ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi di Gennaio 2016

Concerto per te 15

Post n°1123 pubblicato il 31 Gennaio 2016 da lascrivana

Nonostante non vi fosse mai stata, Luciana sapeva benissimo dove si trovava l'abitazione di Marisol. Vi arrivò in una decina di minuti e, dopo aver parcheggiato la macchina accanto al marciapiede opposto, pensò al modo migliore per sorprenderla. Certo, la parte razionale le diceva che, forse, avrebbe fatto meglio a chiamare la polizia. Però non aveva ancora sporto denuncia per la scomparsa di Luke, e Simon poteva anche averle raccontato un sacco di balle. E anche nell'improbabile caso che le avessero dato retta, quale giustificazione avrebbe potuto dare se avessero fatto irruzione e non avessero trovato nulla? Come minimo, avrebbe rimediato una denuncia da parte di Marisol stessa. No, doveva agire da sola e farlo nel più breve tempo possibile, ne andava della vita di Luke. Prima di passare all'azione però, prese il cellulare e compose il numero della polizia.

-Ho sentito un colpo d'arma da fuoco...correte!- quindi, dopo aver dato l'indirizzo di Simon e ignorato la richiesta d'identificarsi, attraversò la strada.

 

Quando, per l'ennesima volta la porta si aprì, Luke pianse. Ormai era allo stremo delle forze, debilitato oltre ogni limite e con i muscoli a pezzi, tutti, tranne quello con cui Marisol lo stava uccidendo. Maledicendo la sua giovane età, e il fatto di non riuscire a trattenersi, alzò un braccio in direzione della donna. Il tintinnio della catena risuonò attutito nella stanza insonorizzata mentre la donna, sorridente e semi nuda, si avvicinò a lui.

-Ti...ti prego...basta...-  uscì un suono gorgogliante e quasi inumano, la supplica di un morente.

-Tesoro...- rispose Marisol allungando una mano verso il suo inguine.

-E' lui che mi vuole, è lui che mi desidera, perché deluderlo?-

Singhiozzando, Luke chiuse gli occhi e appoggiò la nuca alla parete, avvertendo nel contempo il proprio sesso reagire a quelle carezze.

-Avrebbe potuto essere più piacevole, per te. Invece hai preferito quella puttanella, non avresti dovuto farlo sai? Io sono una vera donna, solo io sono in grado di darti il piacere assoluto, io sola posso farti godere sino alla morte!-

Chinandosi in avanti, affondò la testa tra le sue gambe, per poi arrestarsi di colpo. Un rumore, proveniente dal piano superiore, la mise in allarme. Anche Luke l'aveva sentito, alimentando in lui una seppur tenue fiammella di speranza. Apparentemente calma, Marisol si rimise in piedi e lo guardò con un mezzo sorriso.

-Non temere, tesoro, torno presto- quindi si voltò lasciandolo solo.


Giunta nella stanza adiacente la taverna, Marisol indossò rapidamente jeans e maglietta quindi, da un cassetto, prese un lungo coltello da cucina e salì le scale in silenzio. Cosa poteva essere stato? Che Simon avesse deciso di tornare? Così fosse, stavolta gliel'avrebbe davvero fatta pagare, era stufa delle sue menate e dei suoi dubbi. Non avrebbe mai ammazzato Luciana, di questo ne era certa. Nonostante le arie da duro, era solo un pusillanime senza palle, e ne aveva dato ampia dimostrazione durante l'aggressione a Luke. Nell'imboscata infatti, si era rifiutato di colpirlo, costringendola a strappargli il bastone di mano e farlo lei stessa. Guardinga, aprì lentamente la porta che dava nell'appartamento, il coltello proteso dinanzi a se e pronto a colpire.

La mazzata la prese proprio sul braccio, all'altezza del gomito. L'arto si paralizzò e, mentre il dolore le risaliva sino al cervello, il coltello le sfuggì andando a ruzzolare sul pavimento. Non ebbe neppure il tempo di capire ciò che stava accadendo quando il secondo colpo, ancor più potente, la raggiunse alla bocca dello stomaco. Piegandosi su se stessa, scossa da violenti conati, impattò con le ginocchia al suolo cercando di vedere chi fosse l'aggressore. Non fece in tempo.

Il terzo colpo, se possibile ancor più forte, la centrò appena sopra l'osso sacro.

Come una bambola di pezza si afflosciò del tutto, poi fu solo buio.



Bene, cara Laura, siamo giunti all'epilogo ormai. E' chiaro che l'aggressore è Luciana, e questo lo capiranno tutti ma, come ogni tanto mi piace fare, vorrei che fossero i tuoi lettori a decidere che fine debba fare Marisol.

Cosa farà la stessa Luciana una volta che avrà liberato Luke? Penserà solo a lui, portandolo magari in ospedale? Oppure, insieme, decideranno della sorte di Marisol? Oppure sarà lo stesso Luke a voler vendicarsi della sua torturatrice? Gli scenari sono molti, come puoi ben vedere :) 

Se non ti va questo finale un po' strambo, nessun problema, decidi tu cosa vuoi fare. Onorato ancora una volta di aver collaborato con te :) 

Danio e Laura

 
 
 

La prescelta

Post n°1122 pubblicato il 29 Gennaio 2016 da lascrivana

La mora donzella seduta in riva al fiume

sfinita e triste si lisciava le piume

Un passero solitario raccolse il suo lamento

e dalle sue lacrime ne bevve il tormento

Fortificato dalla cristallina bevuta

In un enorme animale alato esso si tramuta

Carica in groppa la mesta fanciulla

E della sua schiena ne fa una culla

La lascia sprofondare in sonno fatato

e la trasporta in un mondo incantato

Su una soffice nuvola la adagia dolcemente

e con un soffio la spinge nei giochi della mente

La protegge da ogni infida creatura

per mantenere la sua anima innocente e pura

Sempre vicino, costante e paziente

le tiene la mano teneramente

che stringe forte  nella sua zampetta dorata

 avvolgendola protettivo con la sua spalla alata

Per lei, lui è il sole la luna e le stelle

Il mare, la terra e le infinite cose belle

Dal suo amore perpetuo si lascia guidare

In sentieri intrisi di voglia d'amare

Dove la passione non è soltanto carnalità

ma voglia di vivere la vita nella sua totalità

Per lei, lui  ha creato un tappeto d'argento

per farla camminare al centro del firmamento

Ha trasformato ogni sua ora normale

Per farle sentire ogni giorno speciale

L'ha sollevata da ogni fardello pesante

E ne ha baciate le sue mani sante

Lei era la prescelta, l'anima anelata

colei che avrebbe condiviso la sua vita beata.

L@ur@

 
 
 

Concerto per te: 14

Post n°1121 pubblicato il 28 Gennaio 2016 da lascrivana

Quando varcò la soglia della casa di Simon, Luciana fu scossa da un brivido involontario. Il parquet, le pareti dipinte in un tenue azzurro, i quadri e i tappeti, tutto la riportò al giorno in cui, con estrema vigliaccheria, quel bastardo l'aveva violentata.

-Devo dire che sei notevolmente migliorata...- disse Simon da dietro le sue spalle.

-Non sembri più la squallida ragazzetta di poco tempo fa, ma una donna che sa quel che vuole, e tu vuoi una cosa sola, non è vero?- concluse mollandole una sonora pacca sul sedere.

Luciana avvampò di rabbia, ma s'impose di restare calma. Solo in quel modo avrebbe avuto una seppur minima possibilità di ottenere ciò che si era prefissata. Voltandosi di scatto, afferrò la nuca dell'uomo e l'attirò a se. Senza dargli tempo, insinuò la lingua tra le sue labbra, frugando con voracità all'interno della bocca. Dapprima sorpreso, Simon reagì con altrettanta foga e, dopo averla sollevata di peso, la scaraventò senza troppi complimenti sul divano.

-Diciamo che questa volta ti sei meritata il divano ma, se sarai brava, può anche darsi che ti faccia assaggiare il letto!-

Era completamente infoiato, gli occhi parvero uscirgli dalle orbite ed il viso si era arrossato in maniera anomala. Per un tremendo istante, Luciana temette che da quella bocca ghignante potesse uscire anche della bava. Mentre le sue mani si stavano insinuando sotto la gonna, ebbe comunque il tempo e la forza di ritrarsi.

-Avevamo fatto un patto, prima il contratto, e poi tutto il resto- disse con decisione.

Il ghigno di Simon si trasformò in un'autentica e fragorosa risata.

-Ma cosa ti credevi, che mi sarei abbassato a scendere a patti con una come te?-

Pur aspettandosi una simile reazione, per un attimo Luciana aveva sperato di poterlo convincere con le sole parole. No, ci volevano altri metodi per scoprire quello che voleva sapere. Fulminea, aprì la borsettina che teneva a tracolla e afferrò la piccola rivoltella.

Simon la guardò dapprima sorpreso, quindi la sua espressione si trasformò rapidamente in odio puro.

-Piccola puttana, che cazzo credi di far...-

Lo sparo risultò simile allo scoppio di un petardo.

Stringendosi il ginocchio ferito, Simon ruzzolò dal divano e batté il capo contro il basso tavolino.

Sobbalzando a sua volta, Luciana guardò l'arma come se solo in quel istante si fosse resa conto di ciò che aveva fatto. Di contro però, fu pervasa da una sensazione di potenza che l'inebriò oltre ogni limite. Nonostante la mano le tremava convulsamente, aver reso inoffensivo quel verme la riempì di gioia.

-Adesso voglio sapere dove si trova Luke, o la prossima volta mirerò alla testa!-

Più stupito che inferocito, Simon la fissò con gli occhi ridotti a due fessure.

-Ti ammazzerò lurida puttanella, tu non ti rendi conto di quello che hai appena fatto!-

Sempre più spietata, Luciana calò con violenza il tacco della scarpa sul ginocchio ferito. L'uomo cercò di urlare, ma ne uscì solamente un suono roco e gorgogliante.

-Non sei nelle condizioni di dettar legge, stronzo. O mi dici dove si trova Luke, o giuro che sparo, per lui e per ciò che mi hai fatto poco tempo fa-

Sarà stato per il tono, oppure per la fredda determinazione che le lesse nello sguardo, fatto sta che Simon cambiò totalmente atteggiamento.

-Devi portarmi in ospedale, morirò dissanguato se non lo fai- disse supplichevole -Ti dirò tutto, ma portami in ospedale, ti prego-

Luciana esitò. Non si fidava di quell'uomo, e ne aveva ben donde.

-Chiamerò i soccorsi non appena uscirò da qui, ma voglio sapere dove si trova Luke, subito!-

Sconfitto, Simon annuì.

-Marisol, è lei che lo tiene prigioniero. Ma non credo sia ancora vivo, non dopo le torture cui l'ha sottoposto-

Luciana si sentì mancare, capì all'istante che non stava mentendo.

-Prega che lo sia, altrimenti...anzi, sai che ti dico? Chiamerò i soccorsi non appena avrò appurato che ciò che mi hai detto corrisponda a verità-

Simon sgranò gli occhi.

-Non puoi, non puoi lasciarmi in queste condizioni, morirò!-

Senza rispondere, Luciana s'impossessò delle chiavi lasciate sul tavolino e lasciò l'appartamento.

Danio e Laura

 
 
 

Non esiste fine

Post n°1120 pubblicato il 27 Gennaio 2016 da lascrivana

Non esiste mai una fine per chi ha veramente amato

e per tutto quello che ha  realmente desiderato.

Non esiste resa per chi nella vita le unghie ha sfoderato

e a denti stretti ogni sconfitta ha superato

Nessun rimpianto per chi ha dato tutto con cuore sincero

e non ha preteso che gli venisse restituito nemmeno con il pensiero

Il rancore, poi, è solo un pensiero malandrino

per chi ha sempre lasciato che l'odio non vedesse la luce del mattino

Non esiste una fine per chi nel successo ha navigato

mantenendo uno spirito semplice e riservato

sul piedistallo non si è mai innalzato

e con gli umili e gli onesti ha sempre camminato

Tutto continua nella testa di chi ha sempre pensato

che la vita è più bella se si volge lo sguardo all'incanto del creato

E' vero … si cambia continuamente

sia nel corpo che nella mente

La cosa più importante è non sentirsi mai sconfitti

per le delusione e le amarezze che ci hanno afflitti

Bisogna avere sempre il coraggio di ricominciare

anche quando si pensa che non valga la pena di lottare

Non cedere mai i nostri sogni e i nostri ideali

a chi per natura ci devia con i suoi mali

Schieriamoci dalla parte del bene che consiglia

che il sole che sorge è sempre una meraviglia.

 

Laura

 
 
 

Concerto per tre :13

Post n°1119 pubblicato il 24 Gennaio 2016 da lascrivana

Dopo aver curato il proprio aspetto di tutto punto, Luciana si apprestò a recarsi all'appuntamento con Simon. L'idea di doverlo rivedere la disgustava ma, più il tempo passava, più un'altra idea si era fatta strada nella sua mente. Se all'inizio aveva sperato che Simon potesse aiutarla a rintracciare quel tale Gabriel, le era poi sorto il dubbio che, magari, dietro alla sparizione di Luke ci potesse essere proprio lo stesso Simon. Tutto questo, non aveva fatto altro che accrescere il sentimento di vendetta, ma agire d'impulso non avrebbe portato a nulla, e per questi motivi aveva pianificato ogni mossa. Con fredda determinazione, afferrò il cellulare assicurandosi che il registratore funzionasse alla perfezione, quindi si diede un'ultima occhiata allo specchio. Ciò che vide la fece sorridere soddisfatta. Di fronte a se infatti, vide una donna completamente diversa da quella degli ultimi giorni. Grazie al trucco sapiente, le occhiaie erano sparite del tutto, così come lo sfogo che era comparso sul labbro inferiore. Lisciandosi la corta gonna di raso, sfiorò con le dita le calze a rete e il bordo dei lunghi stivali in pelle nera. Si, aveva decisamente l'aspetto di una puttana da quattro soldi, quelle che Simon era solito frequentare con assiduità, ad esempio Marisol. Il pensiero dell'ex amica le fece bollire il sangue nelle vene. Che fosse anche lei complice? Prima d'infilarsi il lungo cappotto di lana nero, si assicurò che nella borsetta ci fosse la piccola rivoltella che aveva acquistato da Giorgio, buttafuori della discoteca che erano soliti frequentare con Luke.

Arrivata al Mokambo, si tolse il cappotto e prese posto su un divanetto di pelle. Dopo essersi data un'occhiata attorno, accavallò le gambe e ordinò un drink al cameriere che, nel frattempo, era comparso al suo fianco. Bere qualcosa di forte avrebbe attenuato il tremore che, senza preavviso, l'aveva colta nonostante la determinazione iniziale.

Simon la scorse quasi subito. Marisol aveva ragione in fin dei conti, Luciana si era proprio trasformata in un bocconcino davvero allettante. Si, si sarebbe divertito ancora un po' con lei prima di spedirla all'altro mondo a far compagnia a Luke. Avvicinandosi al suo tavolo da dietro, e con fare sornione, si chinò e le depositò un languido bacio sul collo. Luciana ebbe un sussulto e si voltò di scatto, finendo per rovesciare il contenuto del bicchiere. Quando vide chi era stato l'autore di quel gesto però, assunse un'aria sorpresa e divertita al tempo stesso. Dimostrando un'allegria che non provava assolutamente, invitò Simon a sedersi al suo fianco. Nel farlo si spostò leggermente, facendo in modo che la gonna, già corta, risalisse ancor più lungo le cosce. Questa volta fu l'uomo a mostrarsi sorpreso ma, non per questo, meno audace. Circondandole le spalle con un braccio, senza troppi preamboli insinuò l'altra mano in mezzo alle gambe della ragazza.

-Allora? Cosa avevi di così urgente da dirmi, piccola?- disse con sguardo lascivo.

Prima di rispondergli, Luciana accavallò le gambe stringendo così la sua mano tra le cosce, poi sollevò il viso e avvicinò la bocca a pochi centimetri dalla sua. Doveva confonderlo, solo in quella maniera avrebbe potuto ottenere le informazioni che voleva.

-Cosa potrebbe mai volere un'artista da te? Ma che mi riporti sulla cresta dell'onda, tesoro!-

Calcò molto sulla parola tesoro, sfilando fuori la lingua e passandola languidamente sulle sue labbra. Quel gesto sembrò far impazzire Simon che, a fatica, conteneva la sua ormai evidente eccitazione. Dopo aver lasciato qualche banconota sul tavolo, prese per mano Luciana trascinandola velocemente fuori dal locale. Presa alla sprovvista da tanto impeto, Luciana fece solo in tempo a prendere la borsa prima di seguire Simon nella sua macchina. Durante il tragitto lui non fece altro che toccarla, costringendola persino a giocare con lui  durante la guida. Dopo averlo lasciato fare per qualche minuto, ritirò la mano e gli disse che, solo dopo aver firmato un eventuale contratto, avrebbe potuto fare di lei qualsiasi cosa volesse. Doveva prendere tempo, in modo da poter escogitare qualcosa una volta fossero arrivati a casa sua.

 

 

-Ogni volta è sempre più bello, caro-

Sempre più debole, Luke osservò Marisol che si ripuliva dopo avergli fatto l'ennesimo trattamento. I continui orgasmi, uniti alla mancanza di cibo, l'avevano portato ormai allo stremo delle forze.

-Lo so', tesoro. So' bene che vorresti scoparmi come non hai mai fatto, ma non ti concederò mai più questo privilegio. Mi hai cacciata di casa come una qualunque, ma io non sono una qualunque, e credo tu te ne stia accorgendo. Però, con questi servizietti, voglio dimostrarti cosa ti sei perso con quel rifiuto. Ti prosciugherò sino allo sfinimento, nemmeno una goccia dovrà rimanere in te!-

Il finale era stato tutto in crescendo, le guance le si erano arrossate e aveva sgranato gli occhi, lo sguardo di una pazza.

-A dopo, amore- disse con più calma, quindi lo lasciò nuovamente solo.

Danio e Laura

 

 
 
 

I mille colori della poesia.

Post n°1118 pubblicato il 23 Gennaio 2016 da lascrivana

Qualcuno mi ha detto, che a volte la poesia è triste struggente

Eppure io ho sempre amato la rima mordente

La passione sfrenata della fiamma ardente

quella che incendia i sensi, e fa battere forte il cuore

che regala emozioni e parla solo dell'amore

di quello che ti fa sentire viva e in continuo fermento

riempiendoti il cuore di profondo sentimento

Amo sentir raccontare di gesta gloriose

compiute da persone fiere, leali e generose

quelle che per i loro ideali hanno affrontato a pieno petto

l'infame il disonesto e il traditore maledetto

A volte l'apparenza può anche ingannare

chi si sofferma sulla patina che compare

Per noi che andiamo oltre la presenza

il mondo ci rivela la sua vera essenza

Nel puro piacere il pennello noi attingiamo

e dei mille colori dell'altruismo la poesia coloriamo

Nulla da togliere al poeta triste e misericordioso

c'è spazio per tutto, anche per il tempo doloroso

In fondo è proprio la differenza tra il bene e il male 

che rende la gioia più sentita e reale.

Laura

 
 
 

A te che sei sempre presente ... con il cuore e la mente.

Post n°1117 pubblicato il 21 Gennaio 2016 da lascrivana

Ci sono persone che entrano nella nostra vita per una sola stagione

altre ancora che fanno di noi la loro unica ragione

Poeti che rubano parole al vento che scompiglia i folti capelli

Musicisti che strimpellano note, perdendosi negli occhi belli

Scrittori malandrini che frugano indisturbati tra sogni dei ribelli

Pittori che immortalano principesse e streghe nei tetri castelli

Non mancano nemmeno la graziose fate turchine

che con le loro bacchette ci trasformano in regine

Stendono ai nostri piedi un tappeto di foglie fiori

e aprono il sipario sull'immenso mondo che c'è fuori

Sterminate campagne, monti e mari dietro case e palazzi

gente che corre, che urla e si dispera tra grida e schiamazzi

Altri ancora che amano sotto la pioggia che cade a catinelle

e che ignudi prendono il sole d'agosto che scotta la pelle

Un miscuglio di stagioni che hanno dimenticato

che il tempo scorre a intervallo regolato

Tutto si confonde nella mente del fortunato

che ogni minuto del suo tempo, al prossimo ha regalato.

Strofe dedicate a chi ama sempre nella stessa maniera 

e non fa distinzione tra il chiaro del mattino e lo scuro della sera.

Laura

 
 
 

Ma allora davvero sbaglio a sognare?

Post n°1116 pubblicato il 20 Gennaio 2016 da lascrivana

C'è una strada 
per andare 
dove l'odio 
non c'è 
senza muri 
ne paure 
senza più bandiere 
sù di noi 
Quì non c'è nessuno che vuole 
sentirti gridare 
più forte 
quì non c'è nessuno che vuole 
vederti volare 
nella notte 
Solo un passo 
nel futuro 
per sentire 
com'è 
non è tempo 
di fuggire tempo di tornare 
a vivere 
Quì non c'è nessuno che vuole 
sentirti gridare 
più forte 
quì non c'è nessuno che vuole 
vederti volare 
nella notte 
Meglio che non dici a nessuno 
infondo ancora 
stai sperando 
meglio che non alzi la voce 
se rompi il silenzo 
cantando 
e ti troverai 
nell'istante in cui 
ogni sguardo sarà 
spento e gelido 
e ti sembrerà 
che davvero tu 
sbagli sognando 
contromano tu 
c'è una sola 
direzione 
per uscire 
da quì 
ed arrendersi 
incondizionatamente all'amore 
e dire di si 
ma quì non c'è nessuno che vuole 
sentirti gridare 
più forte 
quì non c'è nessuno che vuole 
vederti volare 
nella notte 
Meglio che non dici a nessuno 
e infondo ancora 
stai sperando 
meglio che non alzi la voce 
se rompi il silenzo 
cantando 
che ti troverai 
nell'istante in cui 
ogni sguardo sarà 
spento e gelido 
e ti sembrerà 
che davvero tu 
sbagli sognando 
contromano tu 
sbagli sognando.

Testo di Neffa

 
 
 

Concerto per tre 12

Post n°1115 pubblicato il 18 Gennaio 2016 da lascrivana

-Stai dicendo un mucchio di stronzate!-

Simon aveva quasi la bava alla bocca, e l'apparente calma di Marisol non fece altro che aumentare la propria ira.

-Vorrei ricordarti che sei stato tu ad offrirti, ma era altresì ben chiaro, sin da subito, che avrei gestita io l'intera situazione-

L'uomo scosse la testa, quindi le si portò davanti con fare minaccioso.

-E stai facendo un mucchio di cazzate! La prima è stata quella di portarlo qua, in casa tua. E la seconda è che di certo lo stanno già cercando, quanto tempo credi impiegheranno per risalire a noi?-

Schiacciando la cicca nel portacenere Marisol si alzò e lo fronteggiò, gli occhi ridotti a due fessure. Era decisamente più bassa di lui ma, nonostante questo, la determinazione che mise in quel gesto lo fece indietreggiare.

-Anzitutto non si tratta di una cantina, si chiama taverna, te lo sei scordato? Inoltre, si trova isolata rispetto alle cantine vere e proprie, e tu stesso mi hai aiutato a insonorizzarla. In secondo luogo, non credo lo stiano già cercando. Perché ciò avvenga, bisognerebbe che qualcuno sporgesse denuncia, e l'unica che potrebbe farlo è Luciana. Ma anche in questo caso, se hai tanta paura, una soluzione ci sarebbe-

Simon la fissò a bocca aperta. La perfidia, e il totale sangue freddo che stava dimostrando, erano davvero sbalorditive.

-Vorresti dire che...che...-

-Si, voglio proprio dire quello che hai ben capito. E poi quello stronzo non resisterà ancora a lungo, e nel frattempo, tu, potresti ancora divertirti con lei, prima di...- senza bisogno di terminare la frase, afferrò il pacchetto di sigarette e si accese un'altra sigaretta, quindi sogghignò soddisfatta.

-E adesso vattene, devo andare a visitare il mio paziente, non posso farlo attendere oltre-

Detto questo, lo lasciò solo nel grande salone.

 

Non appena giunse davanti alla questura, Luciana ebbe un altro ripensamento. Stava davvero facendo la cosa giusta? Avrebbe rischiato veramente, una volta entrata, di fare la figura della donna ansiosa e gelosa? Sempre più indecisa, osservò i poliziotti entrare e uscire dal grande portone centrale. E fu in quel istante che, improvvisa, l'idea le attraversò la mente: Simon.

Il solo pensiero di rivolgersi a quel verme la disgustava, ma forse era l'unica persona che sarebbe stata in grado di aiutarla, ammesso che avesse voluto farlo. Dalla borsa, prese il cellulare e lo chiamò.

 

 

Simon lasciò l'appartamento a grandi falcate. Entrato con l'intento d'imporre le proprie scelte, ne era uscito scornato e ancora più agitato. La situazione si stava facendo sempre più pericolosa, ma agire d'impulso sarebbe potuto risultare controproducente. Avviandosi verso la macchina, si chiese sino a che punto avrebbe osato spingersi Marisol, e se le sue parole riguardo Luciana fossero state pronunciate con convinzione, oppure fosse stato solo un modo per metterlo alla prova. La suoneria del cellulare, lo sorprese nel momento stesso che richiuse la portiera. Incredulo, fissò il nome che apparve sul display, indeciso se rispondere o meno. Lo fece dopo una decina di squilli.

-Che vuoi, provi forse nostalgia per me?- disse in maniera spiccia e sgarbata.

 

Luciana s'era già pentita d'averlo chiamato. Già da quella risposta, avrebbe voluto riempirlo di insulti e vomitargli addosso tutto il proprio disprezzo, ma in quel momento la priorità era Luke, doveva tenerlo bene a mente. Avrebbe dovuto fingere certo, fargli credere che in parte fosse vero, ma se voleva un minimo d'aiuto doveva farlo.

-Non è stato poi così male, nonostante tu abbia voluto farmi credere il contrario- disse cercando di essere il più naturale possibile.

-Perché non ci rivediamo, potrei magari farti cambiare idea, adesso per esempio sono libera, che ne dici?- proseguì prima che lui avesse la possibilità di ribattere.

 

Dopo averlo allontanato dall'orecchio, Simon fissò il cellulare come fosse un oggetto sconosciuto. Luciana gli aveva appena confessato che in fondo le era piaciuto, come se il fatto d'averla violentata potesse passare in secondo piano. Naturalmente non le credeva, anzi. Probabilmente sospettava che, dietro la sparizione di Luke, ci fosse lui, ma allora perché non era corsa a denunciarlo? No, decisamente c'era qualcosa che non quadrava, ma se voleva scoprire di cosa si trattava, avrebbe dovuto accettare quell'invito.

Le parole di Marisol, simile a campane a morto, risuonarono nell'abitacolo.

 

... ma anche in questo caso, se hai tanta paura, una soluzione ci sarebbe...”

 

-Va bene...- si decise infine a rispondere.

-Tra un quarto d'ora, al Mokambo- quindi riattaccò.

Luciana rimase qualche secondo col cellulare sospeso a mezz'aria, poi ingranò la marcia allontanandosi dalla questura.

Danio e Laura

 
 
 

Concerto per tre 11

Post n°1114 pubblicato il 16 Gennaio 2016 da lascrivana

Ormai aveva perso la cognizione del tempo.

A intervalli regolari, la porta si apriva e la persona, senza bisogno di parlare, gli iniettava la dose e lo masturbava. Terminata l'operazione, lo nutriva con dello yogurt oppure con della frutta, quindi se ne andava. Luke si trovò a maledire la propria forma fisica e la resistenza a quel trattamento. Con tutte le forze residue, aveva ordinato al proprio cervello di ignorare quelle carezze che, in un altro momento, lo avrebbero fatto impazzire, ma il suo sesso sembrava muto a quelle suppliche. Nel momento stesso che le mani sapienti arrivavano a sfiorarlo, lo sentiva inalberarsi e protendersi nell'oscurità come fosse una protuberanza estranea al corpo dolorante. Per quanto tempo avrebbe resistito a quel supplizio? Avrebbe potuto veramente morire per il troppo piacere?

Non si fosse trovato a vivere una simile esperienza, si sarebbe messo a ridere anche al solo parlarne con gli amici. Ma non si trovava tra amici con cui riderci sopra, bensì con un pazzoide che aveva deciso di fargliela pagare. Pagare per cosa, poi? In uno dei pochi momenti di lucidità, alcune idee si erano fatte strada nella sua mente ottenebrata. La prima era che la persona che lo stava torturando era una donna. Il tocco vellutato, le dita lunghe e affusolate, tutto diceva che si trattava di una mano femminile. E la seconda era che quella donna rispondeva al nome di Marisol, perchè solo lei, nella propria perfidia, avrebbe potuto architettare una simile infamia. Ma era altresì vero che, vista la violenza con cui era stato colpito, qualcuno doveva averla aiutata. Così piccola e minuta, non sarebbe mai stata in grado di sferrare quei colpi.

La porta si aprì, eccola, era tornata.

-B...basta...- disse rassegnato.

Come sempre, il fascio di luce della torcia lo accecò, costringendolo a girare il volto di lato.

-B...basta, Marisol...ti...ti prego- ripeté con più enfasi.

Vi fu un attimo d'esitazione ma poi, come non l'avesse nemmeno udito, la persona ripeté imperterrita il solito rituale. Portandosi sul fianco depose la torcia sopra il cavalletto e, dopo aver ben stretto il laccio emostatico, gli praticò la solita iniezione. La sonnolenza giunse immediata, ma non tanto da tramortirlo del tutto.

-Oggi voglio farti un regalo, lo sai che giorno è oggi, vero?-

Sempre quella voce metallica, quasi come parlasse attraverso un imbuto.

No che non lo so', maledizione!” avrebbe voluto ribattere. Ma dalle sue labbra, improvvisamente pesanti, uscì solo un mugolio.

-Si, certo che lo sai, ma non affaticarti a rispondere, non è così importante-

Gli stava parlando come solitamente si fa con un bimbo piccolo, desideroso di attenzioni e rassicurazioni.

Come le volte precedenti, la mano scese verso il suo inguine e gli sfiorò il sesso con la punta delle dita. Luke chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi, questa volta avrebbe resistito, si, questa volta ce l'avrebbe fatta. Trascorsero alcuni istanti durante i quali, mentre un senso d'euforia lo pervadeva, si disse quasi sicuro d'essere riuscito nel proprio intento. La mano si ritrasse di colpo, e gli parve quasi di sentire, oltre il fiato trattenuto, addirittura un'esclamazione di stizza. Ma, tutto questo, non durò tanto quanto il pensiero appena formulato. Nel fioco chiarore della torcia, vide il volto della persona chinarsi nuovamente verso il suo inguine. Un istante dopo, le labbra si chiusero attorno al suo sesso, e Luke cedette per l'ennesima volta.

 



Esasperata, Luciana picchiò i pugni contro il volante. Erano ormai più di due ore che stava vagando per la città, e di Luke nessuna traccia. Nei pochi locali aperti a quell'ora, aveva ricavato solo informazioni vaghe e insignificanti dalle persone con cui aveva parlato. Nessuno l'aveva visto in giro, ne da solo ne tanto meno in compagnia del famoso Gabriel. Non c'era altra soluzione se non quella di andare alla polizia e denunciarne la scomparsa anche se, probabilmente, le avrebbero riso in faccia.

Signora...” le avrebbe detto il poliziotto di turno.

...sono solo alcune ore da quando si è allontanato. Magari si trova tranquillo da qualche parte, non ci sono i presupposti per scatenare una caccia all'uomo”

E avrebbero avuto ragione, naturalmente. Ma l'ansia stava crescendo in modo esponenziale per cui, dopo aver fatto una rapida inversione, si diresse verso la questura.

 

 

Simon spinse il portone ed entrò nel palazzo. Doveva porre fine a quella follia, e l'unico modo per farlo era quello di far sparire quel poveraccio. Dopo le mazzate ricevute, e il trattamento che quella pervertita gli aveva riservato, doveva trovarsi in condizioni pietose, avrebbe posto solo fine alle sue sofferenze. Ormai erano nei guai sino al collo, di questo se ne rendeva perfettamente conto. Aggressione, sequestro di persona e sevizie, ce n'era abbastanza per farli marcire in galera per il resto della loro vita. Se avessero occultato il corpo, facendo ben attenzione a non lasciare tracce, nessuno sarebbe mai risalito a loro. Alla donna avrebbe pensato in seguito, con calma. Era stato un pazzo ad averle dato retta, ma quell'arpia l'aveva punto sul vivo, l'aveva sfidato apertamente ed egli, come un allocco, era caduto nella sua trappola.

Danio e Laura

 
 
 
 
 

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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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