Antes de nacer

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Avviluppati  giaciam di ferro e pieghe improbabili curvi e ricurvi su sentimenti labili  , piegati dispiegati spiegazzati attorcigliati nel limite di arrotondamenti vani inani esizialmente spezzati , di materia e densita' ci illuminiamo nelle ombre oscure e le luci involucrate da quel ferro cosi' chiamiam paure , che danze potrem gia' cedere sui  nostri leggeri passi cogliendo quel che si sa del mondo che e' anche dentro i sassi , che ogni visibile visione solo per pigrizia dei comodi modi , ricopre le luci eterne della vita e da' vita ai nodi quei nodi che tanto piace sbrogliar e riattorcigliar all'infinito per darci un senso insensato di usar le mani la' dove non servirebbe un dito.

Infinita soledad en el viento sobra la imagen un diseno de subito y poderoso del amor

impulsado una ola de pasion mas profunda me deja sin aliento me da mucho para el aire

fresco y fragante y asi' evitar la asfixia de amor y deseo que poner en hielo durante un

tiempo infinito pequenos dificil hablar de l'amor en esta forma virtual para que no lo sé

solo en el alma profunda de las cosas te quiero decir de manera tan simple..

Parlando amore di amor parlando andiamo  nella fulgida attesa di un sentir dir ti amo con le parole al gran galoppo e su quell'idea d'amor poi si addormenta il cuor ricercatori e ricercati sensi in un sentiero di dinieghi e assensi la verita' sull'amor tanto vitale e' che troppo si scende e troppo si sale amor fa rima con cuor mai con mente o genitale la verita' sull'amor e' una somma da azzerare non esatta che ci riporta sempre in una vita matta di incerti esiti cullati nell'attesa, fin quando poi non ne accettiam la resa, si perche' l'amor e' un'essenza una fragranza un'ispirazione che va direttamente al cuor e perche' sia questo dobbiam essere noi stessi amor. 

Scintilla ardente  antica e mulatta la visione  di reiterata mente e incangevole tenzone    siam sempre qui a calar sospetti e specular tarocchi voglia che siam come cavalli  e paraocchi  che tanto si c'e' dianzi da rimirar centrati e che nul si vuol e puote guardar di se' beati  oh..quale strumento piu' mal usato che dalla mente ingenerosamente crea un ipotesi o un rivelato  natura silente presente e narrante concedici una tregua urla nel nostro cuor che anche un assenza di qualsivoglia senso produca un suono una veduta che renda mite quest'orror...

Se volessi andar in riva al mar perduto  ampi e infiniti passi cadrebbero su sabbia e sassi  cosi' galleggio in riva dove il corpo sfiora e qualche onda mi avvicina allorquando e' ora  per quanto appaia di toccar con mano  il senso proprio non saprei dire se in qualche parte penso perche' di quello spazio ormai paia restar il vuoto nel loco dell'altrove messo in moto cosi' ondeggiando cosi' decantando disincanto vuole che tutto o ogni sogno infranto sia bussola non tanto per il viaggio quanto di cio' che apparentemente quel peso dica questo duole.

Posai in un tempo tra le stelle navigate  le lame e gli scudi ceduti dalle fate   tante e stranite immagini non ricordo di quel terreno  che ora rivedo in sogno accomodarsi in seno   quale reale si presenta tanto invadente   da irrompere e volare alto basso e prepotente     se non un mito che trascende   se non un sogno ricorrente  dove sono i segni del passare  se non dovunque tranne che nel lasciare andare    tutto si vede tutto si sente e segna la carne  tutto si perde  e per lo piu'tace  quando non si ha proprio cosa farne  e dichiararsi in pace.

Silente vuoto ancora canta il cuore            e nel brusio del mare e de' dorati raggi ecco respiro amore    corde vibranti e note ridondandi e un suono impercepibile  ci ridona canti  cosa se non un canto o melodia ti lasci amare quanto nessun corpo o verbo sia lasciato errare  di quel sentiero mille e piu' volte camminato che nel silenzio al canto credean abbandonato  musica veleggia intorno al cuore e' solo o tanto un ritmo  un battito d'amore.

Ondeggiando vago tra  le lucenti  dilungate creste    sognando di solcar repente quiete e al piu'tepide tempeste   memore di quanta navigata acqua scorrea su per le carene, di quanto ardor mi si chiedea per tal  fumanti pene     cosi' destando cosi' sognando il cielo e il mare senza mai sapere quando     scesero a terra ed io mi vidi lieve e vento in poppa andando '      

Ridevo sognando, ridevo, vivevo, ridevo vivendo, vivendo sognavo, quale quadro mi ritraeva..quale cornice mi limitava dalla vita dal sogno quel ridere infinito era ovunque, leggevo le mie parole macigne tragiche affilate eppur ridevo, memorie di drammi miei comuni di altri ridevo guardavo la mia vita..?... ridevo serio poi di nuovo convulso.. una danza con serpente, una danza nel vuoto una danza nel silenzio, una danza senza musica senza tamburi, senza scarpe nuda invisibile e ancora rido in questa bolla di follia perche' altro non si vede che un giogo casuale o causale che ti mantiene dentro per opera e vizi di una materia o per opera e virtu di uno spirito santo, e intanto rido..

Le onde ancora irrompono sulla riva, il vento e' volato via ormai da un'eternita, spume e incontabili minuscole lacrime di gioia ricadono velocemente da dove son venute, sospese brevi a respirare aria, quel mare penetra la sabbia inzuppata sino al suo confine, lentamente ed intensamente, poi torna a se,'e' un naturale fluire, l'arco naturale che tutto abbraccia e tutto sottende, perche' possiamo anche noi abbracciare e intendere che ogni diversita va guardata nei suoi insiemi,testardamente indomati quando guardiamo la natura, attraverso noi, anzi quando la neghiamo, perche' i caduchi momenti della nostra improbabile caducita terrena non si perdano nell'eterno gioco di qualcosa che senza sapere fa quello che deve, lasciando impronte immanenti, le nostre...? evaporate nei nostri pensieri..

Notti interminabili mi hanno avvolto in uno spazio senza tempo, in quello spazio deflagranti visioni mi hanno scarnificicato e l'epidermide si e' rivestita di nuove tele, piu' colorate, rilievi e insenature hanno mostrato le ombre prima invisibili, contorni e dintorni scolpiti sulla pelle il sangue frenato nel suo vitale circolare mi mostrava i segni antichi delle emozioni amputate  dai negligenti sensi, dalle paure di amare, di essere,esistere, di disumana innaturalita'la ricerca spasmodica di qualcuno di mettermi nelle terre aride, di odiarmi per potermi amare, o amarmi per potermi odiare, di tentare di colpirmi, anche quando fisicamente gia'tracimato, scorribande di bambini agitati nei miei spazi, con i cavalli mentali al galoppo alzare polvere,trame e catrame sulla sabbia fine e chiara da cui osservo il mare, tutto questo in un velato silenzio nel punto piu' profondo dove solo una coscienza sveglia potrebbe guardare senza fare finta che non sia accaduto niente, era un altro tempo un altro mondo, non ero io, non c'era in realta' nessuno, quando si crea il disordine non c'e' mai nessuno.