E' inutile che stiamo qua a raccontarcela!
Il mondo inizia e muore conme. Il mondo - questo - esiste perchè esisto io che lo vedo e vivo.
Malpensate se potete. |
Post n°156 pubblicato il 16 Settembre 2009 da shockportatile
Potevo essere il negativo di una regina di un'eroina che avrebbe sconfitto Cesare, Marco Aurelio, Mussolini o Filippo il bello. Gesu' e Maometto. Galileo? Corrosione di un terreno eterofobico Visione che sfugge al tempo per un eterno bisogno di esistere.
dove il tacere è rivoluzione perpetua contro lo strapotere dello straparlare.
Guadagno secondi di pace relegata nel non schierarmi con l'odio e l'idiozia di chi ha opinioni inopinabili su tutte le frange della societa'.
D'altronde la mia mente è un albergo a cinque stelle con una sola stanza e una sola chiave le finestre aperte su un blocco di figure geometriche troppo lontane. Posso manipolare solo ciò che tocco.
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Post n°155 pubblicato il 26 Agosto 2009 da shockportatile
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Post n°154 pubblicato il 21 Agosto 2009 da shockportatile
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Amami, amami, stringimi, sgonfiami Silvano - E. Jannacci
Mattatoio. |
Post n°152 pubblicato il 10 Agosto 2009 da shockportatile
Oh si! Mi ci gioco le palle disteso al sole a sognare vedi sono distante come la cometa che non hai mai visto come il demone buono che non hai mai incontrato come l'iceberg più esteso che il vulcano più attivo non ha mai immaginato.
I sogni non si negano neanche ai pazzi oggigiorno. Sogna.
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Post n°151 pubblicato il 21 Luglio 2009 da shockportatile
Ho dormito male stanotte con la finestra aperta e una frenesia di curve duttili a trapassarmi il cuore e lo stomaco. Ho corso su questo manto di neve bianca intatta, intonsa, perfetta Il tuo passo di nervo ha tardato ad arrivare C’era solo quel fruscio spaventoso di vento nel silenzio. E la voce diceva: Corri corri ragazzina che un giorno crescerai e le gambe te le taglieranno Corri corri ragazzina che il cielo lo hanno messo in alto perchè tu impari a volare
L’asse del cielo non si è mai spostato neanche dopo dolci pastiglie nivee Solo l’azzurro diveniva insostenibile lontano, d’aceto, rumoroso, una macchia d’olio grumoso sul paramento sacerdotale da cerimonia.
E le tue mani hanno tardato ad afferrarmi le caviglie e io ho mangiato tutta l’aria che potevo ingurgitare ho pianto per i tagli di luce che mi squarciavano le gambe, i fianchi, le braccia, il collo. Ho riso fino a salire sulla scala di Dio e rigettarmi di sotto senza più fede in nulla nè in te, nè in me, nè negli uomini. Solo nella pietra spaccata dal mare ho continuato a credere.
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