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Un blog creato da Roberta_dgl8 il 16/07/2010

La vera me stessa

i miei pensieri

 
 

IL PIÙ GRANDE DI TUTTI

Fabrizio De Andrè

 

 

Lampi di felicità     

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ricordi belli

 

                      

 

MAMMA, METTIAMO IL GRAN GENIO?

 

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l'Autrice del blog:) io     

http://digiphotostatic.libero.it/Roberta_dgl8/sml/1b62d1ce68_8237356_sml.jpgo

 

l'amore non è "sobrio", ma è sempre brillo !

l'amore non dice "faccio quello che posso".

(ma scala le vette dell'impossibile). 

sempre io :)

https://youtu.be/aTyevqO2cfQ

 

CLASSIC BLUES

 

UNA POESIA PER ME.

                       A Roby

Non mi lascio trascorrere, ne tagliare

ho vita

che mi percorre le vene, i pensieri,

la quantità immensa dei bagagli

pagati con sacrifici immani

Porto tutto con me

e assecondo il sole

Lo mangio persino

mentre fa il suo giro

decollo

E plano, 

bambina tra frammenti di vetro,

mi sollevo e scendo

Sulla pista dei volti

che mi hanno voluto bene,

che si sono caricati tamburi di latta

per risuonarmi nel cuore

e ridermi dentro

nell'atterraggio

Con un suono esile e un amore potente


(Joe/Tobias - blogger)  

 

CLESSIDRE

penso che il bene alla fine diventa ORO e le cicatrici possono rendere una superficie ricamata dall'esistenza autentica ... (Several, blogger)  


Perciò, Roberta, bisogna stare attenti a non deprimersi per la sconfitta, ma valutarla come un'opportunità comunque tentata nella buona fede della sua riuscita. Non avere rimpianti, è ciò che conta, come credere ancora ai miracoli, se desiderati.         (Gaza17, blogger)                                                       §

La solitudine è un drago che brucia tutto. Ma dovremmo considerare la legge della fisica: nulla si crea e nulla si distrugge. Così anche nell’animo umano ciò che (ci) brucia sarà un diverso av-venire.  Am Archetypon (blogger)                                                 §

epimetea- la ricerca della realtà
la -sconfitta- è un nido adeguato 
per confortare l'attitudine della fenice,
l'aria il moto del suo volo potente. emma01 (blogger)

 

Sogn(h)ippy    

 

{ Cerchi la felicità dappertutto. La trovi nel tuo sorriso che si riaccende. Anche nel buio, dove c'è sempre una piccola scintilla, una piccola lama di luce in contrasto. In questo mondo, dove tutto sembra crudele e doloroso, proprio là, nelle notti oscure, quando i giorni non sono gioiosi come vorremmo, nel nome di chi amiamo e nel modo in cui i tuoi occhi brillano. E sai una cosa? Questo porta altra luce, altra ed altra ancora. La più luminosa di tante stelle. }

Regalo di tantestelle (blogger)



Pulisci e pensi, ascolti il soliloquio ed entri in una giostra difficile  da starci sopra... cara Roby, il tuo cammino è così difficile ... Per quello il blog è una valvola di sfogo: perchè porta coi piedi a terra quelli che se ne stanno a fare troppi voli pindarici ... Tu sei la testimonianza fragile e potente di una realtà di tante altre donne che se ne stanno zitte e non hanno voce ... se torni è sempre da te che torni, mica in un posto inospitale, bensì nel tuo piccolo nido di parole difficili ma piene di amore e compassione. 

(Several1 blogger) 

 

2015/2011 (MATEMATICHE)

LO RIMETTO :-)

 

 

AREA PERSONALE

 

Messaggi di Maggio 2014

Post N° 1006

Post n°1006 pubblicato il 28 Maggio 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Amore dopo amore 


Tempo verrà
in cui, con esultanza,
saluterai te stesso arrivato
alla tua porta, nel tuo proprio specchio,
e ognuno sorriderà al benvenuto dell'altro
e dirà: Siedi qui. Mangia.
Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io.
Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore
a se stesso, allo straniero che ti ha amato
per tutta la tua vita, che hai ignorato
per un altro e che ti sa a memoria.
Dallo scaffale tira giù le lettere d'amore,
le fotografie, le note disperate,
sbuccia via dallo specchio la tua immagine.
Siediti. È festa: la tua vita è in tavola.

(Derek Walcott)

 
 
 

Dediche Gemelle

Post n°1005 pubblicato il 26 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

                                                          

 
 
 

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Post n°1004 pubblicato il 24 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

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Post n°1003 pubblicato il 24 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

Campanili Gemelli : 

100_5459  (s. Giovanni Laterano (retro). Io sono nata di fronte:-))))

 
 
 

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Post n°1002 pubblicato il 24 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

"squarci", nel "Bronx" ...    (sede distretto ASL territoriale -

Municipio 3° ex 4° - Montesacro/ROMA).

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(leggere post n. 1000).

PS: Sì, sono fortunata, (a mio modo, e tanto) : abito in un bel viale alberato,

 con un parco immenso proprio sotto casa.

 
 
 

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Post n°1001 pubblicato il 24 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

La luna è stata molto latitante ultimamente... Allora io qualche sera orsono, l'ho vista, mentre giocava fra le nuvole.

Domani, quando Matteo starà fuori, voglio ripristinare il suo quadro dei Pink Floyd. Ci tolgo i vetri rotti, e lo rimetto a mo' di poster- sperando che non lo strappi.

Luna di Maggio. Maggio 2014. (fotine mie)

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Post n°1000 pubblicato il 24 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

Ha piovuto tutta la notte. La scorsa notte. Meno male. Perché la pioggia sfogo delle nuvole cariche di umidità e smog, ha pulito l'aria e restituito al cielo il suo colore. Il sole comincia di nuovo a farsi varco e splendere come è nel mese alla fine, ormai.

Sono giorni che scorrono fra la stanchezza e il tempo che manca. Per scrivere, oppure sono io che non lo trovo più. Che non so trovarlo. Nonostante tutto cerco di mantenere l'equilibrio. Che vorrei trovare anche qui, con il post it. Avverrà anche questo, ne sono certa.

Con il mio Matteo abbiamo bissato, sabato scorso il tour per la mia città. Per la nostra città. Non sono riuscita a scriverne con costanza. Perché quando sono troppe le cose che affollano la mente, che pesano sul cuore, non ci si riesce. E invece io, voglio togliere pali e paletti ed eccomi di nuovo qui. A raccontarmi a raccontarlo, a liberare i mie pensieri. Arriverà l'equilibrio per tutto, un congedo se dovrà arrivare.

Ho provato a bissare l'uscita, ma ogni uscita è diversa. Ero molto stanca, provata. Troppo caldo, troppe vicissitudini. Ma, devo dire, che lui è stato bravino. Sempre mani nelle orecchie, ma non ha toccato nessuno. Voleva restare di più davanti alla fontana di Trevi ma era impossibile. C'era talmente tanta gente, che pure ad una persona forte, sarebbe venuta una crisi di panico. Roma era nascosta, altrove. In qualche angoletto, in qualche appartamentino a ridosso. In qualche stanza di albergo, fuori da tutta quella confusione.. La ritroverò più tardi. Davanti al parlamento. Offesa. Muta e altera. Confesso... davanti al parlamento, alla piazza, ho pensato al più grande di tutti... mi sono sentita come il trentenne disperato.. chi va dicendo in giro che odio il mio lavoro, etc etc. Mi dico che è normale. Ecco perché, non sono riuscita a bissare lo stato di grazia dell'uscita meravigliosa e meravigliata. Piazza capranica, poi, mi riportava indietro alle tristezze passate, ai miei passettini, quando i miei piedi erano più leggeri, ma ero sempre avvolta da un mutismo, in cui Roma sapeva abbracciarmi, ma io forse la volevo salutare per sempre.

E poi piazza di pietra, mè bambina, l'arciconfraternita dei nonni che mantenevano a Roma, la voce del sangue e il tempio di adriano e i vecchi film in bianco e nero anni 60.  E poi il Pantheon.. E Matteo che alza gli occhi al cielo, IMMEDIATAMENTE. Ed io immediatamente, in un varco lampo scintilla di tempo, mi dico, che lui è intelligente, sveglio, scaltro e misurato: Alza gli occhi al cielo, per vedere in quel buco, un buco di cielo e la sua intelligenza alza la testa, là dove il genio dell'uomo si fonde alla terra, si innalza lassù in tutti i secoli: amore della mamma, unica gioia e dolore e VITAMIA.   Non puoi darmi tutto quel di cui io ho bisogno...e non sai farmi gli auguri. Ma sai farmi essere quella che sono, e - quel che accade intorno e come lo vedo ORA, è solo merito tuo. Non vorresti essere egoista e tiranno, forse lo so, anche se non sembra bastare...

E vorresti restare, ma io sono al solito, troppo agitata... perché non mi so bastare ancora, e perché la paura mi agita, mi blocca ciò che non riesco a risolvere, ma cammino con il nostro tempo, e ci provo a risolvere il presente. Con tutta me stessa.

e POI torna Roma, di nuovo.

Eppure quell'aria improvvisa, ha portato via ogni tristezza, insieme ai colori dei palazzi medievali e settecenteschi insieme ai ballatoi antichi. Mi scorro insieme a lei in un passato con cui faccio pace, in un presente che è solo mio, e in cui cerco speranze e sogni ancora.

Ancora. Come ancore. Come gli accenti. E gli accenni, ma senza farmi trasportare dalle parole, guidando nuove possibilità nell'impossibile.

Il passato mi abbraccia, la tristezza pure, il dolore si modifica si accetta mi accetto, nelle rughe diventate un po' più vistose. Nei miei segni negli occhi e nell'anima. Perché tutti quei doloretti che sento, sono i dolori della mia anima, che - vorrebbe fare di più. Ma deve bastarmi ciò che faccio, che è anche tanto!.      E' volata una settimana. Di immagini registraTe, nuove e vecchie sconfitte, ancora.

Siamo andati in ASL. Finalmente il centro di riabilitazione mi ha fatto (dopo tre mesi), la lettera di dimissione. Con un errore, "materiale", ma pur sempre un errore. Tre mesi, per fare una lettera - buttata giù alla bella e meglio, copiata, incollata.

E poi il punto di una situazione che non c'è. A parlare con la preside, per un GLH in cui sarò sola. Di una solitudine che si incontra in un punto, tra il canale lacrimale, il cuore e lo sterno, in cui, io, mi difendo da me stessa, anzi, abbraccio me stessa e tengo a bada il gorgo/vortice/stato depressivo che mi vorrebbe buttare giù. Lo vinco. Sì, LO VINCO. Perché queste sono le mie giornate. Mi alzo continuamente dal ring. Peso piuma, sognando mohamed... alì. :-)    perché è quello che mi fa rialzare, perché Roma mi fa rialzare, la sua bellezza, ed anche gli incontri e le consapevolezze. La scrittura anche è compagna, mentre scrivo la solitudine feroce svanisce. Si placa, insieme al gorgo di tristezza che mi vorrebbe immobile, ferita, passiva senza più spinte.

Ne ho fatte di cose! Tenendo a bada la consapevolezza più dura. Alla ASL, una visita di 4 ore per redigere una ricetta. Già. Siamo alle solite. : Farmaci.    La risposta il trampolino sono i farmaci. Per spegnere una serie di interruttori. Ma signora... poi mi ringrazierà... non può continuare , non può resistere... io pensavo e guardavo quegli orecchini quadrati piccini, con quarzi fumè.. ispirati all'antico. Alla messa in piega sporca, quei colpi di sole nascosti.. Dio mi hai fatta registratore... per fortuna. Credo. A volte non vorrei capire una cippa e invece tutto comprendo.    La risposta. ? Centri diurni e farmaci.    Ma io piuttosto, mi porto a piedi Matteo fino ad Assisi. A trovare S.. Francesco. Piuttosto, faccio un lavoro massacrante, qualsiasi, piuttosto, mi invento l'inventabile, e cerco forza nei posti peggiori, e mando via le lacrime. E piuttosto, piuttosto tutto, tranne quello. Mi placo e cerco la calma. La consapevolezza è una meta senza più ritorno: è qua che dovevo arrivare? La scrittura ferma la decisione. Anzi, la segna e fa procedere. Appunto.  

La giornata è splendida. Ieri siamo andati a Trastevere.. c'è voluto del coraggio! e tanto. Dopo il maneggio (ieri è andato benissimo per fortuna ed anche a scuola), ci siamo fatti da via della lungara fino a Monteverde a piedi:-)    io sono la sua comitiva, la sua amica, la sua ragazzetta per certi versi, sua sorella, tutto.   Lui con la tenuta da maneggio e l'aria scanzonata un ragazzetto qualsiasi, ai piedi della scalinata, un mezzo teppistello con l'aria furba.. sì perché nonostante il suo male, nonostante quello, ha l'aria da paraculo:-)

Non è una consolazione. Né un virare dalla realtà. E' incollarla la realtà, è un dirmi, che sono sempre io, in giro per questa città, da chi vuole cancellarci ma noi non ci faremo cancellare. Cerco di partecipare a mio modo al mondo. Trastevere mi abbraccia.. mi rimangio ciò che scrissi... è qui che voglio vivere:-)   ma haimè, non sono americana. Patrizia al telefono che mi dice, "torna a casa", che là è da tajo de vene! , in senso buono... a patrì e fammè sognà... si vabbè robbè, ma la non è un sogno!   Ma io per un attimo, sento un odore di soffritto familiare, i gelsomini misti a rose, ma più gelsomini che arrivano a toccare quel punto, che ogni tanto, fa uscire qualche lacrima che si aggrappa agli occhi. Ogni tanto qualche puntura, di stanchezza nei miei occhi, ormai atavica. Eppure piano piano, si va avanti e si procede, reduci dal giorno prima.

Io ripenso a tratti alla dottoressa. Non sarò un numero, e la prescrizione la tengo, - ma mi dico, che sarò brava a districarmi fra le chiacchiere di chi ha studiato, solo per fare un lavoro impiegatizio statale.

Mentre ero fuori dal distretto mi guardavo intorno.. nel mezzo del cemento nel Bronx - (ma perché un distretto ASl non può esser messo in un post più carino?, e perché - perché - non mandano qualcuno per fare la manutenzione dei vasi? non sarebbero più carini dei fiori? invece che adibirgli a bagno-water di cani?-  magari potrebbero farlo, quegli africani fuori i negozi, invece di chiedere l'elemosina... ) - ma quanto sono ingenua? ancora? e nonostante tutto? .---- quanto rimango utopista, sognatrice e ingenua? . No, sono anche molto e soprattutto coi piedi per terra. Faccio una foto ad uno squarcio di cielo in mezzo a quel grigio. La dottoressa è più giovane di me, anche se i suoi segni dietro agli occhi e le sue confidenze (siamo al paradosso parossistico) . mi fanno dire un'altra serie di cose a me stessa... alla fine l'ho fatta lavorare.   Verrà lei ai GLH? sarà da ben studiare la questione. E delle carte, per il permesso del posto privato, e ancora, ancora. .. Poi devo andare per il soggiorno estivo. 9 giorni, mi danno per un soggiorno, ma siccome ce ne sono altri 15 per i centri estivi, devo fare, in modo, non sonlo che non si mescolino tra loro, ma che vada con lui, lo stesso operatore che lo segue a scuola. Stato perverso degno di un romanzo di Kafka... ma si sa torna lui e la realtà che supera ogni fantasia malata. Forse a quello ci serve la letteratura, forse. Ma anche a farla diventare meglio. Certamente.

Domani sarà alla villa del presidente (sulla litoranea) BELLISSIMA, riempi di bellezza i tuoi occhioni nocciolati che ora dormono tra le ciglia e il sole, che stamattina ti baciava con i suoi raggi.. la bellezza è stratosferica solo quando raggiunge lo stato di grazia che ha raggiunto stamattina

la fondazione, già.. una fondazione con la cooperativa sociale organizza delle gite. Ho visto su internet, ma questa fondazione si occupa di economia... non voglio indagare (o meglio, non ne ho avuto il tempo). La cooperativa sociale, che segue Matteo a scuola, è un po' lontana da casa... e non ho avuto il tempo materiale e fisico :-) di andare a prendere informazioni più dettagliate. Riflettendo.. penso che --- si possono creare con il volontariato e la volontà appunto, dei posti di lavoro per studenti, e, poi si sa e va da se, che il sociale, può anche essere e diventare un buon escamotage, per scaricare le tasse, no?... ma perché sto cervello deve capire anche ciò che è inutile capire?

Me lo dicevo ieri... pensando al nonno materno e alla mamma, che gli diceva: tu rimurgini troppo... il cervello serve per costruire, non - per rimurginare - pensare troppo, ti fa male. Se poi non riesci a risolvere. Io penso che a me, serve, sempre capire. CAPIRE. Ho bisogno di capire; non ce la faccio, A, comprendere. Non sempre

E poi, Inoltre il dentista, la spesa, i giri con Matteo, il traffico e tutto il resto. Ma intanto si vive, come si può al meglio che si può.

Lunedì, andrò a parlare con la persona che si occupa dei centri estivi... per quelli anche siamo solo numeri, io voglio che questi "numeri" diventino persone. Poi andrò in circo-scrizione... a sentire per l'assistenza. Porterò il foglio che mi sono fatta fare dalla dottoressa, andrò a parlare a riparlare con la dirigente, e consegnerò altro foglio per il parcheggio privato nominale. Nominale? si dice così?.    Poi dovrò prepararmi per il GLH. Ci andrò elegantissima. Tutti i professori dovrò affrontare. Tutti. Dovrò stavolta tenere il cuore in un barattolo. Ben sigillato. Dovrò tenere fede a me stessa e alle guaine del mio cervello allentate, tenere a bada nervi e compulsione. Fregarmene della mia dialettica ... e dire la verità. Tutta. Pura e semplice. Ma TENENDO IL CUORE CHIUSO IN UN BARATTOLO.   Porterò la mamma, con me. Mi darà forza. Lei starà in silenzio. Siamo alla fine dell'anno. Le cose, l'anno prossimo dovranno funzionare meglio. Molto meglio. Anche se, della scuola mi posso lamentare fino ad un certo punto. Questa scuola, dovrebbe accompagnare, tirare fuori il meglio... ma già non lo fa con i normodotati, figuriamoci con una scheggia impazzita/anatroccolonegigante/pazzoideimperfetto...  respiro..e mi fermo.

Quest'accozzaglia di post, prende forma qui.

Voglio tornare a scrivere, asciutto, stringato e consapevole. Avverrà anche questo. Tutto si sistema, non da se, ma con tutti i nostri sforzi.

Passo e chiudo.

(PER ORA) 

 
 
 

auguri ?

Post n°999 pubblicato il 11 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

http://www.youtube.com/watch?v=eLq7aDOmrgo

 
 
 

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Post n°997 pubblicato il 08 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

Avevo trovato questi pensieri di Hesse, tra le mie vecchie mail. Li avevo estrapolati dai suoi libri che avevo letto. E li ho messi qui, appunto, a mo' di post-it.

Grazie a chi li ha colti:-)

come frutti bellissimi.

§   §

Sono sbalordita. A dire poco, senza parole, ma le voglio trovare...

Maggio. O maggio caro. Mio.

Maggio. E Roma.

Sono giorni faticosi, per me. Ma questa città, oggi mi ha di nuovo sorpresa. Mi ha letteralmente abbracciata di nuovo. Mi ha guarita, di colpo. Immensamente e magicamente. Credo sia lei, la mia vittoria più grande.  E' vero.. a volte sembra una cartolina a cielo aperto. Come se Dio e l'Uomo insieme, nel corso dei secoli, avessero gettato, le loro cose migliori qui. Su questo suolo eterno, fermo, immenso. E qualcosa una polvere invisibile - rendesse tutto - fermo - fisso. Ma lei si è mostrata diversamente ai miei occhi oggi. Come se io, la rivedessi, la VEDESSI oggi per la mia prima volta. Io ogni volta che ho camminato da ragazza su questi sanpietrini, ho fatto un viaggio nel tempo. Nel mio tempo, perché sono sua figlia. CI sono nata, ci è nato mio padre, ci è nato mio figlio, e - i miei nonni, sebbene, "nordici", sapevano nel profondo del loro cuore, che mai avrebbero scambiato tutto l'oro del mondo, per andare via di qui, perché "da qui", tutto è partito, anche alla ricerca del nord:-)    Caput Mundi, che tutto abbracci. Non bastano i miei occhi di parte, e le mie parole inutili a descrivere il colore di questo cielo, d'improvviso terso e azzurrissimo, come se rendesse macchinette fotografiche gli occhi stessi, a fotografare per mezzo del cuore, che arriva in testa, queste architetture sovrapposte dove tutto il genio umano, in tutte le sue diramazioni si è esteso verso l'alto, così come io, piccina cittadina, muta e arrendevole, mi arrendo alla bellezza vera e impareggiabile. Molto verde, tutto l'azzurro del mondo, l'antichità che sposa in maniera ordinata, tutti gli stili, rendendo l'accozzaglia, - una meraviglia unica, impareggiabile, insuperabile. Siamo guariti io e Matteo. Non villa borghese, non il pincio, nemmeno il colosseo e Trastevere, e il gianicolo.. e nemmeno il circo massimo. No. Ne l'appia antica, né le vie consolari.. Ma. Il teatro di marcello, il portico di ottavia, e il ghetto ebraico. E la roma de roma che, anche i romani più periferici, quelli che venivano dalle ville vicine e dalla valle dell'aniene come i miei nonni paterni, arroccati sulle montagne dei monti vicini (dove c'è la villa di nerone, e dove sono sbarcati gli arabi saraceni), si ritrovano su questi sanpietrini, e mescolano sì, l'oriente con l'occidente. Gli ebrei romani, vantano, la loro venuta a roma prima dei romani stessi.  Non sono ebrea, ma - là dentro al ghetto, CHE E' forse una delle zone più belle di Roma, il tempo si è fermato, la roma del medioevo, si fonde perfettamente con la Roma antica e l'oriente degli ebrei - e là, ci siamo sentiti a casa, e siamo guariti, con Matteo. Eravamo parte integrante del tutto. Da giggetto i ricordi di me bambina, su quel portico, con i genitori e gli zii. E la voce del sangue di Matteo ci guidava. Suo nonno paterno, è nato a via Giulia.  .. Siamo arrivati fino a campo di fiori, alla statua di giordano bruno all'ambasciata di francia, piazza farnese e la chiesa di santa brigitta. Ma - io era la prima volta che vedevo la mia città. Per l'ennesima volta, si è compiuta la magia. Da bambina, mi sorprese, con le sue catacombe. E la via della chiesa quella antica, dei primi cristiani, nel sentiero romantico, sul foro romano. E poi tutte le chiese, troppe - infinite, da non fartici capire più niente, e le fontane, tante, immense e pompose. Ma là al ghetto, dal ciò che resta del quartiere medievale, non raso al suolo, parlano le finestre, e le disfatte di tutto il mondo, e l'oriente, (mi ripeto) e l'occidente, si sposano, di un matrimonio eterno, che toglie il respiro, senza rimanere senza fiato. Accarezza e calma e placa, e vorresti non andare più via. Perché il tempo, si è fermato. Ha fermato anche tutti gli orrori e le targhe. E le case, vuote. Perché ha fatto fare pace anche con l'orrore. Qui- si'. E' accaduto anche questo qui. Il mercato orrendamente sporco, con Giordano Bruno che guarda, nel tempo. Ma non è sufficiente. Perché l'immensità del tutto, dell'arte estrema di ogni angolo/vicolo/campanile/chiesa/fontanella/giardino, resta sospesa nel tempo fermato, eppure siamo ai nostri giorni.

Se farò una vincita al superenalotto, compreremo casa qui. Nonostante le mani nelle orecchie, ci mescolavano alla folla. E tu amore mio, eri bellissimo, cittadino bruno e favoloso, tale e quale alla bellezza di Roma - che è lei ad averti accarezzato, calmato, placato. Perché questa città sa guarire. E' diventata una metropoli. Certo.. fuori di qui, di questo stato di grazia assoluta, ci sono i tentacoli della politica, dell'approssimazione a tutti i livelli, del disordine, del caos totale.  Ma ora, noi siamo qui. Turisti non per caso, figli di questa città, eppure forestieri, perché credo che la maestosità di Roma, è un ossimoro meraviglioso. Mai come oggi, la macchina da scrivere mi sembrava immensa, con le bandiere tricolori. Il risorgimento del sangue versato, si sposava con tutto il verde di questa nazione, che non era più nazione, ma un tuttuno con Roma e quel bianco, da far rabbrividire ogni altra città. Certo sono di parte, e non ho visto le altre capitali europee. Lo ammetto, e sono presuntuosa, ma, quello che ho visto oggi, ha sposato alla perfezione il mio cuore, coi miei passi e i miei occhi.

A mio modo sono fortunata :-)

si perché da Montesacro, prendendo via nomentana, arrivo a via venti settembre e sono già al quirinale, da là, arrivare a piazza venezia è un attimo. E in un attimo, senza saperlo, o forse lo sapevo? si è compiuta la magia. Ma, non è stato come le altre volte, no no. E' stato davvero tutto diverso.

Ne avrei altre di cose da scrivere, delle decisioni di questi giorni, del fatto, che la mente e il cuore mi hanno detto, che una gita del genere, vale di più di mille terapie. Ma per ora, mi devo fermare.

A dopo, forse.

 
 
 

Ritorni

Post n°996 pubblicato il 06 Maggio 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

SULL'AMORE

Si chiama amore ogni superiorità,
ogni capacità di comprensione,
ogni capacità di sorridere nel dolore.

Amore per noi stessi e per il nostro destino,
affettuosa adesione ciò che l'Imperscrutabile
vuole fare di noi anche quando
non siamo ancora in grado di vederlo
e di comprenderlo -
questo è ciò a cui tendiamo

 

LIBRI

Tutti i libri del mondo
non ti danno la felicità,
però in segreto
ti rinviano a te stesso.

Lì c'è tutto ciò di cui hai bisogno,
sole stelle luna.
Perché la luce che cercavi
vive dentro di te.

La saggezza che hai cercato
a lungo in biblioteca
ora brilla in ogni foglio,
perché adesso è tua.

 

IO TI CHIESI

Io ti chiesi perché i tuoi occhi
si soffermano nei miei
come una casta stella del cielo
in un oscuro flutto.

Mi hai guardato a lungo
come si saggia un bimbo con lo sguardo,
mi hai detto poi, con gentilezza:
ti voglio bene, perché sei tanto triste.


Bontà e ragione non sono nella natura, ma esistono in noi, in noi esseri umani con i quali il caso si diverte; ma possiamo essere più forti del caso e della natura, anche se solo per pochi istanti. Possiamo anche essere vicini l'uno all'altro, quando ce n'è bisogno, e guardarci negli occhi con comprensione; possiamo amarci e vivere confortandoci a vicenda.


La maggior parte degli uomini sono come una foglia secca, che si libra e si rigira nell'aria e scende ondeggiando al suolo. Ma altri, pochi, sono come stelle fisse, che vanno per un loro corso preciso, e non c'è vento che li tocchi, hanno in loro stessi la loro legge ed il loro cammino.


Herman Hesse

 
 
 

*

Post n°995 pubblicato il 04 Maggio 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

Fa freddo. Parecchio freddo. Troppo.   Gli uccellini cantano, si fanno forse forza per la notte che sarà gelida? Non è nuovo maggio a questo tipo di temperatura.  Nei mieI ricordi, si perde una giornata ad aspettare l'autobus, un freddo glaciale, una giacca blu di lana, con dei bottoni bianchi. Mi ricordo anche di averlo già scritto. qui, sul blog.

Stamattina sono andata a correre, di nuovo. Sono a pezzi!. Eppure sento che mi fa bene, i pensieri girano con le mie gambe, con il cuore e il respiro.

Stamattina ho accompagnato mia madre, che è partita per un viaggio. Era così felice... mi ha detto, che se solo due anni fa, su quel letto di morte, le avessero detto che avrebbe fatto un viaggio... Era emozionata, felice.    Non voleva farmi alzare così presto.  Ma sono stata contenta. Perché preferisco quando mi sveglio presto. La mattina ha proprio l'oro in bocca, e pure l'argento e tutte le pietre e perle preziose della terra. Faceva già freddo. Ma dopo i pugnali conficcati a mo' di vergine di Norimberga di stanotte (mi sono svegliata, di soprassalto, con la testa fuori del lettino, e praticamente chissà da quanto tempo ero in quella malsana posizione) altro che spilli conficcati. E' stato terribile. I pugnali del vento sembravano lame di seta. Piccole fruste di seta. Una seta fredda, gelata. Ma mi sento forte. So che non devo strafare. Ma lo sport è davvero sempre stato molto importante, per me. E' come se il corpo ad un certo punto, mi comandasse a capire..   

Adoro lo sport, adoro gli spaghetti western, mi piace il gioco del calcio.   Molto meno mi piace, e mi provoca una delusione mista a rabbia e anche tristezza inaudita e un mutismo non di rassegnazione, ciò che sono costretta a leggere di questi tempi, ancora troppo barbari.

Mi piace lo sport. Matteo ha manifestato la voglia di andare a vedere una partita di calcio. A scuola ha sempre assistito alle chiacchierate dei suoi compagni, e se, il talebano fosse stato più paziente... Ma non voglio scrivere di questo. Va in bicicletta che è una scheggia, anche se ora non ci va più.. Nuota, ed ha un senso dell'equilibrio molto elevato.

E' stato tutto un caos, e non mi fa bene, vedere il caos doloroso di un mondo perverso.

In cui non posso permettermi il lusso di avere nessuna paura, MAI. Anche se sono chiamata ad una prova durissima. Forse siamo vaccinati alle brutture del mondo. Da una parte viviamo nella città più bella del mondo... dall'altra, Roma, è anche una metropoli dura, multietnica, con un substrato (più di uno in verità, già ne scrissi), di barbari e delinquenza orma ramificato ad ogni livello.  

Salto di palo in frasca in questi giorni, ormai terminati di vacanze forzate. Matteo mal sopporta le frammentazioni, e, da una parte, anche io.

Devo dire, per dirla come Monica, che ho tenuto botta :-)

Forse essere tornata a correre mi da la forza per proseguire ed andare avanti. Mandare via quello stato di angoscia che talvolta si ripresenta, dal nulla. e sembra volermi schiacciare, di punto in bianco.

Vivo una situazione disorganizzata.. questo mi ha detto ieri Patrizia. Una considerazione semplice e lucida.   

Oggi siamo riandati al corso di ceramica.. praticamente il corso l'ho fatto io. Matteo è stato tutto il tempo con le orecchie tappate. Tanto da farsi venire tutta rossa la piccola conchiglietta minore che ricopre il cavo.    Io ero (nonostante tutto) tranquilla. Anche se quegli spilli sul collo, in cui scarico tutta la mia tensione nervosa, pungevano a ricordarmi di distenderlo sto povero collo!.

Non mi sono arrabbiata. Il suo soliloquio si faceva più pressante, - ma io lo so che è volto a scaricare la sua angoscia. Lo so. E poi, lui ha i suoi tempi. Moltiplicati per 100. Per fare una metafora strampalata.  Non sa adattarsi subito. Sente le persone, ha le antenne, le loro voci, la timbrica lo può disturbare, si sente gli occhi addosso. E con quelle mani si ripara e si chiude (autismo), al mondo.   Sa di essere diverso.. diverso da cosa. (?)

Mi fermo.

Ad un certo punto ha espresso un pensiero un concetto. E' stato bellissimo una frazione di secondo. Come a dire? IO sono qui, non ce la faccio ad essere normale, ma quando esco fuori, poi, da buon anatroccolone gigante quale sono (:-) ) allora poi lo sono. Normale.

"la voglio tagliare la casetta", ha detto. E poi lui parla così bene. E l'abbiamo intagliata. Nella creta. Ha fatto colpo su una bambina deliziosa, adorabile. Ad alto funzionamento. Bellissima con degli occhi azzurri come il mare. Mora.  Con sua madre ho detto... "perché"? - mi fa rabbia. Una rabbia composta. Avevo eliminato tutta l'ansia con la corsa, ero asciutta ed a mio agio. E poi non avevo preso il caffè, ma un ginseng. Mi hanno provata a mandare via (forse mi hanno vista provata? :-)) - col giochino di parole, cerco una cronaca per ricucire gli strappi continui. Eppure non c'è stato nessuno strappo. Nemmeno muscolare. Perché?.  Quando fa capoccella, da quella testa bruna brunissima, con quei capelli bellissimi, si affacciano quelle nocciole di occhi. Bellissimi. Più dei miei, più di suo padre, mille volte di più.   Allora in quel momento, tutta la dolcezza del mondo, sa tenere testa all'autismo, in un nanosecondo, lo distrugge. Scompare. C'è un contatto irripetibile, veloce più della luce, di una felicità talmente intensa tanto quanto breve.

Mi dico, che dovrei buttare giù un progetto di miglioramento della nostra vita. Sempre Patrizia, mi dice che non è facile! con la mia situazione. !

non lo è.

Mentre andavo a prendere il ginseng, ho visto in una vetrina la cucina dei miei sogni , moderna tanto quanto basta. E una poltrona viola, bellissima. Un po' larga grande. Il negozio è di una nostra ex vicina di casa, amica di mia sorella. E già sognavo. Mi vedevo. Una camera piccola per me. Un saloncino piccolo - quella cucina, e una bella camera grande per Matteo. E sognavo. Lui, sereno. Senza più le sue crisi violente. Non ho sognato chissà cosa, forse nemmeno una guarigione. Ho sognato una possibilità per noi due. Una serenità. Un'altra chance ancora.  Pur rimanendo con i piedi per terra. Ci pensava il vento. E il cielo di un grigio tendente all'azzurro. Un vento feroce ma amico. Insieme alle pennellate dei colori, io che mi sentivo parte della natura che camminava, con me. Che cammina con me.

Scriverlo qui, non me lo fa perdere.. non mi basta che scorra nel sangue e nel pensiero insieme al cuore. Scriverlo mi sembra dargli ancora più valore.

Spero che parta il progetto delle domeniche in gita (con ragazzi normodotati) e i suo operatori di scuola. Certo è a pagamento, ma sono soldi benedetti. Che recupero da tutte le cose che per spartanesimo estremo - ho deciso di non comprare. E' abbastanza dura. Ma del resto, io, non lavoro più.   Comunque faccio parte di quelle persone che non hanno una occupazione.   In una vetrina accanto al negozio, c'erano delle borse da ufficio.. Mi manca il mio lavoro, da morire. Ma devo fare un mix con ciò che - non sono stata capace di sopportare, e un poco di sfortuna, e anche la mia mancanza di volontà. Ricordo, il mio capo, che mi portava dei libri. Da studiare.. Ma ero altrove. Altrove a ricomporre tutti i miei pezzi, e lo dico senza giustificazione. Ieri alla tv ho visto la partita. Il mio lavoro. Quest'anno i mondiali. GIà. ma le cose cambiano ed evolvono. E forse non ce l'ho fatta a stare al passo con i tempi.  Forse la botta è stata troppo forte, estremamente forte, e sono sprofondata in un vuoto senza fine.  Ce l'ho fatta a risalire. Ma nel mentre, avevo perso e compreso i pezzi che mancavano, e dirsi di aprire ogni porta, e decidere la consapevolezza ha prosciugato tutte le energie. Forse ho chiesto davvero troppo a me stessa. Ma sono scelte.

E nulla è irreversibile. Nulla. La mia esperienza 27ennale ed anche più (io ho sempre lavorato anche quando andavo a scuola, per poi lasciarla per lavorare, e poi riprenderla ancora e diplomarmi), mi torna utile, e mi tornerà utile, prima o poi. Senza fatalismo. E' stata una scuola di vita anche il lavoro. Che poi... lavoro e continuo, anche se non sono pagata:-)

Spero appunto che queste gite, vadano in porto. Sono nel territorio esterno alla città, begli itinerari di verde - isole bellissime, che fanno la corona alla città, appunto.

Ma è l'unica busta che sono riuscita ad aprire, mettendomi in contatto con gli addetti. L'altra è il ricordo del bollo da pagare... non ricordo quanti anni sono che non lo pago!. Ho il terrore, di andare a farmi il saldo. :-(    E l'altra, è il progetto per la nuova terapia, privato, di Matteo.    Dall'altra parte di Roma. Con i terapisti che lo seguono da un mese, qui vicino casa- ma mi poteva andare bene a me, che questi non si trasferissero dall'altra parte di Roma?. Con quel tratto di tangenziale a lavori a tempo indeterminato dopo le piogge a mo' di Atlantide dello scorso inverno.   Non riesco ad aprire quella busta. E nemmeno altre due che ho là. Il vento freddo, sferzante, incalzante, è sembrato darmi tutta la forza di cui ho bisogno. Per affrontare, non la primavera e i suoi profumi intensi, che torneranno dopo questa parentesi, - a farsi sentire.  Sembrano scomparsi, ma questo vento li ha solo momentaneamente imprigionati, (in senso buono), in un altrove - per farli poi sprigionare, insieme al colore e all'armonia tutta. La natura è il mistero più naturale che c'è - il vento gelido, ha spazzato via il polline e la sabbia, che si sarebbero incollati.. lame di seta gelata, hanno mandato via la sabbia.  Quello che devo affrontare, non lo scrivo:-)

lo affronterò giorno per giorno, scoprendolo e con il coraggio necessario.

:-)

http://www.youtube.com/watch?v=kFaSOlKYwx8

http://www.youtube.com/watch?v=ROHsiad1tNY

 

 
 
 
 
 

Post N° 993

Post n°993 pubblicato il 03 Maggio 2014 da Roberta_dgl8
Foto di Roberta_dgl8

E' vero che c'è ottimismo e consapevolezza, in me.

Vedere il bicchiere mezzo pieno, non è un'illusione: "è", mezzo pieno. Di consapevolezze appunto. Di continuare a procedere, appunto. Nonostante i miei consapevoli limiti. Una cosa devo fare, e ce la sto mettendo davvero tutta. Non farmi inchiodare, dai limiti. Certamente non posso chiedere a me stessa quello che non sono. Devo amare, appunto l'imperfetta mia altra, con l'imperfetto mio cuore:-)

Da qua dietro, sembra tutto molto semplice. Perché questo intendo quando anche scrivo.. fare in modo che la scrittura sia il collante. E non sempre è abbastanza, e non sempre viene messa nel punto giusto, diciamo così.

Ripenso all'anno scorso, rileggo questo mio diario. Una sorta di diario, squinternato, ma pur sempre un diario.

L'anno scorso, Dio, mio, quante speranze in più. Quanti sogni in più. Quanta meraviglia, in più.

Ma sono fasi. Fasi della vita, e andiamo avanti e procediamo, pure se ci sembra di stare fermi.

Un anno orsono, compravo questo pc per il mio Matteo. La sua bella cameretta... Già.

Lo usava, e lo usavo anche io, con lui. Ci ascoltavamo le canzoni... Il suo poster, l'armadio, la poltroncina. Tutto passato. Sembra passato di più di un anno!

Non è che non ci voglio pensare, ci penso, invece,  e voglio pensare, che tutti gli anni, che passano, altro non sono che esperimenti.  In un certo senso, lo sono. Almeno per me, è così. Perché con l'autismo, è così, più che per tutte le altre cose.

La cameretta di Matteo, ora, è un pò diversa. Perché questo di anno, non può essere il precedente, e, pensiamo sempre che stavamo meglio prima. E' una consolazione, per affrontare il presente, appunto, mi dico, che è meglio pensare che sia stata una prova. Una prova che poteva andare bene. Fino a quando proverò vorrà dire, anche questo consapevolezza.

Non mi accontento del canto degli uccellini... ma l'anno scorso non ci pensavo... forse scintillavano di più i miei sogni, ma li ho ancora, e questo conta, questo è l'importante.

Prendo atto di me, sempre e comunque, e la cosa che conta, non è che i sogni si modificano... quelli nel profondo, sono sempre quelli :-)   cambia un pò la vita rispetto anche a tutto quello che c'eravamo messi in conto, ma mi dico, che forse o certamente è proprio capire che - tutto quello che accade oggi, e che è accaduto ieri, ci insegna a mettere sempre in conto tutto ed anche di più, proprio per non cadere. Per darci sempre una nuova forza per procedere.

Sembra novembre, e da una parte, io vorrei lo fosse, davvero... In tutti i sensi. Lo dicevo anche a Patrizia.

Sembra novembre. Ha piovuto talmente tanto tutto ieri.    La primavera sembrava cancellata, con tutti i suoi profumi e le sue promesse, e sembrava più forte il cielo grigio scuro del giorno appena passato pieno di colori stupendi e di scenari avvolgenti. Siamo riusciti a portare fuori Matteo. Siamo andati a villa borghese e poi al pincio, dove Roma, per l'ennesima volta si è presentata. Mestosa. Altera, pigra e "altrove", come se tutti quei turisti non le appartenessero più. Mai appartenuti. Persa in tutti i secoli. Persa nei tetti pigri di chi è altrove, come lei.  Su quel muretto, io e Matteo sembravamo volerci addormentare sulle sue braccia.    Sì, ci ripenso, a quando potevamo andare in giro insieme, io e lui da soli. E l'abbraccio fantastico e sconvolgente del cielo, è una novità e una nuova speranza. Non sono più la segretaria dell'ufficio lussuoso.. né ho più la mamma che mi aiuta, né Matteo piccino.    Pensavo di poterlo ammortizzare questo trampolino della vita.... Con la cameretta appunto, con le medie serene.. ma non è così. Sono anche io in un altrove in cui non mi riconosco con il mondo circostante, eppure ne faccio parte. Non me ne chiamo fuori. Cerco per quello che posso di farne parte a mio modo. Apro questa finestra e scrivo, anche per scrivere appunto, quello che sono- la mia testimonianza continua anche per me. Introspettiva. Consapevole.  Procedendo giorno per giorno, come ho sempre fatto, anche se ora è tutto diverso.  

http://www.youtube.com/watch?v=nMkBSbjpEFk

http://www.youtube.com/watch?v=Lbo8XlQ_lz0

Affacciati sole!

 
 
 

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Post n°992 pubblicato il 02 Maggio 2014 da Roberta_dgl8

Posillipo (Napoli) foto mia

Napoli - Marechiaro  (foto mia)

 
 
 
 

 

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VITA MIA (E SALVEZZA MIA)

http://digiphotostatic.libero.it/Roberta_dgl8/med/1b62d1ce68_8748280_med.jpg

                                  

 

MA CHI HA DAVVERO LETTO?

Mamma, qui posso toccare tutti, vero?

MAXXI (Roma) 2 APRILE 2015

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LA VOCE DI CHI NON HA VOCE :

“Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che ritengo normale non lo è per gli altri. In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si sia perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi.” ( Jim Sinclair, 1998, autistico ad alto funzionamento)

 

 

 

Leonardo Da Vinci (studio di Leda)

Leonardo Da Vinci

 

Domenico Zipoli

 

 

SEMPRE CON ME

MUORE GIOVANE CHI AL CIELO E' CARO...

MA L'AMORE E' L'ANIMA E L'ANIMA NON MUORE

io e papà

PER SEMPRE CON ME

 

H H

 

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