Creato da: Santajusta_Cultura il 02/11/2008
...et vogue la galère

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

monellaccio19cielostellepianetivento_acquam12ps12fuoridaltempo7amorino11giskardddony686marabertowferri66iltuocognatino1acer.250pie.lfMiele.Speziato0bryseide2010
 
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 

“Mamma, il figlio della signora Scolabrodo mi sfotte” (1)

Post n°495 pubblicato il 29 Maggio 2022 da Santajusta_Cultura

Sfottò: Io e Max, rispettivamente tifosi del Portus e dell'Augusta, che, sulla carta, è più forte: ogni volta mi saluta con un "Eh, sto Portus!". Che può voler dire: "Che figuraccia, con i Moralejos" o, più raramente, diciamo una volta ogni dieci anni, "Siete primi in classifica".
Sfottò: "L'apparenza lo penalizza, ma è un ragazzo molto sensibile", come diciamo a Martial, quando ha la faccia così triste che disperiamo di rallegarlo, di qui alle prossime olimpiadi.
Martial è un  caro defensor, ma nessuno è perfetto: tiene per i Compañeros  Ciudad Morales, che per me è la prima squadra del capoluogo omonimo, forse perché ci giocava Bebo Alzamora (si, si, proprio l'attuale assessore alla cultura di Namnetes), il più grande stopper di tutti i tempi.
È una squadra che non piace a tutti, a cominciare dai supporters dell'Augusta. Ma, quest'anno, ha espresso il gioco più spettacolare della stagione, con il miglior spirito di gruppo. E forse, ieri sera, prima di addormentarmi davanti alla finale della Coppa dei Campioni, sono riuscita a convincere di ciò la mia vecchia amica Parda, ex moglie del collega Antonio Pardo Montse.
Sul campione, quei Moralejos che tanta figuraccia inflissero al Portus, mesi fa, non posso dire niente. Mi sta antipatico e, a parte lo scontro diretto, non l'ho mai visto giocare. Ma non sono riuscita a schivare, come altri milioni di malcapitati, la notizia del suo neanche tanto originale modo di festeggiare: brandendo uno striscione che invitava il Compañeros, secondo in classifica, a fare dei loro trofei un uso... meno che corretto.
"Ma, Doña Sasha, lei m'insegna che i tifosi..."
Ma quali tifosi! I calciatori, durante la tradizionale parata nel centro di Ciudad Morales, sul pullman scoperto affittato per l'occasione.
Potrei dire: io non me la prendo con voi, me la prendo con chi vi ha ingaggiato. O ancora: i minori vi guardano. Mi limito ad osservare che non una Dama di San Vincenzo dell'Eterno Femminino (So di cosa parlo: il femminismo non abita più qui, se mai ci ha abitato) ha alzato un sopracciglio contro un vessillo di innegabile sessismo.
Ma soprattutto: la maggior parte dei media, riportando la notizia, l'ha chiamato "sfottò".
Alla faccia!
Credevo fosse, vedi gli esempi sopra, una nobile arte, che richiedesse un minimo di fantasia: il giro in mutande intorno alla statua del padre della patria che si infliggeva il tifoso perdente; lo slogan "Portus in Europa? Solo con Alpitour!". Ce ne erano anche di grossolani, caspita, ma roba da Adulti, direbbe Berne. Roba che fa ridere vincenti e perdenti (questi ultimi, magari, dopo un po' di distacco).
Il suddetto Spray su Tela 200 x 200, di autore anonimo, no.
E chiamarlo sfottò è solo un pallido tentativo di sdoganare una cafonaggine che non ha niente a che vedere. Salendo imperterriti sul carro, pardon, sul pullman del vincitore.
© 2022 Maria Alessandra Forcellati

(1): traduzione dal napoletano della prima battuta di una farsa di cinquant'anni fa, credo di Marincola, che passava di cassetta pirata in cassetta pirata...

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

A night in Ferreñafe

Post n°494 pubblicato il 17 Aprile 2022 da Santajusta_Cultura

Non vado spesso a Ferreñafe, a parte il lavoro. All'uscita della strada statale del  Parque de las Natachas, rivedo con piacere la sede dell'Alianza, fondata da mio nonno, entro in quella che, pomposamente, viene definita "tangenziale sud" e trovo l'azienda  agricola di  mio zio, si narra fondata quel giorno che gli diedero del "Braccia rubate all'agricoltura" (E mi chiedo se non si siano ispirati a lui, per la serie "La fattoria Clarkson"), ma io tiro dritto fino a San Berdoo, località collinare che abbiamo ribattezzato così, da quando il Vinatea, più di vent'anni fa, ci ha fondato l'omonimo agriturismo.
Il che non m'impedisce di avere molti amici in quello che io chiamo "Il capoluogo dei luoghi comuni", dimostrando di generalizzare esattamente come loro. D'altra parte trattasi di funzione cerebrale necessaria, a patto di non esagerare.
E comunque...
E comunque, "Occhio che non vede, amica lo racconta", come dicono qui a Camós: che bisogno c'era, ieri sera, di riferirmi di aver visto un presunto Caio (pessima frequentazione), presumibilmente in compagnia del più noto Tizio, uscire dal "De Profundis dell'Asino", ristorante di specialità equine dell'entroterra? Tanto per vedere se "En mis ojos una lágrima hay"?
Ma vi rendete conto che, da quando Tizio ha deciso di andarsene per la sua strada, in ordine sparso: è morto mio nonno, è morto mio padre, ho cambiato due volte mestiere, abbiamo vissuto un'emergenza sanitaria di almeno due anni, ho aperto e chiuso il  movimento dei Mohicani, Defensores del Pueblo contro lo smantellamento (oggi trasformato nella squadra di calcio "Mohicans Camós"), scritto due o tre romanzi, varie ed eventuali?
E già, a questo punto, avrete capito che il concetto di indipendenza personale delle mie interlocutrici mi è piuttosto oscuro. Di più, una di loro mi ha lanciato la seguente proposta: "Possiamo andare a pranzo al De Profundis del Somaro, se vuoi...".
La prego di credere, signor commissario, che non passo i miei sabati sera, Dieu préserve!, al "Bonnie and Clyde", discoteca dei dintorni vietata ai maggiorenni, come, del resto, si addice a una matrona della capitale da poco cinquantaseienne. Piuttosto, minorenne è stata la mia risposta, ma ci stava tutta: un fulmineo quanto sonoro gesto dell'ombrello, che ha suscitato un prevedibile stupore.
Eccome! Che, devo ancora rivendicare il mio diritto di pensare ad altro? Il mio diritto a far sparire dalla fedina penale chi è uscito dalla mia vita da tre... o da diciannove anni: è capitato che mi rinfacciassero anche attrazioni meno recenti!
"A raccontarlo oggi non sembra neanche vero", ma c'è stato un tempo, anche a Ferreñafe, nel quale ci si proclamava tutti "antimilitaristi nonviolenti" e si cantava "Una donna senza uomo è come un pesce senza orecchino"... E una donna senza fantasmi, che?
Cambiando argomento, a tavola si è cominciato a parlare, con quel compiacimento al profumo di naftalina tipico di questi lidi (razzista!), di un tal Yassine che "stava per mettere il velo" alle figlie adolescenti e prometteva di ripudiarle se si fossero innamorate di una persona di religione diversa (E ripetevano un verbo riflessivo assa allarmante: "occidentalizzarsi").
Caspita! Questo si che è patriarcato! Questo è maschilismo! Vuoi mettere con la nostra libertà di correre dietro a qualcuno al quale non interessiamo, farsi trovare nei posti che frequenta, senza contare il beneficio collaterale delle porte in faccia che ne derivano?
Per questo, e per molte altre ragioni, vi auguro buona Pasqua e me ne torno a dormire.
(c) 2022 M. A. Forcellati

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

CRESCERE!

Post n°493 pubblicato il 27 Febbraio 2022 da Santajusta_Cultura

Ringiovanire di quarant'anni? Ci ho provato, grazie. Non è stata una grande idea. Il Cinefilo e il Musicologo che sono in me, soprattutto, sono finiti a zampe per aria (per il musicologo, c'è sempre Figueredo). Fernando mi ha consigliato la sua crema per il viso... ma io, alla sua età, mica mettevo la crema per il viso...
Procediamo con ordine.
Ah, negli ultimi quarant'anni, quante volte ho cambiato parere! A cominciare da Paolo Conte. Ma come, Dag-Geoffroy, non ti piaceva Paolo Conte? Diciamo che, anno domini 1982, avevo un ragazzo un po' fasullo, che era suo fan per campanilismo... tre anni dopo ero a San Bartolo alla scuola Defensores e, a casa di mia nonna, su una delle sue Guide TV che, come il giornaletto che fabbricava Thierry, riportava i testi delle canzoni, ho trovato "Bartali". Da allora il Defensor di Camós e l'Avvocato di Asti non si sono più lasciati.
Altri recuperi? Musicalmente parlando, cinque o sei anni fa, un bel film, non ricordo se di Assayas o con Mastandrea, c'era una scena di discoteca e la musica era quella di Plastic Bertrand, che da allora, quando ho bisogno di ritmo, dissotterro.
Ma non sono mai stata una nostalgica, men che meno dell'adolescenza: rimpiango solo che Bossis, calcisticamente parlando, non conosca il segreto dell'eterna giovinezza. Ho sentito la mancanza di tanti posti, soprattutto da quando mi hanno trasferito nelle mornes plaines...
Ma oggi non sono meno contenta di quando avevo sedici anni e ho mantenuto molti interessi di allora (Merbù, ci abbiamo da fare le figurine dei calciatori) e, l'avrò detto mille volte, tutti i posti mi sembrano egualmente raggiungibili.
Questo per dirvi che è scoppiata una guerra.
Non pretendo che ci si debba ammantare di nero, strapparsi le vesti, diventare massmediadipendenti come certi amici di Ferreñafe, che prima dicono "Uh, la guerra, che orrore!" e poi "Ma tutti questi profughi che entrano in casa nostra, se poi non trovano lavoro...?" Non c'è da biasimarli (i Ferreñafensi, intendo): la provincia della Baixa offre davvero pochi stimoli.
Ma neanche vedere ancora tutto, come in una chat di miei ex compagni di scuola, con il prisma del 1982! Citare Sting e la sua frusta litania sulla guerra fredda col video in bianco e nero; o quella ca334ta di film col ragazzo della porta accanto che si introduce nei sistemi informatici di USA e URSS per far colpo su una ragazza altrettanto insignificante e a momenti scatena la guerra mondiale, anzi, peggio!, la tirata moralistico-robotica finale.
L'insulso mi fa venire le bolle come me le faceva venire allora, ma il bagaglio del passato finisce qui! E, se dio vuole, nessuno di quei re dell'opportunismo anglosassoni gnè gnè mi ha mai contagiato del suo qualunquismo. Ma non è questo il punto. Il punto è che questi seguaci del fast song e del fast theater anni '80 (qualcuno crede ancora che di fast c'era solo il food?) erano - e sono - tutti anticomunisti e reaganiani.
E oggi? Se la prendono con una Russia che non è altro che il risultato di quarant'anni di anticomunismo e liberalismo? Un po' di coerenza, fratelli!
E, consiglio personale, un po' di Paolo Conte.
(c) M.A. Forcellati 2022

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

April in Camós

Post n°492 pubblicato il 11 Dicembre 2021 da Santajusta_Cultura

Quanto tempo è passato! Quante cose sono cambiate! Faccio prima a presentare personaggi e interpreti, il resto si capirà.

Quello alla scrivania vicina è Simplicius Merbù, detto Simi, fratello minore del mio amico Pepe Merbù e marito del mio coach Delia Alfonsi, a sua volta ex collega.

Delia esercita nel consultorio di fronte a casa mia, nell'altra ala della costruzione simil-coloniale all'angolo tra Dubcek e 27 de diciembre; ed abita, sempre nella Dubcek, a qualche isolato da qui. A differenza di sua moglie, io e Simi siamo due Moicani, leggi Defensores del Pueblo, che non si rassegnano alla soppressione della categoria, deliberata qualche anno fa e attuata nello scorso marzo.

Malgrado l'idem sentire, io e Merbù ci siamo conosciuti solo in aprile, dopo le elezioni municipali, vinte da Gontran St. Boi de Llobregat per una incollatura, contro il candidato dei Santurrones, lista rigorosamente civica e incivile, contraria alla "Movida", come la chiamano loro. Personalmente, li considero dei frustrati invidiosi, di quelli che aborrono le cose che non possono permettersi.

Il neo eletto, che è anche mio amico personale, perciò possiamo chiamarlo Gontran, la notte delle elezioni ha dato una festa a casa sua, la villa dall'altra parte di 27 de diciembre che tempo fa, in un momento di depressione, ha dipinto di nero; c'era anche Velarde. E mezzo consultorio, compresa Delia e gentile consorte; che quasi sviene, vedendomi. Non che sia abituata ad un trattamento maschile più conforme; avrei capito - e quasi demolito la costruenda Defensoría del Pueblo di Camós - qualche settimana dopo. Ci arriveremo.

Una volta ripresosi - presto, i sali! - trasformammo la festa, con grande disappunto del festeggiato, in summit sindacale: Due Moicani, Delia, che sosteneva che nella vita si poteva anche fare altro; Denzer, danzatore, gerente e tuttofare della St. Boi Frères, la cui nuova sede si trovava proprio sotto l'appartamento dove mi avevano parcheggiato tra la convalescenza e la dissoluzione. Cohabitation oblige, s'interessava alle nostre attività.

Tutte le grandi storie cominciano con un Bouvard e un Pécuchet. Figuratevi la nostra, che contava anche un Denzer.

E proprio sul van verde della St Boi Frères, qualche giorno dopo, due Moicani e un aspirante tale partirono alla volta di Villadáliga, per il powwow mensile, dove finalmente avrebbero compreso che non si va da nessuna parte, quando si sale sul tetto di una fabbrica in chiusura.

Gontran, che lo ha sempre saputo, ci vide passare sotto casa sua mentre, sul terrazzo, beveva il caffè del mattino. Fu allora, forse, che ebbe l'idea che lo rese famoso in tutto l'Arcipelago. Poveri noi.

Io ero al volante. Denzer, macchinalmente, leggeva la quarta di copertina di uno dei libri di Simi: "Il Defensor del Pueblo cura, a richiesta dei cittadini, il regolare svolgimento delle loro pratiche presso l'Amministrazione".

"Continua..."

© 2021 M.A. Forcellati

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 

Sulle strade della Baixa.

Post n°491 pubblicato il 27 Marzo 2021 da Santajusta_Cultura

"Cittadini si nasce,
non si diventa"

È quanto leggo nel mio retrovisore, una mattina di venerdì, al secondo semaforo di Paseo de la República, di ritorno da Villadáliga.
Si direbbe una decalcomania, pressofusa sul cofano del camion che ci precede, di un bel colore verde bottiglia; a margine dello slogan, occupa entrambe le righe il truce profilo del Dittatore del secolo scorso.
Guardo Denzer, danzatore e motociclista. Ormai, spostamenti e incontri si fanno solo per lavoro, sicché l'ho assunto come copilota; e andiamo in trasferta insieme. Stiamo passando da Ferreñafe, ma non ci fermeremo.
Davanti a noi, un breve tratto di litoranea e, in fondo, il bivio. A destra, il Paseo vero e proprio, divieto di transito ai mezzi di un certo tonnellaggio, decorati o meno.
"Non può che prendere Avenida Réndina. Precediamolo".
Proprio all'imbocco del viale, potrete ammirare, alla vostra destra, il commissariato, costantemente presidiato da una magnifica vettura di servizio, con due bei soggetti in divisa, pronti ad abbassare la paletta al primo sintomo di violazione del lockdown.
"Mi fermo, gli sbarro la strada e lo denuncio. Non ci può sfuggire".
In the frattemp, apprezzo il cubismo: il conducator di cui sopra aveva riciclato tutta l'iconografia romanista, nel senso di antichi romani e non di giallorossi (e qui, per essere precisi, siamo biancocelesti): il nostro autista-nostalgico (di un regime franato molto prima che lui nascesse), esprime il suo wishful thinking sulla purezza della razza in caratteri gotici, tipici di altri, terrificanti e coevi regimi.
-Ma come, non capisci? - risponde Denzer - è la sublimazione di fascismo e campanilismo verde!
-Sorry, ma quelli non praticavano l'unciale?
-E guarda la strada! Ti sembra che con un energumeno così si possa fare una constatazione amichevole?
Guardo la strada. Davanti al commissariato non ci sono né auto di servizio, né agenti in divisa, né palette.
Il truculento van ci semina al bivio successivo, dirigendosi verso la locale tangenziale; noi ripieghiamo su Camós, sperando che incontri davvero una pattuglia.
Nell'unico paese democratico nel quale il divieto di propaganda fascista è caduto in desuetudine.
©️ 2021 Maria Alessandra Forcellati

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
« Precedenti Successivi »

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963