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Un blog creato da Roberta_dgl8 il 16/07/2010

La vera me stessa

i miei pensieri

 
 

IL PIÙ GRANDE DI TUTTI

Fabrizio De Andrè

 

 

Lampi di felicità     

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ricordi belli

 

                      

 

MAMMA, METTIAMO IL GRAN GENIO?

 

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l'Autrice del blog:) io     

http://digiphotostatic.libero.it/Roberta_dgl8/sml/1b62d1ce68_8237356_sml.jpgo

 

l'amore non è "sobrio", ma è sempre brillo !

l'amore non dice "faccio quello che posso".

(ma scala le vette dell'impossibile). 

sempre io :)

https://youtu.be/aTyevqO2cfQ

 

CLASSIC BLUES

 

UNA POESIA PER ME.

                       A Roby

Non mi lascio trascorrere, ne tagliare

ho vita

che mi percorre le vene, i pensieri,

la quantità immensa dei bagagli

pagati con sacrifici immani

Porto tutto con me

e assecondo il sole

Lo mangio persino

mentre fa il suo giro

decollo

E plano, 

bambina tra frammenti di vetro,

mi sollevo e scendo

Sulla pista dei volti

che mi hanno voluto bene,

che si sono caricati tamburi di latta

per risuonarmi nel cuore

e ridermi dentro

nell'atterraggio

Con un suono esile e un amore potente


(Joe/Tobias - blogger)  

 

CLESSIDRE

penso che il bene alla fine diventa ORO e le cicatrici possono rendere una superficie ricamata dall'esistenza autentica ... (Several, blogger)  


Perciò, Roberta, bisogna stare attenti a non deprimersi per la sconfitta, ma valutarla come un'opportunità comunque tentata nella buona fede della sua riuscita. Non avere rimpianti, è ciò che conta, come credere ancora ai miracoli, se desiderati.         (Gaza17, blogger)                                                       §

La solitudine è un drago che brucia tutto. Ma dovremmo considerare la legge della fisica: nulla si crea e nulla si distrugge. Così anche nell’animo umano ciò che (ci) brucia sarà un diverso av-venire.  Am Archetypon (blogger)                                                 §

epimetea- la ricerca della realtà
la -sconfitta- è un nido adeguato 
per confortare l'attitudine della fenice,
l'aria il moto del suo volo potente. emma01 (blogger)

 

Sogn(h)ippy    

 

{ Cerchi la felicità dappertutto. La trovi nel tuo sorriso che si riaccende. Anche nel buio, dove c'è sempre una piccola scintilla, una piccola lama di luce in contrasto. In questo mondo, dove tutto sembra crudele e doloroso, proprio là, nelle notti oscure, quando i giorni non sono gioiosi come vorremmo, nel nome di chi amiamo e nel modo in cui i tuoi occhi brillano. E sai una cosa? Questo porta altra luce, altra ed altra ancora. La più luminosa di tante stelle. }

Regalo di tantestelle (blogger)



Pulisci e pensi, ascolti il soliloquio ed entri in una giostra difficile  da starci sopra... cara Roby, il tuo cammino è così difficile ... Per quello il blog è una valvola di sfogo: perchè porta coi piedi a terra quelli che se ne stanno a fare troppi voli pindarici ... Tu sei la testimonianza fragile e potente di una realtà di tante altre donne che se ne stanno zitte e non hanno voce ... se torni è sempre da te che torni, mica in un posto inospitale, bensì nel tuo piccolo nido di parole difficili ma piene di amore e compassione. 

(Several1 blogger) 

 

2015/2011 (MATEMATICHE)

LO RIMETTO :-)

 

 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Marzo 2014

°

Post n°979 pubblicato il 31 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

 
 
 

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Post n°978 pubblicato il 28 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

Io e Matteo abbiamo salutato una quindicina di giorni orsono l'inverno al mare.

 Ma lui non si è ancora congedato:-)

 
 
 

§

Post n°977 pubblicato il 28 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

Luna a forma di cuore (capovolto) tra gli alberi.

http://youtu.be/VwubCNGPwYA

 
 
 

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Post n°976 pubblicato il 28 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

Luna gialla e luna blu.

http://youtu.be/WM6J-InSnZk

http://youtu.be/r0Spl1cOf-o

 
 
 

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Post n°974 pubblicato il 28 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

E' molto tardi, tardissimo. Le giornate dovrebbero essere composte di molte più ore, il tempo siamo noi.. troppo grandi, e lui l'abbiamo fatto troppo piccolo. Oppure abbiamo creato troppi alambicchi inutili in questa vita e ci sfuggiamo, ci sfugge tutto.

Ho bisogno di scrivere. Disperatamente ma anche onestamente. Questa è la mia strada, di improbabile scrittrice da strapazzo, poiché se così non fosse, farei davvero la scrittrice,  indipendente, mi godrei questo pezzo di vita che ancora mi aspetta, strapperei un poco ancora di piacere. Di leggerezza di consapevolezza acquisita facendola camminare davvero sulle labbra e sulla pelle.

Sorrido ogni giorno alla durezza della mia vita.

Non c'era mica bisogno che me lo dicessero alla televisione che il presidente USA è venuto qui per i suoi scopi. Lo sapevo già. Lo so come gira il mondo. Non sono un'ingenua. E stasera non mi andava assolutamente di discutere di questo con il coinquilino. Lo vorrei presente altrove. Alle associazioni. Con gli altri padri. Anche a fare buchi nell'acqua come faccio io. Perché la vita forse è tutta un buco nell'acqua. Ma vale sempre la pena di provarci. Di crederci. Vale sempre la pena di remare. Non far remare solo ad uno quando nella barchetta si è in due, e poi se la barca imbarca acqua, mettersi a dormire, e continuare a far remare, e dire, che si può... perché la barca, è solo di un proprietario (non è vero!), e i viveri, solo approvvigionati da uno.

Balle. Grandissime balle.

Eppure da tutto questo ripartire, felici. Non una felicità fittizia, improbabile ed assurda. No. Vedere tutto questo. Incamerarlo. Vederlo, rivederlo ancora. Provare a trovare un perché. Già. Quando questo perché non è facile affatto. Quando, la via di fuga e l'illusione sarebbero le uniche amiche e compagne. No. Non le voglio. Preferisco lo sfogo di una scrittura che torna perché è equilibrio. Sano sfogatoio in mezzo alle ammaccature della vita, non solo mie. Ammaccature feroci. Che la vita da. Da cui nessuno è esente. Eppure io mi sento felice.. non ancora liberata, ma libera si.

In realtà io non volevo tornare, a scrivere. Volevo andare via, per sempre. Ma si vede, che invece devo restare, a scrivere. Ed anche, quando troverò l'uomo di cui parlo nei post precedenti, tornerò qui, per descrivere la fase nuova. E qualora (perché l'ho messo in conto), non dovesse questo accadere, allora lo stesso restare.. perché verrà da se, anche il momento del lascito definitivo . Tutto arriva. Prima o poi, tutto muta e si modifica, senza andarlo a ricercare, senza dirsi troppi perché.

I miei occhi come sempre cercano lassù una luna latitante. I capelli sono cresciuti più folti di prima. Queste strane giornate, sono piene di contraddizioni naturali, nell'ennesima primavera che fiorisce in un inverno che rientra senza avvisare, se non, in un presentimento - matematico, improbabile ma verificabile e verificato. Freddo.. e pioggia e mandorli in fiore..un poco sbiaditi. Fiori rosa, fiori di pesco, tra nebbia e aria invernale. Verdi e marroni e rossi, che sembra autunno. Vetrine piene di primavera che non c'è più. Per chi viaggia verso altri lidi e altre possibilità, forse portogallo ? come la vecchia zia che latita e nuota e sguazza nel più becero egoismo. Ma non voglio farmi intossicare da questo pensiero. La tossicità incamerata e sbagliata si ritorce contro, ritorna a galla tutto quel veleno , compresi gli sbagli e la loro ammissione. Sulle mie labbra il veleno si farà miele, perché ho imparato ad esserne esente.. forse la vita è tutta una prova, forse la vita è tutto un tentativo di possibilità.

Sono felice.. stranamente felice. Libera, ma non ancora liberata.. come fan fan. Come lei. Anche se molte più lune, (e soli) - mi differenziano da lei..  ma la mia è solo una metafora.

Credevo che il cerchio lo dovessi chiudere nella sua quadratura.. sbagliavo. IL cerchio io lo devo spezzare. Il cerchio va semplicemente (e faticosamente) spezzato.

di nuovo (e ancora una volta) tutti i miei pezzetti..

http://youtu.be/kWDCDADXIqE

 
 
 

Col corpo capisco

Post n°973 pubblicato il 11 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

La mia ferita profondissima, mi parla. Io, gladiatrice a mio modo. Altro che. Il Colosseo dalla discesa dei santissimi quattro. Avvolge tutta l'aria sopra, l'inghiotte. Tra strade, improbabili, di una Roma Medievale, meravigliosa, muta, taciturna e nascosta. Chiese e chiesette. Traffico, spartitraffico, sanpietrini, e poi davanti colle oppio. Ti giri un attimo il Colosseo. L'ala vecchia dell'ospedale, porta in un ottocento paesano, in un quadro che riempie il cuore. Il tempo, si è fermato.

Gli studenti per diventare infermieri, una botta di ottimismo, e tanto verde. Là c'è la maternità. Dove sono nata. E c'è anche l'ala vecchissima, il padiglione ora ristrutturato dove è morto il nonno Paterno.

C'è un'aria meravigliosa. Ti senti fortunata, certo ad essere nata e vivere qui, ma tu vorresti proprio affacciarti e vedere tutto questo. San Giovanni, che sovrasta. La scala santa, che rifarò. E questa aria, e guardi su, e dici e scopri di essere viva, per la prima volta, dopo tante volte.

La luna è tornata ad affacciarsi, io voglio legare tutti i pensieri. La ferita parla, fa tanto di quel male. Ma è da là, che riparto, che mi riabbraccio.

Forte, che più forte di così, non mi sono abbracciata, mai.

Ho deciso di sorridere e il dolore passerà. Ora so, come fermarlo. Sì, lo so. E non lo scriverò. Lo tengo per me. Perché sono ancora troppo e così fragile. Quando si è molto forti, si è anche fragilissimi.

Ho sentito lo zio, nell'anima, dentro me. Il fratello di mio padre. Un sensazione onirica di giorno, impercettibile, di rientro, di ritorno, del mio sangue che scorre, lo sognai di notte, tanto tempo fa. Ne scrissi pure... Era così triste.

Volevano fossi forte e studiosa.. e io invece una pianticella ribelle, che proprio non ne voleva sapere di stare dritta. Preda di tutti i venti. Soprattutto quelli della sera. :-)

Sono tornata da me. Finalmente. La ferita parla, attraverso le mie dita. E' solo il contraccolpo di tutti i colpi. Tanti, troppi. Troppi. Sta tornando tutto, riemerge tutto, ed io lo vorrei scrivere, perché spinge, ma stavolta, la novità, è ... che me lo tengo, per me:-)

Non perché non voglio condividerlo, ma perché per ora, è questo che sento, completamente.

Sorrido alla mia consapevolezza. Se saprò bene equilibrarla, non diventerà malattia. Io non ce la faccio diventare. Sento la ferita. So che è l'ennesima prima vera che parla. Che sembra prima, ma prima non è !!

non ci riesco a scriverlo.

Forse non scriverò più. Ho usato tutte le parole, fino a quando ne ho sentito il bisogno di farlo. Ma il mio equilibrio, ora, mi impone di non scrivere, più.

Per ora, è così.

Magari poi torno, più logorroica di prima!

Ma ora, adesso tutta la mia energia rinnovata, ritrovata, mi occorre, tutta per me.

So di avere costruito dei ponti bellissimi, delle trame dolcissime e sensibili. Mi sapranno aspettare lo so.

Vi lascio con due brani. Che mi fanno riabbracciare, sul serio. A me stessa, alla vera me stessa, ai miei pensieri e al mio cuore e all'anima. In un certo senso, io, non sono mai stata più felice!. Ok, sono sincera, ... me l'aspettavo un po' diversa, la felicità!, ma la Vita ci sa stupire sempre. La Realtà, ci stupisce sempre. Noi, ci stupiamo e siamo felici, quando torniamo da noi.

A presto rileggerci! Spero

Roberta

http://youtu.be/fPVUa29kHu8

http://youtu.be/852fIw_I84I

   

 
 
 

Sogni

Post n°972 pubblicato il 08 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

Solo chi guarda in faccia la realtà, può ancora sognare.

Io che lo sto facendo - lo faccio - sogno ancora - credo ancora, nel  mio sogno. "non smetterò di cercare". Quella persona per cui io sarò la summa di tutti i suoi tasselli, anzi, di più. Non smetterò di cercare chi vedrà e sentirà  in me, il superamento di tutti i suoi tasselli. Chi saprà cogliere e scorgere in me, lo splendore più grande. Quello che davvero io sono. Il mio contenuto, non solo - il mio contenitore. Tutto. E lo supererà, lo supereremo insieme. Farà delle mie insicurezze la sua forza, ed io gli restituirò lo splendore, che merita. Che meritiamo insieme.

Grazie J.L. - grazie infinite, per avermi ancora regalato quel sogno in cui non smetterò mai più di credere, e mai più tradirò.

Roberta

* doppia versione, perché il video che cercavo non c'è e questi che ho trovato, sono bellissimi entrambi. Non posso scegliere. Vorrà e varrà il doppio ascolto di questa perla meravigliosa.

http://youtu.be/6lLs2dC9NaE

http://youtu.be/giN6m-sfzng

 
 
 

Auguri ?

Post n°971 pubblicato il 08 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

http://youtu.be/267CDzvIlXg

no, grazie.. sapete dove dovete mettervela anche quest'anno, vero? Lasciatela sugli alberi, che è meglio!

 :-)))))

 
 
 

A me stessa :-)

Post n°970 pubblicato il 08 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

 
 
 

Post N° 969

Post n°969 pubblicato il 08 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Ho fatto un'abbondante colazione stamattina. E' già quasi ora di pranzo e la casa, tace. L'aria sembra di ovatta, sia quella dentro la mia casa, che fuori. Ieri è uscito un sole superbo, un calore avvolgente, compagno di un vento invernale, meravigliosamente frizzante. Questo crepuscolo inverno-primavera è sublime, lo colgo smarrita, mentre mi ritrovo. Sempre coglievo i crepuscoli, ma ora, ancora di più. Molto molto più intensamente. Mi appartengono completamente. Mi fanno ritornare da me, in un abbraccio che sognavo catartico, ma la catarsi non c'è stata. Ne sorrido comunque. Le mie lotte intestine continuano. SI spostano, sopra, direzione stomaco pancia viscere, e raggiungono il cuore. Sono dietro le spalle della vicina sudamericana con i capelli neri e lucidi che porta a spasso il suo neonato. Sono nel crepuscolo invernale-primaverile, nei miei viaggi nel passato che torna e si rimette a posto, con me. Restano gli incubi. Notturni atroci. Ancora di più, quelli della mattina presto. Quando sveglia per andare in bagno, alle 8. Mi riaddormento e in preda alle mie angosce, ai miei incubi, essi nella loro forma peggiore, nel sonno, si ridestano, e mi ridestano dicendomi che a tutto serve, per leggere dentro di noi. Il mio narcisismo malato, la mia gelosia atavica e profondissima, la mia insicurezza feroce. Il mio non riuscirmi a perdonarmi fino in fondo, le mie ossessioni atroci. Inutili, logoranti. Ma ho deciso di vederle, non di soprassederle. Ed è qualche cosa di più grande di una semplice vittoria. Sebbene, la paralisi, la faccia ancora da padrona. Sebbene, debba coesistere con ciò che comprendo.

Le vedo e sorrido. E anche se il perdono non arriva profondo, fino in fondo, arriverà. Non per inerzia o fatalità. Ci vorrà solo il suo tempo.

Il vento ora si è alleato con le nuvole, e un'aria grigia mista con la nebbiolina impercettibile di tutti i pollini, mostra un'aria davvero surreale e ovattata. Sembra tutto avvolto dall'ovatta in un silenzio che io non voglio interrompere: Matteo dorme. Ma  è così tardi!

E devo ancora fare la doccia.

Le mamme delle elementari, gli incubi, le sconfitte, una parte di me, tutte le parti.

Per loro, io, ero uno specchio dove non si volevano specchiare. Però, mi copiavano la pettinatura, mi copiavano i colpi di sole, il modo di vestire, tutto. Un po' come aveva fatto la psicologa.

Non credo di avere sbagliato tutto. No. E' che il dolore, per gestirlo, ci vuole davvero una forza terribile, che a volte non si possiede, e, se si possiede, sembra sovrastarci e fare sfuggire tutto l'equilibrio per una sana ricostruzione.

Il fatto  è che devo sul serio perdonarmi ancora. Per non essere karina, ma a volte solo un po' carina. Per davvero capire tutto e tutti, anche quando non voglio, per avere sempre il vizio dello scavo interiore. Seppur senza andare nei bassifondi, del cervello, che a volte, ci si va, pure là per non morire.

Ma allora in questo giorno, in cui come al solito il post-it non esce come volevo, io libero questopensierovolatile che mi serve per sostenere il mio cammino. 

Di seguito, voglio vedere se riesco a mettere una bellissima immagine, che stava su un mio blog amico.

Non me ne vorrà, ne sono certa :-)

Passo e chiudo. (a dopo) - forse.

http://youtu.be/MGUeS_iZ-gw

http://youtu.be/EDwb9jOVRtU

 
 
 

Post N° 968

Post n°968 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Se l'angoscia passa dal mio stomaco (e poi dall'anima) raggiunge le dita, e lentamente con le parole, si incollano i miei pensieri, nel circolo del corpo, allora la posso lasciare, qui. Anche.

L'aria è frizzante, piacevole.

La piccola fila di alberelli, sulla strada, forma tanti archetti, come tante porticine, che devo passare, verdi, volte. Il sole non si decide ad  uscire, ma è lei, "l'aria", che accarezza gradevole.

Ho il piumino addosso, aspetto che mamma mi chiami. La piccola belva feroce stamattina era più feroce del solito. Lasciarlo con la solita pantomima, e senza nulla in corpo, io, ammutolisce il mio cuore. Sembra io non l'abbia più. Allora mi dirigo, sulla mia strada, e la vedo lunghissima, e gli alberelli - appunto - me la indicano, come fossero tante porticine. Prima di arrivare dal signore su una "t" particolare, T, che coniuga il tutto. Al quale chiedo il punto e la fermezza.

Perché la scrittura sento è la strada che mi aiuterà. La mia scrittura il mio procedere attraverso essa, attraverso essa, consolido i miei pensieri, tornano a galla, come un sub, sebbene, io ad andare sotto acqua non sia bravissima.

Attendo che il telefono squilli, mentre la musica degli uccellini si confonde con il linguaggio straniero di operai e rumori di lavaggio strade, da lontano. Il venticello freddino, ancora, è mescolato con una primavera prorompente che rende il cinguettio più potente dei clacson delle automobili. Hanno avuto coraggio, gli uccellini a resistere alla pioggia. Hanno ali più grandi di me. Anche se non sembrerebbe. Ma non sono soli, nel sole che non c'è. Hanno un coraggio che porta insita la potenza della natura. E annunciano ciò che di nuovo torna.

Io attraverso la scrittura faccio come loro, forse.

Mi sembra di procedere, di andare. Penso, non fuggo. Penso a Matteo, talmente intensamente, da non sapere più dove finisce la simbiosi, e dove comincia il distacco naturale, che per forza di sopravvivenza deve avvenire.

Non importa se agli occhi dei più (e anche dei meno) tutto questo potrà sembrare contorto. Le contorsioni fanno parte di questa macchina perfetta che siamo, di queste cellule misteriose che ancora non abbiamo bene scoperto, di questo meccanismo collegato a questo muscolo e ad altri. Di noi.

Vorrei che i miei pensieri, quando scorgano dal cuore e dalla mente - lenissero poi l'anima, si fissassero sul mio corpo, sulle dita. E li inserisco .. qui.

http://youtu.be/q2QjxWtN3vg

 
 
 

:-)

Post n°967 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

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Post n°966 pubblicato il 07 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Io le aspetto sempre le vacche grasse. Non - che piovano dal cielo, naturalmente. Le aspetto.

Così come spero che ritorni presto l'era del cinghiale bianco. Io, io non ci posso fare niente. E' così.

Ho perso i miei pensieri, non le parole.

Ho letto un libro bellissimo, breve ma intenso.

Sto mangiando un po' disordinata, e stamattina non ho mandato Matteo a scuola. Il ragazzo prima di lui, i suoi genitori hanno chiesto di poter fare un cambio. Ho detto che andava bene, e così ne ho approfittato per fargli saltare un giorno di scuola e farlo riposare. E ho riposato un poco anche io. Sono stati due giorni antecendenti piuttosto concitati, pieni di cose, come al solito. Ora sono in fase decrescente. Stanca. Provata. Sfibrata.

Martedì siamo andati allo studio dello psicologo. Là c'era un suo terapista che già faceva terapia con lui, e un'altra. Io e lo psicologo siamo usciti siamo andati al bar. Al bar accanto. Conosco benissimo quel bar. Questo piccolo studio, è esattamente vicino dove sta il centro di riabilitazione che Matteo frequentava, che Matteo ha frequentato per anni. E' tutto così diverso. Non che io pretendessi che fosse uguale.. "mamma perché le cose cambiano?" - anche io- da piccola, non sopportavo caratterialmente i cambiamenti, ed ho sempre, mio malgrado manifestato interiormente una sorta di avversione alle circostanze che si modificavano per casualità, o altro. Ricominciare, ogni volta da capo, sia nel mio passato per carattere appunto, e scarso adattamento, che in questa nuova circostanza, mi fa riflettere sul fatto che tutto questo mi costa doppia fatica. Mi rendo pure conto, del fatto, che anche scriverlo, forse è un incalzare di nuovo alla fatica, ma nel contempo, invece, mi fa bene, esporlo, condividerlo, manifestarlo nell'unico modo condivisibile, che - al momento e nel presente mi è dato di poter fare.

Il giorno dopo i terapisti hanno voluto venire da me. Abbiamo parlato per tre ore. Parlare per tre ore di Matteo, della sua vita, equivale ad una fatica immensa. Molti esami insieme, gestione del dolore, rigore, forza, ricordi, prese di coscienza e tanto altro. Ero stremata. Poi la scuola, e il cavallo. Su quelle sedie mi stavo per addormentare. Solo la tramontana gelida mi svegliava, usciti di là. L'appuntato volontario da libro cuore, che ha fatto la tesi su di lui, 2 anni fa,  è cambiato è diventato più severo. I manierismi di Matteo feroci, il suo soliloquio insopportabile. Però cavalca, e so anche che molte volte non coglie i comandi dei terapisti. Ne parlavamo con lo psicologo. Si brancola.. si fa alla bell'è meglio, in un disturbo in cui la precisione è d'obbligo. Ma non c'è preparazione per una cosa così complicata, e la prova di forza più grande è come sempre, come allora, come ora, come un anno fa la mia. Un anno. Sembrano dieci. E non esagero. E' la mia.

Oggi in piscina, - uno dei ragazzi della piscina, mentre lui era con il suo istruttore, mi ha guardato stupito, mentre senza un filo di trucco, con la tuta, i calzini le scarpe da ginnastica e i capelli modello deep purlpe - bob Marley mangiavo una stozza di pizza bianca. Parlava del sole che non c'era, se fossi stanca, ed io gli dicevo di passare alle domande di riserva. Ormai vado talmente in automatico, che la stanchezza, cammina con me, camminiamo insieme, è la mia compagna di viaggio. Si vede in quello che non riesco a fare, mi sono mangiata tutte le unghie non avevo avuto il tempo di limarle! di tagliarle. Ho fatto un viaggio nel tempo, quando ragazza, le mangiavo di continuo. Ci siamo parlati, ed io vedevo che mi osservava sotto una luce differente. Sono molto alla mano, di più, che quando sono vestita carina. Con la tuta, mi ha guardata le gambe non nell'insieme, anche se non si vedeva niente. Mi osservava  mi diceva che sono impagabile, la sua presunta stima nei miei confronti, mista all'osservazione della mia figura, era come una sorpresa per lui, ma ci teneva a dirmelo, e ne percepivo la genuinità. Mi piace questa forma di dialogo con gli altri, non formale. Mi ha detto che devo nuotare, o quantomeno tornare a correre, e che - la prossima volta, me lo chiederà. Inoltre ha detto di eliminare le due sigarette al giorno. Ho fatto un calcolo oggi con la calcolatrice, e sono troppe. In un anno assommate, sono veramente troppe. E sinceramente di farmi intossicare dalla nicotina e dal catrame non ne voglio sapere più. Due non fanno nulla, ma nessuna  è anche meglio.

Domattina, porto mamma a ritirare la tac. Un po' di paura c'è. E dormirei per due giorni, quando tutto è finito, quando questo periodo, è cessato, e chissà che accadrebbe al mio risveglio.

Oggi l'albero dalla finestra mi sembrava un vecchio di tanti secoli, con le braccia cadenti, ma senza allucinazioni. Matteo mi ha permesso di leggere. Mentre il libro mi aiutava a raccimolare i miei pensieri. Ha dormito. E' stanco anche lui. La Vita stanca tanto. Troppo.

La nostra. Oppure è solo questa primavera ennesima che spinge - spinge forte e l'inverno la fa entrare, con i suoi pollini e i suoi brillanti del sole nel cielo. Lui l'accarezza forte con l'ultimo stralcio di vento gelido, che conferisce alle nuvole e all'imbrunire che arriva molto più tardi, dei toni di azzurro meravigliosi - che mentre li guardi, poi pensi, che se li guardi intensamente i tuoi occhi per magia diventeranno di quella tonalità di blu, di cui tu, mai hai visto gli occhi di nessuno così.

Stasera la luna non l'ho vista. Non sono uscita e da qua non si è vista. Le stelle sì. Come una dell'altra sera, che ho scorto da lassù sola soletta. Come a dirmi, .. io ci sono sempre stata e ti ho sempre protetta. Eri tu, che non volevi guardarmi quassù. Una sera fredda e nera, con una stella, più splendente di tutte. Ce la devi fare, mi ha detto Francesco, ricordo questo nome. Devi farcela da sola, prendere la forza dentro di te. Leva dal corpo tutto quello che ti intossica, tutto quello che di tossico c'è. E trova la forza dentro di te. Ieri le consapevolezze erano come lance, come pugni di ferro nel mio povero stomaco. Tutti i caffè e la nicotina e il mangiare frenetico e disordinato, chiedevano il dazio, e solo la luna lassù in un cielo azzurro prima del preludio sopra descritto, mi consolavano. .. Le consapevolezze si aiutavano con il tramonto spoglio e il vento romano di tramontana. Non devo più analizzare niente, ora è tutto abbastanza chiaro, anche se io lo sento confuso. E' difficile vivere con noi stessi.

La prova più difficile della vita, il gioco della vita, è il più grande e importante, non possiamo sbagliare.

Mai.

Io spero nella mia via mediana. Tra seta e metallo, ... come sempre.

Serena notte.

http://youtu.be/kU_pF3q59Q4

 
 
 

PERLE

Post n°965 pubblicato il 04 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

... ed altre letture, in perle.

Il linguaggio della verità è semplice.

_____________________________________

Non per la scuola ma per la vita, si impara.

(Seneca)

 
 
 

§

Post n°964 pubblicato il 04 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Chissà dove vanno a finire il post-it che libero si mangia. Ce l'ho in testa, tutto ancora, nel cuore, completamente. Ma perché non l'ho incollato?

perché non l'ho salvato.

Lo riprendo, ricomincio dal piccolo varco che il sole sta cercando di farsi tra le nuvole di questo cielo plumbeo che sembra fare cadere la sera prima del tempo?

O dalle stelle filanti colorate appese alle ante dell'armadio di Matteo sotto gli occhi di F.Z. ?

Dai sogni di stanotte, che non ricordo affatto, ma mi dico, che viviamo anche nei nostri sogni, magari quando dormiamo e non ce li ricordiamo, che al di là di ciò che desideriamo, più o meno profondamente, al di là di ciò che sistemiamo razionalmente durante il sogno, l'ordine subcosciente, c'è un altro strato - stadio - un'altra dimensione, in cui andiamo insieme a quel che ci suggerisce anche una stella filante. Matteo non è interessato a tutto questo. Lui ambisce altre stelle.

 A guardarle, queste altre,  sembra che qui ci sia stata una festicciola. Con i suoi compagni.

Mi dico e l'ho scritto anche prima, che non devo farmi guidare da questi sogni impossibili, che poi mi creano angoscia. Mi dico e l'ho già scritto che lui sarebbe stato conteso da più di una ragazza. Nonostante la camminata da pantera rosa, nonostante i suoi manierismi, la sua pelurietta sempre più incalzante, i suoi denti da "topesio" castorato, e il suo incedere dinoccolato e ubriaco, questo non deturpa la sua bellezza. E' bello. Nonostante il  musetto a punta, le dita delle mani tutte rovinate, la sua camminata a volte zombica e la sua oppositorietà - provocatorietà ossessiva, è bello. Allora mi dico che invece di sognare, mi dovevo prodigare industriare. Ma come avrei potuto sopportare, mi dico ancora, come potrei sopportare l'angoscia - superarla, mandarla via, da ciò che succederebbe? dove lui sarebbe isolato assente. Ed io cosa potrei fare? Ci vorrebbero due persone, con me, e suo padre anche. Cinque o sei persone, che dovrei sostituire io. Cosa che già faccio peraltro. Ma questa mi sarebbe impossibile.

Ieri il  mio cuore sembrava essere diventato di pietra. O foderato di ferro? o volato via? altrove? girando a zonzo nel cielo? a raccogliere ancora un sogno possibile, una speranza che non sia vana e che si incolli al nostro cammino? forse è andato un momento nell'etere a riprendersi anche i miei scritti che non ci sono più? Se lo è portato via il cielo plumbeo, forse il post it, come le carte piccine che scrivevo e poi gettavo, se ne vanno via come i coriandoli, ma non è uno scherzo, e non è sempre carnevale.

Insomma una festicciola, non sarebbe stata possibile. Allora mi interrogo sul fatto che non posso pretendere appunto l'impossibile.

E mi dico, che ieri, dall'ortopedico, mi sono sentita così, quando l'ho visto smarrito, assente, in una sorta di umanità diversa, misteriosissima, impalpabile, sconosciuta tra l'inquietante e la rabbia e una forma di tristezza che non so descrivere come se, volessi ritrovarmi in lui senza riuscirci, come se, mi fosse estraneo, mi fosse estraneo il posto, dove lui si trova.

Stamattina ho strizzato gli occhi forte, uscendo da scuola, senza l'ombrello sotto la pioggia. Ho cacciato via, l'immagine, la solita di tensione pre-entrata.

Mi faccio cullare dal blues, mi dico e rifletto, che sulla strada che ho intrapreso (l'unica possibile), - ho trovato una costruzione diroccata, in cui mi sto riposando (è questo il mio esistere ora), e, non so più se devo andare avanti e procedere su l'unica strada possibile, o fermarmi a ristrutturare questo rudere. La fine della strada si perde a vista di occhio, e alternative non ne ho. Ricostruire sarebbe faticoso, non impossibile, ma già devo faticare per accamparmi ogni giorno, in questa vita, in questo posto diroccato. Ogni santo giorno.

Non ho controllato che santo è, oggi:)

fra poco viene Patrizia a restituirmi l'ombrello. Sono felice di vederla, è simpatica/scocciata/folle, :-)

e mi da gioia di vivere, e soprattutto crepiamo dal ridere, per nulla.

Non li raccolgo tutti i pensieri sparsi nelle mie cellule cerebrali e del cuore.. ma libero, perché mi fai così? e perché non mi fai inserire il codice dei video? ma solo i link?

misteri della telematicità.

Ha piovuto ininterrottamente - sebbene, io, abbia dormito come un sasso la scorsa notte, benissimo, per fortuna. Forse sono andata alla festa con Matteo, nei paralleli del cuore e dei desideri, forse invece cerco solo le linfa e le forze nel sonno, per dire a me stessa, che lui è solo una sorta di pantera rosa hippy fuori tempo massimo ed io, solo una ragazza attempatella, che non riesce a rinunciare a qualche piccola comodità ed agio, come fanno i granchi aggrappati allo scoglio. Ma mi sa che invece, è proprio sul mio cammino che cerco la risposta e lo scoglio non l'ho ancora trovato, oppure ci sto salendo piano piano e procedo, per arrivare alla fine del percorso. Che vedo lontanissimo. E allora cerco di studiare le soluzioni..

Ci vorrebbe un piccolo elicottero. Un piccolo aereo, che mi portasse via un giorno, o anche due (facciamo 3 - esagerata!), - dalla mia vita e dal rudere. .. Mi dico che forse basterebbe anche un'automobile, che mi faccia vedere alla fine dove arriva la strada, ma quello è compito mio. Allora no', meglio l'aereo.. il piccolo aereo, che mi passi a prendere, e mi permetta poi di vedere dall'alto meglio - tutta la panoramica. Poi mi dico, chissà, magari  è pericoloso, poi dopo, non voglio tornare più, indietro. Nonostante la strada sia una, quindi, ho ancora un paio di possibilità. :-)  - E devo essere calma. Procedere piano.

Ho ascoltato un blues meraviglioso, mentre scrivevo l'altro post (che libero mi ha portato via), un blues che mi fa venire una sorta di sonno stupendo, come "cara", vuoi andare a dormire?

E prima di aggiungerlo, raccolgo i pensieri "divorati", su un Oscar vinto da questa città che ancora vince tutto, e che lo vorrei andare a ri-vedere da mia madre, perché qua, la televisione è impossibile vederla a causa del tiranno MatteoI^ da Roma, appunto.

Li ripiglio i miei pensieri, ma non sono come quelli di prima. Tutto ha un senso, anche questo ce l'ha - così come avrà senso interrogarmi certamente sulla costruzione diroccata trovata sulla strada, la strada stessa e quello che scoprirò vivendo come diceva L.B. non Borges, naturalmente, che spero tanto di poter riuscire a leggere, prima o poi.

Per ora blues! un brindisi con lui al mio post.it cancellato.

http://youtu.be/M7EGit78QCQ

 

 
 
 

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Post n°963 pubblicato il 03 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Nel sabato passato, sono stata capace, di guardarmi finalmente e completamente DENTRO.

Nel mio viaggio interiore, ho sistemato tutto. I miei bagagli. Non c'è bisogno di scriverlo precisamente "qui". Ne prendo atto e lo scrivo in sintesi.

Mi tremano le mani. Perché è stato difficile,  moltissimo.

E tutt'ora lo sarà sempre e ancora di più. Lo so. Ma aver sistemato ciò che per imprecisione mi stava arenando su me stessa, mi fa sentire l'orgoglio. Vivo. E il tremore delle mani ne è la dimostrazione.

Mi hanno accompagnato queste canzoni, in questo nuovo passaggio, che voglio condividere con chi si trova a passare di qui.

http://youtu.be/cZ2OjsRRpnI

http://youtu.be/Vy0xdH_BLK8

http://youtu.be/rD2rvKKgbFg

http://youtu.be/A8zLe7CwFX4

http://youtu.be/cKY16Ya1lwQ

http://youtu.be/sjtYT_w_eek

http://youtu.be/HAzAm_lbpVg

Poi sono uscita, di sera, con Matteo, in un'ora improbabile, in una Roma fredda e deserta (causa partita allo stadio), di una bellezza da stordire l'anima. Notte scurissima di velluto senza stelle, in cui la stella più grande è lei città senza tempo e con tutti i tempi.

Le mani tremano ancora, per quel che sono riuscita a sistemare. E' solo mio, bagaglio e scrigno nel e del mio cuore.

http://youtu.be/caRkACzHtJ0

http://youtu.be/kyy7Ij8xGLQ

Grazie a me, a chi so io, ai miei ponti e a ciò che sono stata capace di seminare. La ricerca e l'abbraccio con me e il mio passato per guardare meglio a questo presente.

La domenica mattina è andata serena in una casa ovattata, insieme ad una certa normalità, serena.

Il pomeriggio in famiglia -con la realtà - la vita.

E la sera, e la gestione dell'autismo sempre più feroce, ma con la mia nuova forza in più, con il un minuscolo Spiderman (il mio nipotino dolcissimo), e le opposizioni di Matteo. Io lui e l'albino, di nuovo in macchina. In un imbrunire, blu, azzurro. Con le nuvole stranissime e un cielo felice, magico mai veduto finora. Mi sono detta: stasera (ieri sera) è la prima volta che vedo tutto questo, che vedo la sera! una sera così, un cielo così, con la luna poggiata e uno spicchio finissimo.. l'ho chiamata io! l'altro giorno! la natura mi risponde, in mezzo al caos. Scesa la discesa della solita strada del ritorno a casa, una magia, sono nata stanotte, con lo sguardo verso questo cielo, di un colore, che nessuno potrebbe descrivere, perfetta connessione con la forma più alta di amore che mi fa ancora tremare le mani, qui, sulla tastiera.

Sono viva per percepire questo, in questo viaggio chiamato VITA.

La sera, a bordo delle consapevolezze, ho viaggiato con un film romanzato un po' troppo, ma bellissimo :-)

http://youtu.be/Ia9uXumYrXQ

che la radio ha equilibrato poi il cuore..   http://youtu.be/sZfEqibHTwE 

http://youtu.be/Tn5OIo4FuPc  e la mente, e l'affetto di un'amica cara, ritrovata. Imperfetta come me, ma quante risate, e quanta complicità.

Poi a casa, nel sonno.. troppo breve, sveglia. Anzitempo, con il mio cucciolotto che dorme, e mi succhia tutta l'energia. IL mio ragazzo giovane ragazzo che mi porta avanti in questa avventura.

E ogni pezzo, ora è a posto. Sì.

più  o meno :-)

E' tutto quel che sono...

http://youtu.be/lghpsR02ypU

http://youtu.be/f_MG0ja2iD4

http://youtu.be/qcXUlOoUM3w

http://youtu.be/tRWSy3RhW0w

 

 
 
 

Post N° 962

Post n°962 pubblicato il 01 Marzo 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Oggi è S.Albino di Angers.

Mia madre è nata ad Albino. Curioso. Ma nemmeno tanto.

Siamo state in ospedale stamattina. S.Giovanni Addolorata. Io sono nata in questo ospedale, solo che quando sono nata io, c'era solo il padiglione S. Giovanni. L'Addolorata, no. E' recente. Accogliente, riscaldato. Abbiamo fatto presto per la tac. Stavolta l'ha fatta senza mezzo di contrasto. Ed è entrata spedita e sicura. Io ero un po' nervosa perché come al solito abbiamo sbagliato entrata, ma, c'era pochissimo traffico, complice il sabato e la pioggia. E siamo entrati dalla parte di san giovanni in laterano. Ho fatto l'accettazione, sono andata a chiamarla. E lei mi ha fatto un sorrisone che mi ha aperto il cuore. I genitori, sanno sorprendere. Perché nonostante le differenze generazionali, le perversioni innescate in ogni famiglia di origine psicologico-familiare appunto, sono superate, poi, dal sangue, ma forse c'è anche qualcosa di più. E' una fortuna.. piccola/grande. Che in un attimo riesce a fare superare tutto. Questo ho scorto nel sorriso di mia madre. Poi è andata spedita.

Il risultato tra 5 giorni. Stiamo sereni? non lo so.

Ho altra scelta?

Vicino all'ospedale, c'è una chiesa meravigliosa, che intendo rivisitare. Poi siamo salite vicino alla navicella, e l'ha c'è un parchetto vicino al celio, dove portavamo Matteo con suo padre... da piccolo.

Non riesco a ricordare il nome, è un sito importantissimo.. ma nulla. Non ci sono riuscita. Come se dentro al cervello, ogni particella fosse sovrapposta, o si fosse bruciato qualche cosa. So che nulla è bruciato. E' solo una difesa, una difesa per andare avanti e incamerare, il dissolvimento di antiche speranze. Su quelle strade, su quei sanpietrini antichi, vicino a dove io sono venuta al mondo, nel cuore di questa città eterna, io ho scandito ore e minuti lanciando il mio cuore insieme ai miei passi, in cui, c'erano ancora tantissime possibilità, sebbene la tristezza mi trascinasse in una sorta di trampolino consapevole dell'oggi in cui avrei vissuto, in cui vivo. C'era sempre aperta la porta peggiore, ma non come una sciagura, come una variante, a fronte di una speranza meravigliosa.

Io lo so che male ho lavorato per questo mio figlio ... Prima pensavo che invece di scrivere, così tanto, avrei dovuto prodigarmi con le mamme, creare davvero una rete - cercare di incollare, ...

Poi mi assolvo perché - anche io - avevo tanto da incollare. E quando nella vita ci si ritrova con un dolore immenso estremo impareggiabile - allora - è là che usciamo fuori allo scoperto. Ed io, sono uscita. Senza giustificazioni, - io sono uscita - sono uscita fuori da me, per aiutarmi e non soccombere. Perché ognuno fa quello che può PER lui stesso.

Non sono cambiata.. forse sono anche migliorata. Mi sono guardata dentro. E non sono stata capace di accettare e di far accettare a me stessa certe cose. Anche gli altri non hanno accettato me. Mi riferisco alle mamme delle elementari. Benestanti. Senza problemi. Non volevano vedere il mio dolore. Ho cercato in tutti i modi di celarlo, mascherarlo con il più grande dei sorrisi Ma la fatica era immensa, immenso lavorare, occuparmi della casa, di me stessa, di mio figlio. Di un bambino complicato e speciale.

Non ce l'ho fatta ad essere accattivante. Mi dovevo dividere in una giornata troppo breve, (ce ne sarebbero volute due), e con la ricostruzione di macerie personali, dopo un'ecatombe.

Mi assolvo. Mi perdono.

Mi dico che ora devo stare calma e fare il possibile e il necessario. Le piccole cose, al meglio.

E non voglio che mi pesi questa solitudine di incomprensione totale su quello che poteva essere e non sono stata capace.

Io ho cercato di vivere. Di andare avanti. E mi dico, che voglio proseguire. Sorridendo a me stessa e facendo tutto il possibile, come finora, ho fatto.

E' questa la mia tenacia.

Mentre scendevamo con mamma, ci siamo trovate davanti il Colosseo. E l'abbraccio di questa città, che amo e odio. Ma la sua bellezza lascia senza fiato, e mi restituisce tutto quello che la vita mi ha tolto, ma è la vita stessa, che mi ha fatto nascere, in lei, tante lune ormai fa.

Se visitate la mia città, non vi perdete questa chiesa.

RomaMia resisti a tutta questa acqua che di nuovo di tocca sopportare, oltre a tutto il resto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_dei_Santi_Quattro_Coronati

http://youtu.be/BBtR7cLxUpc

http://youtu.be/MZ4YA7Y1ulU

http://youtu.be/RS0qFpvV71c

 
 
 

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Post n°961 pubblicato il 01 Marzo 2014 da Roberta_dgl8

Piove ininterrottamente da stanotte. Da ieri sera. Eppure, ieri sera, il cielo era pieno di stelle. Le nuvole non sembravano minacciose, nonostante già piovesse dal pomeriggio.

Ieri mattina un sole splendente. E un  vento improvviso - che mi faceva rimpiangere di non essermi messa un piumino più pesante, al posto della giacca. Faceva presagire una bella incalzata invernale e poi infatti, il giorno era riuscito a spazzarle via le nuvole, nonostante poi si fermasse, di nuovo, e di nuovo ricominciasse a piovere, a grandinare, e poi di nuovo il sole. L'ho detto.. e scritto, si amano e noi qui a sopportare! 

E il cielo pieno di stelle, - ancora - ieri sera, non mi faceva rimpiangere l'assenza nuovamente, della luna. Capelli lavati, e... via la messa in piega. Bellissima del parrucchiere. E' passata una settimana e sono più lunghi di prima!.. insomma, ha fatto un taglio bellissimo, lo ha riempito il viso, è stato bravo... ma, io volevo una testa più piccola, ... e invece sono una capellona! ma non è una lamentela, solo una piccola constatazione. I miei capelli sono ancora più ricci, adesso, ma va bene così. Mi sono lamentata con Patrizia che mi ha detto che a me crescono dopo un giorno! sono come mio padre, doveva tagliarli ogni settimana. Farò anche io così, non - ogni settimana, ma ogni mese. Ieri mattina, siamo andate al mercato con mia madre. Poi dal podologo, io. Non riuscivo più a camminare. Niente smalto, lui dice che d'inverno le unghie devono respirare. Mi dice che dovrei andare più spesso e che non devo tagliare le unghie così corte. Abbiamo parlato di Matteo. I miei poveri piedi.. mi ricordo, uno dei miei splendidi rimorchi - un signore anziano con un cane che non si sapeva se era più vecchio lui o il cane, che mi disse, signora roberta io e lei ci siamo già conosciuti in sogno... faccio lo scrittore, e la beffa sa qual è? che lei è arrivata troppo tardi! Sembrava vero da come lo raccontava! poi mi squadrò, mi disse come facevo ad essere così in forma - e poi mi disse che avevo il piede greco, ed io gli risposi, ma no! sono solo le mie ciabattine che sono carine e con le perline ma se ho anche la cipolla! e lui mi disse di non dire caxxate, che avevo il piede greco e non romano. Ancora... E non mi lasciava più la mano.

Mi rivenivano in mente queste fesserie mentre andavo da Stefano, sotto la pioggia, con la mia giacca viola, corta, i miei camperos, e i miei capelli nuovi. Poi il tempo mutava immediatamente insieme alla dja alla radio, che mi evocava le musiche insieme ai miei pensieri, ai ricordi, alla voglia di potercela fare sempre.

Il pomeriggio al maneggio non è andata bene. Le decisioni dolorose che devo prendere si sono mescolate, con la rabbia di Matteo e una lacrima di dolore per una botta alla mia povera testa. Ha preso un punto, e una lacrima è uscita fuori. Sono tutti rimasti allibiti. Io forse più di loro, non tanto per la botta forse, che non è la prima volta. Io sono rimasta un po' così, perché mi dimostrano di non conoscere bene l'autismo.. in un certo senso, la disabilità mentale, affascina ed è compresa solo quando è "contenuta", - e questo vale anche per i professionisti, l'emblema e dimostrazione stanno nel fatto, che - non frequenta più un centro di riabilitazione. Già.

Mercoledì, andremo al distretto di zona. Sarà visto da un neuropsichiatra, e probabilmente inizieremo una cura farmacologica. A 13 anni. Non mi voglio intristire. Nonostante la pioggia incessante.

Fra poco mi vesto. Porterò mia madre a fare il controllo. Ogni 5 mesi, stiamo in apprensione. Ma questo sì, che è stato un miracolo. Ieri mi ha mandato un sms. Appuntamento alle 9 al bar sotto casa. Se solo penso che quel messaggio sarebbe potuto non arrivare MAI.

A San Giovanni,tac di routine, all'ospedale dove sono venuta al mondo. :-)

Certo, .. fino a quando poi, non ci saranno tutti i risultati, dovremo fare finta di nulla, continuare a respirare, dirci che questa è la vita - e cercare di andare avanti.

Stamattina, i cinguettii degli uccellini erano più flebili. Spero che i nidi costruiti, siano ancora là. Dove loro li hanno costruiti.

Mi fanno pena i mandorli fioriti, tutta la mimosa che aveva tinto improvvisamente e precocemente la città di giallo. Ha piovuto tantissimo in questo inverno assente. E pensare che nel 2011 ci fu la neve in questo mese folle. Credo che salteranno i carri al circo massimo.

Io ho pensato alle mascherine.. Ieri ho addirittura comprato le stelle filanti. Le soffierò a Matteo in una frazione di secondo, in cui, fermerò l'attimo per noi due, per quando era piccino, un piccolo pirata, con i baffetti dipinti - e il teschietto sul petto. Io - con speranze talmente grandi da far volare un aereo.

Mi aggrappo ad un pensiero bellissimo, ad un sogno precluso, ma non fa niente. Scriverlo qui, mi fa stare bene.

Un completino di velo e pizzi, carino scelto da me. Sebbene io a prescindente e in fondo in fondo odi queste cose,  - ma per il mio compagno l'avrei fatto. Perché ci sarebbe stata la complicità e la risolutezza e sicurezza più intaccabili, fra di noi. E poi l'avrei aspettato con una bella maschera sugli occhi. Di quelle settecentesche, che si appoggiano. Completino moderno, blues sottofondo, e la maschera appoggiata, . Solo un attimo. Niente giochi. Un minuto impercettibile. L'avrei aspettato così. Seduta. E ci saremmo baciati, in fiamme.

La pioggia fuori.

Mi è anche venuto in mente, che mi sarebbe piaciuto mascherarmi. La cappa ce l'ho. nera. I pantacollant pure. L'argentina nera. Pure. Mi sarei dovuta comprare le scarpine da ritmica nere. E una mascherina. Nera. Ma forse non sarebbe nemmeno servita. Pankake bianco teatrale e molto trucco nero sugli occhi. Sarei stata perfetta. Una Musidora perfetta.

E dopo tutto questo, un aereo. Insieme a prendere il sole, e il mare e la vita meravigliosa.

Non c'è male come sogni di giorno. :-))

Li ho sognati - ieri. Mi ci vesto oggi. Gli uccellini sì, cinguettano piano. Si chiamano, in mezzo a questa pioggia, modello blude runner.

L'aria ieri sera, non ce l'ha fatta a mantenersi costantemente fredda. Tutte le stelle sono andate, via. Ma le sento negli occhi, le vendo negli occhi e le sento nei sogni dell'anima. Il mio cuore resiste. Come può e come sa. Volevo andare al mare, oggi pomeriggio, provarci. Ci vorrebbe un vento che latita, freddo e possente che mandi via i  pollini improvvisi e mandi via, tutte queste nuvole che sono diventate un po' troppo insistenti e alleate a far piovere troppo. Sembra abbia smesso, io mi metto in testa che sorridere qua davanti possa far aprire un varco di luce in questo cielo scuro scuro. Sono presuntuosa, ma non faccio male a nessuno. Credo.

La casa è silenziosa, dorme. La città sembra dormire di pari passo. Il mio ex pirata, e i suoi baffetti ora veri e vellutati stanno su una spiaggia dorata, a correre e saltare, e sentire perché l'acqua del mare è salata. Io leggo, con lui, nel sogno, ma la sabbia non mi ingoia.

La casa è immersa nel silenzio. Ora vado. Una frugale e veloce colazione, una doccia lampo. Mi aspetta la mia mamma-uccellino-cherie- come la chiamava il radiologo lei così piccina in quella lettiga.

Mi auguro solo che il canto degli uccellini possa aprire un varco in questa giornata che si manifesti nel corso delle ore, meno uggiosa.. si mescolano le campane timide, il rombo lontano di un'auto e sportelli che si chiudono, e ora un motore.

Di seguito la mia play list. Che mi accompagnata, ieri. (sarà contento il cantante degli oasis di stare vicino ai metallica, visto che è molto amico del cantante!), .. meno contento di stare vicino ai Pearl Jam, viste le sue vecchie dichiarazioni.

http://youtu.be/6AKBOrS46X4

http://youtu.be/K8EHSd_QSoo

http://youtu.be/wGiTPgvKktM

http://youtu.be/5sRIVC6RrHs

http://youtu.be/T_Skcc4WcdE

http://youtu.be/KXLq9Go5lbM

http://youtu.be/h8IuFl3sMhk

http://youtu.be/fBvGZP4srZA

 
 
 
 

 

DSC_3039_00047

 

VITA MIA (E SALVEZZA MIA)

http://digiphotostatic.libero.it/Roberta_dgl8/med/1b62d1ce68_8748280_med.jpg

                                  

 

MA CHI HA DAVVERO LETTO?

Mamma, qui posso toccare tutti, vero?

MAXXI (Roma) 2 APRILE 2015

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LA VOCE DI CHI NON HA VOCE :

“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi.” ( Jim Sinclair, 1998, autistico ad alto funzionamento)

 

 

 

Leonardo Da Vinci (studio di Leda)

Leonardo Da Vinci

 

Domenico Zipoli

 

 

SEMPRE CON ME

MUORE GIOVANE CHI AL CIELO E' CARO...

MA L'AMORE E' L'ANIMA E L'ANIMA NON MUORE

io e papà

PER SEMPRE CON ME

 

H H

 

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Fiumicino (Roma)

 

La soggettività nella sua interiorità più profonda è la verità e la realtà.

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Non importa quanto lontano possa andare lo spirito, non andrà mai più lontano del cuore.   (Confucio)

 

GRAZIE ...

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io e Viola

9-ottobre-2016-roberta-e-viola-santa-maria-novella

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donare il bene, sempre. Sempre.

.. anche quando viene disprezzato/usato/alterato.

è chiaro che non è il rosario di Salvini (ma è meglio specificarlo).

 

 

 

 

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