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Messaggi del 04/03/2015

 

La mano del destino ( Capitolo secondo )

Post n°1883 pubblicato il 04 Marzo 2015 da paperino61to

 

Dagli altri uffici non ricevemmo notizie confortanti , nessuno aveva denunciato la scomparsa delle due donne. Eravamo in un vicolo cieco, lo dovevo ammettere. Il questore mi chiese se avevamo una pista sottomano , ma dovetti dirgli che non sapevamo come muoverci.

Deluso uscii dall’ufficio, vagai per un paio di ore per le strade del centro. La vita era ripresa anche se nei volti della gente la paura si intravedeva. Ero in un bar di Corso San Maurizio quando una ragazza entrò trafelata urlando : “ Chiamate la polizia, è successo qualcosa a Oriella “.

Guardai il cameriere il quale  mi disse sottovoce  che la ragazza in questione era una dipendente del bordello della signora Agnese.

“ Presto , fate presto per amor di Dio , deve esserle successo qualcosa “ la voce tremante della ragazza non poteva essere ignorata, mi alzai e andai da lei .

“ Buongiorno , sono il commissario Berardi , si calmi ora e mi racconti tutto “.

“ Venga, presto “ e dicendo così mi prese per il braccio facendomi uscire dal locale. Mentre camminavamo a passo spedito mi raccontò cosa fosse successo , questa Oriella era attesa da un cliente, ma dopo una quarantina di minuti non era ancora andata a chiamare il signore che l’aspettava.

“ Siete sicure di averla vista entrare nella sua camera ? Magari è uscita “ domandai.

“ Impossibile, per uscire si passa davanti al bancone della signora Agnese. No…impossibile. L’abbiamo vista salire in camera per prepararsi e poi..” la voce si fece flebile.

Svoltammo in via Bava, il bordello era al numero 26. Un vecchio edificio a due piani.

“ Le stanze all’ultimo piano sono per noi ragazze, molte arrivano da fuori regione “ disse la ragazza  che nel frattempo disse di chiamarsi Rita Malforti .

Salimmo al primo piano, una signora sulla cinquantina mi venne incontro domandandomi chi fossi, le risposi che ero della polizia.

“ Meno male che è venuto di corsa, venga da questa parte la camera è l’ultima sulla sinistra …ragazze via da lì, è arrivata la polizia “ .

Le ragazze ( una decina ) erano davanti alla porta e non avevano  nessuna intenzione di spostarsi per cui dovetti alzare la voce .

La signora Agnese bussò un paio di volte chiamando il nome di Oriella , ma  nessuno rispondeva. Decisi di entrare sfondando  la porta, che era chiusa dallìinterno.

La stanza era immersa nella penombra ma  sentivo  un singhiozzo provenire e accesi la luce. Il mobilio era alquanto scarno : uno specchio innanzi al letto, un lavandino , una sedia e un appendi abiti.

 

Sul letto era seduto  un ragazzo  che singhiozzava. Quando mi vide urlò  . “ Non sono stato io , lo giuro “ !

Riverso sul pavimento , c’era il corpo della ragazza. Inginocchiatondomi  , le tastai il polso che  non batteva più. Dietro di me sentì le grida delle ragazze, mi voltai e dissi : “ Chiamate la Questura presto, domandate dell’agente Perino  “.

La signora Agnese si avvicinò e : “ E’ …” ?

Con il capo feci un cenno di assenso , poi andai dal ragazzo . Notai solo ora che in mano teneva un coltello insanguinato.

“ Ragazzo, posa il coltello , non peggiorare le tue cose “ , dicendo così la mia mano si posò sulla pistola che tenevo nella tasca del cappotto.

Mi guardava come se fossi di un altro pianeta, era evidentemente in stato di shock.

Sedetti accanto a lui e gli tolsi il coltello dalla mano.

“ Come ti chiami “ ? gli domandai .

Aspettò un paio di minuti prima di rispondere poi disse : “ Piero…Piero Cacetti , mi creda non sono stato io ad ucciderla..”.

“ D’accordo , ora però calmati e raccontami come è andata “.

Nel frattempo era arrivato Perino con un paio di colleghi. Le feci cenno di aspettare e di chiamare Stresi per le prime valutazioni .

Il ragazzo riprese a parlare : “ Sono entrato da là “ ed indicò il balcone.

“  Sono salito dal tubo che porta alla grondaia, la finestra era  aperta ..”

“ Perché non sei entrato dalla porta  “ ? .

“ Perché….perchè la signora Agnese non mi avrebbe fatto entrare..ecco il perché . Io amavo Oriella e volevo portarla via da questo bordello . La vecchia sapeva che Oriella non voleva fare più questa vita “.

Si mise la testa tra le mani ed iniziò a piangere, tirargli  fuori altre parole sarebbe stato impossibile.

“ Perino  vieni qui, accompagna il ragazzo in Questura . Li sopra c’è l’arma dell’omicidio “, poi uscì dalla stanza. Le altre ragazze erano nell’ingresso che mi aspettavano .

Dovetti urlare per farmi sentire.

“ Signorine, prego. Purtroppo per la vostra amica non c’è più nulla da fare ..il sospetto indiziato verrà condotto in caserma per interrogarla. A breve arriverà il medico legale, nel frattempo i miei agenti vi interrogheranno , vi prego rispondete , qualsiasi cosa , anche il particolare più insignificante può essere importante. “ Mi avviai all’uscita, ma prima di chiudermi la porta alle spalle chiesi alla signora Agnese di presentarsi l’indomani  nel mio ufficio.

 

L’indomani mattina in ufficio c’era un via e vai delle signorine che lavoravano nel bordello, ma dalle testimonianze non risultò nulla che facesse trapelare che la vittima voleva andarsene via dalla casa di via Bava.

L’unica che aveva avuto un sospetto ma subito dissipato era Rita Malforti .

“ Non so commissario, ma il mio sospetto è che Oriella volesse scappare. Una volta mi ha detto di non farcela più con questa vita. Poi però subito dopo aggiunse che stava scherzando e ridendo come una matta salì le scale con un cliente “.

Interrogai anche la signora Agnese De Matteis , proprietaria del bordello. Natia di Castigliole D’asti ma residente a Torino da decenni. Prima ha fatto la prostituta in proprio , poi ha aperto la casa dove che  dirige attualmente.

“ I nostri clienti sono ..come posso dire ..di ceto elevato , non so se mi spiego “ disse mentre si accendeva una sigaretta.

“ Capisco bene signora, questa pubblicità la danneggia intende dire “ ? domandai con una certa ironia.

“ Direi di si, è una casa rispettabile se così la posso definire “ mentre sul suo volto comparve un sorriso, evidentemente compiaciuta della parola rispettabile.

“ E’ un lavoro come un altro lo  ammetto. Signora , i clienti della povera Oriella , sa chi erano ? “.

Ci pensò un attimo , poi le sue  labbra si contrassero in una smorfia.

“ Vede commissario, se le dico i nomi vedo  dei guai , guai molto seri per la sottoscritta . Non so se mi capisce “ .

Posai la matita con cui prendevo gli appunti e risposi : “ Vede cara Agnese De Matteis , lei è già nei guai. Inutile che stia ad elencarle i motivi  “.

La donna contrasse ancora di più le labbra , un pallore spuntò sul suo volto nonostante il trucco abbondante.

“ Senta commissario, quella è gente che non scherza mi creda. Ho paura  non solo per me ,  ma anche per le ragazze che sono delle figlie per me “.

Capii che non avrebbe mai risposto manco sotto tortura.

“ Va bene vada, ma attenzione , se scopro che lei è complice dell’omicidio saprà che manco io scherzo “.

La donna uscì dall’ufficio cercando di sfoggiare un sorriso.

 

Tirdi che aveva incrociato la signora nel corridoio , entrando in ufficio disse : “ Commissario , ma tutte da lei vengono  le belle donne “ ?

Accompagnai con un gesto eloquente il sorriso che dedicai al mio sottoposto.

“ Senti spiritoso ho un lavoro da fare , te la senti “ ? domandai.

“ Certamente “.

“ Bene, devi pedinare la signora appena uscita. Non la conta giusta, sa qualcosa  della povera ragazza uccisa. Voglio scoprire chi erano i suoi clienti “.

“ Crede che sia stato uno di loro “ ?

“ Non lo so Tirdi ,forse  no , magari è quel ragazzo . Dato però che la signora si è dimostrata molto reticente nonostante il mio fascino , meglio pedinarla e vedere se riusciamo a scoprire qualcosa “.

“ D’accordo ,allora mi metto subito all’opera “.

“ Ah, ancora una cosa , adesso richiamo quei mie amici,  così se la casa è libera potete andarci quando volete  “ .

“ Se non compromette l’indagine anche domani, le valige le abbiamo già pronte “.

“ Perfetto , ti farò sapere, andreste a Viù, penso  vi piacerà il posto “.

“ Andrà benissimo, purchè sia fuori Torino, nel venire qui ho visto numerose persone sfollare con ogni mezzo “.

“ Ora vai e fammi avere un rapporto sul mio tavolo per stasera o al massimo chiamami a casa se non riesci prima “.

Tirdi uscì e si mise alle costole della bella De Matteis.

Nel frattempo il presunto assassino era negli uffici al piano sopra per essere interrogato da un altro  collega. Decisi ugualmente di farci un salto e vedere se si riusciva a cavare qualcosa dalla sua bocca.

“ Ciao Enzo, come va con il ragazzo “ ? domandai.

“ Ciao Berardi, l’unica cosa che ripete è : non l’ho uccisa io “ rispose il collega.

Presi una sedia e mi sedetti di fronte a  Cacetti : “ Senti non so se ti  rendi conto che sei nei guai a non finire. Meglio se parli , credimi ,lo dico per te “.

Mi guardò  con i suoi occhi spenti, il volto disfatto da quello che era successo.

“ Commissario, mi creda non l’ho uccisa io. Perché non volete credermi , amavo Oriella “.

“ Comincia dall’inizio ,quando vi siete conosciuti e dove ?“ .

( continua )

 

 

 

 

 
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