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Post n°254 pubblicato il 28 Giugno 2011 da simurgh2
In una piazza di Venezia, a Campo S Barnaba, tempo fà, c'era questo tipo dall'aria che si intuiva bizzarra, che girava a rovistare nei luoghi dove gli altri non guardavano e ogni tanto lanciava un urlo. La gente passava, in genere turisti. Sentivano quel grido e si giravano a guardare. Un grido che ti faceva fare un soprassalto, come frantumasse l'aria immobile della piazza. Non c'era una ragione apparente perchè quello la si mettesse a fare un urlo. Poteva essere di rabbia, gioia, dolore, allegria. Non era chiaro. Poi una voce, era di uno delle bancherelle nella piazza, cominciò a rispondergli. A grido rispondeva con un altro. Un doppio grido. Un grido che poi restava fermo e per qualche istante creava un senso di sospensione, come un funambolo che attraversasse sopra la piazza, camminando su un cavo. Quella tensione provvisoria ecco, per me è quel che intendo poesia. Al grido rispondeva il grido. A quel tragico del primo rispondeva un altro che lo annullava. Ed era un dialogo strambo, eccentrico, sorprendente. Si intrometteva tra le chiacchiere dei turisti, delle guide culturali, dei camerieri, delle duchesse ai tavolini. Era una cosa umanissima, che toglieva ogni finzione, ogni vanità alla maestosità dei palazzi. Non so, per me quel grido là era poesia. Ecco, la poesia è quel tipo là che lancia urli. Il suo grido in giro si farà sentire sempre, e qualcuno sarà la a rispondere, almeno spero. Altrimenti la poesia sarebbe terribile.
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SAINKTO NAMTCHYLAK
I LIBRI SUL COMODINO
-Rilke - Tutte le poesie - Einaudi
-J. Franzen- Zona disagio-
-Jennifer Egan- Il tempo è un bastardo
-Tabucchi- Racconti con figure
-David F. Wallace- Tutto e di piu
-Ingo Shulze-Zeus e altre storie semplici
Chi viaggia odia l'estate. L'estate appartiene al turista. Il viaggiatore viaggia da solo e non lo fa per tornare contento. Lui viaggia perchè è di mestiere. Ha scelto il mestiere di vento. (Mercanti di Liquore)
Mi dava tanto l'idea potesse interessar a nessuno, e invece..
Trovi simpatico il professore? Uno che ne potrebbe aver di avventura. Uno sguardo attento e indagatore sulle cose di cui nessuno presta attenzione. Un'incantatore. Dovrei infilarci qualche storia d'amore. Beh dai, ci penserò. Vediamo se mi viene qualcosa in mente
Grazie dell'incoraggiamento
ciao paola
esce dagli anfratti della nostra mente
va urlata, gridata
Bello questo tuo post pieno di poesia ------------------------------------------------------
sono il poeta che grida e che gioca con le sue grida,
sono il poeta che canta e non trova parole,
sono la paglia arida sopra cui batte il suono,
Alda Merini
Ti assomiglia molto, almeno per come ti sento. Una parte notevole, il nocciolo diciamo.
Azzeccatissima
Personalmente, non è il solo modo in cui la sento. Però, in genere io sono parecchio confuso. Vorrei avesse piu note. Che faccia anche ridere insomma, ecco.
Grazie Eulalie. Apprezzatissima
Sai chi mi ha appassionato ai toponimi? Affascinato come fosse poesia? Paolo Rumiz, uno che scrive di viaggi. Conosci?
Bon, dai che vado. Sei veneziana? Ciao
Belle le parole che estrapoli e che qua nel post ci stan bene. Allora penso di aggiungerle sotto.
E' buffo il professore. Per me non è snob ma deve aver dato questa impressione. Era la con quella congrega di omacci stroppolosi, solo che poi è stato rapito da quel poemetto nella latrina. Anch'io penso che possa bastare, che poi sennò smarona però non son certo che si sia capito cosa intendeva il professore, ma va bene cosi, si, niente sequel.
grazie a te paola, ti aspetto ripassa
quel video si, rende un pò l'idea del Cavazzoni. Ti ringrazio perchè, non so, c'è del tuo tempo, dell'interesse, la curiosità, ed esprimi passioni, seppur defilate, delinei mappe, persorsi, quel che un po sei o fai intendere essere
Il professore, come la si percepiva, dava un'idea si di essere snob, anche se lui poi, in effetti, è tutt'altro. Un essere semplice e che, per quanto sia vasto il suo repertorio e la cassetta degli attrezzi che possiede ecco, infine cerca di ridursi alla semplicità, al discorrevole, al gioco. Cerca la parola come l'ha sempre sentita usare, da bambino in campagna. E' li penso che travasi tutto il suo amore di uomini semplici con cui ha avuto a che fare. Non è di certo un trombone anche se lo sa fare, volendo e, credo, delle volte, pure lui si esibisca, per umana vanità o plausibile e sano narcisismo.
Poi penso, uno possa parlare lo stesso, anche senza conoscere o star tanto la a pensare. Dir delle cose come gli vengono. E poi, il professore, nel post voleva vantarsi, c'è poco da fare. Quella frase scritta nella latrina, in fondo gli serviva per esibire citazioni dotte, e conoscenza profonda della metrica e altre menate. Però, conoscendo il personaggio si intuisce dove vuole andare a parare. Si incanta per la frase scritta in un bagno, in fondo per poi, magari arrivare all'Ariosto. Va ben, dai. Grazie Paola. Son contento che tu venga a dire qua delle cose.
che non sai da dove vengano
come cavalieri elettrici vagano
e incontrandoti ti dicono salta sù
e neanche questo s'era mai visto
Un urlo di dentro
E cosi, come pane e salame, dei sorsi di vino
senza voce parole, un bacio, un grido
e senti che potresti toccare con mano
quel che resta, quel che siamo
sembri venire da un'altra vita, dove hai raccolto framenti, mischiandoli, buttandoli in aria, ridisponendoli poi, tanto non cambia e il fiato non fiata, si sfiata, si ferma il respiro, davvero, tu sembri venire, tu sembri sapere, tu sembri rischiare ed io vorrei dormire, adesso, che ne ho gia di pensieri in questa notte malferma, ne ho già, ne ho già, ma ci torno domani, anche se non saprei cosa dire, e domani è gia, torno a letto che dopo mi devo alxare e sarà con questo pensiero, un pensiero che mi hai lasciato quà, ciao notte