ricomincio da qui

Barnaby e Flavia.

A quelle parole, Flavia si allontanò dal marito. Sul volto, un'espressione stupita oltre che addolorata.

-Ma che stai dicendo? Proprio adesso, nel momento che ha più bisogno di noi, tu lo vuoi mandare via?-

Sandro si voltò nella sua direzione.

-Mi dispiace Flavia, ma questa è la mia decisione. Da quando si è installato in casa nostra, il tuo amico non ha fatto altro che portare guai, se ne deve andare immediatamente-

Silenzioso sino a quel momento, Barnaby si frappose tra i due.

-Sandro ha ragione, Flavia. Vado subito a preparare la valigia-

Prendendolo per un braccio, la donna fronteggiò il marito a muso duro.

-No!- urlò in tono isterico.

-Se lui se ne va, io lo seguirò, Sandro. E non sto scherzando!-

Il volto dell'uomo sembrò trasfigurarsi.

Da pallido che era divenne paonazzo, i tendini del collo tesi sino allo spasimo.

-E va bene- disse con estrema calma.

Dalla tasca dei pantaloni, prese una pistola e la puntò contro la coppia.

Inorridita, Flavia fece un passo indietro mentre Barnaby, d'istinto, si lanciò in avanti.

Lo sparo echeggiò per tutta la via.

Il proiettile, da una distanza così ravvicinata, trapassò la spalla di Barnaby per poi centrare in pieno la fronte di Flavia.

La donna stramazzò al suolo senza un lamento.

-E' la verità ispettore, deve credermi-

Perplesso, Gangi si grattò il mento. Era abbastanza esperto dal riconoscere, a seconda dei casi, se un testimone mentisse o meno.

E la segretaria di Stone, a prima vista, sembrava essere sincera.

-Quindi, secondo il suo parere, chi potrebbe volere la morte del suo principale?-

Cinzia esitò un istante, quindi alzò il mento, decisa.

-Non ne ho idea ispettore ma...- disse abbassando nuovamente gli occhi.

-Ma?- l'incalzò il poliziotto.

Quando rialzò lo sguardo, un velo di tristezza sembrò appannare il bel volto.

-Non ho mai apprezzato il signor Stone, questo non posso negarlo. L'ho sempre giudicato superficiale e maleducato, sopratutto verso i propri dipendenti- disse d'un fiato.

-Ma qualcuno, di certo, lo odiava in maniera viscerale. E non parlo certo di quell'Oscar-

Gangi drizzò immediatamente le orecchie. Sporgendosi sopra la scrivania, la fissò con insistenza.

-E chi sarebbe questa persona, signora?-

Quando Cinzia terminò di parlare, l'ispettore si lasciò andare contro la spalliera della poltrona.

Che stupido era stato. Aveva inquadrato la questione in un'unica direzione, senza valutare altre possibili soluzioni. E il potenziale assassino, nel frattempo, era ancora libero.

Congedando velocemente la donna, indossò la giacca e si precipitò fuori dall'ufficio.

Forse, non tutto era perduto.

-Mamma!-

Fiondandosi fuori dalla porta, Luca si gettò ai piedi di Flavia.

-Cos'hai fatto Sandro...mio Dio...cosa hai fatto...- inebetito dal dolore e dall'orrore, Barnaby ebbe comunque la forza di lanciarsi un'altra volta contro di lui.

Fissando il corpo inerme della moglie, Sandro non reagì, lasciando che l'altro l'investisse in pieno col proprio peso.

Rotolarono a terra sino a una bassa siepe, per poi rimanere inermi.

Fu però ancora Sandro a rialzarsi per primo, sul volto un'espressione allucinata.

-Maledetto bastardo! Pensavi forse che non lo sapessi? Credevi che non mi fossi accorto che te la spassavi con lei?-

Grosse lacrime gli solcarono le guance mentre pronunciava quelle parole.

-Ma adesso è finita. Lei è morta, e tra poco lo sarai anche tu- disse puntando l'arma verso il suo volto.

Lo sparo gli fece volar via la pistola di mano. Osservandosi le dita maciullate, quasi non avvertì dolore.

-Si distenda a terra Sandro...subito!-

L'ispettore Gangi, a qualche metro di distanza, lo stava tenendo sotto mira.

-Subito ho detto!-

Poco più in la, Luca non aveva smesso un secondo di cullare la madre.

Uscendo dall'ospedale, Barnaby circondò col braccio sano le spalle di Luca.

-Ho parlato col medico. Sembra che l'osso temporale abbia deviato la pallottola. Sarà un recupero lungo e doloroso ragazzo mio, ma ce la faremo, tua madre è forte-

Il giovane sorrise a denti stretti.

-Tu come ti senti?- disse indicando il braccio fasciato.

L'uomo si strinse nelle spalle.

-E' solo un graffio, non preoccuparti-

Luca annuì ma, dopo che ebbero percorso alcuni metri, si fermò di nuovo.

-Ascolta zio Barny. Volevo chiederti scusa per i miei sospetti, io...io...-

Barnaby lo zittì con un gesto.

-Nessuno avrebbe mai sospettato di tuo padre. Ha ingannato tutti, persino tua madre. E Oscar voleva solo spaventarmi. E' innamorato di te, lo sai vero?-

Luca chinò la testa.

-Non è necessario parlarne adesso, ci sarà tempo, e ti aiuterò a tirarlo fuori da quel brutto giro, ok?- continuò Barnaby.

-Però una cosa la devi sapere. Ciò di cui mi accusava tuo padre è falso. Ho sempre voluto bene a Flavia, ma non ho mai pensato a lei come amante. Per me era come una sorella, e come tale resterà sempre-

Il volto del giovane s'illuminò.

-Ti credo zio Barny-

Danio e Laura