Creato da ConoscitiMeConosciTe il 06/01/2012

Sei tutto il mondo

L'anima non è la mente. Non è sentimento, non è nel cuore, non è dentro il corpo ne fuori da esso. allora che cosa è?

 

 

Un amico di viaggio

Post n°20 pubblicato il 02 Giugno 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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La ghirlanda di gemme di un Bodhisattva

In tibetano Byang-chub-sems-dpa’nor-bu’i phreng-pa; in sanscrito: Bodhisattvamaniavali.

Testo composto dal grande pandita indiano Dipamkara Shrijnana, conosciuto come Atisha.

Omaggio alla grande compassione

Omaggio a tutte le guide spirituali

Omaggio alle divinità di meditazione

Abbandona ogni dubbio e

dedicati con entusiasmo alla pratica.

Abbandona la pigrizia, l’apatia e il torpore e

coltiva sempre un impegno colmo di entusiasmo.

Tramite la consapevolezza, la vigilanza e l’attenzione,

ricordati di sorvegliare costantemente ogni porta dei sensi.

Sia di giorno sia di notte, per tre volte,

esamina ripetutamente il tuo continuum mentale.

Rivela apertamente i tuoi errori

e non cercare difetti negli altri.

Nascondi i tuoi pregi,

ma loda le buone qualità degli altri.

Rifiuta onori e acquisizioni

e rigetta sempre il desiderio di notorietà.

Avendo pochi desideri, sii soddisfatto

e ricambia gli atti di gentilezza.

Medita sull’amore e sulla compassione

e stabilizza la mente del risveglio.

Evita le dieci azioni negative

e rafforza costantemente la tua fede.

Vinci l’ira e l’arroganza

e sii umile.

Evita mezzi scorretti di sostentamento

e conduci una vita di verità (il Dharma).

Abbandona tutti i possedimenti mondani

e adornati con le gemme dei superiori.

Elimina ogni frivolezza

e dimora in solitudine.

Rinuncia alle chiacchiere prive di senso

e sii sempre consapevole di ciò che dici.

Quando incontri il tuo maestro

mettiti a sua disposizione, con rispetto.

Verso chi possiede l’occhio della dottrina e

nei riguardi degli esseri senzienti principianti

sviluppa l’attitudine di considerarli tuoi maestri.

Quando vedi qualsiasi essere senziente,

consideralo come tuo figlio o genitore.

Abbandona le amicizie fuorvianti

e affidati a virtuosi compagni spirituali.

Abbandona l’avversione e l’infelicità

e, ovunque vai, sii felice.

Abbandona l’attaccamento a qualsiasi cosa

e rimani libero dall’avidità.

L’attaccamento non ti procurerà mai una rinascita felice,

perché distrugge l’essenza della liberazione.

Ogni qualvolta apprendi insegnamenti che conducono alla felicità,

sforzati costantemente di praticarli.

Qualsiasi cosa tu abbia iniziato a fare,

innanzitutto portala a termine.

In questo modo, agisci positivamente in ogni circostanza,

altrimenti non otterrai alcunché.

Evita sempre di compiacerti delle azioni negative.

Quando in te si manifesta vanagloria,

estirpa subito una simile arroganza.

Rammenta gli insegnamenti del tuo maestro.

Quando sorge una mente colma di timore e paura,

rendi lode alla sublime qualità della mente.

Medita sulla vacuità di entrambi.

Ogni qualvolta appaiono oggetti che stimolano

l’attrazione o l’avversione,

considerali come illusioni ed emanazioni.

Quando ti rivolgono parole offensive,

considerale come un’eco.

Quando il tuo corpo sperimenta un danno,

consideralo come il risultato delle tue azioni precedenti.

Dimora in completa solitudine, oltre i confini della città,

come i cadaveri degli animali selvatici.

Stai con te stesso, celandoti agli altri,

e rimani privo di attaccamento.

Mantieni costantemente la consapevolezza del tuo yidam

(Impegno della mente o Oggetto di meditazione)

e, quando sorgono l’indolenza o l’apatia,

sii consapevole di questi difetti

e prova un sincero rincrescimento.

Se incontri altre persone,

conversa in modo tranquillo e sincero.

Elimina dal tuo viso ogni espressione di rabbia, o sdegno,

e cerca di essere sempre cordiale.

Quando sei in compagnia di altri,

con gioia sii sempre generoso, eliminando ogni avarizia.

Abbandona completamente ogni gelosia.

Per proteggere la mente altrui,

evita ogni disputa

e sii sempre paziente.

Non adulare e non essere volubile,

ma rimani sempre fermo e risoluto.

Quando dai consigli agli altri,

sii compassionevole e pensa al loro beneficio.

Non disprezzare alcuna dottrina spirituale

e segui con impegno quella che preferisci.

Per mezzo della porta delle dieci pratiche del Dharma,

impegnati con tenacia, di giorno e di notte.

Qualsiasi virtù tu abbia creato nei tre tempi,

dedicala al supremo, insuperabile risveglio.

Dedica la tua energia positiva (meriti) a tutti gli esseri senzienti.

Offri costantemente la preghiera dei sette rami

unita a grandi aspirazioni per il sentiero.

Se agisci in questo modo, porterai a compimento

le due accumulazioni di merito e di saggezza.

Inoltre, con l’eliminazione delle due oscurazioni,

esaudendo così lo scopo della rinascita umana,

avrai realizzato l’insuperabile, completo risveglio.

La gemma della fede, la gemma dell’etica,

la gemma della generosità, la gemma dell’ascolto,

la gemma della considerazione (per gli altri),

la gemma del ritegno,

la gemma della saggezza: queste sono le sette gemme supreme.

Queste sette gemme sono inesauribili.

Non rivelarle agli esseri non umani.

In compagnia, sii consapevole di ciò che dici.

Quando sei solo, sii consapevole della tua mente.

 
 
 

In profondità

Post n°19 pubblicato il 06 Aprile 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Raggiungere uno stato di meditazione profonda significa guardare in faccia la morte con consapevolezza. oggi è accaduto.

 
 
 

CHE FRETTA C'ERA...MALEDETTA PRIMAVERA!

Post n°18 pubblicato il 17 Marzo 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Socrate stava per morire. Un uomo stava triturando la cicuta che lo avrebbe ucciso quando lui continuava a ripetere:"Si sta facendo tardi. Quanto ci vorrà ancora per preparare quel veleno?" Socrate uscì dalla stanza spazientito e dopo poco tornò:"Ci impieghi troppo! Si direbbe che non hai nessuna esperienza". Luomo replico:" Parli come un pazzo. Ho somministrato veleni per tutta la vita e non ho mai visto un pazzo come te. Perchè hai tanta fretta? Non desideri respirare ancora un po'?" Socrate rispose:" Ho tanta fretta perchè desidero vedere la morte.Voglio vedere com'è. Inoltre voglio vedere, quando sarà avvenuta, se sopravvivrò o meno. Se non sopravvivrò, tutto finisce lì. Se invece sopravvivo, è finita la morte. In realtà voglio vedere chi morirà al momento della morte: io o lei? Voglio vedere chi sopravvivrà, ma come potrò mai vederlo a meno che sia io a sopravvivere?" Anche l'uomo che sapeva di non sapere sapeva una cosa: di non poter non esistere per sempre.

 
 
 

"COSA FAI???"

Post n°17 pubblicato il 04 Marzo 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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In occidente all'idea di essere viene attribuito scarso valore.Viene chiesto:"cosa fai?" in quanto il tempo deve essere usato per fare qualcosa. Per questo chi si siede in solitudine spesso ha paura. Nell'antichità orientale invece il semplice essere era sufficiente. nessuno chiedeva:" cosa hai fatto?" Era sufficiente il tuo essere:non si doveva dimostrare altro. Se eri in silenzio, beato, in pace, andava benissimo così. In occidente è inconcepibile: se non lavori sei un vagabondo, un barbone. L'oriente è sempre stato favorevole agli Hippy: l'oriente antico ha creato i migliori hippy: Buddha, Mahavira: non facevano nulla, se ne stavano semplicemente seduti in meditazione, godevano il proprio essere, immersi in una semplice beatitudine, liberi da qualsiasi agire. Buddha mendicava ma persino i re andavano ad inchinarsi a lui. Nell'antico oriente si pensava che essere se stessi fosse il massimo della creatività e che la presenza di un simile uomo realizzato fosse il più grande dei doni. Cammina allora lentamente, senza fretta alcuna, con pazienza, perche la meta non è altrove ma dentro di te.

 
 
 

Siamo un incidente di percorso?

Post n°16 pubblicato il 24 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Siamo un incidente di percorso.

L’uomo, l’Homo Sapiens Sapiens  è un incidente di percorso dello sviluppo biologico sulla terra. E' così, indubbiamente!

Lo sviluppo di alcune aree del cervello preposte al linguaggio e all’empatia, nel primate sapiens-sapiens, ha permesso di diventare la specie che siamo, dominando di fatto il pianeta rispetto a tutte le altre specie viventi. Questo però ad un certo punto ha determinato un cortocircuito nell’universo.

Il linguaggio, che non è solo comunicazione ma prima di tutto codificazione di immagini mentali, ad un certo punto ci ha messo di fronte a noi stessi e all’idea della nostra fine.  Il ruolo dei neuroni-specchio, che ci permettono l’apprendimento per imitazione così come di essere empatici, cioè metterci nei panni dell’altro, hanno un ruolo importante nell’autocoscienza: per immedesimarmi nelle tue sensazioni devo innanzi tutto riconoscermi come individuo.  Questo processo rende coscienti della morte e della negatività di questa. Fin da piccoli l’idea della propria fine si concretizza nel vedere (e quindi riconoscersi empaticamente) in un uccellino o una lucertola morti. O un cadavere visto in un film o al telegiornale. Oppure semplicemente nelle immagini mentali suscitate da un racconto in cui qualcuno muore.  Sappiamo di morire. Questo, fra tutti i fenomeni di vita sulla terra rappresenta una eccezione: ma non è un pregio. E’ un limite, più terribile della morte stessa. Un limite alla felicità. Cosa è la felicità? Non è altro che sentirsi  partecipi, avvertire che non siamo altro rispetto ad un tutto . Avvertire l’intimità con il cosmo. Non scorgere il confine fra la propria identità e quella del cosmo. Essenzialmente, essere il cosmo, identificandosi con esso. Questo senza l’immaginazione di essere una cosa diversa, un’”al di qua” rispetto ad un tutto che è fuori e altro da noi. 

L’incidente di percorso di cui siamo vittime ci ha invece separato dal tutto. La morte è separazione. La separazione è disperazione. La coscienza della finitezza è disperazione.

Ciò che ci ha fornito le peculiarità della nostra specie (linguaggio,logica, empatia) è anche il limite terribile alla felicità.

Ecco le religioni, ecco la filosofia, ecco l’arte, ecco la politica, ecco il potere. Scongiurare la fine che sappiamo ci sarà. 

Esiste  però un’ altra via, di gran lunga superiore ai palliativi appena citati, volti solamente a placare temporaneamente l’ansia che l’idea della morte suscita.

 Questa si chiama “ Via Della Continuità”.

 
 
 

IO CHIII???

Post n°15 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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 Il mio io non si identifica con nulla di ciò che gli altri pensano di identificarmi. Mi riferisco alla mia presenza in terza persona. "Ieri Alberto è andato a passeggio", parlando di me ad un amico. "Alberto è affamato". "Alberto ha dolore alla testa". Prendo distanza consapevole con tutto ciò in cui identifica il mio corpo e la mia mente. divento testimone di me stesso. Osservo la proiezione della mia identità come un osservatore divertito. Non sperimento più il dolore. Non ho dolore; osservo Alberto che sperimenta dolore.

 
 
 

è tutto nella tua mente?

Post n°14 pubblicato il 21 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Hai mai avuto l'impressione che tutto dipenda da te? che ogni cosa che ti capita, che ogni incontro, che ogni sguardo, che ogni conversazione, che ogni paesaggio, che ogni oggetto in realtà è ricostruito nella tua mente, così che qualsiasi esperienza sensibile che ritenevi provenisse dall'esterno in realtà è prodotta dalla tua mente? se ti è capitato di avere questa percezione, la tua mente non ti stava ingannando.  non è stato un lampo di genio ne una futile immaginazione. non è nemmeno un caso. tutti sperimentano questa sensazione, ma non tutti  ne coltivano la portata.  E' facile distrarsi e arrendersi. La realtà vuole, desidera farsi conoscere per quello che è...una proiezione.  esiste un modo per focalizzare l'attenzione sulla realta che altrimenti si manifesta fuggevole ed effimera? asiste. io ne conosco la chiave. mi è stata donata e ritengo che anche questo non sia casuale. 

 
 
 

TU DESIDERI ESSERE GIOIOSO. O NO?

Post n°13 pubblicato il 18 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Dal Training che curo molti escono euforici ed estasiati. Hanno ricevuto la rivelazione della loro vita.

Opportunamente guidati infatti, si può prendere concreta coscienza della natura immortale della propria anima -la sua vera natura- e vivere di conseguenza, annullando l’effetto della maledizione del demiurgo. Opportunamente guidati è anche possibile conoscere intimamente la propria anima, tanto da identificarci con lei e vedere il mondo con i suoi occhi. Che dire poi della compagnia di persone che come noi hanno intrapreso il cammino verso uno stato di coscienza consapevole, anime nalle quali riconoscersi come in uno specchio?

Senza  una autentica Autocoscienza di continuitàprima tappa del Training, ci troviamo in una condizione difficile, per alcuni disperata. Immaginiamo la morte come una fine e viviamo di conseguenza. Questo, proprio dell’essere umano, di tutti i fenomeni di vita sulla terra ne rappresenta la terribile eccezione. Infatti l’attesa del male è peggiore del male stesso, così come sapere che la mia identità si dissolverà completamente è più terribile della stessa dissoluzione della mia identità. 

Nella stessa misura, l’attesa del bene è migliore del bene stesso, così come la vera festa è la vigilia della festa.  La coscienza della propria immortalità è migliore della stessa immortalità.

Quello proposto è un percorso di gnosi, o conoscenza, nel quale prendiamo consapevolezza della natura immortale del proprio èone o anima ( gr. Aiones, significa insieme tempo ed eternità), la nostra vera natura, la nostra autentica natura umana lontana dall’ego che ci impantana nella finitezza: la nostra “matrice” nella quale ci riconosciamo profondamente: sto parlando dell’anima.

Dunque, la nostra anima, nella quale attraverso il percorso e alcune specifiche tecniche ci immedesimiamo, è immortale. Da questo training molti escono euforici ed estasiati. Hanno ricevuto la rivelazione della loro vita. Quella approfondita è una nozione già conosciuta dai più ma mai ne avevano sperimentato gli effetti, così concreti e sconvolgenti. Prima era una nozione vaga e scontata, ora è un dato di fatto dal quale partire per rinnovare tutto il nostro approccio all’esistenza.

Prima era come vedere alla tv l’immagine di leggeri alianti volare silenziosi nel cielo ed esserne vagamente affascinati. L’autocoscienza di spiritualità permette di guidare quell’aliante, sentire il vento caldo sulle ali che ci fa ascendere, manovrare nel silenzio irreale del cielo il nostro vettore, essere pienamente invasi dalla gioia di quella meravigliosa leggerezza. In questa fase operiamo una conversione dall’ignoranza alla piena consapevolezza della verità della propria natura immortale.

 

Sopra questa preliminare e sconvolgente rivelazione vi è il secondo piolo della scala: lo chiamiamo Elevazione. Questo termine è appropriato perché dà l’idea di salire di livello. Realmente è così. Avere assoluta coscienza della continuità della nostra anima e quindi della propria continuità è già di per sé una cosa grandiosa. Può però essere paragonata a conoscere solamente, di una persona della quale siamo fortemente attratti, l’aspetto. La conoscenza autentica va oltre e riserva gioie e aperture che il solo aspetto non può riservare. Conoscere personalmente la propria anima, mettere in comunicazione la mente con il nostro centro, questo è lo scopo dell’elevazione. Il percorso di elevazione tesse dei raggi fra il centro del cerchio e la sua circonferenza. Il centro è l’anima, la circonferenza la mente. Occorre che la mente conosca pienamente l’anima. Senza questo è perduta, dispersa da mille tensioni. Il chiacchierio interiore deve essere gestito e al caso messo a tacere. Nel silenzio interiore l’anima si manifesta e germoglia.

 Elevazione è un percorso concreto e operativo. E’ l’appropriazione attraverso metodi e pratiche meditative di una nuova e piena comunione fra la propria mente e la propria anima. Non è aria fritta. Risulta di gran lunga più concreto di quanto ci si immagini. L’anima ha una visione delle cose, sua, intima e propria. Essa però è silenziosa. Il rumore di fondo della mente, il suo chiacchierio, le sue immagini, la sua distorsione della realtà, le sue suggestioni, le sue pulsioni mascherate con la razionalità, tutto ciò soffoca il silenzio proprio dell’anima. La mente desidera però quel silenzio. In esso troverebbe pace e gioia. Elevazione è proprio questo, pace e gioia.

Non è scontato che il percorso di elevazione raggiunga in breve il suo scopo. Qualcuno impiega un mese, altri due, qualcuno sei. Altri faticano a raggiungere l’Elevazione. Così la compagnia di persone che hanno raggiunto o stanno raggiungendo l’elevazione è molto importante. La nostra anima si riconosce e gioisce di anime vicine che stanno emergendo dal buio delle pastoie mentali. E’ una sensazione difficilmente descrivibile, di comunità e comunione. E’ profonda vicinanza. A volte si può parlare di fusione di anime. Tutto ciò è chiamato Sincronia. Noi umani siamo esseri tanto sociali non per un ancestrale istinto di sopravvivenza. Il nostro è un istinto di piena coscienza e comunione. Infatti nella Sincronia le anime con cui veniamo in contatto sono come uno specchio nel quale riconoscersi e attraverso cui vedere e comprendere le proprie qualità.

Sperimentare, vivere ed essere nel qui e ora: assaporare la nostra vera natura che ci accompagnerà per sempre: questo lo scopo del Trining Di Autospiritualizzazione che curo in modo gratuito.

 

 
 
 

Fisica o mistica?

Post n°12 pubblicato il 14 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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M-theory. Quando la fisica incontra la mistica più radicale.

Il desidesio di trascendeza, quello che tutti i mistici di ogni tempo hanno sempre intuito come "oltre la propria dimensione" e innaturale o connaturato?

Siamo appiccicati a quello che crediamo reale come mosche sulla carta moschicida. Liberarsi da quella trappola non è nello sbattere le ali più velocemente. No. Occorre smettere di divincolarci e muovere le zampette lentamente. Inesorabilmente. Per raggiungere con consapevolezza il bordo della carta che esiste. Le sabbie mobili non risucchiano. In esse si sprofonda non per una forza che ci attrae al loro interno: ne veniamo sommersi per ensia e conseguente eccesso di movimenti.  Così la mente che si stabilizza, che scopre il suo centro, smette di farneticare. Quello che può essere pensato e razionalizzato con la mente, quello che la fisica teorizza e misura con costruzioni alfanumeriche, il nostro centro più intimo lo può intuire con un balzo, un "clik" che suona ad un certo punto dentro di noi e non ci abbandona. La meditazione serve a questo.

 
 
 

I figli più belli? quelli mai nati...

Post n°11 pubblicato il 11 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Si è soliti guadare alla creazione come a una costruzione totalmente positiva. Tutto il mondo sa però bene che vi è un principio di morte in ogni processo. Un germe di distruzione in ogni compimento.

Ogni opera è la maschera mortuaria della sua intenzione, ogni incontro ne cancella l’attesa. La vera festa è la vigilia della festa, la vera domenica è il sabato sera. L’opera d’arte più bella è quella mai realizzata ma solo definita nell’immaginazione. I figli più belli sono quelli mai nati.

La creazione quindi non è buona, bensì malvagia. Nella creazione la perfezione iniziale è andata distrutta. 

 Il Demiurgo è malvagio. Ci ha creato molto intelligenti solamente per poterci permettere di prendere coscienza della nostra finitezza. Ha instillato il seme dell’autocoscienza per permetterci di soffrire della nostra condizione moritura. L’intelligenza che tutti abbiamo, necessaria al processo di coscienza della morte di cui ci ha malvagiamente dotati, è però un’arma a doppio taglio. Questa arma, cioè l’autocoscienza, che se sprovveduti ci inabissa nel più infimo e triste rango della natura, se sperimentata con sapienza, ci riconduce in comunione con la nostra vera essenza, il nostro centro, la nostra anima in cui risiede la vera natura umana. Il demiurgo ha il coltello dalla parte del manico solo se non ci si ribella al suo dispotismo. La nostra intelligenza ci permette infatti anche di intraprendere il percorso inverso. Opportunamente guidati, si può prendere concreta coscienza della natura immortale della propria anima -la sua vera natura- e vivere di conseguenza, annullando l’effetto della maledizione del demiurgo. Opportunamente guidati, è anche possibile conoscere intimamente la propria anima, tanto da identificare la nostra identità con lei e vedere il mondo con i suoi occhi.

 

 
 
 

Re o Metalmeccanico, davvero cambia poco

Post n°10 pubblicato il 10 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Tutti devono fare qualcosa nella vita: qualcuno è servo e qualcuno è re. Qualcuno è metalmeccanico, altri sono imprenditori. Questi sono  però semplicemente modalità per risolvere il problema della sopravvivenza: modalità che permettono di sfamarsi e costruirsi un rifugio. Il centro dell'essere però non viene scalfito da questo lavorio. Il nostro centro essenziale, la nostra natura più autentica è pressochè imperturbabile a queste differenze. Armonizzare la visione della mente con quella del nostro centro, la nostra anima, non appertiene a tutto ciò, che è semplice sopravvivenza. A meno che si sia tanto ingenui da eleggere il soddisfacimento dei bisogni primari al più pieno e auspicabile stile di vita. Tutto ciò è sopravvivere: vivere ha un respiro più vasto. Appertiene alla consapevolezza, che significa imparare a far conoscere alla propria mente la nostra anima e viceversa. Solo senza idiosincrasìe nel nostro nucleo (e ciò significa consapevolezza) siamo felici.  

 
 
 

Ti sembra una banalità?

Post n°9 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe
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Esiste una prima tappa di coscienza che rende l'uomo felice.

Abbiamo una natura continuativa. Intendo dire che la nostra anima, il nostro essere più intimo e vero non cessa con la morte del corpo e lo spegnimento della mente.  L'anima continua. Ti sembra una banalità? Non lo è, se consideri il fatto che la vita di quasi tutte le persone, benchè hanno mentalmente questa nozione, vivono esattamente la propria vita come esseri perfettamente mortali, finiti. Impostano così tutte le proprie scelte, valori e giudizi in funzione di questa finitezza che sentono come ineluttabile. Prendere vera coscenza della propria autentica natura continuativa, perpetua,cambia i parametri, gli orizzonti e l'esistenza stessa. Questa è la prima tappa per armonizzare il proprio corpo e la propria mente con la nostra anima: la piena coscienza della natura continuativa della propria anima: la sua prima e più semplice ma profonda caratteristica. Il solo armonizzare mente e corpo con questo aspetto della natura della tua anima, già di per sè cambia la vita. 

Come è possibile avere piena coscienza della propria natura continuativa e come questo può migliorare la qualità della mia vita?

 
 
 

Essere, Essere, Essere!!!!

Post n°8 pubblicato il 09 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe

L'essere umano ha una sola grande responsabilità: Essere. l'inconsapevolezza è un livello di esistenza poco auspicabile. poi c'è il Pensare, culto della cultura occidentale. Sentire è un livello successivo, più profondo. Essere è però quello per cui tutti siamo nati. Ne è la prova che se Siamo, intendo dire esattamente umani, siamo felici. Abbiamo quindi la responsabilità di essere felici, responsabilità davvero bella da assumenci! Cosa centra l'autospiritualizzazione con l'essere felici?  Essere cosapevoli in modo costante, non solo per una o due ore alla settimana della propria vera dimensione, rende felici e in pace. Il trainyng che propongo desidera stabilizzare il rapporto tra corpo-mente-anima.

 
 
 

l'animale parlante

Post n°7 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe

Essere perfettamente umani non è scontato. Se ciò accadesse spontaneamente saremmo tutti felici ,poichè in questo è la vera gioia: l'essere in sintonia con la nostra vera natura. Il gatto è perfettamente felino e in pace con se stesso, il cane perfettamnete canino è gioioso della sua natura. Questo non avviene per l'animale parlante.  Se la mente dell'uomo non è sincronizzata con la sua anima, egli non è perfettamente umano; mette un suono dissonante. Non è in equilibrio. Il mio training di meditazione mira a far emergere tutto questo in consapevolezza così da essere finalmente in perfetto equilibrio: perfettamente umani, come leoni perfettamente leonini, cavalli perfettamente equini, alberi perfettamente arborei, pietre perfettamente cristalline...

 
 
 

Umanoooooo???

Post n°6 pubblicato il 03 Febbraio 2012 da ConoscitiMeConosciTe

Il leone è perfettamente leonino, il cane perfettamente canino. Il gatto perfettamente felino. Tu ti senti perfettamente umano?

 
 
 
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alludevo alla morte! :)))
Inviato da: Apotegma
il 16/04/2012 alle 12:21
 
Molto bello.
Inviato da: ConoscitiMeConosciTe
il 13/04/2012 alle 04:41
 
e com'era??? :)
Inviato da: Apotegma
il 10/04/2012 alle 20:13
 
buonarera Mara, consapevoleza precoce! il fatto è che...
Inviato da: ConoscitiMeConosciTe
il 01/04/2012 alle 22:20
 
L'ho pensato la prima volta quando ero ancora una...
Inviato da: boscia.mara
il 31/03/2012 alle 09:18
 
 

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