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Il destino in una pallottola ( decimo capitolo)

Post n°2273 pubblicato il 25 Settembre 2017 da paperino61to

Un paio di settimane dopo la telefonata, la moglie del professore ha l’occasione che aspettava, il marito è uscito per la lezione all’università. Ha diradato da tempo di andare dai suoi allievi, ma non può per questioni economiche licenziarsi del tutto dall’università.

La donna impiega un paio di ore prima di trovare quello che cerca ma alla fine della sua ricerca trova l’arma. Dalla sua bocca escono parole di sgomento, non si capacita che il suo timido e pacifico Hans avesse porti in casa una pistola con tanto di silenziatore.

In un attimo capisce cosa gli possa servire, e allora incomincia a piangere. Deve sedersi su una sedia, si sente mancare, la testa gli gira: “ In che guaio ti sei cacciato Hans?”. 

Quando il marito torna a casa, lei non accenna minimamente alla pistola e a cosa possa servirle, in cuor suo lo sa già ed ha paura della risposta .

Durante la cena il professore prova a domandare se è disposta a fare una vacanza, pensava di  prendersi delle ferie anticipate.

La donna lo guarda e gli risponde : “ A gennaio?”.

“ E’ un mese morto per quanto riguarda gli esami, lo sai che fino a marzo non iniziano…potremmo….potremmo andare a Berlino per un paio di giorni e poi andarcene in Francia…hai sempre sognato di andare…magari in Normandia”.

“ Non lo so…adesso su due piedi non saprei risponderti…ma come mai…è successo qualcosa all’università? I tuoi allievi ti hanno…”.

Con la mano fa segno di no: “ Anzi…da quella notte dei libri bruciati, quegli idioti girano alla larga per fortuna”.

Era una bugia, quegli “ idioti” passano davanti alla sua aula tutti i giorni, minacciando chi entra per assistere alle sue lezioni. Gutz ha chiesto l’intervento del rettore, ma costui nonostante la promessa di fare qualcosa, non disse mai nulla ai ragazzi.

“ Pensavo ti facesse piacere visitare Berlino sotto Natale, tu non ci sei mai stata…è molto bella …staremo fino al 30 gennaio”.

 “ Come mai staremo fino a quella data a Berlino? Potremmo anche partire il giorno prima o quello seguente per la Francia?”.

Gutz  preso in contropiede, balbetta qualcosa  sottovoce.

La donna non disse più nulla a parte un : “ Ci penserò”.

Lei sa bene che la data del 30 gennaio è in concomitanza con il giuramento di Hitler al Reichstag, ecco la conferma dei suoi sospetti: suo marito vuole uccidere il futuro cancelliere della Germania.

La neve scende copiosa nei giorni seguenti, numerosi treni sono stati cancellati. La gente evita di scendere per non incorrere in spiacevoli incidenti. Solamente  le “ squadre d’assalto” girano incuranti del tempo con il loro manganello agganciato alla cintura.

Il professore, si prende delle ore di permesso dall’università per andare nel bosco situato alla periferia nord della città. Deve esercitarsi a sparare, la mano in principio trema al solo toccare la pistola, ma con il passare dei giorni, è sempre più ferma. Fa sempre attenzione che nessuno lo segua, parecchie volte allunga di proposito il percorso  in modo da depistare eventuali spie.

Un paio di giorni dopo Natale, arriva a casa con i biglietti per Berlino. Lui e la moglie sarebbero partiti alle nove del mattino, aveva anche prenotato in anticipo la camera d’albergo a pochi passi dal Reichstag.

Ilga alza le spalle e non parla, ma il suo volto la dice lunga sulla risposta che avrebbe dato: “ Caro marito mio, andrai tu a Berlino, io rimango qui!”.

La discussione inizia subito dopo pranzo, Gutz tenta in tutti i modi di convincerla , la prega in nome del loro amore.

“ Quale amore Hans? Quello delle bugie? “ .

L’uomo risponde solo che : “ Devi avere fiducia in me…devi credere in me…non puoi rimanere qui…sola…è…non puoi…”.

“ Vedi Hans, non hai neanche il coraggio di dirmi perché non posso rimanere qui da sola…questa discussione è durata abbastanza, andrai tu a Berlino e poi se vuoi in Normandia, io rimango a casa!”.

Gutz è a un bivio:  raccontare tutto alla moglie del suo viaggio nella capitale e poi in Francia o stare zitto e sperare che i servizi segreti aiutino la moglie  a scappare prima che arrivnoi nazisti. Opta per la seconda ipotesi, a Berlino avrebbe sicuramente incontrato uno degli agenti ne avrebbe parlato con lui, ama troppo sua moglie per lasciarla in mano a quei “ barbari”, a subire una condanna per una colpa non sua.

Il treno sfreccia lento, la neve ha smesso di scendere da un paio di giorni, ma in parecchi tratti si è formato del ghiaccio sui binari, il paesaggio è spettrale.

“Stazione di Berlino…i passeggeri che devono scendere si preparino!”.

Gutz si prepara, ha con sé solo una valigetta, dentro poche cose, la pistola nascosta nella tasca interna del cappotto.

Domanda l’indirizzo dell’albergo e si avvia a piedi, preferisce non prendere un tassì o un tram, avrebbero potuto risalire a lui in seguito. Ogni tanto scruta a destra e manca per  essere sicuro di non incontrare i suoi allievi iscritti all’ Associazione studentesca di Monaco, sicuramente sarebbero stati presenti, e con loro anche Karl Moll: “ Stupido di un ragazzo, tu sei diverso da loro, maledizione, diverso da loro!” esclama ad alta voce.

Dopo circa un’ora di camminata arriva a destinazione, un fattorino lo accoglie sorridendo: “ Benvenuto signor Frige, la stiamo aspettando”.

Rimane interdetto a sentirsi chiamare in quel modo poi capisce, il fattorino è uno degli agenti.

“ La sua camera è la numero sette, è al piano terra, da sul retro del palazzo, venga l’accompagno”.

La porta si apre e al suo interno un paio di uomini si alzano, il professore gli guarda con aria spaventata.

“ Buongiorno Herr Gutz, non abbia paura, io sono Scully e lui è Brandon, siamo agenti inglesi, i suoi angeli custodi se vogliamo…e anche il fattorino, è un fervente anti nazista”.

A queste parole il timido e pacifico professore si rilassa e abbozza un sorriso. I due uomini spiegano il loro piano d’azione, non differiva molto da quello che è stato riportato nella lettera che ha ricevuto.

“ Prima che lei entri in azione, faremo scoppiare una rissa, un parapiglia, questa avverrà nel momento preciso che Hitler percorrerà il corridoio del teatro Builde, dopo che sarà tornato dal Reichstag con  la nomina a cancelliere. La faremo entrare dal retro stando attenti che nessuna la veda o possa riconoscerla”.

 

( continua)

 
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