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MONUMENTO AI CADUTI NELLA GRANDE GUERRA : UNA MICROSTORIA DEGLI ANNI VENTI - Parte 1

Post n°19 pubblicato il 07 Marzo 2014 da SusettaMT

25

A Soriano, tutta la “questione monumento” (così potremmo definirla) inizia poco tempo dopo la fine del conflitto mondiale. Per la completa realizzazione del Monumento e di altre opere annesse ad accessorie occorreranno anni (l'inaugurazione sarà definitivamente fissata per il 3 ottobre 1926) e non mancheranno polemiche, dissidi, scontri, illazioni, ma anche dedizione, coerenza, volontà, tenacia, sacrifici.

La lunghezza dei tempi, se produrrà mutamenti rilevanti nelle intenzioni dei promotori, permetterà anche (e solo oggi questo concetto è chiaro) di salvaguardare il senso primordiale delle idee che furono la base individuale e collettiva della scelta di realizzare un monumento ai caduti.

Per comprendere pienamente quanto accadde è indispensabile affrontare separatamente alcune tematiche per poi elaborare una sintesi.

Le dispute più accese riguardarono la scelta dell'artista, il luogo da destinare al posizionamento del monumento, le ditte a cui affidare alcuni lavori preparatori e di completamento, l'inserimento o meno dei nominativi dei caduti sul o nei pressi del monumento, quali caduti citare (solo i morti in combattimento o per ferite riportate in combattimento? Aggiungere anche i morti in prigionia o i morti per malattie contratte nelle zone del conflitto? Estendere l'elenco anche ai morti per incidente?).

Altro argomento estremamente complesso fu quello dei finanziamenti, che dovevano provenire da privati, attraverso sottoscrizioni, lotterie o altre iniziative pubbliche.

Il Comitato per il Monumento, fin dalla sua costituzione, fece propria e diffuse l'idea che l'opera, proprio perché dedicata a tutti i caduti sorianesi, senza distinzioni di gradi o di censo, di idee o di credo, dovesse essere realizzata con il contributo dell'intera cittadinanza e non dei soli abbienti.

Si legge in un volantino del Comitato datato 16 settembre 1921:

Sarebbe certo stata più facile impresa addivenire alla erezione di un monumento che ricordasse il supremo olocausto dei concittadini votatisi a morte per la Patria, col solo ausilio dei più abbienti fra voi, o magari con estranei sussidi; ma volemmo invece che codeste onoranze si facessero per popolare consenso, poiché da tutto il popolo furono espressi coloro alla memoria dei quali, umili e fieri insieme vogliamo adoperarci per instituire un simulacro che sia ammonimento e ricordo anche alle generazioni future.

Cittadini,

nessuno di voi rifiuti la incombenza che il dovere gli impone. Nessuno dia adito nel suo cuore a sospetti, poiché ci piace di riaffermarvi che ogni spirito di parte esula dalla nostra volontà, sicché può riavvicinare gli avversari nelle lotte civili del pensiero una unica idealità religiosa, d'onde allontanarsi è peggio che colpa, e rinnegar la quale è delitto.

Chi ha meno dia prodigalmente affinché i ricchi siano tratti da un beninteso orgoglio a donar con generosità proporzionata ai propri mezzi e ciascuno emuli i suoi pari.

Vorremo che tutti voi poteste escludere dall'intimo cuore, nonché ogni rimorso ogni incertezza d'aver fatto meno che non vi fosse dato di compiere.(2)

Nobili principi, trionfo della democrazia, ma di non facile realizzazione, considerate anche le problematiche socio-economiche già accennate.

Fin dal 1919 l'idea di dedicare un ricordo ai caduti in guerra circolava con sempre maggiore insistenza tra le persone di ogni ceto e classe. Il vecchio Comitato di Assistenza Civile, ancora prima del suo stesso scioglimento, aveva deliberato di erogare le somme rimaste in cassa a favore di altro Comitato o Associazione o Ente che si fosse occupato di promuovere una adeguata opera a ricordo dei cittadini morti nel conflitto.

A poca distanza di tempo e per iniziativa dell'Associazione Mutilati, sorse un primo Comitato, che però non riuscì, attraverso raccolte fondi e sottoscrizioni, a raggiungere la cifra necessaria ad avviare le iniziative.

Il 14 agosto 1921, su convocazione del Generale Pietro Troili, si riunì per la prima volta, presso la sala del Consiglio Comunale, il Comitato (ancora provvisorio) per il Monumento ai Caduti in Guerra di Soriano. Molti furono gli intervenuti, ma anche i non intervenuti perché impossibilitati, ma comunque aderenti.

Il sig. Attilio Capaccini, dopo una premessa di carattere generale, propose che il Generale Troili fosse eletto Presidente del costituendo comitato: come colui che meglio di tutti per la competenza, pel patriottismo, per l'autorità del nome e della carica che ricopre dà il maggiore affidamento (3). E il Generale Troili fu eletto, per acclamazione, quello stesso giorno, Presidente.

Sempre dal verbale del 14 agosto si apprende che il Generale Giovan Battista De Angelis venne acclamato Vice-Presidente, il cav. Michelangelo Furìa Segretario, il sig. Eutizio Berti Vice-Segretario, il sig. Giordano Pennazzi cassiere. Il Presidente chiamò a far parte del Comitato Direttivo i Signori: David Potenza (Sindaco), Attilio Capaccini, Luigi Ciapetti (Presidente dei Mutilati e Invalidi), Nicola Ranucci (Capitano di Complemento) e Enrico Febbi.

Particolarmente toccanti sono le parole con le quali il Gen. Troili accetta l'incarico:

onorare i caduti significa onorare l'intero paese – e che di fronte ai caduti ogni ragione di partito deve cessare come per incanto, ogni competizione di parte deve tacere, occorre che ciascuno sul proprio ambito esplichi la sua azione attiva e fattiva al fine di portare a compimento l'opera più grande ai giorni d'oggi, cioè quella di ricordare ai nostri figli i nomi gloriosi di coloro che per la grandezza d'Italia immolarono le loro giovani vite.

Questo è un debito d'onore che Soriano non seconda a nessun altro Comune d'Italia assolverà e nel minor tempo possibile – ma ne affida la sollecitudine con la quale gli invitati intervennero alla presente riunione.(4)

Gli altri componenti del Comitato furono: tenente Giulio Sposetti, Cosi Natale, Vezio Vincenzotti, Vincenzo Fanano, Umberto Trasarti, Ivo Pandimiglio, Giuseppe Ranucci, Cesare Boldrini, Costantino Capati, Cesare Panfili, Alessandro Fanano, Romolo Berti, Marino Pandimiglio, Bernardino Mei, Domenico Patrizi, Giacomo Fontana, Anacleto Berti, Bernardino Pandimiglio, don Eutizio Peretti, Paolo Corsi, Gioacchino Ferruzzi, Lorenzo Cherubini, Adriano Grossi, Giuseppe Armando d'Elia, Raimondo Calcagna.

La composizione del Comitato è una garanzia di democraticità. Ai Sorianesi (specie ai non più giovani) non può sfuggire la sua eclettica composizione: uomini di ogni ceto sociale e di ogni credo politico. Nessuna donna (almeno in questa prima fase), ma i tempi non favorivano certo la parità di genere.

Nei giorni immediatamente successivi al Ferragosto 1921 e poi nel mese di settembre, Consiglio Direttivo e Assemblea si riunirono a ritmi vorticosi per stabilire criteri, programmi, organizzazione interna. Intanto, presso il Ministero della Guerra, erano state avviate le pratiche necessarie per ottenere cimeli di guerra e il bronzo per la statua.

La Direzione Generale Artiglieria del Ministero, in data 26 settembre 1921, rispose in questi termini:

per far cosa grata a cotesta patriottica popolazione, si è oggi stesso disposto perché l'Ufficio Centrale Munizioni ed Esplosivi di Padova spedisca costà gratuitamente quattro bombe da bombarda da 240 scariche e la Direzione di Artiglieria di Verona due bombarde di preda bellica da 9 cm, perché siano conservate inalterate, quali cimeli di guerra, ad ornamento dell'erigendo monumento ai gloriosi caduti.

Per quanto riguarda invece il bronzo, si partecipa che l'Ente competente a disporre per la cessione del bronzo residuato dalla guerra è il Ministero del Tesoro, a disposizione del quale questa Amministrazione ha l'obbligo di porre tutto il bronzo non strettamente necessario per le proprie lavorazioni.

Il Ministero del Tesoro a sua volta ha data facoltà alla Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato – Servizio Approvvigionamenti – Sez. 3° – incaricata dell'alienazione dei materiali residuati dalla guerra e non impegnati a Consorzi, di disporre di parte del bronzo in favore delle domande di tale metallo per la fusione di ricordi in onore dei caduti in guerra, cedendolo ad un prezzo ridotto (sconto del 25% sul prezzo di listino vigente alla data del pagamento...) (5)

Dalla corrispondenza intercorsa tra Comitato, Direzione Generale delle Ferrovie dello Stato e Ministero della Guerra, si deduce che i rottami di bronzo furono assegnati e regolarmente prelevati nella primavera del 1922. Anche i cimeli pervennero puntualmente.

Gli argomenti sui quali i membri del Comitato ebbero modo di confrontarsi con maggiore vivacità (almeno in un primo momento) furono quelli relativi alla raccolta delle somme necessarie alla realizzazione dell'opera e alla scelta dell'artista.

Nella riunione del Consiglio Direttivo del 2 settembre 1921 fu dato parere favorevole alla realizzazione di una lotteria, per l'organizzazione della quale furono però previsti tempi non brevi in quanto, per ottenere risultati economicamente adeguati, era necessario espletare formalità burocratiche complesse e soprattutto raccogliere numerosi e prestigiosi doni dalle autorità (di fatto la lotteria sarà estratta il 17 settembre 1922).

Nella stessa riunione fu anche affrontato l'argomento sottoscrizioni e si deliberò di dividere il paese nelle stesse sezioni del censimento (5) e ad ogni sezione porvi a capo un componente del Comitato, che a sua volta sarà coadiuvato da due persone di sua scelta … (6)

Tale decisione fu rivista nella riunione del 9 settembre, su proposta di Attilio Capaccini. Si legge nel verbale: le commissioni dovrebbero essere due, includendovi persone di ogni classe sociale e di ogni partito e tendenza e queste due commissioni procedere subito alla raccolta non per rione ma riuniti iniziare insieme il giro di raccolta e propaganda.

Il Sig. d. Vincenzotti dice che approvato il verbale non è possibile per ragioni di procedura, ritornare a deliberare per quanto sia massimo l'accordo con il sig. Capaccini. L'Assemblea interpellata dal Presidente è d'accordo a esaminare la proposta Capaccini che ritiene pratica ed a voto unanime riduce a due le Commissioni per la raccolta delle somme.(7)

Le Commissioni risultano così composte:

1° Commissione - Attilio Capaccini, David Potenza sindaco, don Eutizio Peretti, Enrico Febbi, Luigi Ciapetti, Romolo Berti, Egisto Catalani, Raimondo Calcagna, Adriano Grossi, Nicola Ranucci, Giacomo Fontana, Paolo Corsi

2° Commissione - Attilio Capaccini, Giordano Bruno Pennazzi, Marino Pandimiglio, Nicola Ranucci, Cesare Boldrini, Attilio Mari, Romolo Pallotta, Lorenzo Ranucci, Enrico Parsi, Pacifico Valeri, Armando D'Elia, Giuseppe Ranucci.

In futuro, le Commissioni lavoreranno con grande alacrità, alternando buoni a scarsi risultati, ma saranno sempre di grande utilità.

Sempre nella riunione del 9 settembre 1921 si iniziò la discussione sul nominativo dell'artista cui affidare l'incarico della realizzazione del monumento e sulle modalità di scelta.

Si legge nel verbale:

[Il Presidente riferisce] relativamente al monumento di avere avuta conversazione con il bravo artista (Piraino) il quale si disse lieto eseguire il Monumento ai nostri caduti; per grato animo alla città nostra che lo ha ospitato, ed assicurò che prenderà compensi per lo strettamente necessario … Presenta le fotografie dell'erigendo monumento salvo a modificare nei modi voluti dal Comitato. Se il Comitato è d'accordo chiede il Presidente di deliberare l'incarico pel monumento il cui costo con le maggiori possibili economie dell'artista si aggira sulle 39 mila lire.

Il Capaccini plaude all'opera solerte spiegata dal Presidente e domanda se ha presi formali impegni. In caso diverso si potrebbero sentire altri artisti usando sempre preferenze al Piraino.

Si rimane di intesa, dato che il Presidente non ha preso impegni formali che il componente del Comitato Eutizio Peretti inviterà il Piraino a recarsi a Soriano a spiegare al Comitato i criteri sul monumento e anche fornire tutti i chiarimenti del caso e ciò senza assumere impegno il Comitato, libero sempre di scegliere quei artista che offre le maggiori e migliori garanzie con minori spese. (8)

Alla riunione del 16 settembre fu invitato lo scultore Piraino che ringrazia della preferenza usatagli, si mette a disposizione del Comitato per quanto può occorrergli ed intanto consegna alla Presidenza alcuni bozzetti di monumento in modo che il Comitato possa discutere serenamente in sua assenza. (9)

Nel corso di quella stessa riunione, i componenti del Comitato presenti ritennero essere indispensabile, per poter valutare i bozzetti, procedere alla scelta dell'area dove posizionare il monumento.

Su questi due temi (scelta dell'artista e scelta dell'area) si scateneranno aspre polemiche.

Soprattutto il primo argomento produrrà una sorta di linciaggio morale nei confronti del Generale Troili. Chiacchere di paese? Malafede? Invidia? Sfiducia? Forse un po' di tutto questo, ad arte alimentato (presumibilmente) da subdole tecniche diffamatorie

Questo l'evolversi dei fatti: in data 22 settembre 1921, il Comitato aveva deciso di invitare più artisti a presentare bozzetti. La riunione del 14 novembre, riunione presieduta dal Vice-Presidente Gen. Giovan Battista De Angelis, ha all'ordine del giorno il seguente punto: dimissioni del Presidente Generale Troili. Afferma il Generale De Angelis:

dimissioni … determinate dal fatto che delle persone hanno insinuato che alcuni del Comitato avrebbero interesse di favorire lo scultore prof. Piraino, e soggiunge che l'egregio Presidente, si è inteso maggiormente colpito dall'insinuazione, inquantoché proprio lui allo scopo di sollecitare l'esecuzione del monumento, fece il nome del Piraino.

Data la motivazione delle dimissioni, dice il Vice Presidente, esse appaiono giustificate, specie che il Piraino, per caso fu presentato dal Presidente, però nell'apprezzare altamente la delicatezza del Presidente stesso, non può essere d'accordo nella decisione da lui presa inquantoché la persona del generale Troili non può confondersi, né qualsiasi insinuazione può mai a lui arrivare.

E' vero che il nome del prof. Piraino fu fatto dal nostro Presidente ma non è men vero che lo scopo fu quello di sollecitare l'esecuzione del progetto di monumento ai gloriosi caduti in guerra, come è voti di tutti.

Nessuno potrà anche lontanamente sospettare di favoritismo il nostro Egregio Presidente poiché la sua illibata persona si erge al di sopra e al di fuori di ogni competizione di parte.(10

Cosa stava avvenendo?

Alcuni membri del Comitato affermarono, in questa sede, che la condotta del Generale Troili fu sempre irreprensibile ed ogni sua azione esclusivamente tesa al bene comune. Molto significative le parole del sindaco David Potenza:

Il Sindaco si associa alle parole del sig. Capaccini ed esprime la sua ammirazione non solo alla persona, ma all'opera del generale Troili, dice che veramente un malinteso ha potuto far determinare il nostro Presidente a dimettersi, poiché a dire il vero parlando con lui ha sempre mostrato il più vivo entusiasmo, le più sollecite premure per i lavori relativi al monumento e che allora se accenno fece al nome di Piraino fu per spingere e sollecitare l'esecuzione del progetto che doveva accogliere il sano dovere dei cittadini di eternare i gloriosi caduti per la patria.(11)

Il Comitato per acclamazione respinse le dimissioni del Presidente e parte di esso si recò a casa del Generale per comunicare gli esiti della riunione, cioè l'invito a ritirare le dimissioni. La visita collettiva, magari un po' teatrale, ebbe effetto positivo e il Gen. Troili tornò al suo posto.

Come accennato, nella seduta del 22 settembre 1921, il Comitato aveva dato al Presidente l'incarico di inviare a vari artisti una circolare, invitandoli a presentare bozzetti di monumenti, assegnando il termine di due mesi per l'invio del materiale (e anche questa decisione non fu facile da prendere in quanto qualcuno propendeva per tempi più brevi ed altri per tempi più lunghi).

I criteri ispiratori dovevano essere i seguenti:

a) soggetto a piacimento dell'artista – con avvertenza che il monumento dovrà sorgere in una delle piazze del comune, dovrà avere per base pietra locale (peperino) sulla quale dovrà poggiare il monumento possibilmente su colonna elevantesi su base quadrilatera proporzionata all'altezza (circa m. 6) sui lati del basamento dovranno essere scolpiti i nomi dei caduti ...

b) la somma disponibile per l'opera è dalle 25 alle 35 mila lire

c) il bronzo necessario al monumento sarà fornito dal Comitato … La spesa … pel bronzo sarà computata all'artista e trattenuta sull'ammontare del suo avere.

d) al bozzetto dovrà essere unito il preventivo della spesa e la descrizione del soggetto che si presenta.(12)

All'invito risposero una decina di artisti, inviando ognuno, uno o più bozzetti presentati in soli disegni, o in disegni con modello in gesso, o solo modelli in gesso, o in fotografia.

La Commissione tecnica, a cui fu affidato il compito della scelta dell'artista e del bozzetto, era composta da: Manfredo Manfredi (Presidente), Eugenio Maccagnani e Gioacchino Ferruzzi. Il prof. Manfredi poi, nel 1923, delegò Giuseppe Tonnini a sostituirlo.

Il cav. Gioacchino Ferruzzi fu scelto in rappresentanza dei militari sorianesi che parteciparono al conflitto.

Il prof. Manfredo Manfredi, invitato dal Comitato a presiedere la Commissione e a segnalare il nominativo di un altro componente, era un autorevole architetto nato a Piacenza nel 1859, ma fin dagli anni Ottanta operante a Roma, dove tra l'altro diresse la Scuola superiore di architettura. Tra le sue opere più note il Faro sul Gianicolo, la tomba di Vittorio Emanuele II al Pantheon, il progetto per il palazzo del Viminale. Giunto secondo al concorso per il progetto del Vittoriano di Roma, concorso vinto da Giuseppe Sacconi, dopo la morte di quest'ultimo fu nominato, insieme a Gaetano Koch e Pio Piacentini, alla direzione dei lavori del monumento.

Eugenio Maccagnani era invece un noto scultore nato a Lecce nel 1852 e formatosi a Roma. Anch'egli era tra i collaboratori del Sacconi per la realizzazione del Vittoriano. Tra le sue opere più note: le statue in bronzo della cappella di San Giuseppe nel santuario di Loreto, i monumenti a Garibaldi di Brescia e Buenos Aires.

Giuseppe Tonnini, scultore nato a Loreto nel 1875 e collaboratore di Giuseppe Sacconi per alcune opere nel Vittoriano, fu autore di gruppi statutari, di opere di carattere religioso-celebrativo e di vari monumenti ai caduti (Camerino, Cerveteri, Pescasseroli, Campagnano, ecc.

Il 7 marzo 1922, la Commissione tecnico-artistica, formalmente riunitasi in Soriano, esaminò il materiale pervenuto e, nella lettera-verbale inviata in pari data al Presidente del Comitato per il Monumento ai Caduti in Guerra dichiarò:

La varietà dei concetti espressa da ogni concorrente, la evidente differenza nel valore artistico, le chiare esigenze nei riguardi del carattere e della composizione dell'opera desiderata dal Comitato ed espresse nell'invito agli artisti, ci hanno prospettato alla evidenza la inferiorità della maggior parte dei progetti su gli altri: che da un primo esame risultato meritevoli di considerazione; e precisamente quelli del Caraffa, del Piraino, del Canevari e del Nagni.(13)

Si tratta di artisti noti e di vasta esperienza. Guido Caraffa si occupò del Monumento ai caduti del Rione Esquilino; Pietro Piraino, uno degli scultori siciliani più interessanti del periodo, fu autore del Monumento ai Caduti di Capena e realizzò la cappella Calderai al Verano; Silvio Canevari, pittore e scultore viterbese, eseguì una serie di statue ancora oggi esposte a Roma al Foro Italico.

Francesco Nagni, anch'egli viterbese, viene definito nell'articolo di Francesca Franco a lui dedicato nel “Dizionario Biografico degli Italiani” dell'Istituto Treccani (al quale si rinvia per ulteriori notizie), uno degli interpreti esemplari della tradizione celebrativa del Ventennio. (14) Tra le sue opere: il Monumento ai Caduti di Fano, il monumento equestre del Maresciallo Diaz di Mergellina a Chiaia, il busto di Luigi Amedeo di Savoia duca degli Abruzzi al Museo Centrale del Risorgimento di Roma, il Monumento di Pio IX Ratti nella Basilica di San Pietro a Roma.

La Commissione tecnico-artistica espresse il proprio parere così sintetizzato:

Da un attento e minuzioso esame sui bozzetti presentati da questi artisti abbiamo tuttavia osservato:

Nel progetto Caraffa (i due disegnati geometricamente) che la composizione vi è affastellata, che è alquanto comune e poco adattabile per qualsiasi piazza.

Nel progetto Canevari (bozzetto in gesso) che è trattato con vera maestria d'arte, che la composizione della figura del milite in alto è così sforzata e contorta ed il braccio disteso allungato di così brutto effetto, da ritenere che veduta dal basso, la figura sarebbe assolutamente incomprensibile.

Nel progetto Piraino (bozzetto in gesso) pure trattato da abile artista, che manca la corrispondenza ai desiderati del Comitato e la composizione assimetrica su quel masso enorme informe non sarebbe certo di un bell'effetto.

Ha rivolto quindi il suo definitivo esame sui bozzetti in gesso presentati dallo scultore Nagni che sono apparsi degni della maggiore considerazione.

Tuttavia il bozzetto che ha il contadino in alto e la figura del soldato disteso rigidamente su un sarcofago ai piedi della base, non ci è sembrato migliore e da preferirsi all'altro, che per le sue qualità semplici nella composizione, belle nella solennità delle linee, abili nella modellazione della figura e per tutte le qualità che ci abbiamo riscontrato non abbiamo esitato di dichiarare e dichiariamo il migliore fra quelli presentati alla gara e degno di essere indicato per la esecuzione.

La severa figura del nostro fante, bella, ripresa in atto di vigile sentinella armata, che si stacca e risalta sulla parete di un grande pilastro su cui trionfa un'ara votiva al sacrificio degli eroici caduti i cui nomi gloriosi sono incisi sulle pareti laterali del grande pilastro, compone un'opera d'arte veramente pregevole che sarà da tutti compresa e che non potrà non far pensare a quanti, ammirandola, sentano palpitare il più grande amore per la nostra cara Patria.

Non esitiamo quindi ad indicare a codesto On. Comitato questo bozzetto del Nagni per la esecuzione. E non esitiamo perché il nome dell'artista è garanzia assoluta della buona riuscita dell'opera d'arte e perché tutta la composizione può certamente essere contenuta nei limiti della spesa indicati da codesto Comitato.(15)

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