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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi di Settembre 2016

Una nuova storia da scrivere insieme. 3

Post n°1268 pubblicato il 30 Settembre 2016 da lascrivana

Marco, avrebbe tanto voluto insegnare a Luisa tutte le cose che lei non sapeva, magari sotto le coperte dopo aver consumato quella passione che infiammava il suo spirito ormai da anni. Più volte era stato tentato di provarci, solo che, oltre a non voler perdere sua moglie Mara, era anche intimo amico dei fratelli di Luisa, Kurt e Karl. In un certo senso l’avevano cresciuta insieme;e un po’ si sentiva pure in colpa se la poverina si trovava a quell’età senza marito. Ogni pretendente passava sotto la loro acuta supervisione, e se qualche volta, qualcuno andava a genio ai fratelli, lui ci metteva sempre lo zampino per convincerli del contrario. Luisa, da brava ragazza che era, filava per un po’ i suoi spasimanti, e poi li lasciava andare; influenzata in gran parte dal giudizio dei fratelli; e poi perché tutti loro avevano tentato di fargli lasciare il lavoro di cameriera nella villa di Marco e Mara.

Lei si era opposta risoluta; affermando a gran voce, che non avrebbe mai abbandonato i suoi datori di lavoro! Erano anche fin troppo buoni con lei, pensa che avessero assunto pure Flora, una ragazza per farle da cameriera. Insomma quando mai si è sentito che i padroni di casa prendono al loro servizio una cameriera per la cameriera? E lei avrebbe dovuto essere davvero un idiota per lasciare un lavoro così ben retribuito e redarguito.

E poi, la maggior parte dei suoi fidanzati, erano gelosi del signor Marco, e a cagion sua, non ne avevano motivo. Era sempre stato un gentiluomo nei suoi confronti, a parte un paio di volte in cui aveva dubitato della sua buona fede. La prima, fu quando lo sorprese a toccargli il sedere; e poiché lei glielo fece subito notare, lui si giustificò dicendole che soffriva di uno strano disturbo:la mano ogni tanto gli cadeva.

-E se la leghi al collo Marco eh! Pensa se questo invece che con me fosse accaduto con qualcun’altra? Chissà cosa avrebbe pensato?-

La seconda volta in cui dubitò, fu quando la sua mano, invece che sul sedere, si posò sul suo seno.

-E ma Marco, la sua mano invece di cadere si alza?-

-Oh Luisa … mi spiace … ma ho combinato un guaio. Per paura che in sua presenza mi ricadesse, l’ho alzata, e inavvertitamente ho toccato, dove non avrei dovuto -.

Laura

 

 

 

 

 

 
 
 

Una nuova storia da scrivere insieme. 2

Post n°1267 pubblicato il 29 Settembre 2016 da lascrivana

Luisa aveva due fratelli, Kurt e karl –perché i suoi genitori avessero scelto dei  nomi stranieri per loro, rimaneva un mistero per lei- Qualcuno diceva che la madre, durante il periodo della seconda guerra mondiale avesse avuto una relazione con qualche tedesco, e che i suoi fratelli fossero il frutto del loro amore. Luisa non diede mai molto peso a questa storia, poiché a parer suo, Kurt e Karl, possedevano le caratteristiche Italiane, sia nel comportamento, sia nel fisico.

Karl, che era un gran simpaticone, lavorava a tempo pieno, presso una radio locale. Oltre a essere cronista e giornalista, curava anche gli spazi pubblicitari e quelli dedicati alla musica. Era un buontempone, e adorava oltre modo la sua bella e dolce moglie Elena, nonostante la radio gli portasse via un sacco di tempo, e il tempo che passavano assieme era veramente poco. Luisa pensava che forse, il segreto della loro felice unione, fossero proprio le lunghe assenze di Karl.

Kurt, che dire di Kurt; era un fratello adorabile, colto, gentile, dolce, romantico, un poeta insomma.

Scriveva sempre poesie, ma le scriveva così bene, e così curate nell'aspetto e nella forma, che si aveva una gran difficoltà a interpretare un pensiero così sublime. Specie per Luisa, che non avendo frequentato il liceo, era ignorante in materia. Poiché le poesie del fratello le piacevano tanto, si sforzava sempre di capire il concetto di ciò che scriveva, tenendo a portata di mano il vocabolario; ma, ahimè, nonostante trovasse il reale significato della parola, faceva una gran fatica a capire cosa diavolo ci facesse in quel contesto poetico.

Kurt gli spiegava, accarezzandole con dolcezza la testa, che un giorno avrebbe capito: anche se ne dubitava fortemente. Erano passati troppi anni da quel giorno che aveva pensato che sua sorella potesse capire.

Laura

 

 

 

 

 
 
 

Una nuova storia da scrivere insieme.

Post n°1266 pubblicato il 28 Settembre 2016 da lascrivana

Luisa usciva da casa senza nemmeno guardarsi allo specchio; non perché non si piacesse più, bensì perché dimenticava di farlo.

-Da quando in qua è successo questo cambiamento senza nemmeno accorgermene?-

Si domandò tra se, ancora incredula per la scoperta fatta. Si sentiva come se fosse ritornata bambina; quando per andare a giocare faceva di corsa gli scalini, ignorando che prima di uscire bisognava darsi un’occhiata per vedere se era in ordine.

A quell’età, non ci si cura più di tanto dell’aspetto; o almeno lei non era abbastanza vanitosa da farlo.

Con la mente ripercorreva gli ultimi trascorsi, e si trovò sul sentiero di quella crescita che a un certo punto della vita, sembra fare marcia indietro.

Non si accorse nemmeno di Marco che guardandola camminare, con la testa tra le nuvole, vedeva in lei una bella donna da corteggiare e adorare; si proprio da adorare, ne aveva fatto un mito. Le piaceva tutto di lei: la sua giocosità, la stravaganza e l’eccentricità nel vestirsi. Non era di certo una donna che seguiva la moda. S’insaccava in tre metri di tessuto, come se fosse obesa. Non metteva in mostra nulla di se: né fisicamente, né culturalmente.

Imprevedibile, e vulnerabile, viveva le giornate facendosi film su film.

Starle dietro, era diventato un vero strazio! Paranoica fino all’invero simile, ricostruiva  situazioni immaginarie e deliranti.

Consapevole di questo suo grave difetto, ne rideva sempre di cuore con lui; e questo la rendeva ancor più affascinante e seducente. Lei, così ignara della sua sensualità, da camuffarsi con la testa negli stessi sacchi che indossava.

A nulla erano valsi i suoi tentativi di farla sentire una donna bella e sicura di se: Ma, in fondo perché cambiare Luisa poi? La domanda rimaneva sospesa nel vuoto come al solito. Di una cosa ero certo, la amava così com’era.

Marco si guardava bene dal dirlo ad alta voce, poiché sua moglie Mara, non avrebbe visto di buon grado questa cosa.

Luisa era al loro servizio da anni; e nonostante avessero la stessa età, Mara sembrava molto più giovane. La cura che metteva la moglie per vestirsi e ringiovanirsi, aveva ottenuto l’effetto sperato. Era sempre circondata da giovani avvenenti e palestrati che non facevano altro che complimentarsi con lei.

Luisa, invece se ne stava sulle sue, con quella sua aria sognante da ragazzina.

 

Si trovava in bilico: se da una parte ammirava la tenacia della moglie a non lasciarsi andare all’invecchiamento; dall’altra era soggiogato dal fascino naturale di Luisa, che viveva in modo straordinario la sua età. Chiacchieravano sempre di nascosto da Mara: poiché nonostante non avesse nulla da invidiare fisicamente a Luisa, ne era stranamente gelosa; forse perché ogni qualvolta apriva bocca Luisa incantava tutti con quella sua empatia innata. 

Laura

(ps: prestate attenzione ai commenti, potreste ritrovarvi nella storia a vostra insaputa! °_*)


 
 
 

A volte, non tutti i mali vengono per nuocere.

Post n°1265 pubblicato il 26 Settembre 2016 da lascrivana

Or dunque, io mi domando, se avessi avuto la stessa audacia  di taluni individui, che osservo con circospezione e curiosità, chissà come sarebbe stata la mia vita. A volte, mi taccio davanti alla spavalderia e alla risolutezza, di chi ha la capacità di rivoluzionare la propria vita e quella della famiglia, per inseguire un sogno.

Sono certa che il tempo saprà dar ragione a tutti, a prescindere dalle decisioni realmente vissute.

In ogni caso, ho avuto modo di riflettere su quella frase del film che tanto mi è piaciuta: “Io sono una creatura della mia penna”.  Ho sentito subito mio questo pensiero, poiché rispecchia la volubilità del mio animo … e se io avessi voluto seguire i miei impulsi, sicuramente mi sarei ritrovata in un dilemma senza fine. Poiché non possiedo il dono dell’ubiquità, ho preferito affidare le mie fantasie alla penna: essa avrebbe seguito fedelmente la mia immaginazione, lasciando così la mia persona nel suo ruolo predefinito.

So bene che molti di voi non si trovano in linea con il mio dire; fortunatamente esiste quella sottile linea di differenza che distingue gli individui dalla massa.

 

Ieri, mentre passeggiavo in prossimità di un canale di acque fluviali maleodoranti: tappai il naso, e mi lasciai trasportare dai suoni della natura che a prescindere dalla loro putridità, erano uguali a quelle delle sorgenti incontaminate. Il soave fruscio delle foglie dei pioppi, e lo scroscio dell’acqua, si alienavano dal fetido odore emanato dal corpo in putrefazione di qualche animale, morto già da qualche giorno. Quella mia mania di narrarmi continuamente … di sentire e di pensare come a uno dei personaggi dei libri che leggevo, dava forma e corpo alle diverse emozioni descritte nella narrazione, dandomi persino la capacità d’isolare i suoni dagli odori, come in questo caso.

 
 
 

Una Nuova Vita (Quarto Capitolo)

Post n°1264 pubblicato il 24 Settembre 2016 da contastorie1961

-Cosa ne pensate realmente?-

Dopo che avevano convinto Laura a tornare a casa e riposarsi un poco, Molinaro e Capuano stavano cercando di analizzare la situazione. Spostando la carrozzina più vicino alla scrivania, l’ex maresciallo posò il fascicolo che Capuano gli aveva consegnato.

-Che quel bastardo avrebbe dovuto essere in galera già da un pezzo-

-Sapete bene come vanno queste cose, nessuno vi finisce per un incidente stradale-

Molinaro agitò un braccio per aria.

-Nonostante Laura l’abbia descritto come uno sbruffone, non credo si sia azzardato a mettersi alla guida. Una pattuglia avrebbe potuto fermarlo, anche solo per un semplice controllo. No, troppo pericoloso-

-Quindi siete sempre convinto che qualcuno lo abbia aiutato?-

-Un uomo in fuga, e con un bambino per giunta, non andrebbe molto lontano. L’avremmo già trovato se non fosse stato così-

Capuano sorrise tra se pensando a quel “l’avremmo” ma non disse nulla.

-Bisogna indagare sul suo passato, e alla svelta anche. Non credo abbia lasciato la città ma, in questo caso, sarebbe davvero dura ritrovarlo-

-Laura mi ha detto che, ai tempi della loro relazione, aveva pochissimi amici. Di origine siciliana, ha vissuto a Palermo sino al conseguimento del diploma poi, di punto in bianco, ha salutato tutti dicendo di volersi trasferire al nord per frequentare l’università, dove si sono conosciuti-

Molinaro annuì, quindi si diresse verso la porta.

-Fai quello che ti ho suggerito, io torno a casa a parlare con Laura-

-Ma tutto ciò che sapeva l’ha detto a me, ne abbiamo appena parlato!-

L’ex maresciallo aprì la porta, voltò la carrozzina e lo guardò con un mezzo sorriso.

-Quando si è troppo vicini a una donna, a volte possono sfuggire dei particolari importanti. Sono maschio anch’io, Capuà, e sono stato pure giovane, ci sentiamo-

Arrossendo violentemente, Capuano l’osservò richiudere l’uscio con un colpo del gomito.

****

 

-Sta dormendo-

Silenziosamente, il giovane richiuse la porta e si avvicinò al divano.

-Era ora, non sopportavo più quel piagnisteo!-

-Si tratta pur sempre di tuo figlio, e sono ore che non vede la madre, mi sembra più che normale-

Vuotando il bicchiere d’un fiato, Paolo scosse la testa.

-Che non ho mai voluto. Una scopata, una sola, e quella puttana voleva incastrarmi!-

Il giovane gli si sedette accanto e gli accarezzò una guancia.

-E chi non ha mai sbagliato, nella propria vita. Però hai ragione, sei sempre stato gay anzi, hai sempre detto che le donne ti fanno schifo-

Paolo si versò un’altra dose di whisky.

-Ma piacevo anche a loro, e questo lo sai bene anche tu, Michele. Quella sera inoltre, eravamo impasticcati e ubriachi fradici, non ricordo neppure come ci sono riuscito!-

-Ed è per questo che hai lasciato l’università senza avvertire nessuno. Ho creduto di morire quando l’ho saputo, sai quanto tenga a te- disse Michele in un sussurro.

Paolo si ritrasse, sembrava infastidito.

-Avremo tempo per questo, ora abbiamo cose ben più importanti da fare-

-Sei tu che sei venuto a chiedere il mio aiuto, non credo di meritare questo trattamento…- rispose Michele, chiaramente offeso -…anche se si tratta di tuo figlio, vorrei ricordarti che sono stato tuo complice in un rapimento, e non era davvero necessario che picchiassi quella donna, a quel modo poi!-

Dopo aver tracannato anche il secondo bicchiere, Paolo glielo puntò contro.

-Giusto appunto. Quindi ti conviene fare ciò che ti dico, altrimenti marcirai in galera con me!-

Intimorito dal tono minaccioso, Michele abbassò la voce.

-Ma come pensi che possa pagare. Da quanto mi hai detto fa la sguattera presso qualcuno, non credo possa guadagnare una cifra-

- Farà qualsiasi cosa per riavere suo figlio, credimi, anche indebitarsi. Centomila euro non sono milioni, ma a noi basteranno per andarcene in quell’isola dall’altra parte del mondo e vivere da nababbi, ne abbiamo già discusso-

-Hai già chiamato?-

-Lo faccio ora, se hai finito con le domande-

****

 

Quando Molinaro tornò a casa trovò Laura seduta in cucina, il cellulare appoggiato sul tavolo e lo sguardo perso nel vuoto.

-Ha chiamato, non è vero?-

La donna annuì.

-Vuole centomila euro, entro domani, altrimenti ha minacciato di…di…- scossa dai singhiozzi, non riuscì a terminare la frase.

Molinaro provò un immediato sentimento d’odio verso quel uomo. Se in quel momento l’avesse avuto tra le mani….

Scacciando quei pensieri, si avvicinò invece alla sedia e le cinse le spalle con un braccio.

-Non so cosa ha minacciato di fare, ma non lo farà, non ha le palle, fidati-

Laura tirò su col naso, poi lo guardò con i grandi occhi spalancati.

-Non gli farà del male, stai tranquilla. Se vuole dei soldi è perché ha intenzione di fuggire, e non lo farà di certo con un bimbo tra i piedi, ma ho bisogno di sapere qualcosa in più su di lui. Capuano è un bravo ragazzo, ma ho notato come ti guarda, comunque di questo parleremo in seguito-

Un lieve rossore apparve sul volto segnato di Laura.

-Cosa volete sapere?-

-Tutto. Amicizie, ex ragazze, tenore di vita…tutto-

-Adesso che ci penso…- iniziò Laura.

 
 
 

A proposito di uomini e donne.

Post n°1263 pubblicato il 23 Settembre 2016 da lascrivana

E’ vero che la donna perdona e non dimentica?

Mentre l’uomo è capace di dimenticare il torto subito?

Per non dimenticare s’intende, non averlo cancellato dalla memoria, bensì non rinfacciare l’errore continuamente.

Secondo un’indagine, la donna è più propensa a ricordare continuamente il torto subito.

Non so con esattezza se questa statistica corrisponde al vero; sta di fatto che, se perdono e rimbrotto continuamente, a nulla mi è servito elargire la mia clemenza.

Di solito, quando lo faccio, mi butto tutto dietro le spalle, e difficilmente ribatto sull’argomento di caduta della mia fiducia.

A quanto pare, le statistiche smentiscono questo mio dire. Mentre gli uomini, a differenza delle donne, pare che siano più propensi a dimenticare.

Non sarà perché continuare a rinfacciare il torto subito, sia uno smacco per il proprio orgoglio? 

A parer mio, mi sa che è più questo il motivo di tanta generosità.

 
 
 

Sulla scia di monellaccio19

Post n°1262 pubblicato il 21 Settembre 2016 da lascrivana

Anch’io ho provato sentimenti sgradevoli come l’invidia, la gelosia e l’egoismo.

Or dunque, se io avessi lasciato che questi impulsi prendessero possesso della mia anima; non sarei stata più io a condurre le mie azioni, bensì le ripercussioni che essi avrebbero potuto scatenare.

Il libero arbitrio, concessomi di grazia alla nascita, ha fatto sì che avessi la possibilità di scegliere quali sentimenti giovassero al mio spirito.

Dopo un’approfondita selezione, allontanai da me ogni sentimento di repulsione verso il mio prossimo; lasciando spazio solo alle emozioni benefiche. Essi mi diedero l’energia necessaria per affrontare con dignità il destino avverso che la sorte mi avrebbe riservato.

Il mio dire al passato, non vuole far intendere che il problema è superato; al contrario, ogni giorno mi si chiede la forza necessaria per combattere contro questi demoni invisibili che oltre a prendere dominio sulle nostre azioni, ci mortificano spiritualmente.

Ciò non toglie che anch’io sia preda di questi impulsi irrazionali che spesso danno un’idea errata di ciò che realmente siamo. Mio malgrado, ho notato che l’individuo tende a ricordare più facilmente la sottile fetta di male che ha ricevuto, e non il resto del bene goduto. Dopo un’irrazionale stilettata, diventa più complicato rientrare nelle grazie di colui cui abbiamo inferto il colpo.

 

In questo caso, occorre una buona dose di perdono, che non fa mai male; tenendo presente tra l'altro, che ognuno di noi, in un modo o nell’altro, ha ferito a sua volta.

Per finire cito un pensiero tratto dal romanzo "Possessione" autrice Antonia Susan Byatt

- Io sono una creatura della mia penna; la mia penna è la parte migliore di me"-

Mi sono piacevolmente ritrovata in quest'espressione, poiché da quando ho imparato a esternare con la scrittura quello che ho dentro, sono notevolmente cambiata ... in meglio direi.


Laura

 
 
 

Una Nuova Vita (Terzo Capitolo)

Post n°1261 pubblicato il 17 Settembre 2016 da contastorie1961

-Non può essere sparito nel nulla, dovete trovarlo!-

Erano ormai trascorse trentasei ore dal rapimento. In questo lasso di tempo, Laura sembrava essere invecchiata di una decina d'anni. Seduta in un ufficio della caserma dei carabinieri, strinse il fazzoletto sino a ridurlo a una pallina informe.

Il maresciallo Capuano allargò le braccia, sconsolato.

-Il suo ex sembra non abbia una fissa dimora, e all'ultimo domicilio conosciuto abbiamo trovato un proprietario infuriato per gli arretrati che gli deve. Probabile che qualcuno lo stia aiutando, non ci sono altre spiegazioni-

Laura se ne uscì con un sorriso ironico, ma non abbastanza luminoso da cancellare l'ansia delle ultime ore.

-Una donna, sicuramente, quel bastardo ci sa fare quando vuole, ne so'qualcosa. E se fosse fuggito all'estero?- disse in tono amaro.

-Potrebbe essere un'ipotesi, anche se la ritengo improbabile. Oltre ad aver allertato stazioni e aeroporti, abbiamo controllato e risulta che, alcuni mesi fa, gli è stata ritirata la patente. Con un tasso alcolico cinque volte oltre il consentito, ha causato un incidente in cui è morta una persona. Ecco perché sono convinto che sia fiancheggiato da qualcuno, senza auto avrebbe notevoli difficoltà a spostarsi-

-Conoscendolo, se ne frega altamente di guidare con la patente o meno. D'altronde è sempre stato così, uno sbruffone pieno di se- rispose Laura alzandosi.

-Senta, signora...-

-Laura, e diamoci del tu. Rimani la mia unica speranza di ritrovare Simone, ti prego, aiutami a ritrovare il mio bambino...- quindi,senza che Capuano potesse evitarlo, gli posò il viso sul petto e riprese a singhiozzare.

Spiazzato da quel inatteso risvolto, il maresciallo rimase quasi paralizzato, quindi le circondò le spalle accarezzandole i capelli.

-Ce la faremo, stai tranquilla, è una promessa- rispose con voce leggermente roca.

Laura alzò il volto e lo fissò intensamente, le labbra pericolosamente vicine.

-Ci credo, ti voglio credere...io…-

Un deciso bussare alla porta li fece trasalire e staccare di colpo.


-Da quando ci sono dei piantoni così tonti, me lo sapresti spiegare?-

Spingendo la carrozzina, l’ex maresciallo Molinaro fece letteralmente irruzione nel ufficio.

-Maresciallo!-esclamò Laura.

-Marescià!-la imitò Capuano mettendosi meccanicamente sul attenti.

-Vedo che entrambi non avete perso il vizio, non sono più nell’arma, la volete capire!?-

Sorpresi,i due si scambiarono un’occhiata imbarazzata e confusa.

-Non sono più nell’arma appunto, e questo è sacrosanto- proseguì Molinaro.

-Ma la situazione richiede una mossa, aggiornami sugli sviluppi, Capuà-

Ripresosi da quell’improvvisa quanto inaspettata apparizione, Capuano si piazzò davanti al ex superiore.

-L’avete appena detto voi, non siete più nell’arma, perché dovrei rivelarvi l’esito delle indagini?-

Molinaro lo guardò come si potrebbe fare con un allievo particolarmente duro di comprendonio, quindi puntò gli avambracci sui braccioli e si sporse in avanti.

-Per due validi motivi. Il primo è che rivoglio la mia badante in perfetta forma…- disse rivolgendo la propria attenzione a Laura.

-Io...io non sono…- cercò di ribattere lei, ma l’ex maresciallo alzò un braccio interrompendola.

-Non dire altro e ascolta soltanto, sei ancora troppo sconvolta per pensare con lucidità-

-E il secondo motivo?- intervenne Capuano, sembrava spazientito.

-Ci stavo giusto arrivando, ma dovresti averlo capito da solo, se ho lavorato bene con te- rispose seccamente.

-Il secondo motivo, è che chi rapisce i bambini non merita di rimanere libero. Fosse anche il padre, non aveva nessun diritto di sconvolgere la vita a questa ragazza. Per cui, chiamami pure consulente esterno, o come cavolo ti pare, ma esigo di conoscere i particolari!- terminò lasciandosi andare contro lo schienale.

Capuano sospirò a fondo, quindi tornò a sedersi dietro la scrivania.

-Voi sapete che non dovrei dirvi nulla anzi, potrei anche informare i miei superiori per questo vostro atteggiamento-

Molinaro si limitò a dirigere la carrozzina verso Laura.

-Quel marmocchio mi è molto caro, più di quanto tu possa pensare, Capuà. Voglio solo contribuire a ritrovarlo, e sono disposto anche a farlo da casa, sai quanto mi sia difficile tornare in questo posto-

Sull’ultima frase la voce si incrinò leggermente, Laura se accorse e gli posò una mano sulle spalle.

-Grazie-disse in un sussurro.

Capuano li fissò entrambi quindi si alzò, si diresse verso la finestra e l’aprì, un gesto che aveva spesso visto fare a Molinaro.

-Voi sapete cosa rischio rivelando le indagini a un civile, ma avete fatto molto per me, e questo non l’ho mai scordato-

Il pensiero era subito andato alla sorella, e a quanto aveva fatto Molinaro per toglierla da una situazione a dir poco drammatica.

-Per questo motivo…- proseguì voltandosi-...vi esporrò i fatti essenziali e farò tesoro dei vostri consigli-

Soddisfatto, Molinaro, gli andò incontro porgendogli la mano.

-Ti giuro che non ti farò avere problemi, è l’ultima cosa che vorrei-

Capuano sorrise, quindi gliela strinse.









 
 
 

Ti rispondo con un post. Parliamone...

Post n°1260 pubblicato il 17 Settembre 2016 da lascrivana

Lavoro

L'etimologia della parola lavoro è da ricondursi al latino labor = fatica. Se andiamo ancora più indietro nella ricerca delle origini del termine lavoro, arriviamo alla radice sanscrita labh- (a sua volta dalla più antica radice rabh-) che, in senso letterale, significa afferrare, mentre, in senso figurato, vuol dire orientare la volontà, il desiderio, l'intento, oppure intraprendere, ottenere...  In greco antico anche il verbo λαμβάνω (lambano) che esprime l'idea di afferrare, prendere, ottenere sembra potersi ricondurre alla stessa radice sanscrita di cui sopra. Da ciò, possiamo concludere che il lavoro è un'attività faticosa volta ad ottenere i risultati che il lavoratore si prefigge di raggiungere. Nella Costituzione del nostro "belpaese", il lavoro è indicato come fondamento della repubblica democratica. 

Perché le mie idee sul lavoro a qualcuno sono sembrate arcaiche?

Mi hai suggerito di cercare l'etimologia della parola e l'ho fatto. 

A quanto pare ieri, affermando che era un pensiero scritto anni fa e che oggi non ho la più pallida idea di cosa sia vecchio o nuovo, non mi pare di aver dato una risposta errata.

Il lavoro lo si crea giorno dopo giorno, sfruttando le possibilità del momento; ma ci sono alcuni elementi di sostegno, che nonostante la tecnologia avanzi, rimangono invariati e continuano a essere sempre un'emergenza lavoro. 

Idee puerili le mie, ma faccio sempre parte di quel popolo che avanza richieste.

 
 
 

Il messaggio del poeta.

Post n°1259 pubblicato il 16 Settembre 2016 da lascrivana

E oggi parlerò dell’amore, di quello che spinge i poeti a star svegli la notte per comporre versi.  Pensieri creati su misura per un numero sempre più vasto di lettori, che come sempre calzeranno a pennello le parole.

Ah l’amore! Quello che continua a far battere i cuori e a emozionare anche quelli più vecchi.

S’inizia già dall’età scolare, quando s’inizia a frequentare con più assiduità l’altro sesso, e non ci si ferma mai.

Ci s’innamora continuamente; a volte anche di un personaggio di un libro.

 

Tutto ci fa sognare, la poesia, la narrazione, il cinema, e qualsiasi forma d’arte capace di emozionarci.

E ora vi lascio alla testimonianza di un grande artista ormai scomparso: Mango.

E come dice lui, senza la poesia non si può andare avanti; poiché senza di essa non riusciremmo a percepire il reale messaggio d'amore che ci arriva dall'esterno del nostro io.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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