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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 28/04/2015

New Orleans: senza via d'uscita

Post n°993 pubblicato il 28 Aprile 2015 da lascrivana

 

Ero devastata. Un cocktail di sentimenti, contrastanti tra loro, si alternavano inesorabili lasciandomi senza forze. Odio e amore, stavano comebattendo una lotta furibonda nella mia anima.

Colta da un profondo senso di ribellione, presi l’irreversibile decisione di andarmene.

Frenetica, gettai qualche indumento in una valigia e uscii di casa. Temevo il rientro dei miei genitori, e Carlo non avrebbe di certo tenuto la bocca chiusa. Avrebbe rivelato loro il mio presunto fidanzamento con Lucio. Una notizia che, oltre a gettarli nel panico, avrebbe sicuramente scatenato una guerra tra i Campisi e i Lucisano, mettendo in serio pericolo la mia vita e quella di mio fratello.

Non temevo per me ma, il solo pensiero che avrebbero potuto far del male a Carlo, mi faceva inorridire. Non avrei mai potuto perdonarmelo. Ciononostante, decisi ugualmente di andarmene via.

Una volta in strada mi guardai attorno. Ero confusa e disperata, non avevo la più pallida idea di dove andare.

Prendendo una stradina secondaria, mi avviai a capo chino verso il centro. Giunta alla fermata dei bus, salii sul primo in procinto di partire, l’importante era che mi portasse lontano da quel luogo.

Durante il tragitto, ebbi modo di pensare a lungo sulla decisione presa. Dopo aver valutato i pro e i contro, mi resi conto che, pur sparendo dalla circolazione, non avrei per nulla risolto il problema.

Al contrario, avrei solo peggiorato la situazione e, inoltre, non avrei potuto far nulla per l’incolumità di mio fratello, la cosa che mi stava più a cuore.

Scesi alla prima fermata. Dovevo assolutamente tornare indietro. 

Grosse lacrime di rabbia e impotenza mi scivolarono sul viso mentre, con la vista annebbiata, controllavo gli orari per il ritorno.

 

Sedendomi sulla valigia, ripensai alle parole di John. Quanto aveva avuto ragione! La via della mafia è una strada senza uscita, se ti prende di mira, è quasi impossibile uscirne incolumi.

All’improvviso, capii il perché della proposta di Jhonn, così come la cocciutaggine di mio padre nel non voler entrare in quel mondo. Ed ora, toccava a me trovare il modo di difendere Carlo dalle grinfie di Lucio Campisi.

Persa nei miei pensieri, non mi accorsi della Cadillac che, lentamente, si arrestò a pochi passi da me. 

John, bellissimo nel proprio abito firmato, scese e mi si avvicinò. Porgendomi un fazzoletto, mi diede la mano aiutandomi a rialzarmi. Prese quindi la valigia e, dopo averla posata nel baule, mi fece segno di salire. Il tutto senza proferir parola.

-Ciao Agnese-

La voce mi fece sussultare. Girandomi di scatto, mi ritrovai faccia a faccia con Lucio, seduto sul sedile posteriore.

-E ora andiamo a sposarci Agnese. La cosa è fatta ormai, e non mi sembra il caso di fare le presentazioni con i nostri genitori. Li metteremo di fronte al fatto compiuto. Diremo loro che sei incinta, e che siamo stati costretti a sposarci al più presto-

 

L’idea delle sue mani addosso mi fece ribrezzo. Lucio esplose in un’esilarante risata mentre Jhonn, inespressivo, mi strinse la mano annuendo.

-Stai tranquilla signorinella. A me le gallinelle non piacciono proprio, credo che sia chiaro ormai. Sarà compito di John mettere al mondo l’erede dei Campisi. A me basta solo che lui mantenga la promessa, vero carissimo?-

L’ultima frase mi mise i brividi. Già lo vedevo mentre, nel buio della stanza, si avvicinava a Carlo. Colta un raptus omicida, cercai di lanciarmi verso di lui con l’intento di strozzarlo. Tempestivamente, John mi prese per le spalle inchiodandomi sul sedile.

-Stai calma Agnese, andrà tutto bene- disse finalmente.

Ancora una volta, dovetti ammettere che aveva ragione. Agire d’istinto, non sarebbe stata una buona idea.

Non avrei mai permesso a quel porco di mettere le mani addosso al mio fratellino, ma la cosa era solo rimandata, lo avrei ucciso a tempo debito.

Dovevo solo capire come fare e, sopratutto, avrei dovuto trovare il modo di farlo. Inorridita dai miei stessi pensieri, mi liberai dalla stretta di John. Non avrei mai immaginato che la mia mente potesse anche solo pensare cose del genere. Guardai l'uomo di cui ero stata perdutamente innamorata. In quel momento, ogni sentimento nei suoi confronti sembrava essere scomparso. Mi sentivo terribilmente confusa, arrabbiata e impotente. La mafia, mi resi conto, aveva il potere di cambiare gli uomini. Inaridiva il loro cuore e li rendeva schiavi, persino di se stessi.

Laura e Danio.

 
 
 
 
 

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Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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