S_CAROGNEAvvertenze: questo è un blog, bipolare come i più comuni disturbi dell'umorehttp://blog.libero.it/scarogne/2016-03-02T12:07:55+01:00Libero BlogMa2016-03-02T12:07:54+01:002016-03-02T12:07:54+01:00http://blog.libero.it/scarogne/13365853.htmlsara_1971Ma qualcuno mi spiega perché Vendola sia andato fino in Indonesia quando c'ero io qui disponi...<p>Ma qualcuno mi spiega perché Vendola sia andato fino in Indonesia quando c'ero io qui disponibile? Tra l'altro con Ed avremmo potuto far tutto al naturale visto quanto è figo. </p><p> </p><p> </p>Breaking ago2016-01-02T18:28:26+01:002016-01-02T18:28:26+01:00http://blog.libero.it/scarogne/13335092.htmlsara_1971Cinquemilacentododici giorni. Mentre all'improvviso le Torri crollavano altrettanto inaspettatamente...<span style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);">Cinquemilacentododici giorni. </span><br style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);" /><span style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);">Mentre all'improvviso le Torri crollavano altrettanto inaspettatamente tornavamo insieme. Che strano: il mondo cedeva sotto il peso della sua provvisoria vanità e noi per la prima volta ci davamo una certezza. </span><br style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);" /><span style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);">Di quel giorno ricordo lo sferragliare delle chiavi nel tornare a casa insieme e il tuo pacchetto di cancerose sul tavolo dell'ingresso. E poi la televisione... un cinebrivido che non ci avrebbe più abbandonati. </span><br style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);" /><span style="color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);">Forse l'avrei dovuto cap</span><span class="text_exposed_show" style="display: inline; color: rgb(20, 24, 35); font-family: helvetica, arial, sans-serif; font-size: 14px; line-height: 19.32px; background-color: rgb(255, 255, 255);">ire già da allora che tutta quella felicità tra cotanto dolore fosse quantomeno inopportuna, ma trascurai l'avvertimento. <br />La verità è che il pianto più antico nella storia dell'uomo è quello fatto su se stessi, perciò tremila morti non ne fanno uno solo. <br />Nella fattispecie tu, qualche tempo dopo. <br />E di nuovo tutti quei flash flash flash delle fotografie. Guarda un po' il cinebrivido era passato dall'altra parte.<br />Il mondo cercava di ricostruire e io pure: quante cene passate a fotografare l'intero menù come alternativa al creare piacevoli conversazioni. Come se fosse poi possibile ricostruire per davvero.<br />Il fatto è che la vita non è quella vissuta ma quella che si ricorda. Allora sarai contento di sapere che sei un po' come l'ultima nota della quinta sinfonia: risuoni ancora nonostante. <br />E anche adesso, che mi sembra di stare un piccolopoco meglio, sono sempre su un planetario a guardare le macerie. L'amore, d'altronde, ha la forza di portarti in qualsiasi posto: dipende da quanto sei inerte. Un po' come l'odio, insomma.</span>Omnia2015-07-17T12:01:54+01:002015-07-17T12:01:54+01:00http://blog.libero.it/scarogne/13245034.htmlsara_1971Da quando stiamo insieme non mangio più scatolette. Negli ultimi due anni ne avrò aperte sì e no due...<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font color="#000000"><font face="Droid Sans, sans-serif"><font class="ske04">Da quando stiamo insieme non mangio più scatolette. Negli ultimi due anni ne avrò aperte sì e no due, prima era una cosa quotidiana. Mi lavo i denti tutte le sere, gioco meno alla Playstation e non mi addormento più sul divano. Fumo meno sigarette, comunque troppe ma meno, e non mi faccio più tante canne. Passo poco tempo a leggere cazzate sul computer, bevo meno caffè, di certo più birra: Mi prendo poche sbronze, e spesso me le prendo con te Non lascio più i vestiti ammassati a terra fino al punto di non ritorno e ho smesso di mangiare i Ringo a letto. Cucino meglio, leggo di più, sono meno autoreferenziale, meno testardo, meno arrogante, meno sicuro di me,probabilmente ancora troppo. Ho imparato a capire per quali persone vale la pena sbattermi e per quali no. Faccio più cose di quelle che facevo prima – lavorare, uscire, spaccarmi e scrivere – e sono infinitamente meno instabile e disordinato; sono più sicuro dell’idea che ho su come vivere questa cazzo di vita. Ho perfino imparato un po’ a stirare. </font></font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font color="#000000"><font face="Droid Sans, sans-serif"><font class="ske04">C'ho anche provato a dimenticarti ma non è servito stare solo, non è servito stare insieme ad un'altra, la verità è che non è servito niente. Che poi, voglio dire, magari fosse bastata qualche settimana di astinenza sessuale per capire tutto quello che devo cambiare in me stesso: a volte ho raggiunto anche il quadrimestre senza beneficiarne in termini introspettivi, anzi.</font></font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font color="#000000"><font face="Droid Sans, sans-serif"><font class="ske04">Ho passato una vita ad infuriare insieme alla bufera, e adesso che penso solo alle cose semplici non so più nemmeno che tempo faccia là fuori. </font></font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font color="#000000"><font face="Droid Sans, sans-serif"><font class="ske04">Tutto può, basta che tu ci creda. E io ci credo, anche se scivolo ogni tanto.</font></font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font color="#000000"><font face="Droid Sans, sans-serif"><font class="ske04">Ci sono innumerevoli palline che potrei far scivolare su questo piano,ma l’unica cosa che conta e che rende il cerchio più rotondo di quello che Giotto abbia mai disegnato è che ogni sera torno a casa e infilo le chiavi nella porta sperando che tu ci sia, anche se ho già visto le serrande abbassate sul balcone. </font></font></font></p>What seest thou else In the dark backward and abysm of time?2015-05-13T12:04:34+01:002015-05-13T12:04:34+01:00http://blog.libero.it/scarogne/13202067.htmlsara_1971Ogni momento finisce dissolto presto o tardi, lo so che è questo che pensi, e come tutto sembri null...<p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font face="Times New Roman, serif"><font class="ske04">Ogni momento finisce dissolto presto o tardi, lo so che è questo che pensi, e come tutto sembri nulla una volta terminato, di quanto poco resti traccia soprattutto se non si ripete più. E come darti torto?I baci di quello che va via sulla porta di quello che rimane, la prima volta andata perduta subito, travolta dai mesi che la seguiranno, quella vicinanza così consolatoria (toccare consola, la mano del medico, la mano sulla fronte). </font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font face="Times New Roman, serif"><font class="ske04">Ma tutto questo scorrere, sebbene condannato inesorabilmente a viaggiare verso il suo stesso svanire, per altri (per me!) non sarebbe stato motivo sufficiente per tornare indietro sui propri passi, o nei propri letti, uno disfatto e l'altro intatto.</font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font face="Times New Roman, serif"><font class="ske04">Avrei firmato a cuor leggero un per sempre (e me ne sarei pentita: l'hai detto tu, tu che metti in guardia gli altri al pari di te stesso) piuttosto che star lì a puntualizzare le clausole di un contratto. </font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font face="Times New Roman, serif"><font class="ske04"><font color="#333333">Non so se finirà come </font><font color="#333333">la vedo io</font><font color="#333333">,perché perfino il tempo che rifiuta di passare alla fine passa e se lo porta via lo scarico.</font><font color="#333333"> </font></font></font></p><p align="JUSTIFY" style="margin-bottom: 0cm; line-height: 150%;"><font face="Times New Roman, serif"><font class="ske04"><font color="#333333">Però sebbene tutto si </font><font color="#333333">def</font><font color="#333333">ormi </font><font color="#333333">man mano che passa</font><font color="#333333">no i giorni</font><font color="#333333"> </font><font color="#333333">-</font><font color="#333333">tutta quella materia incerta, sfumata che avremmo anche scelto, ma che siamo stati </font><font color="#333333">ben </font><font color="#333333">lontani dall’aver ottenuto </font><font color="#333333">-</font><font color="#333333">a</font><font color="#333333">lcune cose trascinano le altre pur ignorandosi tra loro, e continuano a far sentire ogni rovescio, ogni passo non compiuto della vita spezzata che avremmo voluto nostra e in cui, nonostante tutto, non riusciamo a smettere di confidare.</font></font></font></p>Addio alle armi (the end)2015-05-03T17:42:01+01:002015-05-03T17:42:01+01:00http://blog.libero.it/scarogne/13194665.htmlerbavoglio_70E poi anche quell'aspetto del tatto, del garbo. Davvero è così importante? L'essenza della cosa non ...<p align="JUSTIFY">E poi anche quell'aspetto del tatto, del garbo. Davvero è così importante? L'essenza della cosa non cambia, l'irreversibilità di cui sopra resterà tale, per cui il fatto che voi avreste gestito diversamente il timone poco importa. E poi, con questa mania della gentilezza, delle buone maniere, non incantate nessuno: non siete certo immuni dal peccato. </p><p align="JUSTIFY">Concesso: ora parliamo di amore, che invero era stato Amore, e non solo, parliamo di tempo, che era stato Tempo, e lo avete sottratto ai vivi e ai morti in nome della follia, giacché non è mai stata – lo vedete che siete folli? - vostra intenzione costruire nulla di <i>concreto</i> con l'altro, laddove <i>concreto </i>non è (ma che scuole avete fatto?!) stabilire un legame unico, eterno, senza riserve, segreti, obblighi, morale, scavando nella propria carne e nel proprio animo fino a trovare, pur conservando tutti gli odori e le immagini pregresse, l'armonia. </p><p align="JUSTIFY">Ed ecco che di nuovo torna il <i>passato</i>. Sempre lo stesso errore. <font face="Times New Roman, serif">È</font><font face="Times New Roman, serif"> </font>stato. Non è più. Basta. Andare avanti è l'unica possibilità. Qualcuno lungo il cammino si incontra. Non è questo un posto per le cose definitive. </p><p align="JUSTIFY">Ora, le storie d'amore si basano sul concetto di unicità: l'altro è in grado di suscitare in noi una determinata modalità (quella adatta al momento) di sentimenti, emozioni, sensazioni. <font face="Times New Roman, serif">È</font>, in questo almeno, unico. E intorno a questa sua capacità, che dio sa quanto vorremmo appartenesse a persone più alla nostra portata, più semplici, che la vita ci ha destinato, costruiamo una storia, fatta sì delle abitudini simili a quelle della volpe, ma anche di unici modi di toccarsi di ridere di aspettarsi di cercarsi. Ora, depauperando il rapporto di tale unicità, dicendo “Non mi servi per vivere, so fare a meno di te”, il gioco di specchi e di coincidenze è distrutto. Eravamo così annoiati da concedere ad un altro essere umano di infiltrarsi nella nostra esistenza e di renderla più amena, poi sono subentrate le comode ripetizioni digesti e parole, l'impossibilità di provare ogni giorno emozioni diverse, e la appagante sensazione di essere importanti. A volte, nelle storie d'amore vere, ci si spaventa anche un po'. Perché si sperimentano abissi sconosciuti e si prova un senso di appartenenza tale che sentire l'odore del culo di un'altra persona è come tornare nel grembo materno. Accettiamo anche i difetti che ad altri non perdoneremmo. Questo, in genere, non dura per sempre. </p><p align="JUSTIFY">Ma quando lasciamo una persona, lo sappiamo che la stiamo uccidendo? Come simbolo, come essere in grado di emanare luce e unicità. Non la amate più, potete vivere senza di lei, eppure è la stessa persona di prima, di prima che il processo – anch'esso meraviglioso e unico - si innescasse e vi conducesse a pensare che lei è una persona che si può anche perdere di vista.</p><p align="JUSTIFY">Si dovrebbe aver cura di quelli che abbiamo amato, anche perché si dovrebbe ricordare che per alcuni l'amore non è convolare a giuste nozze, bensì sentirsi protetti. (Questo capita spesso quando si è avuto un rapporto difficile con la propria madre, e questo è ancor più grave quando esso tende a restare irrisolto.) E allora? Mi lasci qui ad affrontare le giornate da sola, incurante di quello che provo? Beh, io sono una bambina, ma tu sei un mostro. </p><p align="JUSTIFY">Per coerenza ti donerò unicità, un trattamento unico in questo commiato. Rispettando le tue volontà, non saprai come mi staccherò da te, poiché non vuoi sapere, non credi sia opportuno, non hai forse tempo, o sai già tutto o - peggio ancora -scorgi ipocrisia. Dal canto mio, qualcosa dovrò pur fare, giacché non so proprio liquidare qualcosa, figurati qualcuno, senza doveroso rito funebre, tanto più solenne quanto più profondo è stato il sentimento. Adoro le tradizioni, ad un inizio si addice una fine. La costruirò e serberò per me. Forse un giorno non sarà più così importante. D'altro canto, sapessi quanto tempo ho sprecato a sognare nei dettagli il mio abito bianco! L'errore, allora, era pensare che il bianco esistesse. Oggi quello di pensare che, una volta superatala soglia dell'indecenza, ci fosse singolarità. Eh sì: con tutto quello che sai di me, con tutto quello che hai toccato di me, non meriti vendetta – altrimenti bestemmierei sul mio stesso sangue –ma solo il dolore del distacco definitivo, quello che si riserva ai morti.</p><p align="JUSTIFY">Bello avere (più di) quarant'anni. Come vedi non inveisco, non ti maledico, non predico un futuro felice lontana da te. No, nulla di tutto questo. Semplicemente, mi organizzo: molte cose belle si possono ancora fare. </p><p align="JUSTIFY"><br /><br /></p>