ricomincio da qui

poesie prose e testi di L@ur@

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

post. 1post. 2post.3post.4post.5post.6post.7

post. 8post.9post.10post.11post.12post.13pag.14

post.15post.16post.17 ...post.18 ...post.19 ...post.20 ...post.21

 

 

UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 139
 

ULTIME VISITE AL BLOG

woodenshiplascrivanaArechitanoprefazione09tanmikcassetta2c0nsuelocammino_1QuartoProvvisorioje_est_un_autrem12ps12Noir.Desiramistad.siempreNihil.65davidecrow
 

ULTIMI COMMENTI

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo i membri di questo Blog possono pubblicare messaggi e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
 

Messaggi del 07/11/2015

Ombre del passato

Post n°1077 pubblicato il 07 Novembre 2015 da lascrivana

 

Giusy si alzò col solito mal di testa. Erano giorni che la stava tormentando, nemmeno gli antidolorifici riuscivano più a placarlo. Versandosi una tazza di caffè, fissò la finestra con un'intensità che a uno sconosciuto spettatore sarebbe apparsa come catalessi. Solo quando si fu raffreddato parve ridestarsi da quella sorta di trance. Senza averne toccato nemmeno una goccia, lo versò nel lavello e lavò la tazza. Quel mattino, la sua vita avrebbe preso una svolta decisiva, o forse no? Per la prima volta in vita sua, avrebbe dovuto fare ciò che altri avevano deciso per lei, e la cosa la infastidiva parecchio. Giornalista di successo, lavorava per una delle testate più quotate del paese e, in passato, aveva firmato alcune delle inchieste più scottanti. Sino all'ultima, quella che l'aveva portata sull'orlo del licenziamento.

Si perché Federico Ponti, il suo capo, era stato categorico.

“O ti sottoponi a queste sedute, oppure puoi raccogliere baracca e burattini e andartene”

Quella frase l'aveva quasi fatta piangere, ma Ponti non aveva avuto pietà, incalzandola come solamente lui sapeva fare.

“Martin King è un mio carissimo amico, oltre che un affermato psicologo. Se non riesce lui a cercare di far ordine nel tuo cervello, credo che nessun altro potrà farlo. Ma ti rendi conto di ciò che hai combinato?”

Giusy aveva distolto lo sguardo mentre lui era diventato sempre più rosso in volto.

“E guardami in faccia quando ti parlo!-

Riluttante, la donna aveva rialzato gli occhi ormai prossimi alle lacrime.

“Il caso Braams sta tenendo ancora banco e tu che fai? Scrivi e vaneggi di cose mai avvenute, fatti non reali, per effetto dei quali il maggior indiziato è stato scagionato, cazzo!”

Giusy non aveva risposto, troppo angosciata per farlo. Ma, sopratutto, non avrebbe saputo cosa rispondere.

 

 

Uscendo dalla sede del giornale, aveva rimuginato a lungo su quel colloquio. La prospettiva di perdere il lavoro l'aveva colpita come un pugno allo stomaco. Non doveva accadere, non dopo che aveva speso denaro e sudore per costruirsi il suo piccolo nido. La piccola abitazione, poco distante dalla grande città, le dava quella sicurezza e quella calma di cui aveva sempre avuto bisogno. Nel silenzio della campagna, amava estraniarsi e vagare con la mente, inventandosi storie e situazioni improbabili. Proprio come quella che stava rischiando di rovinarla. Con una sola differenza. Il caso di Johanna Braams, una giovane ragazza inglese seviziata e violentata, era reale, tremendamente reale.

 

 

Indossò un abito semplice, quasi castigato. L'incontro col dottor King la terrorizzava, ma doveva farlo. Lo studio si trovava proprio in centro città, a due passi dal duomo. Quando varcò il grande portone in legno massiccio, l'ansia l'assalì prepotente, temette d'avere un mancamento. Trascorsero alcuni minuti durante i quali, respirando a fondo, cercò di riprendere il controllo di se stessa. Quando scese dall'ascensore si sentiva già meglio, anche se le gambe sembravano tremare ancora leggermente. Il pavimento del corridoio, ricoperto da una moquette verde tenue, contribuì a calmarla e a farla arrivare alla prima porta senza difficoltà. La targhetta in ottone, finemente lavorata, recava una semplice scritta: dott. Martin King, psicologo. Nessun campanello.

Esitante, bussò con discrezione. Trascorsero alcuni istanti durante i quali, pur non rendendosene conto, trattenne il fiato. Cogliendola di sorpresa, la porta si aprì silenziosamente. In un patetico tentativo di sfoderare il miglior sorriso possibile, fece un passo indietro.

-Ben arrivata, signorina, la stavo aspettando-

Stupore, ammirazione, sorpresa. Martin King era l'uomo più bello che avesse mai visto in vita sua. Alto, atletico e dal portamento elegante, aveva un viso dai lineamenti fini e mascolini al tempo stesso. Gli occhi, di un azzurro intenso, sembrava volessero trapassarla da parte a parte. Ebbe un capogiro, che cercò di camuffare facendo due passi decisi in avanti. Subito dopo, la porta si richiuse alle sue spalle.

Danio e Laura

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963