Creato da: paperino61to il 15/11/2008
commenti a caldo ...anche a freddo..

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Marzo 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
        1 2 3
4 5 6 7 8 9 10
11 12 13 14 15 16 17
18 19 20 21 22 23 24
25 26 27 28 29 30 31
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

I miei Blog Amici

Citazioni nei Blog Amici: 88
 

Ultime visite al Blog

elyravpaperino61tonorise1rbx1dglg1b9cassetta2DoNnA.Snomadi50bubriskaClide71cavaliericristianiacer.250zoppeangelom12ps12
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Delitti in note( primo capitolo)Delitti in note( terzo capitolo) »

Delitti in note(secondo capitolo)

Post n°2496 pubblicato il 02 Settembre 2019 da paperino61to

Riassunto: Il commissario Berardi sta indagando su delle minacce spedite all’impresario teatrale Marezzi intento a mettere in scena lo spettacolo del trio Lescano. Indagando scopre che il responsabile dei lavori Furchieri è scomparso senza apparente motivo.

 

Griseri riflette su queste parole, si versa un cognac, poi posa il bicchiere sul tavolo e risponde che lo conosce: ” E’ un cliente fisso del locale. Di solito si accompagna a Luisa, una moretta carina e di buona educazione. Non so dire se tra loro c’è qualcosa e manco mi interessa …”.

“Interessa che Furchieri spenda i suoi soldi giusto?” .

La risposta è affermativa, dalle sue parole però non ricavo nulla di interessante tranne l’indirizzo della ragazza.

“Commissario, ho come impressione che Griseri non abbia detto tutto!”.

“Concordo Tirdi, pure a me ha dato questa impressione. Non so se per convenienza o per paura”.

La ragazza abita in via Lancia in zona San Paolo in una casa popolare.

Sul suo volto rubicondo, appare una nota di spavento mista a sorpresa.

“Non abbia timore signorina, sono il commissario Berardi, dovremmo solo rivolgerle alcune domande”.

Ci fa segno di entrare, si scusa per il suo abbigliamento ma si è appena svegliata. La caffettiera emette il classico borbottio.

“Lei conosce un certo Elviro Furchieri? Il responsabile ai lavori del teatro Chiarella?”.

E’ incerta se rispondere, poi evidentemente capisce che si troverebbe in grossi guai se scopro che mento.

“Si, lo conosco, è una brava persona…però non capisco perché voi siate qui…gli è successo qualcosa?”.  Nella sua voce denoto un tremolio.

“Non lo sappiamo, l’unica cosa certa  è che è fuggito di senza dire nulla al suo principale e credo neanche a lei”.

La donna è incredula, cerca sul volto di Tirdi di capire se sto mentendo.

“Scappato? Ma non è possibile, me lo avrebbe detto di sicuro”.

“Purtroppo è vero, il suo alloggio è vuoto, dall’armadio ha preso solo pochi indumenti. Un testimone lo ha visto uscire con una piccola valigetta. E’ sicura che non le abbia detto nulla?”.

“Si sono sicura, ci siamo visti l’altro ieri al tabarin”.

“Una domanda indiscreta se mi permette: state insieme?”.

Le mani della donna non stanno ferme, a questa domanda  risponde con un flebile: “Forse…non lo sappiamo con certezza, ne lui ne io”.

“Per via del suo lavoro?”.

“Si! Inutile girarci attorno commissario, lei sa bene quale lavoro aspetti a una ragazza al tabarin. I clienti non sono certo rispettabili, a volte qualcuno viene anche con le mogli e fidanzate. Ovviamente non tutte si spingono oltre al solo far consumare i clienti, ma qualcuna c’è…”.

“Immagino che Griseri chiuda un occhio su questa cosa!”.

La donna non risponde, ma la risposta è scritta sul suo volto.

“Tornando a Furchieri, sa se ha dei nemici?”.

“Non credo, però ultimamente mi è sembrato preoccupato, non è più lui, come posso dire? E’ chiuso in se stesso”.

“Il motivo?”.

“Non lo so, non me ne ha mai parlato. Credo per il lavoro”.

“Ha avuto dei litigi con gli operai?”.

“Come ho detto non mi parlava mai delle problematiche di lavoro,  quando gli chiedevo qualcosa in merito al lavoro cambiava discorso. Una volta sola mi ha detto che era venuto un uomo a cercarlo”.

“Immagino che non gli ha detto chi era questa persona?”.

Il silenzio è eloquente, la donna non lo sa.

“Un’ultima domanda signorina, ha idea di dove potrebbe nascondersi? Ha qualche altro alloggio oltre quello dove risiede?”.

“Che io sappia no, lei crede davvero che sia fuggito?”.

“Si! Resta da capire il motivo”.

Dopo il colloquio avuto con la donna torniamo in questura. Non abbiamo elementi sufficienti per dire che Furchieri si sia allontanato per un’eventuale minaccia. L’unica cosa che posso fare è mandare un paio di agenti alle stazioni ferroviarie e delle corriere, per vedere se per caso qualcuno lo ha visto.

L’amica dello scomparso ci ha dato una sua fotografia, faccio fare un paio di copie da dare agli agenti.

“Che ne pensi Tirdi ?”.

“Difficile capirne qualcosa, ci sono delle lettere di minacce e una persona che scompare all’improvviso. Un po’ poco per riuscire a risalire ai colpevoli e se…”.

“Continua…”.

“E se fosse tutta una montatura da parte dell’impresario? Ho letto da qualche parte che nel mondo dello spettacolo sono avvezzi a questo tipo di giochetti, perché più si parla dei diretti interessati più la gente si interessa e si appassiona così che lo spettacolo quando va in scena fa il pieno di incasso”.

“Potrebbe essere, ma al trio Lescano cosa interessa? Sono già famose e lo stesso dicasi di Marezzi, è un nome noto in quel mondo”.

“Un’altra cosa mi lascia perplesso commissario…la ragazza dice di essersi svegliata da poco, però era già truccata, e dall’esperienza con mia moglie, so benissimo che una donna impiega tempo per farsi bella”.

“Quindi deduci che è arrivata a casa da poco oppure che si è svegliata molto prima per incontrare qualcuno?”.

“Si!”.

Il questore mi chiama nel suo ufficio, mi domanda dell’indagine, poi chiede un mio parere su un eventuale presenza di agenti: “Per la sicurezza delle ragazze, Berardi. Mi ha chiamato la signora De Leewe che stamattina nella buca da lettera ha trovato una busta. All’interno un foglio che consigliava di lasciare perdere lo spettacolo al Chiarella. Ovviamente la lettera è anonima. La donna si è spaventata ed è in ansia per le sue figlie”.

“Possiamo mettere degli agenti a protezione, anche se penso che questo sconosciuto non si fermerà di sicuro neanche davanti agli agenti per ottenere ciò che vuole”.

“Bene, darò ordine agli agenti, mi tenga informato Berardi, anche del più insignificante particolare, buon lavoro”.

Decido di andare a trovare le ragazze, sono in teatro per le prove. La mamma è molto scossa dalla lettera, domando se le figlie sanno di questa missiva.

“No commissario, loro erano già uscite. Ho paura e sto pensando di lasciar perdere tutto, mi spiace solo per Marezzi, ci lega un’antica amicizia”.

Rifletto un attimo, capisco bene la sua situazione.

“Signora, non posso prometterle nulla, l’unico che avrebbe potuto dirci qualcosa è scomparso dopo che è venuto un uomo a cercarlo. Magari non c’entra nulla in questa faccenda ma fino a quando non lo troverò non avrò una risposta in tal senso. In ogni caso farò tutto quello che mi è possibile per risolvere il caso e proteggere lei e le sue figlie”.

Alle stazioni nessuno ha visto Furchieri, i bigliettai alle casse ne sono sicuri, non hanno venduto nessuno biglietto all’uomo.

“Tirdi, posso dedurre che non è andato via dalla città, dubito che abbia preso un taxi però possiamo sempre provare a domandare”.

“Già fatto, risposta negativa da parte loro”.

“Quindi per forza di cose rimane l’ipotesi che sia nascosto da qualche parte, a meno che la sua ragazza abbia un’auto o ne abbia presa uno a noleggio…ci credo poco, visto che non naviga nell’oro”.

“E se…”.

Invito il collega ad esporre la sua tesi.

“E se l’uomo fosse nascosto nell’appartamento della donna?”.

“Potrebbe anche essere, però chi lo cerca sicuramente è a conoscenza della loro relazione, e sarebbe il primo posto dove andrebbero a cercarlo non trovi?”.

“Giusto. non ci avevo pensato…a meno che la donna non abbia parenti o altri amici a cui chiedere un favore”.

“Indaga anche sui famigliari di Furchieri mentre ci sei e vediamo se riusciamo a trovare qualcosa che ci porta a lui”.

Verso il pomeriggio in ufficio viene a trovarmi Marezzi, domanda se ci sono novità. E’ scioccato dalla lettera che ha ricevuto la De Leewe: “Penso di sospendere lo spettacolo, Eva è una cara amica, temo per lei e per le sue figlie commissario”.

“Capisco la situazione, però se cede ora cederà per sempre. E’ sicuro di non avere nemici? Magari qualche sgarbo a qualche collega o attori a cui ha rifiutato la parte?”.

“In questo mestiere è difficile non farsene, ma da quando sono qui in questa città non ho mai rifiutato a nessuno uno spettac…ora che ci penso un paio di anni addietro, un giovane venne da me a proporsi. Rifiutai, solamente perché doveva ancora migliorarsi, non perché non aveva la stoffa, e glielo dissi”.

“Come la prese?”.

“Può immaginare, se ne andò sbattendo la porta e urlando che me l’avrebbe fatta pagare, non concepiva che la sua arte venisse messa da parte per delle canzoni…e se la memoria non mi fa cilecca stavo allestendo uno spettacolo con Norma Bruni e Ernesto Bonino”.

“Ricorda il nome di questo attore?”.

“Sono passati diversi anni…mi faccia riflettere un attimo…Carlo Paris…si esatto Carlo Paris”.

Prendo nota del nome e domando se non l’ha più rivisto nel suo teatro.

“No, mai più rivisto, però non escludo che possa essere entrato come spettatore ad assistere agli spettacoli che ho organizzato”.

“Sa se qualche altra compagnia o teatri in città l’abbiano assunto?”.

“Che io sappia no, ma questo non vuol dire nulla, può anche aver cambiato cognome, sa quanti di questi personaggi bocciati al primo provino lo fanno?”.

“Indagheremo su questo tizio, altri ricordi che le vengono in mente? Delle ragazze cosa sa dirmi?”.

“Purtroppo non mi viene in mente altro. Che dire delle ragazze? Sono educate, bravissime nel cantare, non hanno grilli in testa”.

“Chi è stato a scoprirli?  Possiamo indagare anche su quest’uomo”.

“Non credo, purtroppo l’uomo è morto. Si chiamava Enrico Portino, è stato un fascista della prima ora, apparteneva alle squadracce e fondò il fascio di Biella. Nel 1929 conobbe la signora De Leewe e le sue figlie. Erano danzatrici acrobatiche del Ballet Dickson di Simon Dekker.  Portino divenne loro manager e si innamorò della mamma delle ragazze. Nel 1935, dopo una tournée in Polonia si trasferirono a Torino e dopo pochi anni l’uomo morì”.

Dalla chiacchierata con Marezzi non emerge nulla che non conosco già, Tirdi mi fa sapere che ha seguito Luisa, la donna di Furchieri ma non ha notato nulla di strano ne si è incontrata con qualcuno.

“Un collega mi ha dato il cambio, ora è davanti al locale dove lavora”.

“Bravo hai fatto bene!”.

I giorni seguenti non vi furono miglioramenti nell’indagine. Le ragazze Lescano continuano le prove in vista del loro spettacolo. Venerdì sera cantano un paio di canzoni all’Eiar di via Verdi, decido allora di mettere un paio di agenti a protezione.

“Commissario, sono Esposito la chiamo dall’Eiar, venga è successo una tragedia”.

Scendo da casa e corro in via Verdi, è a pochi isolati da dove abito.

“Fatemi passare, sono della polizia!”.

Esposito mi viene incontro e mi accompagna nel locale dove è accaduta la tragedia.

“Felzini, uno degli invitati al concerto, ha voluto entrare nella sala dove si sarebbe tenuto il concerto, dopo aver toccato uno dei tre  microfoni si è accasciato”.

“Avete chiamato un medico?”.

“Si! E’ accorso subito, era presente in sala”.

Mi presento al dottore e domando cosa sia successo all’uomo, la risposta mi lascia sgomento: “E’ come se avesse toccato dei fili elettrici, una scossa molto forte che lo ha ucciso all’istante”.

Chiedo se vi sono elettricisti presenti,  ci sono due addetti assieme a un paio di tecnici radiofonici. Spiego loro la situazione. Rimangono perplessi ma collaborano e dopo un paio di minuti tornano dicendo che nel microfono c’era un filo scoperto.

“Immagino che voi non ne sapevate nulla?”.

Sdegnati rispondono di no, che l’ultimo controllo è stato fatto un’ora prima che andasse in onda la trasmissione. Interviene anche il responsabile, confermando le parole dei suoi dipendenti.

“Se è possibile mi faccia avere una lista di tutti i presenti”.

Vado dalle ragazze, Giuditta sta piangendo mentre le altre due sorelle sono visibilmente scosse. La mamma è seduta su una sedia, con la testa tra le mani.

( Continua)

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963