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Finzione

def 1: simulazione, falsità, doppiezza: parlare, agire con finzione; non credetegli, è tutta una finzione
def 2: creazione fantastica: finzione poetica; finzione scenica, cinematografica, l'illusione della realtà creata dal teatro, dal cinema
def 3: finzione giuridica, situazione ipotetica da cui la legge fa derivare determinate conseguenze.

etimo: Dal lat. fictio¯ne(m)

Fonte: http://www.garzantilinguistica.it/interna_ita.html

 

Realtà

def 1: tutto ciò che esiste: l'osservazione, la conoscenza della realtà | realtà esterna, il mondo che ci circonda ' realtà interiore, il mondo degli affetti, la psicologia di un individuo
def 2: cosa vera, concreta; il complesso delle cose concrete, materiali, in opposizione alle cose immateriali, non tangibili: il sogno è divenuto realtà; è preferibile guardare alla realtà e non perdersi dietro le fantasie | realtà virtuale, simulazione con tecniche elettroniche multimediali di una realtà che dà la sensazione di essere effettiva
def 3: la qualità di essere reale, cioè di esistere effettivamente, e di non essere soltanto apparente o immaginario o possibile: la realtà di una situazione | in realtà, veramente, effettivamente.

etimo: Dal lat. mediev. realitate(m)

Fonte: http://www.garzantilinguistica.it/interna_ita.html

 

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CRITICHIAMO NOSFERATU

Post n°27 pubblicato il 03 Maggio 2007 da gavasi

Colgo l'occasione di avere per le mani un lavoro che reputo di alto livello per divulgare alcuni precetti sulla critica cinematografica.

Il cinema è arte. Come per ogni branca dell'arte esistono delle tecniche specifiche per creare determinate suggestioni. Oggi quest'arte si è un pò persa si utilizzano cliché collaudati, effetti per stupire e sensazionalizzare (certo il risultato talvolta è gradevole). Io mi affeziono a quei film ricchi di sottili simbologie, leggibili su più livelli...è bello perdersi nella "pura e semplice storia" ma anche in quel dedalo di significati sottintesi.

ecco un pò di buona critica cinematografica per capire meglio cosa intendo:

Nosferatu il vampiro

Titolo originale:Nosferatu, eine Symphonie des Grauens

Paese:Germania

Anno:1922

Durata:94'

Colore:B/N

Audio:muto

Genere:horror

Regia:Friedrich Wilhelm Murnau

Soggetto:Bram Stoker (romanzo)

" Nina, dopo aver letto nel Libro dei Vampiri che solo il sacrificio di una ragazza dal cuore puro può far terminare la peste che dilaga a Brema, decide di permettere a Nosferatu di entrare nella sua camera. Dopo aver mandato via dalla casa il marito Jonathan, con la scusa di sentirsi male e di avere dunque bisogno del professor Van Helsing, attende l’arrivo del vampiro.

Nina si alza dal letto per controllare dalla finestra l’arrivo del vampiro: vediamo quello che i suoi occhi guardano, un esterno (peraltro frequenti in tutto il film) in cui si vede il caseggiato di fronte deserto. Subito dopo appare l’immagine -in realtà contemporanea alla scena precedente- dell’ombra del vampiro che sale le scale del palazzo di Nina.

Il personaggio del vampiro vede per tutto il film l’alternarsi dell’immagine della sua persona e della sola ombra; tale alternanza sottolinea la duplice natura del personaggio: uomo in carne ed ossa ma anche creatura ultraterrena ed al contempo fuggevole e sinistra. La scelta dell’una o dell’altra forma dipende dalla natura prevalente nel dato momento, se il conte Orlok assume il ruolo di conte oppure di vampiro. Inoltre, l’utilizzo dell’ombra del vampiro permette una serie di deformazioni della sua figura che aumenta la mostruosità del personaggio. Nel caso della scena presa in esame, nel momento in cui il vampiro minaccia la porta della ragazza, vediamo che la mano di Nosferatu si allunga minacciosamente e innaturalmente verso l’entrata, trucco ottenuto grazie alla forma rientrante del muro.

Murnau propone inoltre un’inquadratura del vampiro dal basso verso l’alto, in maniera tale da sottolineare lo stato di potere e pericolosità del mostro.

A questo punto viene inquadrato nuovamente l’interno della stanza, nella quale la ragazza, dal volto terrorizzato e con la mano sul cuore, fissa il vampiro fuoricampo, di cui noi possiamo solo intuire la presenza nella stanza grazie al suo sguardo. Anche i suoi movimenti sono intuibili dallo sguardo e dai movimenti della ragazza, che, continuando a fissarlo, inizia ad indietreggiare fino al letto.

Una volta seduta sul letto, vediamo finalmente l’ombra del vampiro: la sua mano dalle lunge ed ritorte dita sale lungo la camicia da notte di Nina fino a giungere all’altezza del cuore, dove si chiude in un pugno; il significato simbolico di questo gesto è chiaro: la ragazza è ora in suo potere, il cuore -sede dell’anima- è ora in suo possesso. Anche in questo caso l’inquadratura non è neutra, essendo -per opposizione alla precedente- dall’alto verso il basso, ha mostrare la situazione si svantaggio di Nina.  E’ infine da notare l’uso di mascherine per focalizzare l’attenzione dello spettatore o per creare effetti di evanescenza: infatti, quando il vampiro sale le scale, l’immagine è chiusa sopra e sotto da tendine per enfatizzare la figura centrale del personaggio, ma quando questo si  trova innanzi la porta, la sfumatura scura in basso cancella i piedi della figura, creando l’impressione che il vampiro sia sospeso in aria."

di Arianna Giordano

 
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Commenti al Post:
SereSissi
SereSissi il 03/05/07 alle 12:19 via WEB
Si è dura tornare...però la costa azzurra è qui vicina ci posso ritornare!!!
(Rispondi)
 
abcip
abcip il 12/09/07 alle 23:08 via WEB
ciaoooo so che non ha niente a che fare con il ms, come hai trascorso le vacanze?
(Rispondi)
 
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