Creato da giuseppelorenzulli il 04/02/2014

Soldi nostri

Blog dedicato alle notizie di economia, soldi, finanza e immobiliare

 

 

Come investire i nostri risparmi nel 2013?

Post n°2 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da giuseppelorenzulli

Come possiamo investire i nostri risparmi nel corso dell’anno appena iniziato? Secondo Marco Fratini, caporedattore economia ed esteri Tg La7, “possiamo investire i risparmi abbandonando, innanzitutto, le illusioni di un facile arricchimento. Dimenticando la leggenda dei vicini di casa che fecero fortuna con le Tiscali. E volando basso.” Investire quel poco che rimane, dopo il setaccio delle rate e delle tasse, è ormai un esercizio di gestione dell’incertezza e non una ricerca del rendimento. E’ importante sapere che gli strumenti d’investimento utilizzati sono «Etf», fondi comuni negoziabili in Borsa e con commissioni low cost, in perfetta linea con i nostri tempi.

Ecco tre situazioni tipo
Basso rischio

È il portafoglio perfetto per il pensionato al quale fanno comodo flussi di denaro periodici e, tendenzialmente, più certi della media. Questo portafoglio è molto diversifcato, cioè scompone il rischio su scadenze, Paesi, emittenti (società o Stati) e valute  (euro e dollaro). Con il termine «investment grade» si indicano obbligazioni dal rating medio-alto, più affidabili, meglio se sopra la «BBB» (l’Italia, comunque, è «BBB-»). Esempi dei Paesi emergenti la Cina e il Brasile, ma anche nazioni dell’Europa dell’Est.

Medio rischio
Su misura per un investitore sui 45-55 anni che si aspetta frutti in 3 anni (medio termine), tollera il rischio senza trasformarlo in azzardo e vuole difendersi dall’infazione: ecco spiegato il 20% in obbligazioni indicizzate che danno cedole variabili e difendono meglio il potere d’acquisto. Qui, con una quota del 15,5%, entrano in campo anche le azioni.
Rischio misurato
Per chi non ha imminente necessità di incassare e accetta di convivere con le fasi di mercato senza perdere il sonno. Le azioni diventano il 35% del portafoglio. A questo punto, la raccomandazione fondamentale: investire non è un obbligo. In verità, con tanti saluti all’articolo 47 della Costituzione per il quale «la Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme», un tempo era considerato un diritto. Al momento, però, è solo una possibilità. Sempre più piccola.

 
 
 

La crisi e gli italiani: identikit di un Paese che cambia abitudini

Post n°1 pubblicato il 05 Febbraio 2014 da giuseppelorenzulli

Gli italiani rinunciano al supermercato tradizionale per acquistare negli hard discount. Colpa della crisi che sta cambiando le abitudini dei cittadini. Il 2008 fu un anno di forte recessione economica e finanziaria che tuttavia non era destinata a risolversi a breve, ma si ripercuote tuttora nella nostra società. Le vendite, gli investimenti, la produzione, l’occupazione sono calate a dismisura; i dati Istat ci rivelano una situazione alquanto sconcertante che non può non avere significative conseguenze sulle abitudini dei consumatori.

Gli attuali dati ci dimostrano come gli italiani hanno mutato le proprie scelte d’acquisto: 7 famiglie su 10 si recano presso gli Hard Discount per fare la spesa. Queste rilevazioni sono sintomo di una forte propensione al risparmio; in una situazione di estrema difficoltà come quella attuale non resta altro da fare che risparmiare addirittura sui beni di prima necessità, mettendo al secondo piano la qualità degli stessi prodotti.

Non solo le famiglie a basso reddito, ma anche quelle a reddito medio-alto preferiscono gli hard discount ai supermercati tradizionali; questa realtà si riscontra in particolare nei paesi del mezzogiorno, dove la spesa presso la grande distribuzione tradizionale è scesa del 2% nel giro di un anno. Il consumo low cost, negli ultimi anni, è divenuto quasi una moda, come spiegano alcuni sociologi. Anche il ricco fa le sue scelte d’acquisto fra prodotti “anonimi” e convenienti, quasi a non voler ostentare le spese in un momento così difficoltoso per l’intera società.
La caduta del valore della marca è un dato spaventoso, soprattutto per tutte quelle aziende che hanno visto il fallimento nell’ultimo anno; il consumatore è stato messo alle strette, inevitabilmente costretto a rinunciare alle sue vecchie scelte e alle marche “del cuore”, quelle che lo hanno accompagnato per intere generazioni e che hanno costruito quel rapporto di fiducia e serietà, garantendo la qualità e la sicurezza degli stessi prodotti.

Ma il dato sconcertante è sulla salute. Lo stesso “valore della vita” viene infatti fortemente sottovalutato: l’interesse per la salute è passato al secondo piano. Gli italiani rinunciano a visite specialistiche e controlli fondamentali al benessere psico-fisico, perché non ce la fanno a sostenere le spese, o comunque vi rinunciano per garantirsi l’acquisto di beni divenuti di prima necessità, anche a costo della stessa vita.

 
 
 

AREA PERSONALE

 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

pit1961karen_71giuseppelorenzulliRa.In.MeIrrequietaDfante.59mosybilla_cElemento.Scostanteiridio84lacey_munrolavoroesoldiMarquisDeLaPhoenixlalistadeidesideri79deteriora_sequornaar75
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963