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« Stragi: Renzi toglie il ...Casarrubea "Il segreto s... »

SEGRETI SULLE STRAGI: INTERVISTA A DARIA BONFIETTI ASSOCIAZIONE FAMILIARI VITTIME USTICA

Post n°1396 pubblicato il 24 Aprile 2014 da laura561

http://www.agensir.it/sir/documenti/2014/04/00285455_archivi_delle_stragi_e_grandissimo_il_pot.html

 

DOPO LA DECISIONE DEL GOVERNO
Archivi delle stragi?
È grandissimo
il potere dei burocrati
Daria Bonfietti, presidente dell'Associazione familiari vittime della strage di Ustica, mette in guardia: "Non sempre vi sono comportamenti corretti. Ad esempio, c'è chi ha avuto per le mani un tracciato radar e, anziché consegnarlo il giorno dopo al magistrato, lo ha nascosto. Così pure l'uso della secretazione dipendeva dalla linea politica che alcune persone portavano avanti"
Francesco Rossi


Una possibilità per affermare la verità storica e politica su vicende oscure della storia d’Italia a cavallo tra anni Sessanta e Ottanta. Daria Bonfietti, presidente dell’Associazione familiari vittime della strage di Ustica, vede positivamente il decreto del governo Renzi con il quale sono stati “declassificati” i documenti relativi alle stragi di Ustica (1980), Peteano (1972), Italicus (1974), piazza Fontana (1969), piazza della Loggia (1974), Gioia Tauro (1970), stazione di Bologna (1980) e Rapido 904 (1984).

Pare che Renzi abbia fatto cadere il “segreto di Stato” – così titolano alcuni quotidiani – su queste stragi, eppure in realtà parliamo di altro…
“Per troppi anni è invalso l’uso di questo slogan, perché colpisce l’immaginario collettivo, così ancora oggi lo troviamo a sproposito. Su queste stragi non è mai stato posto il segreto di Stato dai governi verso i magistrati che hanno indagato. Ci sono invece criteri di riservatezza posti su atti e documenti prodotti al riguardo”.

Dunque, a cosa si riferisce il decreto?
“Il presidente del Consiglio ha tolto la secretazione su tutti gli atti che la pubblica amministrazione ha compiuto rispetto a queste vicende. Tutti i dipendenti della pubblica amministrazione, dei ministeri e dei servizi segreti sono tenuti a rispettare delle procedure nel registrare le loro carte, secondo vari livelli di segretezza. Queste, oggi, sono molto importanti per una ricostruzione storica e politica delle stragi che hanno sconvolto il nostro Paese”.

Ci sono degli elementi che possono venire alla luce, rimasti finora nascosti in qualche archivio nonostante le indagini della magistratura e i processi?
“Sulle stragi si sa già tanto. Per esempio, che la bomba alla stazione di Bologna l’hanno messa Mambro e Fioravanti, o che l’aereo di Ustica è stato abbattuto. Ci mancano però altre informazioni, che si possono raccogliere andando ad analizzare documenti e testimonianze succedutesi nel tempo. La ricostruzione storica e politica è molto importante per scrivere le motivazioni vere di ciascuna strage. Pubbliche amministrazioni, ministeri, servizi segreti sono fatti da uomini: ciascuno aveva le sue idee, predisposizioni, i suoi orientamenti politici, serviva un padrone piuttosto che un altro. Tutto questo ha influito sulle indagini”.

Dice che i giudici non hanno fatto luce, nonostante ci fossero i documenti?

“I giudici non potevano sapere dov’erano certi documenti, né conoscere certe posizioni. Ci sono elementi che vengono fuori nel corso della storia, magari quando il procedimento giudiziario è già chiuso. Tutte queste carte ora devono confluire all’archivio di Stato affinché gli storici – e anche i magistrati se hanno riaperto delle indagini – possano andare a verificare per stabilire verità più complete. Da presidente del Copasir, Massimo D’Alema ci disse che aveva trovato 103 archivi in pubblici uffici ai quali neppure lui riusciva ad accedere. Ci sono però delle regole anche nella secretazione degli archivi, e questo è il momento scelto da Renzi per rendere pubblici, nel rispetto della legge, determinati documenti”.

Tutti gli atti ora dovrebbero confluire all’Archivio di Stato: operazione lunga e impegnativa. Non c’è il rischio che alcune carte “scomode” restino in qualche scantinato, o vadano definitivamente distrutte?
“Non c’è dubbio che il potere della burocrazia è grandissimo. Non sempre vi sono comportamenti corretti: proprio di questo stiamo parlando. Ad esempio, c’è chi ha avuto per le mani un tracciato radar e, anziché consegnarlo il giorno dopo al magistrato, lo ha nascosto. Così pure l’uso della secretazione dipendeva dalla linea politica che alcune persone portavano avanti”.

Cosa avverrà della mole di atti e documenti che arriveranno all’Archivio di Stato?
“Mi chiedo come si riuscirà nel breve/medio periodo a dare corso a questo processo di ricostruzione storica. Ci vogliono delle grandi risorse umane e finanziarie, con professionisti in grado d’intervenire e di utilizzare in maniera corretta questo materiale. Altrimenti il provvedimento varato dal governo resta lettera morta, con il rischio di fare della demagogia”.
 
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