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UN PASSO INDIETRO PER FARNE UNO AVANTI.

Per chi volesse leggere la storia"Un passo indietro per farne uno avanti" sin dalle prime pagine;basta cliccare sui link.

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Messaggi del 02/06/2016

L'amore in un libro (fine)

Post n°1184 pubblicato il 02 Giugno 2016 da contastorie1961

Il direttore, un sessantenne brizzolato e di bel aspetto, entrò nella stanza accompagnato da un'altra persona.

-Buongiorno,Agata- esordì con un gran sorriso.

-Buongiorno a lei, direttore- rispose la donna.

-Credo tu conosca già il dottor Molardi, non è vero?-

Agata annuì, quindi si alzò dal letto e si fece loro incontro.

-Certo che lo conosco, non ha fatto che torturarmi negli ultimi mesi- disse sorridendo a sua volta.

-Finalmente il gran giorno è arrivato, come ti senti?- disse il medico con la sua voce baritonale.

-Bene,anche se non mi sembra vero di poter uscire-

-Vedi,Agata, il parere del dottor Molardi è stato determinante affinché si sia giunti a questa decisione- proseguì il direttore.

La donna alzò leggermente le spalle.

-Il fatto che tu ti sia laureata, pur con tutte le difficoltà del caso,ti fa onore, sono veramente molto fiero di te-

Il sorriso di Agata si allargò, non era stato per nulla facile. Dopo il primo anno d'isolamento, aveva chiesto e ottenuto di avere dei libri e poter così iniziare a studiare. Si era impegnata, aveva letto molto e dormito poco, ma i propri sforzi erano stati alla fine premiati. Dopo tre anni di intensi studi, senza per altro la possibilità di usufruire delle novità tecnologiche cui potevano accedere gli studenti “normali” aveva ottenuto la laurea breve in giurisprudenza. I membri della commissione che l'aveva esaminata,appena sei mesi prima, erano rimasti senza parole davanti alla sua preparazione.

Certo,non era da tutti prepararsi per bene tra le quattro mura di una stanza, specialmente se quella stanza si trova all'interno di una clinica psichiatrica riservata a chi si è macchiato di delitti atroci.

Ma Agata ce l'aveva fatta, e non aveva intenzione di fermarsi. Trascorso un discreto lasso di tempo, aveva fatto domanda per la libertà vigilata per motivi di studio. La specialistica che avrebbe dovuto affrontare infatti, richiedeva due anni di frequentazione assidua all'università, e a lei ne mancavano ancora cinque da scontare. Era stato difficile, e sovente era stata presa dallo scoramento. I termini per l'iscrizione si andavano riducendo, e la risposta tardava ad arrivare. Poi, un mattino, era arrivata la bella notizia. Un team di medici, presieduto dal dottor Molardi appunto, l'avrebbe sottoposta a una serie di test per valutare l'ipotesi di una sua scarcerazione, pur limitata.

Ed ora eccoli li, il fascinoso direttore e l'esimio medico, a comunicarle ciò che aspettava da mesi.


-La commissione ha dato parere positivo. Tra due giorni, potrai uscire alle otto del mattino per poi rientrare alle diciassette. Inutile ricordarti che ogni violazione sarà considerata come un'evasione,con tutte le conseguenze che ne potranno derivare-

Qualcosa,nel petto di Agata, aveva preso fuoco: aveva vinto!


Quando l'ebbero lasciata sola, da sotto il materasso prese un quaderno e l'aprì all'ultima pagina.

Avrebbe dovuto finirlo, ma a quello ci avrebbe pensato una volta uscita da quel posto.

L'aveva scritto nei ritagli di tempo, sacrificando ore di sonno e volando con la fantasia. Virginia aveva avuto una vita difficile, proprio come la sua, l'amava e la odiava al tempo stesso, ma era la sua creatura, ne era orgogliosa. Concedendosi un lusso che pochi scrittori impiegano,si era ritagliata una piccola parte, una sorta di semplice apparizione che però, via via che il romanzo si dipanava, l'aveva vista sempre più protagonista.

Richiudendolo con attenzione, lo rimise al proprio posto e si lasciò cadere sul letto. Due giorni.


Il sole non era mai stato così splendente. Uscendo dalla clinica, Agata percorse un centinaio di metri senza mai voltarsi.

Ricordati,alle diciassette devi essere di ritorno”

Le parole del direttore le scivolarono via, così come l'angoscia di affrontare di nuovo il mondo. Avvertiva appena il peso dello zaino dove, tra i libri di studio, giaceva il suo piccolo capolavoro.

Giunta a una fermata d'autobus, fece per sedersi sulla panchina ma, il rombo di un motore, non gliene diede il tempo. Il bus, vecchio e malandato,sbucò dalla curva e le si fermò dinanzi.

Prese posto in fondo, negli ultimi posti. Oltre a lei, ci saranno state una decina di persone sparse nell'abitacolo. Una, in particolare, attirò la sua attenzione. Si trovava un paio di posti più avanti, e i lunghi capelli castani le ricadevano come onde sulle spalle. Agata avvertì qualcosa alla bocca dello stomaco, un peso che, sul momento,non riuscì a capire. Poi, la donna si alzò e si diresse verso di lei, e il sangue le si gelò nelle vene.

-Ciao,io sono Virginia, finalmente ci conosciamo-

 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: lascrivana
Data di creazione: 19/09/2010
 
 

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