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Messaggi del 15/09/2017

 

Il destino in una pallottola ( sesto capitolo)

Post n°2266 pubblicato il 15 Settembre 2017 da paperino61to

Da una stanza dell’università il vociare di una discussione si propaga nei corridoi dell’ edificio. Gutz entra per capire cosa stia succedendo, alcuni studenti stanno insultando a male parole un loro compagno.

All’apparire del professore il silenzio cala all’improvviso.

“ Cosa sta succedendo? E’ inammissibile il baccano che state facendo!”.

Un ragazzo è appoggiato all’angolo di un muro, il suo viso implora aiuto.

“ Allora? Devo ripetere la domanda?”.

Uno studente risponde che non è nulla, solo una piccola discussione su un libro.

Gutz domanda che libro potesse mai generare una discussione così accesa con insulti non consoni a degli studenti universitari.

“ Ecco, professore è questo…”.

Gutz guarda il titolo e poi gli studenti, la bocca aperta lascia intravedere il suo sbigottimento, non riesce a trovare parole per esprimere quanto ha letto anche se superficialmente. Guarda lo studente che è sempre appoggiato nell’angolo, e capisce il perché chiede aiuto con lo sguardo.

“ Fuori di qui, immediatamente e questo libro lo requisisco”.

Qualcuno dei ragazzi tenta di dire qualcosa ma ci rinuncia, uscirono in silenzio.

“ Come ti chiami?” domanda Gutz allo studente impaurito.

“ Michael Owkrey, professore”.

“ Di dove sei?” può immaginare la risposta.

“ I miei sono di Danzica signore, ma io sono nato qui a Monaco…sono tedesco”.

“ Perché ti stanno insultando?” Un livido sotto l’occhio sta comparendo sul volto del ragazzo.

Non risponde,  china solo la testa.

“ Non aver paura…rispondo io per te, tu fai si o no con la testa. E’ per via del libro vero?”.

Fa un cenno  con la testa in segno affermativo.

“  I tuoi compagni si sentono puri, la razza eletta e tu avendo origini polacche sei il diverso”.

Altro cenno affermativo.

“ Immagino che hai letto il libro o almeno qualche pagina ed hai provato disgusto e in qualche modo hai cercato di spiegarne il motivo a loro?”.

Un flebile si esce dalla bocca del ragazzo.

“ Vai a casa ora e non ci pensare più, e…un consiglio: stai alla larga da loro più che puoi”.

Il professore  poteva suggerirgli di scappare dalla Germania con i suoi genitori, andare lontano perché la morte sarebbe presto venuta a trovarli, ma rinuncia ed insieme escono dalla stanza.

E’ sconvolto per quello che è successo, la piaga del razzismo e della violenza sta prendendo piede, si allarga a qualsiasi strato sociale. Non risparmia neanche la sacra università, la conoscenza dell’intelletto e del sapere sarebbe stato spazzato via come una foglia viene spazzata da un vento fortissimo.

A fatica termina le lezioni che ha in programma quel giorno, nel pomeriggio va al parco e nonostante la temperatura fosse fresca, si siede su una panchina ed inizia a leggere il libro.

Pagina dopo pagina, frase dopo frase, il suo volto esprime disgusto e rabbia. Il suo cuore piange dolore per aver visto  studenti entusiasti davanti a queste nefandezze spacciate per verità, come se fosse la Bibbia.

Ecco cos’è questo libro per questi esseri dementi: la Bibbia.

“ Mio Dio…mio Dio…ma cosa sta succedendo? Perché la gente non capisce in quale baratro stiamo precipitando?”.

L’orologio del campanile suona le quattro, si alzò dalla panchina e lentamente si incammina verso casa. E’ sconvolto dalla lettura, passa davanti a un locale ed entra e ordina un bicchiere di cognac.

Ne chiede altri due, se ascolta la sua volontà si sarebbe preso una sbronza, ecco una bella sbronza per non pensare a nulla…per non pensare a lui, a quel maledetto mandato dal diavolo in persona per annientare la razza umana.

Sulle guance il rossore fa capolino, alcuni clienti lo guardano scuotendo la testa come dire: “ Guarda che bell’esempio che dà ai nostri giovani”, l’hanno scambiato per un ubriaco.

Passando per il viale del parco incrocia degli uomini, indossano delle camice brune su pantaloni dello stesso colore, e con un cappello con la visiera.

Prova un brivido salirgli lungo la schiena, cammina molto lentamente, la mano dentro il cappotto tocca il libro. Istintivamente lo prende e se lo mette sottobraccio con in bella vista il titolo.

Il gruppetto degli uomini è a pochi passi da lui e si fermano ad osservarlo. Uno di loro esclama: “ Avete visto che libro tiene sotto il braccio? E’ uno dei nostri!”.

Ridendo tutti insieme,  passano  accanto al professore e lo salutano con il segno romano.

L’uscita del parco è a pochi passi da lui, la paura lo sta dominando totalmente. Se lo avessero fermato anche solo per fargli i complimenti non sa come avrebbe reagito.

La fortuna lo aiuta, non lo fermarono, e Gutz può uscire tranquillamente. Svolta l’angolo e si siede sul gradino del marciapiede. Il cuore batte forte, sembra uscire fuori dal suo corpo, la schiena è bagnata di sudore, il sudore della paura.

Riprende fiato, cercando un po’ di  tranquillità dentro di sè, dopo diversi minuti si rialza. Per strada poca gente, ma da li a breve sarebbero usciti dagli uffici e sarebbe stato imbarazzante se qualcuno gli avesse domandato cosa era successo, ancora di più se avessero notato il libro.

“ Maledetto libro!” è tentato di lasciarlo sul marciapiede, poi decide di metterlo in tasca, e di bruciarlo nel camino di casa.

“ Ciao amore com’è andata al lavoro?”  la moglie lascia per un attimo la cena che sta preparando per andargli incontro.

Nota sul volto del marito che è successo qualcosa, lo aiuta a togliersi il cappotto, lo accompagna alla poltrona.

“ Hans, cosa ti è successo? Hai avuto di nuovo delle visioni?”.

L’uomo guarda la donna ed incomincia a piangere.

Gli racconta dell’aggressione allo studente di origine polacca a causa del contenuto del libro, di quel maledetto libro. Di come incrocia quegli uomini in divisa, di come la paura prende il sopravvento in lui.

“ Hans, ora calmati, sei a casa con me…ma come può essere che un libro ti possa avere sconvolto così tanto?”.

La donna si alza e va a vedere se ai fornelli tutto era posto, nel tornare getta lo sguardo sul tavolo dove c’è il libro appoggiato, lo prende in mano e legge ad alta voce il titolo: Mein Kampf di Adolf Hitler.

 

( Continua)

 
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