Creato da sofia_mattei11 il 13/03/2014

amosolofresie

my diary

AREA PERSONALE

 

poesia dello stalker

.

NON CREDO AD UNA PAROLA

DI QUEL CHE HAI RACCONTATO,

NON è STATO IL CASO, NON è STATO IL FATO

BUGIE..FALSITA'...COME DA COPIONE

PER NASCONDERE LA TUA NATURA

DI  POVERO COGLIONE

NON TI SFREGAR LE MANI

NON HAI FATTO IL BOTTO..

PER ME TU RESTERAI PER SEMPRE

UN GALEOTTO...

 

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le balle di Grillo

Post n°140 pubblicato il 03 Aprile 2014 da sofia_mattei11

Da alcune settimane Grillo ha deciso che si gioca tutto alle Europee, uniche elezioni ad oggi in cui è possibile raccogliere consensi sfruttando la forza “del logo” più che la credibilità ed il radicamento delle persone. Del resto sono anche le elezioni in cui sono maggiormente avvantaggiati i partiti politici di opposizione e gli euroscettici. Almeno nella propensione dell’elettorato meno schierato.
E per esasperare un po’ i toni, tecnica di comunicazione politica sempre efficace quanto vecchia, dopo i vari Vaffa, Tsunami e Oltre tour, Beppe Grillo rispolvera il tanto blasonato “siamo in guerra”. Una guerra totale che non trascura e tralascia niente.
Sul blog, in cui non puoi replicare né rettificare, in cui chi critica è messo alla berlina, in cui “se dissenti ti sfiducio”, in cui gli “eletti critici” diventano “fuoco amico” che ti spara alle spalle, puoi solo commentare, e questo viene spacciato come “unico luogo di libertà” in rete.

Titoli tanto allarmanti quanto gossippari e scandalistici per denunciare 98 miliardi delle lobby delle slot, senza che nessuno spieghi che al massimo erano 2,5 e che sono stati per altro finanche pagati.
Stesso tono per i 7,5 miliardi di “regalo coi nostri soldi” alle banche, e nessuno che si alzi e chieda “scusi Grillo, mi indica da quale capitolo di bilancio sono stati prelevati?”.

Non puoi nemmeno replicare a frasi come “…l’unica legge costituzionale che è stata fatta in parlamento come decreto legge è stata fatta da noi…” semplicemente ricordando che non è mai stata approvata alcuna legge proposta dal M5S, men che meno costituzionale (il cui iter è decisamente lungo e complesso) e incidentalmente ricordando che una legge è diversa da un decreto legge e che, infine, un decreto legge non può essere proposto da un partito, ma è atto del Governo.

Sul tema province poi è l’apoteosi. Non sarebbero nemmeno state abolite. In realtà si avevano a disposizione solo 9 giorni di tempo per impedire le elezioni di consigli e relative giunte, altrimenti avremmo avuto organi eletti per i prossimi cinque anni. Per tutti dovrebbe essere una buona notizia, soprattutto per chi ne ha fatto bandiera. E invece no. Grillo chiede “benaltro”, e nessuno spiega che adesso che non ci sono più consigli e giunte, si può procedere, con i tempi giusti degli iter parlamentari, alla ridefinizione degli assetti dei relativi uffici ed amministrazioni

Contro i tagli alla spesa dei politici sono mesi che Grillo fa campagna sulle “restituzioni” dei suoi parlamentari. Afferma che quei soldi vanno alle imprese in crisi. E non è vero, perché vanno a un fondo di garanzia per le erogazioni da parte delle banche, e queste non possono erogare ad aziende in crisi. Ma questo non conta.
Il Movimento riempie il web di mezzo milione all’anno che i vari Fico e Di Maio avrebbero fatto risparmiare ciascuno, e invece per la verità, insieme, non arrivano a 60mila euro. Che non è poco, ma è molto distante da quel milione in due sbandierato

Poco conta che il Movimento usi i fondi della comunicazione dei gruppi parlamentari per una trasmissione satirica su “La Cosa tv”, come “Camera dei Deputati Caffé” in cui – ovviamente – si spara a zero su tutti, lasciando intendere, paventando complottismi e poteri occulti, e in cui alla fine arriva il parlamentare 5 stelle unico “bello bravo buono e perfetto”.
Poco conta che alcuni collaboratori parlamentari, usando le strutture di Camera e Senato, coi soldi nostri, abbiano passato le giornate su blog e profili fasulli per creare false notizie atte a diffamare avversari politici.

Ma tutto questo non è colpa di Grillo.
Grillo fa bene a mentire agli italiani se questo gli porta voti. Dovremmo semmai chiederci che popolo siamo se siamo disposti a credere al primo comico che dice una balla

senza mai andare a verificare la credibilità delle sue affermazioni.
Ma in democrazia non è colpa del popolo.
La responsabilità di tutto questo è e resta degli “altri” politici, quelli che sono pagati “anche” per smascherare con forza queste e altre balle, e reagire energicamente contro questa sistematica attività che poggia tutto sull’abuso della credulità popolare.

M.D.S.

 
 
 
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