Sconfinando

Dei buchi di memoria

[...] This is a fight that America can and must win [...]
George Bush, 19 marzo 2008

Mi domando,
ma quel mission accomplished
che sventolava gagliardo sulla Portland
che voleva dire, allora?

La famiglia

L’Italia è una Repubblica fondata sulla famiglia. 
Confesso che mi viene inevitabile il confronto tra l’atteggiamento, la gestione mediatica, l’impatto emotivo delle vicende Cogne-Gravina, Ahmetovic-Vernarelli. Non discuto sugli esiti giudiziari, che spero siano e saranno guidati da riscontri e valutazioni oggettive. Discuto sulla diversità di trattamento.
E quando ne cerco le ragioni, a me sembra che la famiglia sia l’elemento chiave.
Una famiglia che fa quadrato intorno a Mariagrazia Franzoni. Una famiglia disgregata, quella di Filippo Pappalardo e Rosa Carlucci, pronti a lanciarsi terribili accuse reciproche.
Una famiglia, un padre, che urla all’opinione pubblica e probabilmente a se stesso la disperazione del figlio per Friedrich Vernarelli. Un campo rom per Marco Ahmetovic, un clan al posto della famiglia.

E la famiglia diventa elemento di garanzia e attenuante generica e il crimine, qualora vi sia, si trasforma in momentanea devianza, in colpa, anziché dolo.

[Detto questo, sono favorevole a una revisione dell’impianto legislativo attuale in base al quale la persona che, trovandosi alla guida di un autoveicolo o motoveicolo, in stato di ebbrezza alcoolica o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, provochi un incidente stradale cui consegua la morte od il ferimenti di terze persone, risponde a titolo di colpa del proprio gesto. Che l’omicidio non fosse nelle intenzioni mi sembra palese, ma che la guida in stato di alterazione rappresenti atto gravissimo mi sembra altrettanto chiaro. Mi avevano fatto specie i domiciliari ad Ahmetovic. Mi fanno altrettanto effetto quelli a Vernarelli].

Privati ripetitori

Mi è bastato lasciare la macchina parcheggiata una giornata in un luogo diverso dalla solita ultraperiferia milanese per ritrovarla tappezzata di volantini e pubblicità. Elezioni, ho pensato di primo acchito, preparandomi al m’ama non m’ama del candidato di turno. Illusa. Sotto il parabrezza facevano bella mostra di sé giovani, carini e disoccupati ops somarelli, reclamizzanti corsi di recupero, aiuto scolastici, due anni in uno, tre anni in due, cinque in un colpo. Esami universitari, ma anche più prosaicamente matematica, inglese, latino. Niente prezzi, va da sé, qualcuno azzarda un soddisfatti o rimborsati, dove resta da capire dove stia la soddisfazione, se nell’imparare o se nello scampare alle forche caudine di giugno. Un bel business, soprattutto in questi giorni in cui dalle scuole si alza l’allarme sulla mancanza di fondi per i corsi di recupero. E va a capire se alla fine il giro di vite annunciato e strombazzato qualche mese fa, in nome di un ritorno alla serietà, alla fine non si traduca – come temo – in un rimpinguamento dei portafogli dei soliti, privati ripetitori.

L'immagine l'ho pescata dal blog di Alessandro Gilioli. Lui, a sua volta, l'ha pescata da Dagospia. Si commenta da sè, credo.

Per te

Perchè quel che conta è anche il risultato.
E io sono davvero felice per te.
Y!

_{[l'immagine l'ho trovata qui]}

Energizz.anti opportunità

Calcolando la quantità di energia che si spreca in inutili invettive e indignazioni, mi domando che risultati si otterrebbero se gli stessi sforzi fossero indirizzati verso qualcosa di costruttivo. Tanto per cambiare eh.

_{Questo post nasce dopo aver cestinato l'ennesima mail-invettiva
e dopo il blogtour prandiale. Giusto per capirsi.}

Blogghistiche f.utilità

Mr Upmarine mi ha invitata a giocare al gioco delle sei stranezze. Che un po' mi ricorda quello delle cinque strane abitudini che girava per Blog qualche secolo fa. Dove secolo va inteso nell'accezione blogghistica equivalente a qualche mese di calendario. Non che uno voglia fare lo spocchioso, il punto, quando penso a queste cose, è che sono terribilmente noiosa e tutte queste stranezze non è che me le riconosca. Ragion per cui son due giorni che ripasso come una bambina sulla punta delle dita per arrivare al fatidico risultato. Senza per altro riuscirci.

Vado con quel che ho. La prima, che forse avevo scritto anche l'altra volta, è legata alla mia scaramanzia. Quindi il primo piede che metto a terra al mattino è sicuramente il destro e non canto mai prima di colazione. Niente gorgheggi nella doccia quindi. Sono gesti che compio in automatico, fin da quando bambina mi trovai a leggere le Vacanze all’Isola dei Gabbiani di Astrid Lindgren. Uno dei libri più belli della mia infanzia, per altro. In uno dei capitoli conclusivi, Ciorven capita a casa di zio Melker e lo trova che canticchia prima di colazione e lo redarguisce bruscamente con un “Ma non lo sai che se canti prima di colazione prima di sera piangi?”. Naturalmente zio Melker piangerà entro sera (se pur di gioia), ma da quel momento il mio non si sa mai ha avuto la meglio.
Leggo sempre più di un libro alla volta, ma questa stranezza ho capito di averla in comune con molte persone, per cui così strana alla fine non è.
Quando mangio le verdure ripiene separo sempre la verdura dal ripieno e le mangio separatamente. Non c’è gusto, mi ha sempre detto mia madre. Non è vero, le ho sempre risposto io, e comunque le mangio ancora così.

Adesso però io sono a corto di idee e ispirazioni. Me ne mancano tre e io non so che aggiungere. Salto dunque alla conclusione, con la sesta abitudine che smentisce in toto la prima. Interrompo le catene e i giochini. Alle catene di santantonio non credo di aver mai risposto in vita mia, nemmeno a quelle più innocue, che si giocavano millanta anni fa con le cartoline. Ai giochi da blog rispondo sempre, più o meno. Ma poi passo all’ala. Sempre che all’ala qualcuno ci sia desideroso di raccoglier la palla.

p.s. ci sarebbero anche un regolamento e altri dettagli, ma rimando al post di mr. Upmarine. In fondo la colpa è sua.

Aspettando lunedì

"Ora che gli USA hanno dichiarato che la Cina non è più nella lista nera delle nazioni che commettono violazioni di diritti umani, e che anche l'India ha preso una posizione a favore della Cina, voglio vedere come si comporterà l'Europa e l'opinione pubblica. Intanto, La Cina ha accusato il Dalai lama di fomentare la rivolta."
Questa frase, estrapolata dalla cronaca di Orientalia4All, rappresenta forse la perfetta sintesi delle domande che da tempo mi pongo e alle quali non trovo risposta, neppure parlando con amici che in Cina da tempo lavorano.
Il Dalai Lama parla di genocidio culturale ma non chiede il boicottaggio dei giochi olimpici. Federico Rampini traccia un quadro desolato e pessimista: Il dialogo non paga, dunque, perché apre la stura a rivendicazioni destabilizzanti e incompatibili con la logica autoritaria del regime. Questa è la lezione tragicamente memorizzata dal gruppo dirigente attuale, ed è di pessimo auspicio per il destino dei tibetani nei prossimi giorni.

In questo scenario, l'impotenza ha il colore e il sapore dei limiti della solidarietà umana, civile, e morale, che non riescono a tradursi in azione concreta.

Però, per non rimaner troppo avulsa dalle miserie italiote,
propongo due segnapost.
Perchè a volte non ci si ricorda da che parte si sta.
E perchè sembran tornati i tempi in cui invece della luna,
ci si ostinava a guardare il dito.

Delle buone notizie

Ricevuto da un'amica:

Sono a Bari. Che spettacolo!
Quanti giovani!

E sorrido.

p.s. consiglio di lettura

F.utilità mattutine

Stamattina Reuters riporta questa notiziola. 
A dire il vero non so a chi dovrebbe dare più fastidio,
fossi un ticinese, comunista per di più,
forse me ne adombrerei.

_{p.s. Peccato esistano il googlebombing e le tecniche per il posizionamento sui motori di ricerca.}

_{p.p.s.pdl è anche questo. ma non è cosa per me. forse potete chiedere a lui o a lui}

Buoni propositi

Propiziatorio, prima di iniziare davvero la giornata, è provare a scegliere dove indirizzare pensieri ed energie. Possibilmente positivi, perchè di negatività in giro se ne respira fin troppa. Per questo scelgo di glissare, in questo momento, su una campagna elettorale povera di contenuti e ricca di boutade che fanno perdere di vista l'essenziale. Un essenziale che è diverso, o dovrebbe esserlo, dalle candidature d'occasione, di convenienza, di facciata, di rottura, di frizione e dalle battute infelici di chi scambia la brillante dialettica con l'avanspettacolo.

E guardo altrove.
A Bari, ad esempio, dove stasera iniziano le manifestazioni per la
XIII giornata della memoria e dell'impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
La promuove Libera e si può iniziare a seguirla questa sera, alle 18,
per radio su Caterpillar.

Però volevo lasciare anche un segnapost,
così, per riflettere insieme.
Grazie Anto.