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Messaggi di Settembre 2014

 

Lo Smemorato di Montecitorio

Post n°1779 pubblicato il 29 Settembre 2014 da paperino61to

“ Finché la barca va tu lasciala andare “, oddio per la verità qui la barca ” affonda “ e anche alla grande, ma poco importa al popolo italiano.

E’ partito il duello Juventus / Roma , sono iniziati i programmi che spaziano da Affari in famiglia o Tuoi , Avanti un altro, Uomini e Donne…ecc..insomma il meglio che possano offrirci i palinsesti televisivi.

Certo qualcuno avrà sentito  che il caro “ Smemorato “ di Montecitorio ha intenzione di Cancellare del tutto l’articolo 18, questo dannato articolo che non fa Investire imprenditori esteri da noi , che costringe l’imprenditore a non poter licenziare in nessuna maniera, a meno di non Chiudere l’intera fabbrica o aprirne una con meno di 15 operai.

Purtroppo il popolino italico ha memoria labile , lo si era già visto quando per la seconda volta hanno votato il futuro Pregiudicato , dopo i disastri combinati appena un paio di anni prima.

Dico memoria labile perché lo Smemorato di Montecitorio va dicendo in televisione, giornali, radio ( manca che appare anche quando siamo  al bagno ) a dire : “ Perché la Cgil non ha fatto nulla per le aziende sotto i 15 dipendenti ? “.

Pochi lo stanno smentendo , ricordandogli che anni addietro proprio la Cgil di Cofferati raccolse le firme per un referendum in merito all’allargamento sull’articolo 18.

Purtroppo non si raggiunse il quorum, perché il popolino beota se non ha le indicazioni del capo gregge non va a votare. I capi gregge di allora furono la Cisl , la Uil ( tanto per non smentirsi mai ) e il partito che in seguito si chiamerà  PD .

Di quest’ultimo mi fa ridere il caro venditore di pedalò alias Bersani , dove assieme ad altri dissidenti tuona ,minaccia ecc..ma nessuno le ricorda che sotto il Governo Monti , LUI e il suo partito appoggiarono la Riforma Fornero e di conseguenza la distruzione dell’articolo 18 per due terzi  ?

L’articolo 18 è l’ultimo baluardo per chi lavora, perché un Diritto NON va cancellato del tutto ma anzi Allargato, cosa che lo Smemorato di Montecitorio vuol fare..e caso strano dopo l’incontro con un certo Marchionne .

Inoltre siamo seri ma secondo voi un imprenditore estero sa cosa sia l’articolo 18 ? Sicuramente no..quello che sa senz’altro è che in Italia vi è la Mafia, Tangenti, Corruzione, Burocrazia !!

Altra cosa , secondo voi un imprenditore ha bisogno di licenziare o di assumere ? Io opto per la seconda ipotesi , e tenete conto per chi crede che l’articolo 18 sia il male assoluto che un datore di lavoro ha la possibilità di licenziare senza se e senza ma..anche grazie alla Riforma Fornero.

 

 Concludo dicendo che prima di licenziare bisogna che questo operaio Abbia il lavoro , ma questa opzione non ha poi molta importanza per lo Smemorato di Montecitorio.

 
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Serata teutonica

Post n°1778 pubblicato il 27 Settembre 2014 da paperino61to

L'altra settimana  ballavamo  sulle note di chi ha ospitato i Mondiali di calcio, stasera lo facciamo con chi lo ha vinto , e ammetto che anche nel rock non son male per nulla questi " tedeschi "..

 

 

                

 

 

 

 

 

                   

 

 

 

 

               

 

 

 

 

 

              

 

 

 

 

      

 

   

 

    

 
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La Piola ( capitolo settimo )

Post n°1777 pubblicato il 26 Settembre 2014 da paperino61to

 

 Guardai Perino mentre stava tirando fuori dalle sue tasche le manette, feci segno di no, di lasciar perdere.

“ Senti Fassio, posso darti la possibilità di intercedere con il giudice in cambio..” lasciai in sospeso la frase aspettando che l’uomo davanti a me smettesse di piangere.

“ Cosa …cosa devo fare ? Io non sono un assassino mi creda, ho partecipato ai furti in quei maledetti uffici postali ,  ma non ho ammazzato nessuna mi creda “ stava alzando la voce.

“ Calmati , ti credo , però vedi  sei complice per aver versato il vino avvelenato e tu lo sapevi  “  dissi queste parole sapendo di avere ragione e anche Fassio lo sapeva.

“ Commissario , cosa vuole da me ? Se venissi condannato all’ergastolo mia madre morirebbe, ha solo me come figlio “.

Perino sussurrò a bassa voce ma non abbastanza che non sentissimo : “ Avevi solo da pensarci prima “ .

“ Dobbiamo incastrare Caroli e la Lenzi . Nel frattempo tu firmi la confessione che Perino scriverà“ .

Fassio chinò la testa in segno di assenso , non aveva scampo ,  doveva collaborare .

“ Bene ,  vedo che collabori . Di solito dove vi trovate tutti e tre per decidere quali uffici svaligiare ? “ .

“ In un bar di Porta Palazzo , dietro via Milano. E’ un bar dove c’è solo gente losca “.

“ Perino prendi nota che dopo quest’operazione quel bar deve essere posto sotto sequestro e il titolare sbattuto dentro “.

Uscimmo dall’alloggio dell’operaio dopo un paio d’ore. Avevamo concordato il piano per incastrare i due complici , ovviamente se a Fassio veniva in mente di fare il furbo correndo ad avvertirli avrebbe trovato le manette pronte per lui, sotto il suo portone un paio di agenti in borghese lo tenevano d’occhio. Tornati  in ufficio  andai dal Questore per avvisarlo dell’operazione , nel frattempo dissi a Tirdi di andare dall’oste della piola e di arrestarlo per complicità nell’omicidio di De Nardi.

 

La sera seguente circondammo il bar di Via Milano , il cielo era scuro come non mai. Poca gente in giro avrebbe favorito la nostra operazione. Mi raccomandai con gli agenti al seguito di aspettare il mio segnale e soprattutto di non farsi vedere , tutti quanti dovevano essere in abiti borghesi e giungere sul posto con la macchina di servizio.

Il locale era sull’angolo della  piazza, più che un bar era una betola . Vidi entrare un paio di persone, guardai l’ora erano le 20, a breve dovrebbe giungere Fassio e poi a breve i suoi complici.

I minuti non passavano mai , e mi chiedevo se l’operaio fosse riuscito ad avvertire i suoi complici. Erano quasi le 21 quando Tirdi mi indicò una persona che stava arrivando da una via laterale : era Fassio.

Si guardò intorno e poi entrò nel locale. Dopo una mezz’oretta arrivò un’auto e scesero due passeggeri : Caroli e la Lenzi .

“ Commissario , se la sente ? “ era Tirdi che mi poneva questa domanda. Sapeva cosa provavo per quella donna. Sorrisi e risposi che non c’era problema  ,ma era un sorriso amaro.

Lasciammo passare una ventina di minuti e poi demmo il via all’arresto. Entrai nel locale con Tirdi e Perino al seguito. Il barista ci guardò con occhiate torve ma non disse nulla. I tre clienti che cercavamo erano in fondo alla sala nella penombra lontani da essere visti in volto.

Ci avvicinammo lentamente . Caroli sussultò al vederci  mentre la Lenzi si alzò in piedi e mi venne incontro .

“ Commissario , per fortuna è arrivato. La prego mi aiuti …” singhiozzava . Notai che al collo aveva un foulard.

“ Si segga signorina Lenzi e anche lei Caroli stia pure comodo, ci sbrigheremo in fretta mi creda “ dissi sedendomi a mia volta assieme a loro.

“ Bene, immagino che sappiate perché mi trovo  qui con i miei agenti  “ domandai guardando in volto la Lenzi. Era ancor più bella di quando la vidi la prima volta.

“ No , non sappiamo perché lei è qui. Forse si annoiava a stare in ufficio “ rispose Caroli che cercava di dissimulare la paura dell’arresto con una battuta.

“ Su via,Caroli lei non è uno sciocco . Sa bene perché sono qui, ora se vuole gli  spiego  il suo ruolo in questo trio di persone “.

 

L’usuraio si accese una sigaretta e convinto di appartenere a una certa élite disse : “ Ho amici influenti commissario , tutte le accuse cadranno nel vuoto mi creda “ .

Lo guardai e sorrisi , quando mai impareranno a stare zitti ? .

“ Lasci perdere Caroli , con me non attacca. Abbiamo due confessioni firmate, una è dell’oste della piola , l’altra sa già di chi può essere “.

Fassio abbassò la testa in segno di vergogna ,  mentre la Lenzi lo insultava con parole degne di uno scaricatore di porto. La commedia era all’atto finale, mancava ancora quel tocco di tragedia  che avvenne qualche secondo dopo quando Caroli tentò di tirare fuori la piccola pistola che portava con sé puntandola contro l’operaio.

Perino sparò per primo ferendolo ad una mano.

“ Ecco ,  è con questo si chiude il sipario . Vi arresto per l’omicidio di De Nardi , per i furti commessi agli uffici postali .   A tal proposito cara signorina ho saputo dal suo direttore che ha chiesto l’ennesimo trasferimento. Vedo che a sua mamma piace cambiare spesso casa , peccato che dal cimitero dove si trova sia piuttosto difficile  spostarsi “.

Se gli sguardi uccidessero sono convinto che non ne sarei usciti vivo da quel posto. La Lenzi mi fulminava senza dire nulla, il suo volto era una maschera di odio. Sputò in faccia a Fassio chiamandolo spia , mentre  Caroli emetteva  solo dei lamenti per la mano ferita.

“ Tirdi portali in questura , formalizzeremo li l’arresto e le accuse a loro carico. Fassio viene via con me “.

Guardai la donna , nonostante tutto capivo l’operaio che aveva cercato di fare di tutto per non farsela  scappare via.

“ Solo una mia curiosità signorina , permette ? “ dicendo così mi avvicinai e tolsi il foulard, come immaginavo non c’erano segni di impronte sul suo collo, nessuna ecchimosi testimoniava l’aggressione.

 Il giorno seguente mi presi un giorno di ferie e  verso le 18 rientrai a casa ,  avevo una sensazione angosciante senza sapere  bene il motivo. Misi su il caffè e accesi la radio :   “ Combattenti di terra, di mare, e dell'aria! Camicie Nere della Rivoluzione e delle Legioni, uomini e donne d'Italia, dell'Impero e del Regno di Albania. Ascoltate! .. La dichiarazione di guerra è già stata consegnata agli ambasciatori di Gran Bretagna e di Francia . La parola d'ordine è una sola, categorica e impegnativa per tutti. Essa già trasvola ed accende i cuori dalle Alpi all'Oceano Indiano: vincere! E vinceremo, per dare finalmente un lungo periodo di pace con la giustizia all'Italia, all'Europa, al mondo “ .

In quel momento mi tornarono in mente le lacrime di Mamma Gina.

                                          Fine

 

 

 
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La Piola ( capitolo sesto )

Post n°1776 pubblicato il 24 Settembre 2014 da paperino61to

 

Lasciai il direttore Guidi dicendogli che non era il caso, era solo una mia curiosità. Tornai in ufficio a piedi, avevo bisogno di riflettere. Il mio cuore diceva che non era possibile che Rosanna abbia fatto una sceneggiata del genere e poi per quale motivo,  ma la mente di un commissario diceva il contrario, lei faceva parte della banda che ha rubato i soldi alla posta ed era coinvolta nell’omicidio.

Stavo entrando nel portone della questura quando mi sentì chiamare:  era Perino.

“ Commissario , mi son fatto dare dalla ditta dove lavora Fassio i giorni che era in permesso, coincidono con quelli del furto alla posta e non solo, altre volte si assentava e caso strano sempre nei giorni dove avvenivano  furti ai vari uffici postali  in varie zone di Torino “.

“ Bravo Perino, ora andiamo dalla madre di Fassio a vedere se è vero che era andato a trovarla  , partiamo subito . “

Arrivammo ad Asti in un ‘oretta circa. La madre di Fassio abitava in una casa popolare sita all’ingresso della città. Era la tipica donna di campagna, morto il marito venne ad abitare  in città con il figlio. Poi lui andò a Torino per trovare lavoro e lei rimase ad Asti,  non ne voleva sapere di trasferirsi , aveva lì sue radici .

Con garbo le chiedemmo se era tanto che non vedeva il figlio , rispose che era quasi un anno . Ogni tanto le mandava una lettera dove raccontava cosa faceva, com’era il  lavoro.

Guardai Perino , avevamo fatto centro , Fassio  ci aveva detto  una bugia, non che mi importasse cosa avesse detto alla ditta, ma se non era andato da sua madre dov’era andato ? E con chi ? Soprattutto perché ci aveva mentito ?

Tornammo a Torino e ci recammo all’abitaizone dell’ l’operaio Fassio. Via Caraglio è una via della zona San Paolo abitata per lo più da operai e non distante dall’osteria dove è avvenuto il delitto.

Aspettammo all’ingresso del portone, in casa non c’era nessuno. Un condomino ci disse che avrebbe dovuto arrivare a breve, faceva il turno del mattino.

In lontananza vedemmo una bici arrivare, era Fassio. Appena ci vide si bloccò e girò la bicicletta nel senso contrario da  dove era arrivato  .

“ Presto Perino alla macchina , dobbiamo bloccarlo !”.

In pochi minuti lo avevamo raggiunto. La bicicletta era stata lasciata sul ciglio di un campo, mentre l’operaio correva verso la parte opposta.

“ Fermo o sparo ! “gridai e tirai fuori la pistola pronto a far fuoco. Fassio si girò e capì che non stavo scherzando, si fermò e ci venne incontro con le mani alzate.

 

 

“ Allora Fassio , non mi dire che avevi voglia di tornare in ditta a lavorare  “ domandai sarcastico mentre la mia pistola era sempre puntata sulla sua persona.

L’uomo non rispose , i suoi occhi guardavano a terra .

“ Hai due possibilità , o parliamo dietro a un bicchiere di vino a casa tua oppure in questura. A te la scelta , per noi fa lo stesso “ il tono della mia voce non ammetteva repliche.

“ Io…io..non scappavo è che…va bene commissario andiamo a casa mia “ rispose Fassio .

L’abitazione dell’operaio consisteva in una camera sola, da un lato la cucina dall’altra una brandina , il bagno come sovente accade era sul ballatoio.

“ Forza racconta tutto, sappiamo che sei invischiato nel furto all’ufficio postale e non solo in quello e  spero che tu non sia coinvolto nell’omicidio di De Nardi “ dissi mentre osservavo il suo volto farsi sempre più bianco.

Fassio prese il bicchiere di vino e lo trangugiò in un sol colpo. Ci guardò con occhi spenti , come se guardasse un punto indefinito senza poterlo cogliere.

“ Non volevo commissario mi creda, non volevo “ disse singhiozzando.

“ Cosa non volevi ? Spiegati meglio “.

“ Non volevo partecipare al furto , ma lei ….io l’amo capisce ? Ha mai amato una donna commissario ? Si fa di tutto per renderla felice  “.

“ Di che donna parli ? “ .

Fassio mi guardò e un sorriso spuntava sul suo volto .

“ Non ha ancora capito vero ?  “ rispose l’uomo.

Guardai Perino ,  che parlò  al posto mio : “ Per Dio, se non parli chiaro ti portiamo dentro e buttiamo via la chiave, non abbiamo tutto il giorno a disposizione “. La frase come venne pronunciata fece effetto su di lui che continuò a parlare  cercando di seguire un filo logico.

“ La mia donna la conosce commissario , e anche bene. Si chiama Rosanna Lenzi “.

A quelle parole rimasi di stucco, la rabbia mi saliva  e se non ci fosse stato Perino l’avrei preso a schiaffi, ebbi solo la forza di dirgli che stava mentendo .

 

“ Non sto mentendo  mi creda , arrivati a questo punto avrei tutto da perdere. Siamo insieme da diversi anni, abitiamo ognuno a casa sua, ma ci vediamo ogni giorno finito il lavoro  “.

“ Vai avanti , cosa c’entra lei con il furto ? “ .

“ Lei c’entra più di quanto si possa credere. Aveva mania di grandezza , non le bastava mai quello che potevo offrirle. Una sera mi disse che dove lavorava c’era la possibilità di rubare dei soldi “.

“ Parli dell’ufficio  dove lavora ora la Lenzi  ? “ .

“ Non solo , lei ha lavorato in due uffici diversi : Borgo Dora e Madonna di Campagna,  poi si fece trasferire in quello attuale con la scusante ( sempre la solita )  che era vicino a sua madre. Tutte balle, la madre era morta da anni “.

“ Oltre voi due quella sera chi c’era  ? De Nardi posso supporlo , e poi ? “.

“ Si lui c’era , era stufo di vivere con la paga che prendeva , voleva avere dei soldi per andarsene via dall’Italia. L’altra persona era Caroli , l’usuraio “.

Perino anticipò la mia domanda sul perché era presente questa persona.

“ Era arrivato prima di Rosanna e di De Nardi, le dovevo dei soldi. Soldi che mi ero fatto prestare per continuare a tenere la Lenzi  con me “ e  come un bimbo scoppiò a piangere.

“ Bene , Fassio  fino a qua siamo arrivati, ora però devi dirci chi ha ucciso il povero De Nardi “.

Fassio smise di piangere e balbettando disse che lui non c’entrava nulla con l’omicidio .  Lui era alla locanda come sempre , doveva solo incontrare De Nardi  e cercarlo di convincerlo a non parlare.

“ Vi voleva tradire ? “ domandai all’operaio che ora aveva ricominciato a piangere.

“ Si, ci voleva tradire tutti se non…se..quel bastardo...voleva Rosanna tutta per lui. Dovevano andare via insieme..quel gran porco ! “.

Si versò dell’altro vino , se fosse stato in una piola avrei subito detto che beveva per dimenticare.

“ Caroli mi disse senza giri di parole che De Nardi doveva sparire per sempre ! Si mise d’accordo con l’oste , la bottiglia dove avrebbe bevuto era avvelenata, l’altra no, un segno sull’etichetta mi avrebbe permesso di non sbagliare  a versare il vino “.

( Continua )

 

 

 

 
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Visitare Torino : Il Museo di Antropologia ed Etnografia

Post n°1775 pubblicato il 23 Settembre 2014 da paperino61to

 

            

 

 

Il Museo ha origine nel 1923, quando il professor Giovanni Marro ottiene la cattedra di Antropologia nell'Istituto di Torino.

 

Qui raccoglie materiale antropologico ed etnologico proveniente anche dai suoi scavi in Egitto, insieme ad alcuni oggetti della collezione del padre, antropologo e psichiatra, il professor Antonio Marro.

Nel 1925 alla raccolta erano destinate due sale dell'Istituto, mentre nel 1936 vennero allestite nuove stanze a Palazzo San Giovanni, sede attuale, dove la collezione potè essere arricchita da maggiori acquisti.

        

 

Nel 1952, alla morte di Marro, la collezione viene curata dalla sua assistente, la Prof. Savina Fumagalli, per poi diventare di proprietà dell'Università nel 1961.

Dal 1984 il Museo viene chiuso e le raccolte non sono più esposte in modo permanente al pubblico, ma solo con esposizioni temporanee. La collezione del Museo propone un viaggio nella storia naturale dell'uomo, attraverso l'evoluzione della specie e le varie culture in cui si è andata differenziandosi.

 

          

 

Da segnalare la considerevole raccolta di reperti egiziani, costituita da scheletri, mummie e crani. Di importante valore è lo Zemi in cotone, idolo delle popolazioni caraibiche che lo ritenevano la sede dei fenomeni naturali e degli spiriti dei defunti. Venne ritrovato in una grotta di Santo Domingo nel secolo scorso.

 

 
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