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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 13/03/2015

La curiosità di Rosalinda.

Post n°961 pubblicato il 13 Marzo 2015 da lascrivana

Fissai l’appuntamento con Igor per il giorno successivo: nonostante avessi già il pomeriggio tutto impegnato. Con mio grande stupore, accettò nell’immediato. A quel punto non mi restava che far chiamare tutti i pazienti dalla mia segretaria e disdire gli incontri per l’indomani; e non solo, dissi che non era necessaria neppure la sua presenza. Ero certa che avere il pomeriggio libero, non sarebbe di certo dispiaciuto a Letizia Arcuri: preziosa collaboratrice del mio studio sin dall’apertura. 

-Posso essere onesta con te Rosalinda Boromei?-

-Sai bene Letizia che sei obbligata a esserlo con me!-

-Bene, bene… cara la mia dottoressa. Non è che mi stai nascondendo qualcosa?-

-Ebbene si! Ammetto la mia colpa … ma ora non posso parlarne. Devo prima capire-

-Eccola là! Parla la psicoanalista! E se per una volta tanto lasciassi uscire la donna normale che è in te? Quella fragile che ha gli stessi problemi degli altri?-

-Ti ho detto che non è ancora arrivato il momento. E ora cerca di darti da fare; hai un bel po’ di pazienti da chiamare per spostare gli appuntamenti; mi pare di averti dato abbastanza lavoro per oggi -

-Avrei fatto volentieri due chiacchiere con te; a costo di fare qualche ora di straordinario gratis-

- Ti ringrazio per la premura Letizia; ma dico sul serio … non saprei da dove iniziare. Lasciami un po’ di tempo per elaborare il tutto-.

L’idea di incontrare nuovamente Igor, mi eccitava e allo stesso tempo mi agitava. Mi sentivo come una ragazzina al suo primo appuntamento.

Non riuscii a dormire quella notte; e la mattina successiva mi alzai presto per fare una corsetta al parco. 

Dopo essermi fatta la doccia; ci misi più tempo del solito a prepararmi. Spazzolai energicamente la mia cascata di riccioli dorati e li raccolsi in semplice coda. Mi truccai leggermente, usando un mascara chiaro e una cipria rosea. Tirai fuori dall’armadio un vecchio paio di jeans e li abbinai a una comoda camicia di flanella azzurra, completamente sbottonata sul davanti: lasciando volutamente intravedere un top aderente bianco con l’orlo di pizzo.

Mi guardai allo specchio, e mi resi conto di aver fatto il possibile per sembrare una ragazzina. Cosa esattamente cercassi di risvegliare in lui, era oscuro persino a me stessa! In fondo lui era più grande di me di tredici anni; che senso aveva sembrare più piccola?

Forse, nel mio inconscio cercavo di realizzare il sogno di un incontro, tanto desiderato quando frequentavo il liceo. 

Arrivai allo studio in anticipo; trovai Igor ad attendermi davanti al portone d’ingresso; a quanto pare anche lui era impaziente come me.

Ci salutammo timidamente come due ragazzini: impacciati e balbuzienti.

Lo feci accomodare dentro lo studio. Dopo averlo invitato a bere qualcosa di forte per sciogliere la tensione, mi sedetti sulla poltrona di fronte a lui. Le nostre ginocchia si sfiorarono a malapena, quasi avessero paura di toccarsi. Chiudendo gli occhi, lentamente congiungemmo le mani: palmo contro palmo. I nostri movimenti erano in perfetta simbiosi; le nostre anime comunicavano rimandando indietro le lancette del tempo.

Non so come accadde … ma accadde.

Ci ritrovammo stretti l’uno all’altro, senza che nemmeno ce ne rendessimo conto. Nessuna domanda o paura, nessuna colpa o divario tra noi. I nostri corpi si erano incontrati oltre l’orizzonte; la dove il tempo non ha età.

L’esperienza che condividemmo quel pomeriggio, fu unica e straordinaria per entrambi. Per raggiungere quello stato mentale, non avevamo avuto bisogno di assumere droghe o alcool: erano i nostri baci a inebriarci; e le nostre travolgenti carezze a deliziarci. Mentre i nostri corpi, congiunti in un perfetto incastro, ci mandarono completamente in delirio. Non ci sono parole che possano rendere giustizia a descrivere quello che realmente vivemmo in quell’atto d’amore. Il destino quel giorno si era meravigliosamente compiuto.

Noi eravamo fatti per stare insieme; e tutto quel tempo passato lontano l’uno dall’altro: non aveva fatto altro che accrescere e fortificare quel sentimento indissolubile. Non ne avevamo colpa se Lidia, la moglie, fosse subentrata dopo. Forse ne avevamo per non essere stati in grado di riconoscere l’enormità del nostro amore.

Quello che era successo con Livio, aveva cambiato le nostre vite.

Igor non riusciva a capacitarsi di quello che aveva fatto; picchiare un uomo non era da lui! Si sentiva distrutto e angosciato da quella passione che provava per me. Io ero una sua alunna! Non poteva. Non era consentito dalla legge; dai miei genitori. Tutto questo lo faceva sentire un verme. E quando io terminai gli studi, disse che non ebbe il coraggio di privarmi della mia gioventù: compromettendo le mie scelte con il chiedendomi di sposarlo.

Unirsi in matrimonio con Lidia, sembrò essere una soluzione necessaria a trattenerlo dal rincorrermi.

Solo, che con il passare del tempo, Lidia tirò fuori la sua vera personalità. Quello che scoprì di lei in seguito, mandò all’aria qualsiasi progetto di coppia. Isterica e gelosa oltremodo, gli impediva persino di respirare. Se l’aveva sopportata per tutto questo tempo, era perché in parte si sentiva in colpa per non averla amata più di quanto, amasse me.

Laura

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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