Sconfinando

Classific.azioni

Le mie ricette sono raccolte in un classificatore, tutto decoupato da me in un raro momento di felice creatività, e ordinate secondo un criterio opinabile.
Il che significa che difficilmente qualcun altro che non sia la sottoscritta riesce a capirci qualcosa. Non che la pasta sia insieme alle torte, però a volte si procede per menu, a volte per ingredienti. A volte anche per l'assenza di ingredienti (senzauova-senzaburro-senzalievito). Poi ci sono le ricette nominali: tortadellalauraZ.-timballo dellamammadipatrizia-panperdutodellanonna. TortadimelelediLilith. E in questi casi c'è un senso affettivo che va davvero al di là degli ingredienti o di un procedimento.
In queste cose procedo così. Un po' a ruota libera.
Anche se qualcosa sulla classificazione avevo anche studiato. Avevo pensato di introdurre qualcosa di simile alla Dewey o all'Isbn alle mie ricette di cucina, ma funziona poco e male. Ed è un'inutile complicazione. Soprattuto se voglio tenere conto di tutte le variabili. Come faccio, o vorrei sempre fare con le persone.

In ufficio stamattina non riuscivamo a recuperare delle immagini: il criterio di categorizzazione dei grafici, in questo caso, ci era sembrato non perfettamente lineare. Oscuro, dice il mio vicino di banco. Ma lui i piloni della luce li classificherebbe sotto la voce Feltrinelli. Il che è davvero tutto dire.