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Blog Delegazione Alpina del Soccorso Alpino Calabria

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« CORDOGLIOESERCITAZIONI CON ELICOTTERI »

RESOCONTO

Post n°75 pubblicato il 13 Ottobre 2009 da delegazionealpina

 

In Calabria “l’operazione Squalo 2009”: una scommessa vinta!

Quest’anno si è svolta in Calabria l’operazione internazionale di ricerca e soccorso aereo, denominata Squalo ed organizzata dall’Aeronautica Militare Italiana, che ha visto impegnate anche le aeronautiche militari di Francia, Spagna, Malta e Grecia (in tutto 9 elicotteri).

A dire il vero, verso dicembre-gennaio ho ricevuto la telefonata del colonnello Bruno Fontò (il collegamento tra il CNSAS e le Forze Armate) il quale mi chiedeva se eravamo “pronti” per organizzare una così complessa esercitazione internazionale sul nostro territorio. La risposta è stata da subito sì!

Il forte impegno di tutti, dal nostro Presidente Aldo Rizzo e del suo Vice Guido Umile, al Vicedelegato Bruno Romeo, dei nostri Responsabili di Stazione, ed infine di tutti i nostri volontari (con le Stazioni del Soccorso Alpino dell’Aspromonte, Catanzaro, Sila e Pollino), ha permesso senza dubbio di cogliere un successo importantissimo, soprattutto se analizzato nell’ottica di un Servizio regionale in crescita quale quello calabrese.

Oltre al Soccorso alpino calabrese ha partecipato, in modo attivissimo, anche il Soccorso Alpino della Basilicata, con il suo Presidente-Delegato Rosario Amendolara che con i suoi ragazzi ha dato un contributo decisivo alla buona riuscita dell’esercitazione.

Numerosissime le riunioni tecniche e “politiche” che hanno preceduto l’operazione Squalo, alcune di esse ci hanno spinto ad arrivare personalmente anche a Poggio Renatico, in quel di Ferrara, oltre alle interminabili riunioni in Prefettura a Cosenza.

In pratica, è stato simulato lo scontro, sui cieli calabresi, di due aerei militari, uno dei quali si sarebbe schiantato sulle montagne della Sila e l’altro sulle montagne del Pollino. Ciò ha reso l’organizzazione dei soccorsi davvero complessa, infatti basta pensare che le due zone di ricerca ove si presumeva si fossero paracadutati i quattro piloti (due per aereo) distano ben 80 km in linea d’area.

Uno dei primi problemi da affrontare, da un punto di vista tecnico-gestionale, è stato quello di individuare una squadra affiatata di COR (Coordinatori di Ricerca) che insieme lavorassero per porre le basi di una struttura che sapesse gestire il numeroso personale impegnato nella ricerca oltre che la definizione delle aree e micro aree ove effettuare la ricerca stessa applicando il protocollo di ricerca di persone disperse in vigore (il quale prevede l’uso da parte del personale impegnato del gps al fine di avere sempre un riscontro con l’area da battere e l’area assegnata). Su queste problematiche hanno lavorato (con un ottimo risultato!) il COR calabrese Miriello Ernesto, il COR lucano Taranto Alfonso e il COR del Soccorso Alpino del Lazio Vincenzo Lattanzi (sceso appositamente in Calabria con due suoi capacissimi collaboratori, Fabrizio Fantozzi e Alessandro Licciardelli).

Un altro problema che ci preoccupava, era organizzare una copertura radio che fosse stata affidabile, si sa, infatti, che un campo base che non riesce ad avere la copertura con le squadre che nel frattempo effettuano la ricerca, è come avere una Ferrari di notte a luci spente. Come fare ad avere la copertura radio di zone così tanto lontane tra loro? La soluzione, più facile del previsto. Abbiamo chiesto all’Associazione radioamatori (ARI) di Cosenza di “prestarci” i loro ponti radio, creando così un sistema molto semplice: al campo base vi era allestita una Stazione radio dell’ARI, la quale era collegata con le due zone di ricerca (Sila e Pollino) attraverso altre due stazioni radio. Ora, le due stazioni radio avanzate dell’ARI avevano con sé un nostro “Uomo radio” il quale comunicava con le nostre squadre appena venivano sbarcate dagli elicotteri nelle zone di ricerca. Sistema che ha perfettamente funzionato, tant’è che spesso e volentieri comunicavamo noi all’Aeronautica (specie per la zona di ricerca del Pollino, la più lontana dal campo base) l’avvenuto sbarco e relativi decolli dei vari elicotteri. 

Appositamente è stato creato uno staff che si è occupato, con la supervisione di Fontò, di allestire i due simulacri (che dovevano rappresentare gli aerei caduti) e di posizionare i 4 figuranti, rispettivamente 2 in Sila e 2 sul Pollino.

Da subito, abbiamo messo in campo ben 8 squadre da ricerca composte da 4 volontari (di cui 2 operatori GPS) e 3 squadre medicalizzate (con i medici CNSAS Varcasia, Polino, Lavigna, Barreca). Il ruolo delle squadre medicalizzate era quello di intervenire decollando immediatamente con l’elicottero in stand by presso il campo base, per recuperare i piloti (figuranti), porrere in essere le prime cure d’emergenza e trasportarli al campo base ove era situato il PMA (Posto Medico Avanzato) allestito per l’occasione dal 118 di Cosenza.

Allo stesso modo, la sicurezza in generale è stata garantita dagli Istruttori Nazionali Ennio Rizzotti e Silvano Odasso, inviatici appositamente dal Nazionale. Altresì, è stato presente, in qualità di supervisore, un Consigliere nazionale, l'umbro Aldo Paccoia.

I nostri COR hanno assegnato le aree di ricerca ai Vigili del Fuoco (7 squadre di saf) e ai Carabinieri (2 squadre di cacciatori d’Aspromonte). Gli ultimi due recuperi sono stati effettuati ormai quando era buio pesto (intorno alle 21:00) tramite il Super Puma francese e l’hh3f del SAR di Brindisi. Le squadre che non sono state imbarcate, ad operazione conclusa, per far rientro al campo base sono state recuperate con i mezzi del CFS, con il quale in Calabria abbiamo un rapporto privilegiato. Un capitolo a parte deve essere dedicato al V reparto volo della Polizia di Stato di Reggio Calabria il quale, in virtù di un apposito protocollo operativo con il Soccorso alpino calabrese, si è reso disponibile sin dalle prime battute con il proprio AB 212.

Ottima la risonanza sui media nazionali e regionali dell’intera operazione, e ciò grazie alla strettissima collaborazione tra l’addetto stampa dell’Aereonautica Militare e il nostro addetto stampa Lorenzo Natrella (con l’occasione prestatoci dalla Puglia).

In tutto ben 84 volontari del Soccorso Alpino della Calabria e Basilicata, e ciò solo potrebbe bastare per far comprendere l’importanza e la complessità di tale esercitazione internazionale.

In ultimo, è bene ringraziare tutti i volontari che come al solito hanno dato il massimo, oltre che al dott. Turco della Prefettura di Cosenza e i colonnelli dell’Aeronautica Militare Cappelli, Maule, Spat e Valente per l’eccellente collaborazione ed amicizia fornitaci.

Avv. Luca Franzese

Delegato Soccorso Alpino Calabria

 

 
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