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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

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Messaggi di Gennaio 2018

Libera di ballare

Post n°1485 pubblicato il 28 Gennaio 2018 da lascrivana


 


A piedi scalzi sull’erba umida

ballavi una danza gitana

al suono di una musica che solo tu sentivi

Tacchi a spillo e calze a rete

gonna corta e maglia scollata

ti muovevi sinuosa

al  ritmo delle note  pizzicate

sulle corde di una chitarra nostalgica

E ballavi ancora

anche quando la lunga veste bianca di morbida seta

e il lungo velo ricopriva il tuo sorriso triste

mentre con un sofferto si

appendevi le ali della libertà a un chiodo

E danzavi

anche quando pensavi che il tempo

ti avrebbe regalato solo giornate uguali

E poi un giorno

Danzando l'amore

arriva prepotente il frutto del tuo sacrificio

ed è stato subito bene 

Un bene così grande

da non farti più desiderare la libertà

E muovendoti al ritmo

di un dolore mai provato

hai dato alla luce un batuffolo rosa

E ora balli 

balli più di prima

 canticchiando una dolce melodia

cullando il tuo grande amore

sulle note della ninna nanna.

 

 

 


 

 
 
 

E poi ho provato a scrivere una canzone

Post n°1484 pubblicato il 19 Gennaio 2018 da lascrivana

Volevi che scrivessi una canzone, ed io ti risposi che non avrei mai potuto farlo senza musica; così ho messo su un motivetto e ho iniziato a cantare usando solo il pensiero e la tastiera del computer come quella del pianoforte.

 Pigiavo i tasti al ritmo della musica, e le parole scorrevano come corsi d’acqua nel fiume,

riempendo pagine  e pagine , cercando di dare una forma definita a un pensiero astratto.

Anche se è passato molto tempo dall’ultima volta che ho cercato di scrivere qualcosa, non ho dimenticato come si fa a chiudere gli occhi e a tappare le orecchie per ascoltare solo la voce del proprio cuore, che ancora una volta batte velocemente per te.

E’ amore ne sono certa, altrimenti tutto questo non sarebbe stato possibile.

E’ passione di sicuro, perché ce ne vuole tanta per continuare a credere ancora nello stesso sogno.

Ed io quest’illusione la nutro per continuare a librarmi in volo verso orizzonti sconosciuti, valicando alte montagne e attraversando lunghe distese di campi; ed è una sensazione che cresce a dismisura ogni volta che abbandono la testa sul cuscino…

 perché è tra le sue coltri che io ho imparato a evadere.

E mentre agli occhi degli altri apparivo immobile e dormiente, la mia anima aveva già lasciato il corpo per congiungersi con te nello spazio infinito dove i giorni non hanno ore, e i minuti non hanno secondi, 

nessun numero a separarci …

nessun numero per confrontarci

nessun numero per creare differenze e superiorità.

Solo immaginazione pura …

Immaginazione per coltivare lo stesso desiderio di evasione

Tanta creatività per costruire castelli su distese di sabbia fine senza che il vento poi li distruggesse con il suo soffio,

e cieca fantasia per scostare i lembi delle grigie nuvole per fare spazio al sole anche nei giorni bui.

Noi possiamo sedare le tempeste, fermare i terremoti e bloccare le piogge torrenziali;

 possiamo trasformare i cicloni in sussurri, e i diluvi in pioggerelline fresche e leggere.

Noi possiamo compiere tutto quello che è umanamente impossibile, per poi arrenderci disarmati dal sorriso innocente di un bambino;

 possiamo stupirci innanzi a un tramonto, per poi inabissarci nello sguardo limpido dell’ingenuo.

E poi possiamo anche fare così come ho fatto io, ascoltare una canzone straniera e inventarsi le parole in lingua natia, ripetendosi il motivetto in testa, quasi come se a eseguire le note del pianoforte fossero state veramente le mia dita.

Non ho voce sai, eppure oggi canto lo stesso…

Canto lo stesso …

Canto lo stesso per te.

 

 

 

 

 
 
 

Il bisogno di essere umani

Post n°1483 pubblicato il 12 Gennaio 2018 da lascrivana

Sofia guardava con tristezza il padre; la sua arroganza era pari alla sua presunzione, e il potere lo faceva sentire invincibile.

Negli anni aveva accumulato così tanto denaro da potersi comprare persino l’amicizia, l’amore, la dedizione e la riverenza.

Le persone si vendono per bisogno, per necessità di sopravvivenza, per ambizione e per vanagloria. Tra tutti gli individui, preferiva quelli che si vendevano per bisogno -almeno avevano una loro dignità; ma chi lo riveriva solo per soddisfare la propria vanagloria, gli faceva più pena di suo padre.

Erano uomini che non conoscevano religione e sentimento; vivevano alla mercé dell’apparenza e del successo … non avrebbero mai potuto capire il desiderio di Sofia di trovare un’identità fuori da quelle mura.

E per evadere da quell’ambiente venale e falso, scelse una località più povera per cercare di trovare un po’ dignità umana; che nel suo ambiente natio sembrava essere sconosciuta.

Riuscii a inserirsi nella vita di una famiglia povera, legando un’affettuosa amicizia con Elena: figlia di contadini che erano vissuti in miseria e ignoranza.

Si rese conto che chi meno ha, molto offre di se.

Sofia conobbe Elena alla stazione, proprio il giorno del suo arrivo in quel paese raccolto come un piccolo presepe ai piedi della montagna.

Elena, vedendo l’espressione spaesata di Sofia, non esitò un attimo per avvicinarsi e chiederle se aveva bisogno di aiuto.

Una reazione inaspettata per Sofia, di solito la gente non fa nemmeno caso a chi si sofferma alla stazione; ma in un paese piccolo che si sa tutto di tutti, non poteva di certo passare inosservata.

Sofia accettò volentieri la mano di Elena, chiedendole se per caso poteva indicarle la strada per recarsi a uno dei più vicini alberghi.

-Starai mica scherzando? Non hai letto sulla guida turistica che in questo paese non ci sono alberghi?-

Sapere che in quel paese non c’erano alberghi, spiazzò Sofia, che cercava di consolarsi chiedendo se ci fosse almeno una pensione.

-Te l’avrei detto se ci fosse stata una pensione. Il guaio è che fino a dopodomani non parte neanche un treno. E non chiedermi se ci sono affittacamere, perché ti dico subito di no-.

L’espressione spaventata di Sofia, impietosì Elena, che non sapeva proprio come aiutarla.

-Potresti ospitarmi in casa tua? Ti pagherò profumatamente-

Azzardò a dire timidamente Sofia.

-In casa mia? Ma non abbiamo stanze per gli ospiti! I pochi letti a disposizione sono già occupati dai miei fratellini-.

Gli occhi grandi e scuri di Elena, si specchiarono in quelli limpidi e azzurri di Sofia, e istintivamente capirono che potevano fidarsi l’uno dell’altra; poiché a Elena qualche soldino in più faceva comodo, e a Sofia premeva non dover essere costretta a passare la notte in quella stazione desolata.

Per la prima volta, in quella misera stazione, Sofia capì l’importanza della pietà, della gentilezza, dell’altruismo e della preghiera. Capii anche perché tra tutti i parassiti che circondavano la casa di suo padre, prediligeva la classe bisognosa.

Il bisogno ti rende umano e sensibile … ti fa capire che l’onnipotenza non esiste; e che presto o tardi, tutti ci troveremo ad aver un bisogno disperato dell’altro; lo stesso bisogno d’amore che qualche mese più tardi lesse negli occhi di suo padre, chiaramente dopo aver smosso mari e monti per trovarla. 

 
 
 

Talento che ispira sentimento, o sentimento che ispira talento?

Post n°1482 pubblicato il 11 Gennaio 2018 da lascrivana


Serena aveva una voce straordinaria, capace di comunicare con le note tutte le sue emozioni e le sue passioni. La sua abilità non consisteva solo nel saper cantare, ma anche nel creare testi e parole. Donna straordinaria che con la sua voce celestiale aveva conquistato il mondo; peccato che non era riuscita a fare breccia nel cuore dell’uomo che amava segretamente.

Sempre in tournee, non aveva poi molto tempo da dedicare a Davide, e di conseguenza non era nemmeno sicura se poteva avere delle possibilità con lui.  Di una cosa era certa Serena, che se aveva la possibilità di coinvolgere gli altri con le sue intense sensazioni, era grazie anche al forte sentimento che nutriva per lui.

Spesso si era domandata se non fosse grazie proprio a quest’amore segreto il suo successo; e magari inconsciamente lei aveva reso impossibile la coronazione del suo sogno, proprio per mantenere sempre alta l’ispirazione.

Se vedeva la cosa da questo lato, le sembrava di sminuire il suo talento e di usare la passione che provava per lui, solo per alimentare il suo successo. Un giorno di questi magari avrebbe provato a mettere fine al quesito dichiarando il suo amore a Davide.

-Si … un giorno di questi lo farò; ma per ora sono impegnata a scrivere un'altra canzone. Quando finirò di scriverla e cantarla, giuro che allora correrò da lui per svelargli i miei sentimenti! -

Sorrideva felice e speranzosa Serena mentre raccontava a se stessa l’ennesima bugia.

 

 

 

 
 
 

Ho scelto la vita.

Post n°1481 pubblicato il 10 Gennaio 2018 da lascrivana

Jean e Louis, due vite che s’imbattono proprio alla fine della strada. All’incrocio uno pensa che prenderà una via diversa; l’altro invece, pensa solo che sia giunto alla fine.

Chi dei due abbia ragione non si sa; l’unica certezza è il passato che si sono lasciati alle spalle.

Entrambi ricoverati nella stessa stanza d’ospedale, quella riservata ai malati terminali; entrambi consapevoli di essere giunti al traguardo.

I loro letti si fronteggiano, pronti al duello che vedrà solo un vincitore. Jean ha vissuto una vita onesta: lavoratore serio e umile, pochi soldi in tasca, ma tantissimi affetti. Aveva seminato tanto di quell’amore, che era impossibile non restituirgliene almeno in parte. Marito premuroso e padre affettuoso; amico fidato e collega disponibile. Erano veramente pochi quelli che si lamentavano di lui; a dire il vero solo i falsi e gli invidiosi.

Louis, invece si portava dietro un curriculum con una sfilza di precedenti penali non indifferenti.  Aveva portato il terrore nelle famiglie, deviando i loro ragazzi e inducendo le giovani donne alla prostituzione. Temuto da tutti, scambiava la forzata riverenza con il rispetto.

Louis continuava ad avere lo stesso sguardo sprezzante; e per nulla intimidito dall’imminente fine, imprecava Dio maledicendo il genere umano. Urlava contro infermieri e dottori, minacciandoli di rivendicazione da parte dei propri amici se non avessero usato nei suoi confronti la dovuta assistenza.

Jean, dal canto suo, osservava tutto con magnanimità, implorando le infermiere di avere pietà di lui, poiché se non si fosse pentito in tempo chiedendo perdono, avrebbe bruciato all’inferno per sempre.

Nonostante le fitte lancinanti, Jean aveva conservato la sua umiltà e la sua infinita pazienza. Prono innanzi alla fine avversa chiedeva perdono dei suoi peccati, e ringraziando il personale medico benediceva le preziosi mani che alleviavano i suoi dolori.

Louis scherniva Jean per la convinzione della sua fede, e tra un urlo di dolore e l’altro, lo derideva dicendogli che entrambi avrebbero messo fine alla loro vita con la morte del corpo.

-Idiota, pensi davvero che tu sarai trattato meglio di me! Non hai ancora capito che il mondo è di chi lo comanda; ed io ho fatto quello che mi pare senza pietà. Ho dato la merda nella giusta misura ai porci che ci governano, e mi sono preso da quei deficienti di cittadini quello che lo stato gli rubava a pieni titoli. Ho usato la loro stessa politica, e me ne sono fregato di chi m’inveiva contro. Miseri molluschi che meritavano di essere derubati da me!-

Era fiero Louis quando sbraitava con Jean in questo modo; sentiva di avere in mano la giustizia anche in punto di morte.

-Povero Louis, ti sei illuso per tutto questo tempo di avere in mano il potere, e hai distribuito amarezza a chi non la meritava. Ho sempre rispettato i miei simili; ed è l’unica cosa che mi consola in questo letto di morte. Ho gioito per ogni piccola conquista, e mi sono beato osservando il miracolo della natura. Ho lavorato il giorno e dormito la notte serenamente; e non mi è mai importato del denaro illecito che entrava nelle tasche degli altri. Mi sono schierato sempre dalla parte del debole e dell’innocente. Io sono convinto del paradiso, e mi auguro che Dio perdoni i miei peccati e mi accolga con lui-.

Jean rispondeva sempre così ai continui attacchi di Louis.

L’infermiera Daniela che si prendeva cura di entrambi, osservava silenziosa la diversità dei due; e mentre Jean le dava un senso di pace e la ricaricava di nuova energia, Louis la deprimeva con la sua acredine e cattiveria. L’uno, anche se in punto di morte, continuava a seminare bene ispirando forza con la sua dignità di uomo generoso e buono; l’altro invece, saturo di malvagità, esalava dal corpo putrefatto tutto il veleno che aveva raccolto dalla vita.  Daniela, grazie alla bontà di Jean, era riuscita a farsi una corazza che impediva alla malvagità di Louis di penetrarla.

La vita ti da la possibilità di scegliere … e Jean aveva scelto la vita.

 
 
 

L'importante è scrivere

Post n°1480 pubblicato il 05 Gennaio 2018 da lascrivana

Non è tempo di letture o scritture pesanti; non è tempo di polemica e di guerriglia … ho bisogno solo di spazi che siano capaci di farmi librare in volo; di cercare parole in grado di farmi sognare.  Mi manca la concentrazione necessaria per attingere alla fonte delle mie idee per creare nuovi personaggi che abbiano l’abilità di incantarmi e stupirmi.

Oggi ho potuto scrivere due parole solo perché sono bloccata a letto con l’influenza, altrimenti non ne avrei avuto il tempo.

Non solo le ali sono sinonimo di libertà e di volo; esiste anche quello che il pensiero compie con le parole: attraverso la magia della tastiera che da forma e contenuto a scritti e poesie.

So bene di aver già scritto di questo in passato, ma in questo momento non mi viene in mente altro. Magari avrei potuto fermarmi ancora per un po’ al mio ultimo post; ma avevo una gran voglia di scrivere.

Il pensiero è astratto e ripetitivo; ma anche il giro del parco che il ginnasta compie ogni giorno è lo stesso: eppure sente sempre la stessa necessità di mettersi in corsa. E non è solo per mantenersi in allenamento che corre, lo fa semplicemente perché gli piace

Ho nostalgia di quel tempo in cui la fantasia mi consentiva di creare un mondo parallelo in cui rifugiarmi quando tutto quello che accadeva fuori mi faceva star male.

La realtà gelosa di questo mia dimensione alternativa, ha fatto in modo che le mie responsabilità aumentassero e m’impedissero di avere sempre meno tempo per l’illusione.

E fu così che dovetti mettere in pausa la mia carriera di pseudo scrittrice.

 

 

 

 

 
 
 

E poi? .... (*__°)

Post n°1479 pubblicato il 03 Gennaio 2018 da lascrivana


Vuoi sapere se la mia è stata una provocazione? Ebbene si! Ammetto di aver volutamente cercato l’intrigo, risvegliando la curiosità, limando le lingue affilate, lievitando l’ego, suscitando persino scandalo e costernazione; sarcasmo e ironia, erotismo e sensualità. Ho esageratoancora una volta con le reazioni dei lettori vero? Ma che editor  sarei se non lievitassi le informazioni.

Mille nomi per definire il mio post precedente, mille verità prendono forma innescando sospetti e indignazione; la creatività del pensiero altrui non si pone limiti, così come non abbiamo limiti con la nostra immaginazione.

Abbiamo gonfiato ogni piccolo gesto, fino a farlo fluttuare leggero nell’aria; creato situazioni che trasudavano magia e erotismo. Abbiamo misurato le nostre capacità attraverso la critica e l’esortazione, correggendo e perfezionando, qualsiasi piccolo dettaglio.

E ora che i nostri pensieri corrono su binari paralleli, sono certa che ancora una volta saprai dare la giusta risposta ai miei pensieri.

Direi che abbiamo ripreso bene il discorso da dove l’abbiamo lasciato; non sembra affatto che sia passato così tanto dall’ultima volta.

Magari qualcuno starà pensando che sono matta, e mi vede con gli occhi allucinati e lo sguardo fisso nel vuoto, mentre gesticolando esalto il mio pensiero. Sorrido e mi gonfio d’orgoglio al pensiero di aver suscitato qualche piccola sensazione.

Oh, ma tu mi dirai che sto ancora una volta camuffando la verità distorcendola; ed io potrei anche risponderti che magari è possibile.

E invece no! Non posso rivelarti il mio segreto così su due piedi! Devo prima accertarmi che ancora una volta ho solleticato la curiosità degli astanti spingendoli a seguirmi.

Magari nel prossimo post riuscirò a inventarmi qualcos’altro per tenerli incollati sulla mia pagina … magari. Oppure pensi che annoiati, non arriveranno nemmeno alla fine del post? Vedremo.

 
 
 

Per giorni e giorni ancora.

Post n°1478 pubblicato il 02 Gennaio 2018 da lascrivana

 

La mia storia con te è iniziata come una delle più belle fiabe che mi sia stata raccontata, entrando nella mia vita come il sole dopo una giornata grigia e burrascosa.  Qualcuno potrebbe dire che è stato il destino; e i Freudiani addirittura azzardare l’ipotesi che è stato il mio inconscio a crearti dal nulla … comunque sia, ora ci sei e mi auguro che sia per sempre.

Oh no! Non dirmi di ricordarmi il colore dei tuoi capelli, o il vestito che avevi addosso al nostro primo incontro; non saprei proprio come descriverlo! Ricordo solo l’intenso profumo della libertà che mi dilatava le narici; e l’impercettibile sensualità che emanavi al tuo passaggio –una scia che mi avvolgeva delicatamente trascinandomi nella sublime poesia della passione.

Abilmente hai slacciato il vestito dai miei tabù; mentre carezze leziose e sempre più esigenti hanno trasformato le sensazioni in emozioni.

Labbra calde e mani impertinenti, sguardo ipnotico e odore avvolgente, hanno sciolto le catene della timida riservatezza.

Non ho mai smesso di cercarti sai? I miei occhi curiosi hanno sbirciato tra le infinite pagine del sapere, per continuare a inebriarmi della tua travolgente essenza.

Invano ho cercato di dare una forma ai miei pensieri che potessero in qualche modo descriverti, o lontanamente somigliarti.

Ti ho inseguito nel volo di una farfalla, per poi sedermi stanca sulla morbida e solleticante erbetta del prato in festa; mentre briose coppe di champagne mi stuzzicavano la lingua con frizzanti bollicine.

Ho cercato stupore tra i tramonti infuocati e calore nel pallido sole; dissetata alla fresca fonte, ho lasciato che esuberanti gocce scivolassero sulla pelle disidratata, ricostruendo sensazioni ed emozioni. Mi sono lasciata incantare dallo straordinario spettacolo della natura, per poi addormentarmi lasciandomi cullare dalla dolce nenia che il vento ti rubava per conciliare il mio sonno.

Hai avuto anche l’abilità di trafugare carezze alla fresca brezza marina, e note musicali allo sciabordio delle onde che s’infrangono sulla battigia.  Abbiamo ballato sotto un cielo tappezzato di stelle, e cantato a squarciagola ammirando la luna piena.

E oggi sono qui, perché voglio iniziare il nuovo anno con te; e con il mio primo post del 2018 invoco la tua presenza per consolidare la nostra stravagante unione.

I lettori curiosi si domanderanno chi è il fortunato mentore di questo mio post, mentre i vecchi amici forse sanno già a chi è rivolto.

Dai, non dirmi di rivelare il tuo nome, poiché non basterebbero pagine e pagine per scriverlo! Ti ho chiamato in mille modi diversi, e immaginato sotto svariate spoglie; per questa ragione ti chiedo di lasciare che io ti crei t’inventi ancora ogni giorno, ricostruendo sempre la parte migliore di te; poiché è quella trama che ancora non ho letto …  è quella che amo di più.

 

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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