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Meetic - Troppa anima

Post n°457 pubblicato il 03 Agosto 2015 da meninasallospecchio

Come vi dicevo, sono abbastanza scettica sugli incontri nel virtuale.

Il primo errore che si compie, per chi è alle prime armi, è dare un'eccessiva importanza alla componente intellettuale, o meglio darla nel modo sbagliato. E una questione complicata. Ovvio che l'attrazione intellettuale è importante (almeno per me lo è), ma bisogna tener conto che nel virtuale la percezione è completamente falsata. Cerco di spiegarmi.

Nella vita reale incontro casualmente un uomo che mi attrae. La prima attrazione è pre-intellettuale, spesso anche pre-verbale: dipende dall'aspetto fisico, dall'abbigliamento, dal modo di muoversi o di atteggiarsi, di parlare, dalla voce, dallo sguardo. Ora qualcuno dirà: io guardo questo e non quest'altro, ma insomma, c'è un insieme di caratteristiche esteriori che troviamo di primo acchito gradevoli e fanno sì che con una persona se non altro proviamo a parlare, senza esserne immediatamente respinte.

A questo punto inizia lo scambio intellettuale (intendo in senso lato, non che si parli di Shakespeare o di Euclide): conversando del più e del meno emergono punti di vista, riferimenti formativi, interessi, qualità del pensiero, senso dell'umorismo. Tutto ciò che costituisce l'attrazione "delle anime", come dicono le donne in rete. Ma in realtà, se analizziamo la questione fino in fondo, non è del tutto un problema di contenuti: hanno molta importanza gli sguardi, le espressioni del viso, i sorrisi. Un'anima incarnata, diciamo.

Ci tengo anche a dire che in questa "selezione" che definiamo intellettuale non sono affatto snob come spesso la gente mi reputa. Se il titolo di studio può dare un'indicazione di massima, è anche vero che conosco laureati che ascoltano musica del cazzo e non leggono mai un libro; mentre ci sono in giro degli autodidatti piuttosto istruiti con i quali si possono avere conversazioni di tutto rispetto. L'istruzione è qualcosa a cui tengo abbastanza in un uomo, specie se penso a una relazione duratura, ma fra intelligente e istruito preferisco ancora intelligente: il mondo è pieno dottori imbecilli e truzzi acuti e brillanti.

Comunque se l'incontro reale con l'uomo esteriormente gradevole e intellettualmente interessante ha un seguito, spesso si scopre che il personaggio in questione non è capace a scrivere due righe in fila. Magari risponde a monosillabi alle vostre mail di due pagine, oppure vi fa venire voglia di tirar fuori la matita rossa e blu. Perché al mondo esistono anche persone intelligenti e istruite che non sanno o non amano scrivere: non è mica un delitto. Credo di essermi persino felicemente trombata qualcuno che sbaglia i congiuntivi, perché magari lo trovavo divertente e simpatico e tutt'altro che stupido. Poi fra me pensavo che se avessi conosciuto lo stesso uomo nel virtuale non l'avrei neppure preso in considerazione.

Allora c'è qualcosa che non va. Perché nel virtuale la scarsa dimestichezza con la parola scritta viene drammaticamente penalizzata, mentre si rivela vincente l'affabulazione verbale e un certo virtuosismo umoristico. Il rischio di trovarsi poi di fronte un insopportabile e verboso narcisista che ride delle proprie battute è consistente.
Inclusi i presenti.

 

(continua, che ve lo dico a fare?)

 
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