Creato da MaSexualite il 09/05/2007

Un Chaud Esprit

Ma Sexualite Dans Ma Chambre

 

 

I COMPAGNI DI PESCA

Post n°29 pubblicato il 19 Maggio 2010 da MaSexualite

Domenica pomeriggio decisi di rifugiarmi nella casa al mare di mio padre. Sapevo che lui era all’estero per lavoro e così ne approfittai x passare un po’ di tempo tranquillo. Il caldo afoso di quel giorno mi costrinse a stare in casa durante le ore più calde. Decisi di mettermi un po’ a dormire. Subito sentii il mio corpo cedere, il mio petto e il mio pene adoravano quella frescura al contatto con il coprimaterasso pulito. Dalla porta finestra entrava l’aria accompagnata dal rumore delle onde che cullarono il mio sonno. Ero totalmente nudo, avvolto solo dal calore estivo.
Un brivido improvviso lungo la schiena mi fece svegliare. In piedi, di fianco a me, c’erano due uomini, evidentemente sorpresi ed imbarazzati, come se gli avessi colti a fare qualcosa di proibito.
Erano alti, dell’età di mio padre. Uno indossava una camicia a manica corta di lino bianca e la lasciava aperta mettendo in mostra il fisico ben modellato e il pelo nero sui suoi pettorali e lungo gli addominali. Era pelato e con il pizzetto. Aveva anche il costume fatto a pantaloncino ed era scalzo. L’altro invece indossava una canottiera nera e lo stesso costume del suo compare, aveva i capelli a spazzola brizzolati e dall’aderenza della canotta si notava la pancetta che sostituiva gli addominali di un tempo.
Cercai di coprirmi con il piccolo cuscino su cui stavo dormendo e gli chiesi chi fossero. Erano due compagni di pesca di mio padre, vedendo le finestre aperte hanno pensato fosse in casa e magari volesse unirsi a loro x andare a pesca. Dissi loro che nn gli credevo e che avevo paura fossero armati. Cercarono di convincermi del contrario e ribadirono che ciò che stavano dicendo fosse la verità. Allora gli chiesi di togliersi via tutti i vestiti di dosso x darmi conferma che nn possedevano armi. Titubarono, poi forse x rassicurarmi iniziarono a spogliarsi. Via la camicia e la canottiera. Si slacciarono in costume e mentre stavano x toglierselo, si scambiarono un’occhiata imbarazzata di reciproca approvazione. Io mi stavo gustando lo spettacolo seduto nudo sopra il letto  e sentendo il mio membro che si induriva contro il cuscino che usavo x coprirmi. Due minuti dopo erano in piedi davanti al letto con il loro pisello a penzoloni. Sembravano innocenti ed impotenti. Tutto ciò creava grande eccitazione dentro di me e decisi di farmi avanti. Afferrai con gesto rapido il cazzo del pelato (che sembrava il più dotato) e iniziai a succhiarlo x farlo ingrossare. Sembravano entrambi piacevolmente sorpresi, ma nessuno dei due disse o fece qualcosa. Lasciavano fossi io a decidere. Poco dopo il cazzone del pelato era bello duro e pronto x essere cavalcato. Lo distesi sul letto e ci montai sopra facendolo penetrare tutto con violenza. Il brizzolato aveva solo assistito finora, non gli avevo permesso di fare nulla. Mi guardava mentre succhiavo e cavalcavo il suo amico. Ma era molto voglioso pure lui e difatti si masturbava nella speranza soddisfassi un po’ anche il suo uccello peloso e brizzolato. Con un sorriso malizioso iniziai a mangiargli le palle. Sentivo il suo pelo sulla lingua. Il pelato, mentre mi sfondava il culo, cercò di mettersi seduto e iniziò a leccarmi i capezzoli. Ma subito lo fermai e gli dissi che quello era compito del brizzolato. E senza indugi lo spinsi al suo posto, poi presi la testa del brizzolato e gliela strofinai sui capezzoli finchè non lo sentii succhiarmeli e farmeli diventare belli duri. Mentre godevo, decisi di infilare la testa tra le gambe del brizzolato e donargli finalmente quel piacere che aveva tanto desiderato. Dopo un po’ che l’ansimare e il sudare dei nostri corpi prendeva il sopravvento, decisi che era arrivato il momento di sperimentare un nuovo gioco. Feci sdraiare il brizzolato sul letto e mi ci misi a cavalcioni sopra e iniziai a cavalcarlo mentre succhiavo il cazzone del pelato. Ad un tratto mi piegai contro il petto di quell'uomo che mi stava scopando, continuando a tenere quella bella canna da pesca brizzolata nel culo e chiesi al pelato di infilarci pure la sua dentro. Un bel sandwich nel culo nn l’avevo mai provato. Entrambi gli uomini mi scopavano x far sentire qual’era l’animale superiore. Mi sculacciavano, mi mettevano le dita in bocca, leccavano e pizzicavano i capezzoli e stringevano il mio cazzo eccitato. Ad un tratto iniziai a schizzare sul petto del brizzolato, ma nessuno sembrò accorgersene. Erano troppo presi da sfamare la loro bestia. Un gemito, e vidi il pelato correre verso la mia bocca con il  suo uccello duro in mano. Ma troppo tardi. La grossa cappella bagnata gettò la sborra calda sul mio viso e sul mio petto. Lo presi in bocca. Poi anche il brizzolato si prese in mano la mazza e iniziò a strofinarla con insistenza tra le mie chiappe. La cascata calda  e densa non tardò ad arrivare e mi immerse il culo e le palle. Restammo li sul letto un altro po’ a leccarci. Poi i compagni di pesca di mio padre mi dissero che dovevano andare e uscirono dalla porta finestra lasciandomi bagnato e ancora ansimante sul letto.
Il giorno dopo vidi mio padre e gli dissi che lo avevano cercato. Mio padre mi rispose che non era mai andato a pesca in vita sua
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L'UOMO NERO

Post n°28 pubblicato il 22 Marzo 2010 da MaSexualite

La luce era molto tenue nella mia stanza e appena entrai, due mani mi afferrarono con forza e mi trascinarono sul letto. Il mio respiro si fece più veloce non appena mi trovai sdraiato a pancia in su con i polsi bloccati da quelle due mani. Non gridai, non avevo alcuna intenzione. D'improvviso mi venne strappata di dosso la sola cosa che avevo. Le mutandine. Non tolte, ma proprio strappate. Sentivo l'aria fresca che entrava dalla finestra e accarezzava il mio corpo nudo in balia di due estranei. Non feci in tempo a dire una parola che un enorme fallo duro mi tappò la bocca, mentre una lingua vogliosa scavava nel mio culo. Erano gesti veloci, forse per non rischiare di essere interrotti prima di raggiungere il loro traguardo. Nella penonbra vedevo le due sagome, quei due uomini possenti che mi eccitavano e mi intimorivano allo stesso tempo. Con violenza l'uomo che mi stava leccando mi girò a pancia in giù facendomi sollevare a pecorina il culo. L'altro, irritato forse dal gesto irruento del complice, mi premette la testa contro il suo uccello sbattendomelo tutto in gola. Erano grossi. Il cazzone dietro mi aprì il culo. Non urlai solo xkè la mia bocca era chiusa da quell'enorme cappella. Riusci a lanciare una fugace occhiata allo specchio alla mia destra e nell'oscurità di quell'inutile luce vidi un uomo nero che ci stava dando dentro con cattiveria nel mio culo. Godevo. Da piccolo ho sempre avuto paura dell'uomo nero...e ora invece gli sto offrendo il mio culetto x farlo sborare. E infatti non ci volle molto che la calda sborra di quei due enormi piselloni neri mi bagno il petto. E in un attimo sparirono. La brezza fresca che entrava dalla finestra aperta mi destò. Ero nudo sul mio letto, con il pene e il petto bagnato. Avevo sognato o avevo davvero scopato con l'uomo nero e il suo complice. Il culetto mi bruciava. Non l'avrei mai scoperto...intanto mi rigiro a pancia in giù e aspetto. Ora non ho più paura dell'uomo nero...

 
 
 

PROBLEMI DI TUBO

Post n°27 pubblicato il 17 Marzo 2010 da MaSexualite

L'idraulico aveva appena finito il suo lavoro. Il tubo della doccia perdeva e nn potevo andare avanti così. Ieri pomeriggio si è degnato a venire. Un uomo piacente che avrà avuto si e no 43 anni, abbronzato (ovviamente lampadato), rasato, barbetta lievemente cresciuta e con le prime rughe ai bordi degli occhi. Aveva addosso un paio di jeans molto usurati, cannotiera nera e giubbino in jeans. Diciamo che nn era un fisicaccio, ma quella sua massicia forma riempiva bene i suoi abiti. Finito il lavoro, mi chiese di saldare il conto. Non aveva fretta, e se gli offrivo un caffè mentre prendevo i soldi era anche meglio. Peccato che i soldi nn li avevo. Dovevo prendere tempo, così gli dissi che prima di pagarlo avrei dovuto provare la doccia x vedere se era effettivamente aggiustata. Mi spogliai completamente ed entrai del box. L'acqua inizio a scorrere tiepida lungo il mio corpo e mentre fingevo di guardare se la riparazione era stata fatta bene, notai il suo sguardo cadere sul mio corpo. Iniziai a toccarmi come se lui nn fosse li. Mi leccai le dita, poi le passai lungo il mio corpo fino al buchetto del culo, lo allargai e glielo mostrai. Con una mano giocavo con il capezzolo e intanto sentivo il mio membra che si induriva. E forse nn era l'unico. Dopo l'imbarazzo iniziale, prese coraggio e allungò un dito verso di me, verso quella piccola fessura che volevo allargasse. Inizialmente sembrava timido, poi la sua andatura si fece più rapida e sicura. Aggiunse un dito, poi un altro. Poco dopo sentii che c'era la sua lingua a bagnarmi quella piccola porticina che portava al paradiso. Era stato così esuberante che nn si era neppure curato dell'acqua che gli aveva inzuppato i vestiti. Glielo feci notare e gli tolsi la canotta fradicia. Sbottonai i jeans e mi disse che con la sua età poteva essere mio padre. Era un uomo. Gli risposi che nn avevo mai visto il cazzo di un vero uomo. Con fermezza gli abbassai i jeans e i boxer in un solo colpo e subito mi si presentò davanti un vero falco in calore. Rapido si riempi di rivoletti d'acqua e subito iniziai a leccarli. A poco a poco misi in bocca la cappella e lo presi tutto, fino in gola. Era bagnato e duro. Ci prese gusto, e tenendomi la testa inizio a scoparmi la bocca. Aveva capito che era quello il suo compenso, così decise di aumentarmi la parcella: mi fece mettere a novanta e dopo essersi ben lubrificato la punta del trapano con la saliva mi  ha penetrato con violenza. Gli piaceva avere un culetto giovane e forse ancora vergine tra le mani, sapere che il suo uccellone sarebbe stato il primo a squarciare quel forellino del piacere. Si sdraio sopra di me e continuò a penetrarmi sul pavimento del bagno. Lo sentivo gemere alle mie spalle. Sussurrava "ragazzino, io sono un vero uomo." "La mia mazza ti aprirà il culo" " Sei un culetto voglioso di cazzoni" e tutte frasi che aumentavano la sua eccitazione da vero uomo vissuto. Ad un tratto lo sento alzarmi e prendermi la testa. Mi ritrovo in bocca il suo cazzo e tra il suo ansimare sento la sborra calda che schizza nella mia gola. Tanta. Nn riesco a tenerla in bocca e mi cola lungo il collo. Ora lui è soddsfatto e ancora senza fiato cerca di ricomporsi. Io invece chiudo le gambe e mi asciugo la bocca. Il conto è stato saldato.

 
 
 

TOUCHING ME

Post n°26 pubblicato il 16 Settembre 2009 da MaSexualite

Ho voglia di spiare un uomo mentre si spoglia, ho voglia di masturbarmi mentre lo guardo. Sentire le mie mani che mi accarezzano ogni singola parte del corpo e immaginare che son le sue. Leccarmi le dita e poi passarle sui capezzoli e all'interno delle cosce. Toccare il mio membro duro che inizia a bagnarsi. E tutto questo mentre lui è li da solo, con addosso solo gli slip e pensa se toglierli o no...si sistema meglio l'animale, poi li abbassa fino alle ginocchia e osserva con fierezza il suo uccellone floscio e peloso. Poi pensa che forse è meglio tirarli su gli slip...ma quando è a metà coscia, decide di scappellarsi e grattarsi le palle. E intanto io vengo e con lo sperma mi bagno il petto. E tengo le gambe ben aperte, magari si accorge di me.

 
 
 

UNDER THE DESK

Post n°25 pubblicato il 03 Settembre 2009 da MaSexualite

Un classico: Padrone - Dipendente. Ultimamente sto passando molto tempo con il mio titolare. Sistemiamo la soffitta. Lui è alto con il capello brizzolato. Sulla cinquantina. Piuttosto asciuto ed alla mano.
In soffitta fa caldo, molto caldo e le mie fantasie iniziano a viaggiare.
Siamo li, soli che sistemiamo la roba. Ormai tutti se ne sono andati, ma x noi c'è ancora lavoro. Duro lavoro. D'improvviso non ce la fa più xkè il calore sta prendendo possesso del suo corpo. Vedo i rivoletti si sudore scendergli dal viso e corrergli lungo il collo. Siamo soli dice, si toglie le scarpe, si apre la camicia e poi si toglie i pantaloni, rimando con solo addosso un paio di boxer larghi grigi. Il calore deve avergli dato alla testa. Si lamenta che l'estate deve ancora finire. E non ce la fa più. Lancio una fugace occhiata al pacco, l'animale dorme li dentro. Vorrei ora fosse ben sveglio, dentro di me. Mi dice che se sento caldo posso spogliarmi anch'io. Indosso solo una cannottiera lunga nera e un paio di jeans corti bianchi. Decido che almeno i jeans posso toglierli. Mentre son seduto a togliermi le scarpe, lui si allunga per prendere qualcosa dallo scaffale sopra di me. Guardo dentro la fessura che crea questo movimento e intravedo uno dei suoi coglioni. E' coperto da pelo brizzolato, come quello dei suoi capelli e dei peli sul petto. Pronto per ricominciare a lavorare mi fa salire su una scala, mentre lui me la regge. Sistemo tutto ciò che ho da sistemare sul ripiano e quando scendo butto un altra occhiata al suo pacco. Ora l'animale era bello sveglio e chiedeva di uscire. Il suo sguardo era misto imbarazzo misto divertito. Mi chiese xkè mi son tolto le mutandine. Non le avevo messe, lei invece xkè ha guardato su?
Gli dico che forse dovrebbe toglierle anche lui, e nn appena lo fa io mi chino sul suo uccello e glielo prendo in bocca. Lui nn vuole, nn è gay. Ma gode e questo lo fa combattere tra il desiderio e la virilità. Lo spingo a terra e ricomincio a succhiarglielo, poi lo cavalco. Scopare con il mio capo mi da soddisfazione. Lui geme tra il sudore, ci prende gusto e con la lingua fa piccoli cerchi intorno ai miei capezzoli. Poco dopo ci alziamo, mi fa mettere a novanta sulla scala e mi incula con la cattiveria che solo un uomo padrone può avere. Sento le sue palle pelose sbattere con violenza sulle mie cosce, è tutto dentro di me. Con una mano gioca con il mio capezzolo, mentre con l'altra mi sculaccia. Ad un tratto si toglie e mi volta. Io mi tocco e appena mi sfioro vengo sul pavimento, lui vuole che con la lingua gli lecchi la grossa cappella bagnata. Sono ancora voglioso e mentre aspetto il suo seme, mi infilo dietro due dita. Peccato che nessun collega si sia fermato fuori a spiarci. Si sarebbe goduto la scena.
Eccolo che arriva. Proprio mentre gli stavo bagnando il buchetto della cappella, il suo pisello inizia a schizzare tanta sborra ovunque. Sul mio viso, sul pavimento e sul mio petto. Lo sego ancora per farla uscire tutta mentre con l'altra me la spalmo addosso. Sento il suo rapido e lamentoso respiro. Sembra che non scopi da una vita. Ed è così, mia moglie è un pò che non si concede. Povero. Mi sa che passerò più tempo in ginocchio sotto la sua scrivania a lustrare per bene quel bel cantelabro.

 
 
 
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