della Costituzione vanno tutte  nella direzione di conquistare tale funzione.

Nell'opera l'autore si sofferma su tali problematiche e mette in luce, fin dai tempi più remoti, i conflitti politici tra le varie componenti sociali per la conquista del potere legislativo e analizza, altresì, i fondamenti elettorali previsti dalla vigente  Costituzione, le ragioni del "bicameralismo paritario"  e i vari tentativi per riformarlo.

http://reader.ilmiolibro.kataweb.it/v/1195493/rappresentanza-e-governabilita-in-democrazia_1201165

RAPPRESENTANZA E GOVERNABILITA' IN DEMOCRAZIA

 
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Commenti al Post:
malware_jinx
malware_jinx il 02/01/17 alle 19:33 via WEB
Governabilità non significa “governare bene”, cioè in modo condiviso dal cittadino e proficuo per esso, bensì possibilità di farlo senza ostacoli o intralci. Meglio se le due cose coincidono, ovviamente! La lotta per “accaparrarsi” il potere legislativo (quindi per poter essere in condizione di promulgare, ad es., una legge elettorale che favorisca la propria compagine politica) è in atto, praticamente da sempre, a causa delle divisioni, di opinione ma anche di ceto, che caratterizzano l’uomo, quindi anche quello che va a votare. Se tutti gli uomini riuscissero a superare le motivazioni – culturali, ideologiche, affettive, ecc. – che li spingono a votare per questo o quel colore politico, e convogliassero il loro voto verso il partito che appare essere quello che incontra il maggior consenso, si eviterebbe la dispersione che rende spesso ardua la formazione di una maggioranza, in favore di una specie di suffragio universale, che garantirebbe governabilità e rappresentanza condivisa, quindi soddisfazione popolare, qualunque sia la legge elettorale in uso. La formazione vincente starebbe stabilmente al potere per il tempo della legislatura senza l’avvicendarsi di situazioni-limite (come quelle che da anni sta vivendo il ns paese…), con il compito di soddisfare le aspettative dei cittadini che su di essa hanno puntato, ma incalzata, al tempo stesso, dalle opposizioni. A seconda del grado di consenso ottenuto durante il periodo di governo, sarà riconfermata o sostituita allo scadere del mandato istituzionale. Ciao, Jx.
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 02/01/17 alle 20:10 via WEB
Ti ringrazio per il commento. Ho ritenuto di dare questo ulteriore contributo saggistico perchè da quanto ascolto in giro e leggo ho capito che il "povero" (Grande) Aristotele si sta rigirando a più non posso. Egli, con grande rigore scientifico, ha fornito gli strumenti culturali per comprendere tutte le dinamiche politiche dei nostri giorni. Invece la cosiddetta classe politica e tutto il fantasmagorico e folcloristico mondo che le gira attorno ha preferito non coltivare la conoscenza (studiare, in altri termini, perchè per molti è ormai faticoso) e ha cominciato a esprimere concetti privi di fondamenti. E così oggi si parla di "rappresentanza" (e su questa in qualche modo ci si avvicina al concetto democratico), ma anche di "governabilità"(e qui vanno quasi tutti a ruota libera, o senza rete), senza conoscere i rapporti che esistono tra i diversi regime di governo, che costituiscono i loro fondamenti. Per capirci: sia la rappresentanza che la governabilità vanno entrambi collegati al regime di governo di riferimento (democrazia, oligarchia, monarchia,tirannia, dispotismo,dittatura della maggioranza...), altrimenti si parla di cose diverse, senza alcun collegamento e non si capiscono le cose. Non aggiungo altro per non tediare. Dico solo che, poi, sulla base della coerenza del sistema deriva anche che la nostra Costituzione contiene i fondamenti per eleggere sia i deputati che i senatori. Ma quanti ne sono consapevoli ? E visto che per il 24 gennaio si attende la decisione della Consulta e dopo quello che ha detto il Presidente della Repubblica non sarebbe necessario capire meglio come stanno le cose e se si stia o meno consapevolmente barando ? Ciao.
(Rispondi)
 
 
malware_jinx
malware_jinx il 03/01/17 alle 22:11 via WEB
Credo sia assolutamente chiaro che io mi riferisco al “modello democratico”, quando parlo di rappresentanza e governabilità. Del resto, mi riesce alquanto difficile immaginare che vi possa essere rappresentanza in una dittatura, ma anche in una monarchia, laddove il potere viene esercitato da soggetti non eletti da un suffragio popolare, bensì autoimpostisi o imposti da terzi (e che ben difficilmente rinunceranno a trasmettere quel potere ai loro discendenti). L’uomo solo al comando non ha problemi di governabilità. Governa e basta. Può farlo meglio o peggio…, in modo illuminato o nell’oscurantismo più assoluto…, ma lo fa, senza veti o impedimenti. Non c’è un parlamento che ne frena l’agire. Solo una rivoluzione può destituirlo. Ciao, Jx
(Rispondi)
rteo1
rteo1 il 04/01/17 alle 08:54 via WEB
Mi compiaccio per la passione dimostrata per le problematiche politiche. Circa la rappresentanza, in ordine alla quale affermi che "ti riesce difficile pensarla in rapporto alla monarchia, alla tirannia, ecc.", debbo evidenziare che, invece, anche queste forme diverse di governo dello Stato hanno una loro "rappresentanza". Come, infatti, "spiego" nel saggio per poter parlare di "rappresentanza" occorre individuare chi sia il titolare del "Sovranità". E' solo in rapporto a questa che si può sviluppare la rappresentanza: un soggetto rappresentato (il Sovrano, che in democrazia è il Popolo) e un soggetto, o più, rappresentante (il potere o i diversi poteri, tra i quali in democrazia primeggia l'assemblea popolare, anche detta Parlamento). Mi fermo qui per non appesantire la piacevole dialettica, che grazie ai tuoi solleciti si arricchisce ulteriormente. Ciao.
(Rispondi)
lucreziamussi
lucreziamussi il 04/01/17 alle 19:40 via WEB
Dove e ' la Democrazia ?
(Rispondi)
 
rteo1
rteo1 il 05/01/17 alle 08:56 via WEB
Sta a noi, che ci crediamo, affermarla e tentare di realizzarla. Democrazia vuol dire, prima di tutto, eguaglianza "sostanziale" e in una società in cui è forte la presenza di coloro che sostengono le ragioni della disesguaglianza non è impresa facile.
(Rispondi)
lucreziamussi
lucreziamussi il 04/01/17 alle 19:41 via WEB
In Italia ?
(Rispondi)
lucreziamussi
lucreziamussi il 04/01/17 alle 19:43 via WEB
Viaggiano sulle loro lussuose auto blu !
(Rispondi)
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