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« I balliLa mazurka Klandestina »

L'Europa dei balli

Post n°516 pubblicato il 20 Luglio 2016 da meninasallospecchio

La cosa veramente bella di questi balli folk è che sono un fenomeno allo stesso tempo locale ed europeo. Ci fa pensare a quell’Europa delle regioni di cui si parlò per qualche tempo e che ora sembra così superata dallo scetticismo generale. O forse no, visto che mentre la nazione Gran Bretagna esce, la regione Scozia vorrebbe restare. E a volte ci si chiede che senso abbiano queste spinte centrifughe, prevalentemente propugnate dai vecchi, quando per i giovani è così scontato sentire qualsiasi paese europeo come casa propria, persino per un ballo.

Il fenomeno ha preso piede nelle città ed è andato a sostituire completamente il ballo liscio su base generazionale. Quest’ultimo ha avuto una sua stagione, iniziata fra ‘800 e ‘900 e durata fino agli anni ’60. Lo spazio di un paio di generazioni al massimo: ormai quasi nessuno sotto i 70 anni lo pratica. Culturalmente non è mai stato appealing, non ha niente di tradizionale, non è una musica di qualità, persino come ballo è piuttosto banale. Resiste il tango, nella coreografica versione argentina, molto più ricco di suggestioni e musicalmente ben frequentato. Resiste per il momento il ballo latino-americano, forse anch’esso destinato a segnare una moda passeggera.

Non so se sarà una moda effimera anche il ballo folk, che ha tuttavia una solida e antica tradizione che sicuramente almeno qualcuno si premurerà di conservare, come è stato nei secoli passati. Certo che ora si balla nelle valli del cuneese come a Torino, Milano, Bologna, Napoli e Palermo. E così si balla anche a Lubiana (da lì viene il secondo video del mio post precedente), a Barcellona e a Tel Aviv.

Si balla in modo organizzato in feste e concerti, ma si balla anche in modo improvvisato e spontaneo, semplicemente ritrovandosi fra amici in una piazza o sotto un portico. C’è una bella atmosfera, fatta di condivisione, di tolleranza verso chi è alle prime armi, di facile interazione fra sconosciuti.

 

(continua)

 
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