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poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 04/10/2015

Vite interrotte la notte di capodanno. terza parte.

Post n°1063 pubblicato il 04 Ottobre 2015 da lascrivana

 

Miriam Solerti era stata una ragazza come tante altre. Emancipata, sveglia e leggermente sfrontata, aveva affrontato la vita così come si era presentata, senza troppi patemi. E, come tutti i ragazzi dell'epoca, era quasi impazzita per tutto ciò che riguardava la tecnologia, tablet e smartphone in primis.

Il nuovo secolo era ormai alle porte e Miriam, giunta alla soglia dei quarant'anni, stava smanettando col suo tablet di ultima generazione, una mania che non aveva mai perso. Quella sera ci sarebbe stata una grande festa, e gli inviti sembravano non dover mai finire. Coincidenza aveva voluto che, l'ultimo giorno dell'anno, coincidesse anche col suo compleanno. A parte i regali, la casa si sarebbe riempita di amici che l'avrebbero festeggiata e coccolata, si sentiva al settimo cielo. Nonostante gli spasimanti non le fossero mai mancati, non aveva mai pensato al matrimonio. Vivere in famiglia le piaceva troppo, aveva tutto ciò che desiderava, perché complicarsi la vita?

 

Un discreto bussare alla porta la distolse da quei pensieri e dal tablet.

-Avanti- disse con voce squillante.

Ma, non appena il nuovo arrivato fece capolino nella stanza, il suo sorriso si spense come la fiamma di una candela investita da una folata di vento gelido.

-Ciao, Miriam. Volevo farti gli auguri di persona, non mi piace mischiarmi agli altri, come ben sai-

Esibendo un sorriso stentato, Miriam scese dal letto e gli si fece incontro. L'uomo allargò le braccia e sorrise a sua volta. Nella mano destra, reggeva un pacchetto regalo con tanto di fiocco rosa.

Sospettava già di cosa si trattasse e, pur di mala voglia, abbracciò il nuovo venuto fingendo un entusiasmo del tutto inesistente.

-Grazie professore, ma non doveva disturbarsi-

Allontanandola con delicatezza, l'uomo inclinò il capo e la squadrò da capo a piedi.

-Gli anni non scalfiranno mai il tuo splendore, Miriam, auguri di cuore- disse porgendole il pacchetto.

Miriam lo afferrò fissandolo per un istante.

-Grazie, professore, sarà uno dei primi che aprirò-

L'uomo scosse la testa.

-No, Miriam, voglio che tu lo faccia ora- Il sorriso era scomparso, e il suo sguardo sembrava non voler ammettere repliche.

Miriam esitò ma poi, alzando le spalle, iniziò a sciogliere il fiocco.

Con enorme stupore, si accorse che non si trattava del solito libro. Una volta tolta la carta, si ritrovò tra le mani un cofanetto di legno finemente intarsiato. La serratura, in bronzo dorato, era completata da un piccolo lucchetto d'acciaio.

-Quello l'ho messo io- disse il professore -Lo so, non è molto bello esteticamente, ma la scatola contiene qualcosa di veramente prezioso, preferirei la chiudessi a chiave quando la riporrai. Aprila, forza-

Con una certa apprensione, Miriam inserì la chiavetta e la girò. Una volta sollevato il coperchio, non poté fare a di spalancare la bocca, sorpresa.

-Ma...ma professore... è...è troppo... io...io...-

Il contenuto l'aveva lasciata letteralmente senza fiato.

Adagiato sopra una base di velluto blu, un bellissimo orologio antico sprigionò bagliori accecanti al contatto con la luce.

Il professore sorrise benevolo.

-Nulla è mai troppo per te, carissima. Indossalo, ti prego-

Ammutolita, Miriam alternò lo sguardo tra l'oggetto e l'uomo. Non era abituata a sentirsi in svantaggio, e la cosa la disturbò parecchio.

-Non posso accettarlo, professore. E' troppo prezioso e poi...- Stava per aggiungere che odiava gli orologi, ma temette che il professore potesse offendersi. Quell'uomo non le era mai piaciuto.

Era un vecchio amico di famiglia e, sin da quando era ragazzina, le era sempre ronzato attorno in maniera fastidiosa. Sapeva bene quali potessero essere le sue mire ma, pentendosene spesso, non ne aveva mai parlato ai propri genitori. In qualche modo era sempre riuscita a tenerlo a bada. Ma ora, superata la sessantina, il suo sguardo si era fatto più lascivo, penetrante.

Quasi le avesse letto nel pensiero, il professore le sfilò il cofanetto dalle mani. Il suo volto si era trasformato in una maschera di pietra e Miriam, improvvisamente, ebbe paura.

-E va bene, mi ci hai costretto-

Furono le ultime parole che udì. Con una velocità inimmaginabile per un uomo anziano, la colpì con la mano a taglio dietro la nuca. La stanza si fece buia e Miriam, riteando gli occhi, crollò sul pavimento.

 

Quando riprese i sensi, si ritrovò appoggiata con la schiena a una parete. Il freddo e l'umidità le provocarono brividi per tutto il corpo, il dolore alla testa era lancinante.

Dove si trovava? Pur a fatica, cercò di rimettersi in piedi ma, una vertigine, la costrinse a rinunciare.

-Bene, bene, bene...-

La voce proveniva dalla sua destra. Strizzando gli occhi nella penombra, cercò di mettere a fuoco.

Il professore, ritto dinanzi a lei, la stava osservando con un mezzo sorriso stampato sul volto.

Alle sue spalle, appoggiata alla parete di fronte, una piccola libreria zeppa di libri di ogni dimensione.

-Dove...dove mi trovo? Cosa vo...vuole da me? Perché mi ha fatto questo?-

Parlare le provocò ulteriore dolore e nausea, ma era arrabbiata, tremendamente arrabbiata.

-Calma, calma...- proseguì l'uomo senza smettere di sorridere.

-Una cosa alla volta. Come ben sai, ho sempre sperato che tu ti facessi una cultura, che solo i libri potrebbero darti. Ma tu, ostinata e ribelle come sempre, ti sei sempre rifiutata-

Miriam fece per ribattere, ma il professore la fermò con un gesto.

-Bene. La mia pazienza si è esaurita. Li vedi quei libri? Ora ne sceglierai uno e lo leggerai, dall'inizio alla fine. Se ti rifiuterai, ciò che ti è accaduto sino a questo momento non è nulla in confronto a quello che potrebbe succedere in seguito-

Miriam deglutì. Lo sguardo di quell'uomo era lo sguardo di un pazzo. Avvicinandosi, le porse la mano e l'aiutò ad alzarsi.

-Non ho fretta. Questo lato della cantina è sconosciuto persino ai tuoi genitori. Come ben sai, fui io stesso a portarli qui la prima volta. Se volessi, potrei tenerti rinchiusa all'infinito. Ed ora avanti, scegli un libro!-

Danio e Laura

 

 
 
 

Dedica

Post n°1061 pubblicato il 04 Ottobre 2015 da lascrivana

Oggi questo post lo voglio dedicare a quelle persone speciali che sanno farti star bene anche con una sola parola o un sorriso; che ti trasmettono sicurezza solo a sapere che ci sono ... Che sono sempre disposte ad ascoltarti, nonostante i mille difetti e le paturnie. Sono quelle stesse persone che ti auguri che non si stanchino mai di starti ad ascoltare; che non rifiutino mai di regalarti qualche secondo; quei pochi attimi che rendono il tuo tempo migliore.

Laura.

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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