SALVO CALDERAROLA MIA VITA - LE MIE IDEE |
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Post n°22 pubblicato il 13 Marzo 2013 da salvatore.calderaro
IL GOVERNO CHE NON VERRA’ Fra qualche giorno il nuovo Parlamento si riunirà per dare inizio alla XVII legislatura. Si eleggeranno i presidenti di Camera e Senato e tutte le altre cariche indispensabili per il buon funzionamento del Parlamento. Subito dopo il Capo dello Stato inizierà il consueto giro di consultazioni per avere indicazioni sul futuro governo e sul futuro presidente del consiglio. Dopo di ché affiderà a qualcuno l’incarico di formare un nuovo governo. Bell’impresa! A dirla così sembra facile, ma, questa volta, ritengo che sarà un bel grattacapo per il Presidente. Gli italiani, o meglio gli italiani che si sono recati alle urne hanno distribuito la loro fiducia su tre forze politiche più o meno in egual misura, punto più punto meno, due formazioni di governo (centrosinistra e centrodestra) ed una forza di protesta (M5S), incompatibili tra loro. La quarta forza in Parlamento, che ha racimolato meno del 10% (Monti, CDU, FLI), sarebbe disposta ad andare con tutti ma non serve a nessuno. Le prime tre sono quelle che, in qualche modo, devono risolvere il problema della governabilità. Bersani, leader del centrosinistra, che ha ottenuto la maggioranza alla Camera, sta corteggiando Grillo leader del M5S per tentare di formare un governo insieme, ma Grillo ha detto in tutti i modi ed in tutte le lingue che non intende sostenere alcun governo che non sia del M5S. L’altra forza cui è andata la fiducia degli italiani è il centrodestra (PDL ed i suoi alleati) che essendo guidata da un certo Silvio Berlusconi, che da circa 20 anni sistematicamente impedisce alle sinistre di andare al governo, è inviso ai dirigenti del PD (dichiarazione di D’Alema: non si fa alcun governo con il PDL perché c’è Berlusconi), non prendono minimamente in considerazione la possibilità di formare un governo “provvisorio” con loro per risolvere i problemi urgenti che attanagliano il Paese. E allora? Si rimanderanno gli italiani alle urne? Beh fosse per la sinistra italiana si. E chi se ne frega dei problemi urgenti del Paese e dei cittadini. Chi se ne frega che la gente non sa più come arrivare a fine mese. Qui, o si fa il governo con Bersani e senza Berlusconi o tutti a casa. Che bell’esempio di amor patrio, proprio dagli eredi di chi reclamano di essere i padri della Repubblica. E allora? Allora il Sig. Presidente della Repubblica, garante della costituzione e dell’Unità, così come ha dimostrato ultimamente in più occasioni, dovrebbe imporsi sulle forze politiche ed imporre loro la formazione di un governo sopra le parti, sostenuto sia dal centrosinistra sia dal centrodestra. In altri termini dovrebbe imporre a Bersani e a Berlusconi di sostenere un presidente del consiglio e dei ministri non politici (non tecnici, per favore, vista l’esperienza appena conclusa), stabilire insieme i provvedimenti ritenuti essenziali ed urgenti per il Paese (sicuramente non il matrimonio tra omosessuali, né la cittadinanza ai figli degli extracomunitari nati in Italia e altre amenità simili), primi fra tutte le misure per rilanciare lo sviluppo, ed il lavoro, le riforme strutturali, indispensabili per abbattere i costi dello Stato e della politica ed nuova legge elettorale. Un anno e poi, con un Paese più sereno ed uno stato d’animo diverso di quello attuale, si potranno affrontare nuove elezioni. Sicuramente i risultati elettorali sarebbero diversi di quelli che si otterrebbero se si andasse a votare fra tre mesi. Gli Italiani, che non sono un popolo di stupidi, saprebbero a chi dare la loro fiducia ed i numeri per governare tranquillamente per l’intera futura legislatura. Ma il nostro Capo dello Stato l’ho farà? Si imporrà sulla volontà del leader Maximo del partito dalle cui fila lo stesso proviene? A giorni lo sapremo. IL GOVERNO CHE NON VERRA’. |
Post n°21 pubblicato il 08 Marzo 2013 da salvatore.calderaro
IL GOVERNO CHE VERRA’ Da quasi due settimane si sono svolte le elezioni e ancora non c’è un filo di luce su come e con chi può essere composto un governo. Il vincitore delle elezioni, nonché primo partito alla camera, ovvero il M5S ha detto in tutte le lingue che loro non coalizzano con nessuno ed è inutile, pertanto, a Bersani continuare a fargli il filo. La coalizione che ha preso più voti, quella capitanata dal sopracitato Bersani ha detto che non farà mai un governo con il PDL e il Leader del PD che non si è candidato, ovvero il leder Maximo D’Alema ha affermato che non si farà un governo con il PDL perché c’è Berlusconi e, forti dalla non sconfitta, dichiarano che o si fa un governo centrosinistra-M5S oppure un governo di minoranza composto dalla sola coalizione di centrosinistra (Bersani -Vendola) oppure nulla. Ecco, dopo due settimane, questa è la proposta. O il centrosinistra al governo oppure si ritorna alle urne. Beh, probabilmente Bersani ha ragione, al momento non sembra che ci possano essere altre maggioranze, almeno alla camera. Tutto ciò senza pensare che il Paese versa in una condizione gravissima. Siamo in piena recessione, la disoccupazione è arrivata a livelli non più accettabili, soprattutto fra i giovani, le aziende non producono perché il popolo non ha più soldi da spendere, le tasse reali hanno abbondantemente superato il 50%, siamo veramente ad un passo del precipizio, altro che novembre 2011 e Bersani cosa dice? O io a palazzo Chigi o tutti a casa e prepara una lista di otto punti, che secondo lo stesso sono le urgenze per far ripartire il Paese e poi, una volta realizzati, si potrà tornare alle urne. E vediamole queste priorità: 1. Fuori dalla gabbia dell'austerità; 2. Misure urgenti sul fronte sociale e del lavoro; 3. Riforma della politica e della vita pubblica; 4. Voltare pagina sulla giustizia e sull'equità; 5.Legge sui conflitti di interesse, sull'incandidabilità, l'ineleggibilità e sui doppi incarichi; 6. Economia verde e sviluppo sostenibile; 7. Prime norme sui diritti; 8. Istruzione e ricerca. Bene! Ho letto punto per punto per cercare di capire cosa, concretamente, voglia fare. Ebbene, mi sono sembrate solo delle enunciazioni di principio, molti delle quali discutibilissime, MA COME OTTENERE CIO’ BERSANI NON LO DICE. Ciò che veramente è chiaro sono; 1. il pagamento immediato dei fornitori della pubblica amministrazione mediante emissione di specifici titoli di stato. Quindi, carta, dei semplici “pagherò” che la cassa depositi e prestiti, ma non denaro; 2. La Legge sul conflitto d’interessi, sull'incandidabilità, l'ineleggibilità e sui doppi incarichi; 3. dare la cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia e ai minori nati in Italia; 4. unione degli omosessuali. Bene! Secondo Bersani e il centrosinistra queste sono le priorità per il Paese. Povera Italia! La gente sta morendo di fame, non sa come arrivare a fine mese. Ogni giorno chiudono diverse piccole imprese, i piccoli imprenditori si suicidino e uccidono perché sono disperati e questi dicono che le priorità del Paese sono i matrimoni gay e la cittadinanza ai figli degli immigrati? Ha ragione Grillo! Cari politici fate attenzione che se stavolta non fate qualcosa di veramente buono per il Paese e rimandate gli italiani alle urne c’è il serio rischio che il M5S prenderà la maggioranza assoluta e poi non so cosa potrà succedere.
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Post n°18 pubblicato il 15 Novembre 2012 da salvatore.calderaro
Election day, voto anticipato, nuova legge elettorale. Tre grandi temi che, in questi giorni, stanno attanagliando la vita politica e non solo, sia dei segretari dei vari partiti sia del Presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha affermato che lui non taglia solo nastri. Pertanto, deciderà lui quando sciogliere le camere, essendo, questo, una prerogativa del capo dello Stato, così come sancito dalla Costituzione. Non solo, ma vuole a tutti i costi che si vada ad elezioni con una nuova legge elettorale. Per questo motivo sta esercitando un pressing quasi quotidiano sui partiti per indurli ad approvare una nuova legge per garantire la governabilità. Garantire la governabilità. Che strana parola. Ma da quando i partiti e, soprattutto quello dalle cui fila arriva il nostro Presidente ha cercato un sistema elettorale che garantisca la governabilità? E poi, a fine legislatura si cerca una nuova legge? Con il fiato del Colle sul collo dei partiti? Forse non sarebbe il caso che si vada alle elezioni con il porcellum e poi si faccia una commissione, magari di esperti, proprio per studiare un sistema che possa garantire la governabilità, indipendentemente dal partito o dalla coalizione che presumibilmente potrebbe vincere alle prossime elezioni? Caro Sig. Presidente se è vero che lo scioglimento delle Camere è una prerogativa costituzionalmente prevista in capo al Presidente della Repubblica è anche previsto che il potere legislativo compete al Parlamento che è un organo politico democraticamente eletto e non deve rendere conto al Capo dello Stato sulla attività legislativa. Pertanto, Sig. Presidente se i partiti che attualmente sono in parlamento o la maggioranza non intendono legiferare sull’argomento non c’è Capo di Stato (Italiano) che possa imporglielo. Scioglimento delle Camere, competenza del Presidente della Repubblica. Fiducia al Governo, competenza del Parlamento. Come la mettiamo Sig. Presidente nel caso in cui il Parlamento togliesse la fiducia all’attuale governo? Ella lo lascerebbe a governare senza la fiducia? In un Paese democratico nel momento in cui un governo non ha più la fiducia del Parlamento deve lasciare e se non si trova una nuova compagine di governo che ottenga la fiducia c’è solo una cosa da fare: SCIOGLIERE LE CAMERE, piaccia o no al Sig. Presidente. Infine, in un periodo in cui si sta chiedendo al cittadino di togliere il pane di bocca dei propri figli per sfamare l’Europa (o le banche?), se si possono risparmiare 100 milioni di euro o anche solo 50, ma perché non farlo? Per fare un favore al partito di provenienza del Sig. Presidente? Sig. Presidente, Presidente si, Padrone NO. |
Inviato da: aracnoid.999
il 20/09/2012 alle 11:21
Inviato da: pgmma
il 19/09/2012 alle 19:43