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Post n°462 pubblicato il 23 Luglio 2014 da sciarconazzi

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Lucia decise di andare a fondo della questione e si precipitò all’interno della casa.
A Poldracco bastò lanciarle un’occhiata per interrompere il suo slancio.
- Le signorine non corrono… - sentenziò con la sua consueta flemma.
- Scusami, Poldracco. Non hai udito anche tu?
- A parte lei, signorina Lucia, non ho udito niente negli ultimi trenta secondi. Niente che fosse degno di nota
- È da qualche tempo che sento un suono, anzi, un verso…
- Un verso? Sarà qualche animale. C’è uno zoo qui vicino. Di tanto in tanto scappa qualcosa di esotico… Due anni fa, mi ricordo, eravamo a novembre, abbiamo ritrovato una tigre siberiana che piagnucolava sotto il cedro del Libano. La povera bestia era disperata…
- Una tigre siberiana?
- Per l’appunto, signorina
- No, il suono che ho sentito io era un “DigghiDigghi”
- “DigghiDigghi”, dice? Uhm… Ricordo una canzone idiota che faceva “DigghiDigghi”. Ma sono passati già diversi anni da allora…
- Vorrei sentirla, quella canzone
- Non penso che incontrerebbe i suoi favori, signorina Lucia
- Lascialo decidere a me!
- Nei ritagli, tra un ragù e un Mastro Lindo mi prodigherò nella ricerca di quella, ehm, canzone…
- Te ne sono veramente grata. Cosa c’è per cena?
- Lasagne o minestrone e di secondo abbiamo prosciutto e melone
- Dieta piuttosto variegata…
- Per le signorine spiritose abbiamo anche spinaci al vapore sconditi…
- Opterò per il prosciutto e melone
- Ottima scelta, signorina
- Vado a darmi una rinfrescata
Poldracco rispose con un inchino.

Per raggiungere l’ampio bagno Lucia doveva passare davanti alla camera del cugino Narimbardo.
La definizione “ampio” era il solito eufemismo di casa Equilatero: misurava duecentocinquanta metri quadri e conteneva ben sei vasche ad idromassaggio doppie – “Tanto, con tutto lo spazio che c'è, perché non sfruttarlo?”, aveva ripetuto, come suo solito, l’architetto Bretelloni Eulalio mentre giocava col compasso.
La porta della camera del cugino era socchiusa. Udì dei suoni nasal-gutturali provenire dall’interno.
Sbirciò attraverso la fessura e vide Narimbardo seduto di spalle sul letto con in testa delle cuffie. Il cugino stava emettendo dei vocalizzi tra il roco e il nasale. Dovette interrompere nel momento in cui, strozzando troppo la gola, gli venne da tossire.
“Ma cosa sta facendo, quell’immenso imbecille?” pensò Lucia. Stette lì ancora mezzo minuto e poi proseguì in silenzio verso il bagno dove si chiuse a chiave e si infilò sotto la doccia grande come la sua cameretta di Milano.

******

Dopo la cena, come di consueto, lo zio, il cugino e Lucia si riunirono in salotto – che non era nato come salotto ma come ripostiglio di riserva (80mq scarsi!) - dotato di ampie finestre.
“Tanto, con tutto lo spazio che c'è, perché non sfruttarlo?”, aveva detto per l’ennesima volta l’architetto Bretelloni.
- La televisione è in riparazione… - sentenziò lo zio prima di emettere una nuvola di fumo bluastro. Con gli occhi socchiusi fissava un punto sul soffitto. Si stava godendo un sigaro Havana sprofondato nella sua personale poltrona extralarge.
- Sì, mi ricordo, zio… I diodi - rispose Lucia seduta composta sul divano in stile Rococò.
Narimbardo si era tenuto in disparte, dal lato opposto del salotto, girato verso l’angolo e lì borbottava a bassa voce.
Lucia cercò lo sguardo dello zio e come lo incrociò fece cenno in direzione del cugino dall’altra parte della stanza.
Lo zio si limitò ad un’alzata di spalle e ad un gesto di sufficienza fatto con la mano.
- …com’è stata la tua giornata, zio? – chiese Lucia per rompere il silenzio.
- Proficua, direi! Ho terminato di colorare una storia che vedeva come nemico il grande Mefisto!
- Non so chi sia, zio…
- Questa è una grave lacuna, malaccorta nipote! Ti invito formalmente a prendere visione della mia collezione di Tex. Fidati di un vecchio filibustiere come me: ne trarrai giovamento!
In quel momento entrò Poldracco.
– Posso servire lo Sherry, signore? – chiese.
- Tra cinque minuti, vecchio mio. Tiro ancora qualche boccata a questa delizia made in Cuba e poi sarò pronto per soddisfare la mia dipendenza etilica, grazie!
Poldracco si inchinò e tornò sui suoi passi. Prima di uscire si fermò e, rivolto a Narimbardo – ancora borbottante nell’angolo – gli chiese – Lei, signorino Narimbardo, gradisce la consueta acqua tonica?
- Eh? Cosa?
- Chiedevo se…
- No, non voglio un cazzo! – rispose brusco.
Poldracco fece un inchino senza che nemmeno un’idea di ombra gli attraversasse il viso. Dentro di sé rise dell’imbecillità del nipote del suo padrone e andò in cucina dove giunse tre minuti più tardi.
“Tanto, con tutto lo spazio che c'è, perché non sfruttarlo?”

 

 

A gathering of...friends (?)

Mefisto

Commenti al Post:
arw3n63
arw3n63 il 23/07/14 alle 16:21 via WEB
Pure Narimbardo? Cos'č un disco autoipnotico? "DigghiDigghi..!" "DigghiDigghi..!"
 
cappottinonero
cappottinonero il 23/07/14 alle 18:32 via WEB
Certo che... dopo una cosė lauta cena a base di prosciutto e melone... degustare uno Sherry e' come bere a stomaco vuoto.
Ma, dopotutto, con lo spazio che (sicuramente) c'e', perche' non sfruttarlo? :-D

PS: una bambina di 8 anni e mezzo che dice "vado a rinfrescarmi" deve ancora nascere. Sappilo! :-P
PS 1: ma lo squaletto della foto e' quel coso lė di quella cosa la'?
 
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