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Creato da: sibillanocalcio il 02/11/2012
... il Blog del direttore ...

 

 

DALLA JUNIORES AI GIOVANISSIMI UN CLIMA CAMPIONATO DA PIANIFICARE

Post n°5 pubblicato il 13 Novembre 2012 da sibillanocalcio

Sembrava non dovesse mai cominciare e invece ci siamo. Novanta atleti lanciati verso il calcio che potrebbe piacerci come non mai. Aspettiamo le strutture complete ma và bene lo stesso, possiamo farcela, nonostante tutto. Juniores Regionali, Allievi Regionali e Provinciali, Giovanissimi Regionali, Calcetto femminile..... Esordienti tra poco e la Scuola Calcio che prova a crescere in un palazzetto dello sport che è pieno di aria fresca e giovanile. Tra vittorie, pareggi e sconfitte tutto vola velocemente verso la fine dell'anno che, probabilmente, vedrà cambiamenti e volti nuovi. Grazie a tutti per aver reso possibile tutto questo, tra mille difficoltà e opinioni contrastanti, non ancora definite, siamo partiti. Bello vedere i ragazzi riempire il prato tra mille colori, palloni disseminati, conetti, ostacoli, cinesini e casacche dai colori accesi. Bello vederli soffrire la domenica ed in settimana per godersi una vittoria, recriminare su un pareggio o affrontare l'amarezza di una sconfitta. E' la vita sportiva, è l'agonismo che affascina, la contesa che eccita. Alzarsi presto la domenica, già, anche la domenica....però è tutta un altra cosa, è il calcio giovanile, è la festa dei campionati che ogni giorno festivo muove migliaia di genitori con i propri figli, un traffico nel silenzio del riposo comune che unisce nei bar famiglie intere e nelle più svariate direzioni, per un cappuccino, una sigaretta ed una gomma da masticare per appagare la tensione nella speranza di vedere il proprio ragazzo sudare e correre dietro ad un pallone mai domo, sotto la pioggia e sotto il sole cocente, tra le folate di vento invernale che ti taglia la faccia. Questo è il calcio dei ragazzi. Quello che molti di noi abbiamo vissuto da giovani, altri tempi certo però, le stesse sensazioni e le medesime ansie mattutine domenicali, per tutti la speranza di fare solo calcio nella vita, di diventare professionisti, di apparire sui giornali ma, per la maggioranza, solo il tentativo di capire se continuare e fino a quando anche solo per poterlo raccontare ai propri figli. Io vivo ogni anno un calcio diverso, quello dei professionisti, avevo dimenticato, non per colpa mia, quello puro e silente del giovanile. E' stato bello pensare di tornare a rivivere l'idea di essere utile ad un progetto, è stato bello illudersi che questo non andasse a cozzare con mille problemi organizzativi, mille concetti diversi di affrontare le cose, mille teste convinte di fare meglio di altre. Uno stimolo continuo per me che dal 2007 ho abbandonato i miei ragazzi nelle mani di lestofanti e millantatori del calcio giovanile, perchè disgustato e nauseato dall'aria malsana e ignorante che regnava e regna tuttora in taluni contesti di settore puro. Ho avuto calciatori sotto casa che mi imploravano di tornare sul campo, mi hanno portato le loro magliette firmate per non dimenticarmi di loro, è toccante ma và raccontato, una di queste sulla spalla riportava una scritta " Sei il numero 1 sempre nei nostri cuori!!"  altre "Mister non ci abbandonare"......è stato un trauma per me ma io non riuscivo a sentirmi parte di quel contesto di gente, è successo qualcosa di grave e di tremendo nella mia testa, un danno irreparabile che mi ha allontanato dalla panchina dei ragazzi da allora fino ad oggi. Dopo 18 anni di Scuola Calcio e Lega Giovanile anche professionistica il mio cervello ha detto basta. Ho abbandonato chi non aveva colpa, devo ancora scusarmi con loro per tutto quello che è accaduto, vorrei farlo pubblicamente ma ormai a chi può interessare, però io mi porto dentro un dolore che non riuscirò mai più a soffocare pari a quello che ha portato via mio padre, vittima della strada mentre passeggiava con il suo cane sotto casa. Due episodi della mia vita che mi hanno ferito profondamente e che non riesco a dimenticare. Adesso stò tornando indietro nel tempo, nonostante i tanti impegni settimanali che mi tengono lontano, mi piace guardare i ragazzi allenarsi e sudare, facendo sacrifici e consumando ogni energia possibile per governare il proprio corpo ed il pallone. Quando parlo con personaggi del nostro calcio professionistico, spendo più per i ragazzi che per i prof che vorrei sistemare, ho iniziato a creare dei presupposti per un gemellaggio e alla fine dovrò scegliere quella che io riterrò la migliore, giorni fà, l'Inter, con la quale ho lavorato in passato, mi ha convocato a Milano per discutere del mio futuro con loro, è stato bello sentirli così cortesi e disponibili dopo che mi hanno fatto passare momenti terribili e difficilissimi, e stato bello pensare anche ai nostri ragazzi durante quella telefonata, non ho pensato a me ma a loro, lo giuro su quello che ho di più caro. La vita, quando meno te lo aspetti, ti serve delle occasioni che non avresti mai immaginato di poter riavere, è bella per questo....tu lotti con tutte le tue forze per qualcosa che non riuscirai mai a riprendere, come un treno in corsa, poi, quando hai dimenticato tutto e hai digerito il rospo....eccolo lì quel treno maledetto, la sua corsa ora è più lenta sotto i tuoi occhi increduli. Adesso, tutto quello che ho raccontato e che mi piacerebbe che leggessero un pò tutti, ha una morale, per i ragazzi, gli addetti ai lavori, i tecnici ed i dirigenti. Nella vita non bisogna mai mollare, un treno può ripassare anche più di una volta ma bisogna farsi trovare pronti e con biglietto alla mano. Noi stiamo tentando di cambiare le nostre sorti in un mondo sportivo che è opinabile ma crudele. Se vogliamo aiutare i ragazzi a crescere, se vogliamo tenerli pronti per giocarsi le possibilità di approdare al grande calcio dobbiamo prima esser pronti noi, dobbiamo essere uniti e lavorare sodo e bene. Nello sport come nella vita nessuno ti regala nulla, farsi i dispetti e criticare il lavoro del collega per farsi belli ai propri ed altrui occhi lascia il tempo che trova e non mi convince di aver fatto e di poter fare la cosa giusta. I nostri tecnici sono i più bravi del mondo, fino a prova contraria ma....il metro di giudizio sono i ragazzi, loro sono il termometro del tecnico. Signori Risola, Altini, Cici, Amoruso e Ricciardi, spero abbiate il buon senso di leggere tra le righe di questa pagina, sappiate accettare la convivenza e capire quando è il momento di mettersi in seria discussione da soli, senza che siano altri a dirvelo. Questo fesso che scrive, forse ha più esperienza di tutti voi messi insieme e nella sua vita da calciatore e da  tecnico  ha commesso tantissimi errori ma da essi ha saputo trarne vantaggio sempre, nel calcio come nella vita di tutti i giorni.

 

 

 
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DILETTANTISMO E PRIMA CATEGORIA, NOI UNICI RESPONSABILI DI UN PRESENTE CHE NON SARA' MAI FUTURO.

Post n°4 pubblicato il 13 Novembre 2012 da sibillanocalcio

Le decisioni disciplinari della prima squadra, raccolgono il mio consenso. La condotta antisportiva è da condannare nonostante le ingiustizie arbitrali che spesso ci dilaniano le domeniche. Ma, attenzione a non crearsi alibi perfetti per giustificare risultati che non sono mai frutto solo delle direzioni dei signori in casacca nera. Il campionato di Prima Categoria come tutti i campionati minori, vive, con il bene placido della FIGC, di questi ed altri episodi aberranti. Chi ha deciso, da anni, di affrontarlo, ha sempre saputo a cosa andava incontro. Noi abbiamo pensato di viverlo con il massimo della serenità possibile, dando ai ragazzi la possibilità di giocarsi una gara senza patemi e isterismi, senza sentirsi fomentati da istinti repressi di allenatori e dirigenti pronti a piangersi addosso solo perchè incapaci di godersi il calcio da persone razionali e tranquille. Noi siamo i responsabili dei nostri mali e delle nostre sconfitte, solo noi possiamo cambiare il vento di una gestione dilettantistica ormai alla deriva e senza stimoli. Si era parlato di aiutare i ragazzi a crescere per quanto era loro possibile, si era discusso di non badare ai risultati e solo a quelli, si era deciso di far parte tutti della stessa famiglia, di lavorare insieme per una crescita vivaistica che potrebbe dare grandi soddisfazioni. Credo di poter dire che nulla è stato rispettato. Quello che succedeva in passato succede ora, le teste non migliorano e tutto questo mi allontana sempre di più da una partecipazione più sentita e vicina alle esigenze della squadra. Non ho mai avuto peli sulla lingua, per questo nel calcio ho fatto poca strada o per lo meno non quella che avrei voluto, per questo devo puntare il dito verso le persone che io ritenevo importantissime e basilari per ciò che ho fatto appoggiando una fusione di intenti con la Real Adelfia. Perfino il factotum Carlo Petrafesa comincia a capire cosa si è perso in questi ultimi anni e stiamo parlando di una persona che ha dato e dà l'anima per i ragazzi. Io non posso accettare questa situazione, mi sono esposto e continuo a farlo perchè sono testardo e spero di cambiare la gente, vivo nella convinzione che tutti siano in buona fede quando sbagliano ma la perseveranza è diabolica, ti sfiducia ed io non ho mezze misure, o amo o odio la gente. Vogliamo costruire una bella avventura? Lo vogliamo veramente? Dobbiamo rivoltare come un calzino tutto l'andazzo, sono stufo di sentire dottori del calcio senza una laurea, sono stanco di dover accettare commenti tattici e soluzioni migliorative da chi non sà fare altro e non si mette mai in discussione. Io non credo di essere uno scienziato ma il calcio l'ho vissuto come una cosa bella da affrontare con passione e divertimento anche quando lo insegnavo, o provavo a farlo, ai giovani. Ho provato a trasmettere emozioni e serenità, fiducia e sensazioni, chi mi conosce non può smentirmi, queste sono cose che apprendono piccoli e grandi senza nessuna differenza ma una cosa è importante, ci deve essere la capacità di trasmettere tutto questo, tecnico o dirigente che sia, saper fare e saper far fare, in tutti i campi, bisogna che ci sia l'esempio di tutto questo, il carisma chi chi possa tramandarlo, Signori, sono pochi quelli che possono dire di saperlo fare, a queste persone io dico di mettersi da parte, non possono far parte di questo progetto ora. Potrebbero però sforzarsi di cambiare, un passo alla volta, potrebbero cooperare e collaborare, con il tempo, forse, ma non ora, ora è troppo presto.

 
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POSSIAMO DIVENTARE I MIGLIORI PER FAR CRESCERE I GIOVANI MA LA PROFESSIONALITA' NON SI INVENTA.

Post n°3 pubblicato il 13 Novembre 2012 da sibillanocalcio

Per creare un bacino vivaistico giovanile ci vuole pazienza e disponibilità imprenditoriale. I tecnici non si inventano e men che meno le strutture. Presunzione e arroganza non fanno parte dei progetti. Ai programmi bisogna dare delle risposte adeguate e possibilmente più rapide possibile. Quello che vedo e sento nel mondo del calcio mi fà rabbrividire e quelli che ne subiscono le conseguenze sono sempre e solo i giovani calciatori. Il progetto vuole che nel giro di quattro anni, questa società raggiunga un tasso tecnico ed organizzativo di prima scelta, di prima fascia e concorrenziale con le società professionistiche. Può diventarlo anche in minor tempo ma serve umiltà e capacità di mettersi sempre in discussione, come tecnici e come dirigenti. Abbiamo delle lacune ma è fisiologico averle quando si parte verso degli obbiettivi difficili e per molti, all'apparenza, irraggiungibili. Io resto alla finestra e quest'anno sarà sabatico quanto indicativo per le prossime stagioni. Ho già investito tempo e danaro per abbracciare la causa, se sarà necessario, lo farò ancora ma, chi pensa di soddisfare solo i propri istinti repressi e le proprie manie, credo abbia fatto male i suoi calcoli. Entro questa settimana avrò un incontro con Antonio Severino dopo aver sentito la Sibillano, subito dopo sentirò i tecnici in separata sede. Alla fine metterò insieme le teste per veder se hanno capito quello che voglio esprimere nella mia prossima vita sportiva. Carissimi colleghi (anche se per molti è una parola grossa) qui o si fà calcio in maniera seria oppure si cambia aria. Voglio essere chiaro e lo sarò ancora di più quando avrò messo a fuoco alcuni piccoli dettagli. Non vi aspettate un Michele Desiderato tranquillo e silenzioso, ho raccolto abbastanza per trarre già delle impressioni sui vari personaggi che, in generale, calcano i nostri campi di calcio. Attenzione e grande passione per i ragazzi è il motto, l'ho già detto e lo ripeto,chi non pensa che debba essere così può cominciare a pensare al proprio futuro in altri contesti. Volete che sia sincero e diretto? Sono in pochi quelli che possono dire di lavorare nel calcio e per il calcio, sono pochi quelli che sanno fare spogliatoio, sono pochi quelli che hanno un trasporto verso i ragazzi tale da annullare se stessi e le loro manie. Posso essere sincero? Aspetto che persone e situazioni mi facciano tornare la voglia di rimettermi in campo da tecnico ma, così come è stato durissimo abbandonare lo sarà per tornare.Però comincio a ringraziare i nostri tecnici e molti accompagnatori e dirigenti che stanno, con i loro comportamenti, spingendo il coltello nella piaga anzichè tirarlo fuori...li ringrazio......per me è uno stimolo continuo, è un dolore lancinante nei fianchi dell'uomo di calcio che non è fatto per stare fuori dal rettangolo di gioco per troppo tempo, perchè quello che vede, a volte, lo stimola e gioca con il suo amor proprio di professionista e studioso, ma sopratutto, legatissimo a dogmi sacrosanti sui giovanissimi atleti. Io spero che l'aria cambi entro Natale 2012, io vorrei che ognuno portasse la mano sul cuore e sulla propria coscenza e dicesse a se stesso, lo faccio perchè credo nel progetto e voglio farne parte veramente.

 

 

 
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