Creato da christie_malry il 25/07/2013

Empire Of slack

Un poeta non è nulla se non l'ombra di sè stesso

 

 

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I Moore

Post n°173 pubblicato il 27 Maggio 2016 da christie_malry






Camminavo come guardia forestale, o guardiacaccia se preferite
nella zona di Raphael Moore il minorato. La zona che era la stessa
di sua madre Mildred, ovviamente. Stavo costeggiando la loro radura,
il posto dove c'era la loro bicocca nel mezzo di uno spazio di terra
ed erba bruciacchiata. Era un bel mattino e siccome Sue mi aveva
lasciato per l'ennesima volta e zufolavo amaro in cerca di un qualche
diversivo, mi avvicinai di soppiatto al miserabile territorio di quei due
fenomeni e spiai attraverso le fronde. Nel cortile c'era solo Raphael,
impegnato con una gigantesca graticola e spiedo, sotto cui stava
ammassando pezzetti di legna e carbone. Non pareva un lavoro
difficile ma l'idiota, con i sui centotrenta chili sudava abbondantemente
e si ripuliva la fronte e la testa rasata, ogni tanto, con un panno unto.
Della madre non c'era traccia. Forse era scesa in paese a fare scorte,
in una delle sue sue rade incursioni nel consorzio civile, e la zona era
desolata come una vescica su un palmo di mano. Restai per qualche
minuto a osservare Raphael sino a quando non mi stufai ed entrai
nella sua piena visuale. L'uomo mi squadrò facendo un improvviso
balzo di lato e lasciando cadere la mascella. Doveva avere trenta
quattro anni ma nessuno lo sapeva con precisione. Chi mormorava
ventotto, chi trentasei... l'unica cosa certa è che la sua educazione
era stata provvista unicamente dalla madre, Mildred Moore dopo una
nascita perigliosa e misteriosa in una baracca dall'altro lato del Milk
river. Lei se n'era subito filata da casa con il marmocchio e una nutrice
indiana che teneva con sé e angariava costantemente. Era parso
subito evidente che il fanciullino non era completamente a posto:
Mildred s'era drasticamente rifiutata di mandarlo a scuola e l'aveva
cresciuto come un piccolo selvaggio, e lui ricambiava compiendo
incursioni ovunque, terrorizzando gli altri ragazzini, aizzando fuochi
e sbarrando corsi d'acqua sino a fare allagare buona parte del
circondario. Tanto che era dovuto intervenire il vecchio sceriffo
Wilbur per tentare di riportare un po' d'ordine. La vecchia Moore
campava prestando ad usura ma nulla, nella zona che s'era scelta
per stabilirsi e crescere il piccolo mostro, lasciava intravvedere
margini di una qualche ricchezza. Come vi ho detto era una terra
infame, desolata, secca e brutale. Il piccolo Raphael si dedicava
al bracconaggio ed era uno dei miei piaceri quello di coglierlo sul
fatto, come stavo facendo quel giorno. "George..." Borbottò, come
se l'avessi colto con le brache calate. "Piacere di vederti, Raphael.
Stavi preparando l'ultimo viaggio per un bel maiale grasso?"





(Continua)





 
 

 
 
 
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