SemiconducoIl diario di un semiconduttore |
Questo link è il motivo per cui vorrei appendere per le palle, ove si riuscisse a trovarle in mezzo a quell'ammasso di lardo, Giuliano Ferrara al ramo più alto del più alto albero disponibile. In alternativa andrebbe anche bene l'impalatura, a patto che il palo prima sia arroventato come si deve. E che poi possa mangiarmi almeno una coscia, che a detta dei cannibali è la parte più buona. |
Lasciando da parte problematiche personali (tipo che quelli che riescono meglio quando non si applicano mi stanno simpatici di default - sarà che sono anch'io così, non so, non rispondo), cerco di materiare qualche argomento dialettico alle questioni che pone kleo, la quale, con fine arte retorica, finge di non capire. Ma fa parte del gioco, va bene.
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http://www-stat.wharton.upenn.edu/~buja/sci.html We began this article by arguing that complex thoughts expressed in impenetrable prose can be rendered accessible and clear without minimizing any of their complexity. Our examples of scientific writing have ranged from the merely cloudy to the virtually opaque;
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Una discussione con la mia più cara amica mi ha fatto pensare che l'esempio della stanza cinese può essere fuorviante, per vari motivi; il principale dei quali - credo - è che scrivere un programma per insegnare a un computer come parlare cinese (o in qualsiasi altra lingua) in modo da ingannare un essere umano - che capisca sufficientemente bene il cinese, ovvio - è al di là di quel che si può realizzare al tempo presente (be', alla fin fine è in gioco nientepopodimenoché passare il test di Turing, mica cazzperi), e di quel che è prevedibile nell'immediato futuro. L'altro problema, che forse sta a pari merito col primo, quanto a insidia, è che uno pensa subito al dizionario italiano-cinese, ma non è quello il punto. Il punto è il programma (ossia l'algoritmo, il sistema formale) che necessariamente sta alla base del colloquio umano-cinese/computer.
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Una cosa che mi sembra difficilmente confutabile è che in giro c'è una gran confusione tra coscienza e autoscoscienza. Mi sembra assurdo, per esempio, non ammettere che c'è una gradazione continua di coscienza, dal paramecio alla gatta-Lou su su fino ai delfini e ai bonobi, per arrivare all'acme (si fa per ridere e per scherzare) del Sapiens Sapiens, là dove forse (forse) scatta qualcosa di diverso: la coscienza di essere coscienti (e la coscienza di essere coscienti di essere coscienti, e così via, ricorsivamente; una volta che il meccanismo s'è innescato è difficile fermarlo, probabilmente, ed è quel che Hofstadter chiamerebbe uno strano anello, credo, ma di questo dopo).
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Per sfizio, ma in realtà non proprio per sfizio, sto rileggendo "Ombre della mente", di Roger Penrose. Il libro è il seguito ideale (un ampliamento e un nota bene, se volete) de "La mente nuova dell'Imperatore", dello stesso autore.
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Ma il vero amore, il vero amore era il pallone. Camus, che con ogni probabilità scemo non era, scrisse che aveva imparato più morale sui campi di calcio che in tutti i libri che aveva letto, e non vedo come gli si possa dar torto. La vita è una metafora del calcio, e diffido di chiunque non si sia sbucciato le ginocchia sull'asfalto, da ragazzino, per rincorrere un pallone, di chiunque non abbia dato e ricevuto calci negli stinchi.
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stand with your lover on the ending earth -
e.e.cummings |
Oggi ho sublimato talmente tanto che se eiaculassi adesso il liquido seminale - spermatozoi inclusi, poveracci - passerebbe icchetennunchete alla fase di vapore. Ma non sono qui per parlarvi dei miei amori con le cinque dita: sono qui per parlarvi nientepopodimenoché dei miei trascorsi atletici. Lo so che a voi non ve ne frega un cazzo: figuratevi quanto me ne frega a me di quanto ve ne frega a voi.
(to be continued) |
Inviato da: What weather today
il 12/04/2022 alle 13:59
Inviato da: alessia3000
il 21/03/2012 alle 18:31
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il 19/03/2009 alle 11:23
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il 04/09/2008 alle 10:03
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il 03/09/2008 alle 15:04