Creato da salotto.redazione il 07/03/2007

Salotto degli Autori

Architetture in controluce tra letture, appuntamenti da sfogliare e libere associazioni verbali

 

 

L'enigma della vita

Post n°13 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da Salotto.Blog
 

Quando l'uomo riesce
a risolvere
l'enigma della vita,
riesce poi ad accettare
la vita stessa.

Da quel momento
in poi
egli entra nell'anticamera
dell'eternità,
nel vestibolo dell'estrema
coscienza,
dove tutti gli enigmi
trovano definitiva soluzione,
dove il tempo rallenta,
prima di fermarsi del tutto.

Giovanni Tavcar

 
 
 

Fiera del libro 2007

Post n°12 pubblicato il 11 Maggio 2007 da salotto.redazione
 

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L'ASSOCIAZIONE CULTURALE CARTA E PENNA

sarà presente alla Fiera Internazionale del Libro di Torino
che si terrà al Lingotto dal 10 al 14 maggio 2007
al Padiglione 2 - stand G 150

Lunedì 14 maggio, alle ore 15, presso la Sala Spazio Autori A, si terrà una conferenza avente quale tema: "Malattie Rare: Comunicazione e Partecipazione" e sarà presentato lo spot informativo realizzato a favore della Federazione Associazioni PRADER WILLI.

Testimonial della Sindrome: Elena Santarelli.
Interverranno alla Conferenza:
Michele Coppola, vicepresidente del consiglio comunale di Torino
Renato Zaccarelli, ex giocatore del Torino

 
 
 

CONCORSO LETTERARIO INTERNAZIONALE PRADER WILLI

Post n°11 pubblicato il 05 Aprile 2007 da salotto.redazione
 

Il bando (scadenza 30 giugno 2007)

L’Associazione Culturale Carta e Penna ha indetto la quarta edizione del concorso, al fine di far conoscere ad un pubblico più vasto la Sindrome di Prader Willi  e ha stabilito di devolvere alla Federazione APW, con la quale collabora da anni, il 10% delle quote di partecipazione.

La sindrome, riconosciuta tra le malattie rare infantili, prende il nome dai due medici studiosi, A. Prader e H. Willi che per primi ne hanno descritto i sintomi e le caratteristiche cliniche. E’ una malattia genetica che colpisce entrambi i sessi in eguale misura con una incidenza riportata nei vari studi tra 1/10000 e 1/25000 nati vivi. 

La Federazione APW si prefigge di aiutare i bambini affetti dalla Sindrome di Prader Willi e di altre malattie rare, a diventare, per quanto possibile indipendenti socialmente ed economicamente e consigliare i loro genitori o chiunque si occupi del problema.
Si propone in particolare di:
• favorire la ricerca scientifica e al conoscenza della malattia
• sensibilizzare gli organi politici, amministrativi e sanitari
• promuovere corsi, pubblicazioni, conferenze
• collaborare con Enti pubblici e privati, nazionali ed internazionali


Pubblico qui di seguito i versi che G. lettore del nostro Salotto, ha composto dopo aver letto di questa malattia e visto le fotografie dei bambini che ne sono affetti. A lui e a tutte le persone che, dimostrando sensibilità e interesse verso questa causa, hanno scelto di collaborare, va il nostro grande grazie di cuore e l’augurio più fervido di trascorrere una Pasqua serena, fatta di luce e speranza.


Ho un corpo sazio di ogni cosa
che dilata i miei vitali spazi
accumulando sabbia e ciottoli
tondi da far male come affilati scogli
e l'attesa riva una risalita di mie ferite.

Il mio cibo è sempre amaro
quando scende nelle valve
che tutto trattengono
tutto affonda dentro e lì rimane
in uno scenario surreale.

Tu penserai a carni rosee
intenerite da addentarle crude
come succede per bambini sani;
mentre io, giorno e notte,
rotolo nel mio dolore
e invoco una speranza
un aiuto. Cosa rara, tu dirai:
tanto è una rara malattia
di quei pochi sfortunati.

Sarà pure verità, per te;
perciò resto qui, ancora
dolorosa massa rosa
nell'attesa di una cura
per riveder sorridere il vento
giocare con le creste d'onda
e rivestirmi di acqua sapor di mare.

 
 
 

L'urgenza della penna

Post n°10 pubblicato il 30 Marzo 2007 da salotto.redazione
 

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Scrivo
quando la sera
ha un fremito di stella
e il vento culla
il respiro della luna;
quando gli amanti
svelano i segreti
dei gesti più belli
dell'amore,
ma il letto
è un nido solitario
in cui si adagia
stancamente un sogno.
Scrivo
quando il tempo
dipinge ancora un'alba
su una parete fragile
di cielo,
quando profuma
un fiore senza stelo,
speranza che ha radici
di mistero.
Scrivo
nel silenzio che conosce
i miei pensieri...
ed è un miracolo
fatto di POESIA.

Tina Piccolo

.

C’è un momento ideale per scrivere?

Quand’è che sentiamo forte l’urgenza della penna e quando, invece finisce l’inchiostro?

A volte le idee saltano fuori così, sotto la doccia, magari davanti a una fotografia, oppure  annaffiando la surfinia... a volte rimangono in aria, galleggiano un po’ tra possibile e probabile e poi, come sono venute, evaporano nel sibilo della pentola a pressione. Altre invece, chiedono un bordo preciso e uno spazio da riempire. Vogliono attenzione, la pretendono, con prepotente insistenza e bisogno.

E tu... tu non puoi negarti ancora.



 
 
 

Il dialetto e la poesia dialettale: considerazioni

Post n°9 pubblicato il 22 Marzo 2007 da salotto.redazione
 

Mantenere vivo il nostro dialetto è cosa essenziale per noi stessi e la cultura che ci appartiene. “Il dialetto” - come ha scritto il caro amico prof. Carlo Tognarelli di Arcade, in un saggio sulla “Cultura dei Dialetti” – “è il modo più immediato ed esplicito per riconoscersi e dichiararsi appartenenti ad una medesima comunità, ad una stessa cultura, ad un'identica storia”.

Ovviamente, il mutamento delle condizioni socio-economiche, l'instaurarsi di nuovi rapporti fra individui di diversa matrice culturale, l'aumento delle necessità e delle possibilità di spostamento e di comunicazione, influiscono producendo modificazioni sia sul piano economico-sociale che su quello più eminentemente linguistico. Ecco l'importanza del “lasciar memoria” di ciò che, in un dato momento storico-sociale, è la “vera” lingua della nostra gente.

Affermava il grande Federico Fellini: “In tutti i miei film il dialetto… è il linguaggio verbale più diffuso non soltanto per motivo di credibilità, di coerenza, di folklore o di suggestione, ma perché il dialetto riesce ad esprimere con una forza, una violenza addirittura visive, folgoranti connotazioni di tipo storico, psicologico, sociologico, emotivo”.

Dialetto come efficace mezzo espressivo, dunque, che può trovare un rilevante aspetto di recupero, in un momento in cui esso è in crisi come lingua parlata, nell'uso che se ne fa come lingua letteraria.
La poesia dialettale ci permette di divenire noi stessi “memoria viva” della lingua delle “radici”, “lingua del latte”, “linguaggio petèl” (detto alla maniera di Zanzotto) perché il dialetto sembra fatto apposta per la poesia: crea un mondo di immagini “vive”, le “dipinge” con immediatezza e le trasmette con la musicalità del suo ritmo.

Eugenio Montale affermava che: “In due modi, quando si è uomini di qualche cultura, si può essere dialettali: o traducendo dalla lingua, giocando sull'effetto di novità che il trasporto può imprimere anche a un luogo comune, o ricorrendo al dialetto come a una lingua vera e propria, quando la lingua sia considerata insufficiente o impropria a un'ispirazione”.

Pier Paolo Pasolini vedeva nel dialetto l'ultima sopravvivenza di ciò che è ancora puro e incontaminato, e affermava che la poesia dialettale è somma e pura espressione dell'intimo mentre per Coleridge era: “… un paesaggio notturno colpito a un tratto dalla luce. … che pone sempre di fronte a un fatto compiuto, con tutta la fisicità di una nuvola o di un geranio”.

Ines Scarparolo

 
 
 
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