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L'INCENERITORE NON SERVE

Post n°12 pubblicato il 20 Agosto 2007 da ghomez68
 
Tag: Rifiuti


PRIMA DI TUTTO... COSA E' IL RIFIUTO??
I rifiuti sono l'ultimo anello di una catena che riguarda l'intero ciclo di vita delle merci: soltanto agendo a monte, cioè sull'intero sistema di produzione e di consumo possiamo arrivare ad una vera strategia vincente.

ED ALLORA, CHE COSA PROPONIAMO?
L'unica strategia realmente sostenibile, indirizzata con politiche realmente aderenti ai concetti dello sviluppo sostenibile e dell'uso razionale delle risorse, è la "STRATEGIA RIFIUTI ZERO"!
E COSA DICE LA "STRATEGIA RIFIUTI ZERO"? E' un grande progetto strategico di Sviluppo sostenibile nel campo della gestione dei rifiuti, che sviluppa al meglio tutte le più grandi esperienze che sono maturate negli ultimi anni nel Mondo e in Italia. Questo processo dovrà essere fortemente condiviso con tutta la società civile operando scelte compartecipate con le tutte le forze economiche, sociali e politiche.

LE NOSTRE PROPOSTE:

1.Passare da un MODELLO USA E GETTA delle merci, altamente dissipativo di energie e risorse, ad un modello che si prenda cura delle cose, prolungando la vita delle merci con la manutenzione ed ancora di più con una progettazione che le faccia durare.
2.Privilegiare:
a. la riduzione del rifiuto alla fonte, intesa come PREVENZIONE NELLA PRODUZIONE DEL RIFIUTO;
b. la SEPARAZIONE DELLA FRAZIONE UMIDA ed organica dal rifiuto;
c. la RACCOLTA DIFFERENZIATA;
d. IL RIUSO e la RIPARAZIONE;
e. IL RICICLAGGIO;
f. il passaggio da tassa a tariffa, sia per aumentare la responsabilizzazione del cittadino e delle aziende alla raccolta differenziata, sia per attivare premialità per il raggiungimento dei risultati raggiunti.
3.Arrivare ad un obbiettivo % di raccolta differenziata finalizzata al riciclaggio con una progressione che a partire dal 2006 (al 45%) arrivi nel 2010 al 65%;
4.Contenere la produzione pro-capite di rifiuti con una progressione che a partire dal 2006 (600 kg/ab x anno) arrivi nel 2010 a 400 kg/ab x anno;
5. modificare fortemente l'Assimilazione dei rifiuti con la separazione dei flussi di rifiuti solidi urbani (RSU) prodotti dai cittadini con quello dei rifiuti speciali assimilati agli urbani (RSAU) prodotti da aziende ed artigiani.

E' POSSIBILE REALIZZARE QUESTA PROPOSTA? CERTO!!
VOGLIAMO VEDERE GLI ESEMPI? ECCOLI QUI!
Il sistema di Raccolta differenziata SPINTA ottenuto con il metodo della Raccolta Domiciliare "Porta a porta" ha permesso alla provincia di Treviso di arrivare al 78%; oltre 500 Comuni in Italia nel 2003 hanno superato il 50% (e non soltanto nel Nord Italia-Veneto e Lombardia-, ma anche in Abruzzo, in Campania, ecc. ). Alcune recenti sperimentazioni hanno dato risultati di eccellenza sia a Pisa che ad Asti, addirittura a Venezia sono arrivati all'82%.
QUESTA E' LA DIMOSTRAZIONE TUTTA ITALIANA CHE IL MODELLO DELLA RACCOLTA DOMICILAIRE (IL PORTA A PORTA) FUNZIONA ED E' ESTENDIBILE OVUNQUE, IN QUALSISI CONTESTO ANCHE IN REALTA' ALTAMENTE URBANIZZATE O TURISTICHE!!

COSA DICONO IN CONCLUSIONE LE NOSTRE PROPOSTE?
1. il Porta a porta ha una altissima economicità perché riduce i rifiuti indifferenziati ed abbatte quindi i costi necessari per il loro smaltimento QUINDI L'EFFETTO ECONOMICO E' POSITIVO: PORTA A PORTA = MINOR COSTO DI SMALTIMENTO;
2. il Porta a porta permette di gestire con modalità diversa anche l'assimilazione dei rifiuti da parte delle aziende, artigiani, ecc. con raccolte dirette e dedicate della loro filiera dei rifiuti.
3.Il Porta a porta, unitamente al passaggio da tassa a tariffa (che aumenta la responsabilizzazione del cittadino e delle aziende alla raccolta differenziata, attivando processi di premialità sui risultati raggiunti con conseguente diminuzione dei costi da essi sostenuti) permette un notevole ritorno in termini di equità, di consenso e di condivisione delle scelte.
VOGLIAMO SOTTOPORVI ALCUNE CONSIDERAZIONI UTILI E INTERESSANTI,PER UN MIGLIORE QUADRO DELLA SITUAZIONE ATTUALE, ALLA QUALE CI HANNO PORTATO GLI ATTUALI SISTEMI DI GESTIONE DEI RIFIUTI, TANTO DECANTATI E SOSTENUTI DAI NOSTRI POLITICI:
In Toscana il quadro regionale indica che produzione dei rifiuti è sempre più fuori controllo: siamo passati dai quantitativi annui del 1994 con 475 procapite kg/ab/anno di RU agli attuali 667 kg/ab/anno procapite del 2003. PRATO e' la provincia con il più alto tasso procapite annuo di produzione di rifiuti della Toscana (circa 670 kg), e PRATO è la provincia con la quantità annua maggiore di tutta la Toscana (circa 780 kg). UN PRIMATO VERAMENTE INVIDIABILE! In termini di cifre vuol dire che il "sacchetto del sudicio" prodotto da ogni pratese PESA CIRCA 2 KG AL GIORNO! Ma in realtà questo peso è "drogato" dall'altissima Assimilazione del rifiuto (da attività produttive) per quasi la metà del SUO peso, nonché da una Raccolta Differenziata che lascia a desiderare e che negli ultimi anni è in stallo come percentuale di rendimento annuo!
ED ALLORA PERCHE' NON SI RAGIONA IN TERMINI "GESTIONALI" PIU' AGGIORNATI E MOIDRENI E SI VUOLE PRIVILEGIARE UNICAMENTELA "STRATEGIA DELL'IMPIANTISTICA" RIVOLTA ESCLUSIVAMENTE ALL'INCENERIMENTO? QUALI ASPETTI HA L'INCENERIMENTO DEI RIFIUTI NELL'AMBITO AMBIENTALE ENERGETICO E SANITARIO?
L'incenerimento deresponsabilizza il cittadino che i rifiuti li produce e che invece dovrebbe essere incentivato a perseguire comportamenti più attenti e virtuosi, intercetta grandi quantitativi di rifiuti urbani tal quali e blocca definitivamente la RD.
L'incenerimento è da ritenersi un moltiplicatore di rifiuti, ma ancor peggio ne aumenta la pericolosità e le difficoltà di smaltimento: i materiali che escono da un inceneritore sono infatti classificati come rifiuti speciali, e come tali richiedono adeguati trattamenti. Le ceneri, pari a circa un terzo del volume di rifiuti immessi, i carboni attivi dei filtri di fumi, gli inerti nel caso di letto fluido, ed i fanghi della depurazione delle acque di trattamento dei fumi, concentrano cloro,fluoro, zolfo, metalli tossici, ossidi di azoto, ecc., e contengono composti pericolosi generatisi nel processo di combustione, inquinanti non presenti all'origine nei rifiuti, come diossine, furani, PCB, fenoli, ecc.; si tratta in molti casi di sostanze estremamente persistenti e bioaccumulanti, che numerose statistiche mostrano aver causato danni sanitari molto rilevanti. Pertanto questi materiali vanno riposti in discariche per rifiuti pericolosi. Quindi l'inceneritore non evita la discarica, ma anzi richiede il ricorso a discariche speciali, la cui localizzazione e gestione presenta difficoltà notevolmente superiori rispetto ad una discarica per rifiuti urbani.
Quindi non è soltanto una questione di economia o di rendimento: si deve rendere noto che bruciare i rifiuti oltre a non risolvere il problema dei rifiuti lo aggrava perché ne aumenta la pericolosità sia in termini di emissioni nocive (diossine e altre sostanze cancerogene), emissioni di cui sono affetti anche i più moderni impianti.
La Comunità Europea con la direttiva 2000/76 del 4 dicembre 2000 sull'incenerimento dei rifiuti considera questi impianti potenzialmente pericolosi per la salute e per l'ambiente. Tale direttiva peraltro non si limita alle diossine e furani ma punta il dito contro le emissioni di tutta una serie di altri pericolosi inquinanti che vanno dagli IPA ai metalli pesanti (mercurio, piombo, arsenico, cromo esavalente, ecc.). In effetti da un inceneritore escono almeno 250 inquinanti diversi e di questi ne vengono monitorati solo una ventina e, per stessa ammissione degli enti preposti, i controlli sono del tutto inadeguati: se va bene una volta l'anno!

MA ALLORA A CHE SERVE VERAMENTE UN INCENERITORE?
A scanso di equivoci si deve precisare che utilizzare i rifiuti come combustibile è una pratica estremamente costosa che riesce a restare sul mercato solo grazie a massicci finanziamenti pubblici (cioè con i soldi di tutti noi!!) ottenuti spacciando i rifiuti per fonti rinnovabili: ma i rifiuti non sono fonti rinnovabili (cioè non possono essere paragonati né all'energia solare, né a quella eolica, né alle biomasse e né al moto ondoso) come è stato ribadito in molte sede Comunitarie Europee.
Inoltre la "Favoletta" dei benefici energetici derivanti dalla famosa Termovalorizzazione non sta in piedi: è scientificamente dimostrato che bruciare rifiuti non è un recupero ma uno spreco energetico perché si può arrivare a recuperare il solo potere calorifico, che però nella realtà è 1/4 dell'energia complessiva incorporata dal materiale bruciato. La conclusione scientifica è che si recupera più energia dal riciclaggio che dalla combustione del rifuto.
Infine è bene far presente che gli inceneritori contribuiscono anche alla produzione di gas serra perchè bruciano materie plastiche che provengono dal petrolio, che è appunto una fonte fossile.
Il tanto propagandato teleriscaldamento il più delle volte non è una strada percorribile, a meno che le abitazioni o aziende che si vogliono teleriscaldare non siano collocate a poche centinaia di metri dall'impianto stesso.

PERCHE' ALLORA SI VUOLE INCENERIRE A TUTTI I COSTI?
Perché è un AFFARE!
I rifiuti muovono grandi interessi economici.
Il mercato dei rifiuti è in grande espansione e la creazione di un impianto di incenerimento ha come primo risultato la "cristallizzazione" della Raccolta Differenziata al 40% (perché ovviamente il restante 60% è tutto da bruciare e sarebbe diseconomico per il gestore togliere la carta/plastica perché portano buon potere calorico....!), asservendo completamente tutto il sistema economico, produttivo, e sociale all'utilizzo indiscrimato di tale impropria tecnologia.
Inoltre questo impianto diventerebbe il più grande "attrattore" di rifiuti non solo di tutta la Toscana ma anche del resto d'Italia perché andrebbe a bruciare oltre a fanghi di depurazione anche il famoso C.D.R. (che è il rifiuto selezionato dalla raccolta del rifiuto tal quale). Tanto per chiarezza tecnica il CDR non è omogeneo come rifiuto e neppure come categoria di rifiuto, ed è quindi un materiale potenzialmente molto pericoloso per l'ambiente, perchè è composto di vari tipi di rifiuti con caratteristiche diverse anche dal punto di vista della combustione e pertanto può portare alla formazione di diossine durante la combustione.
E poi ovviamente questo sarebbe soltanto l'inizio dell'AFFARE: infatti come ogni buon impianto di incenerimento saranno ovviamente previste nuove future linee ( e quindi ancora tanti buoni rifiuti da bruciare) per poterlo ampliare, in vista dei lucrosi affari che ne deriverebbero.

A PARTE LE POLEMICHE, DOV'E' LA VERITA'? LA VERITÀ È CHE L'APPROCCIO INCENERITORISTA PIÙ CHE LA SOLUZIONE DEL PROBLEMA RIFIUTI RAPPRESENTA UN RIFIUTO DEL PROBLEMA: LA VERA SOLUZIONE È LA STRATEGIA DELL'OBIETTIVO "RIFIUTI ZERO", VALE A DIRE NON PRODURLI, COSÌ COME STANNO FACENDO IN VARIE PARTI DI ITALIA E DEL MONDO E QUESTO È POSSIBILE SOLO SE LE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI INVESTONO IN SENSIBILIZZAZIONE, EDUCAZIONE E COINVOLGIMENTO DEI CITTADINI E DELLE IMPRESE, CON IL PIENO COINVOLGIMENTO E IL CONTRIBUTO DI TUTTI I SOGGETTI PORTATORI DI INTERESSE PER SALVAGUARDARE IL PRINCIPIO DELLA PARTECIPAZIONE DEMOCRATICA, CON TUTTI I SOGGETTI PORTATORI DI INTERESSE (SOCIETÀ CIVILE, ASSOCIAZIONI, CITTADINANZA, ECC.), COME CONDIZIONE FONDAMENTALE PER ANDARE A SCELTE REALMENTE CONDIVISE DA TUTTI.

(a cura di Roberto Marini, Responsabile WWF Prato)

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>> Le ecoballe della morte. su Sale del mondo....
Ricevuto in data 25/08/07 @ 16:46
Sono6 milioni il numero di ecoballe disseminate sul territorio campano, di cui 3 sono state seque...

 
Commenti al Post:
etna48
etna48 il 21/08/07 alle 11:24 via WEB
Sarebbe il massimo riuscire ad arrivare a rifiuti zero, ma anche con il "porta a porta" riciclare credo sia necessario. Non sarò io a dire come con tutti i cervelloni che strapaghiamo per fare un azzo o poco meno. E' chiaro che quando i rifiuti vanno nei temovalorizzatori non si guarda per il sottile: un pò di schifezze vengono, sicuramente, bruciate. Pensa che, se tutta l'Italia riciclasse al 50% saremmo già un paese all'avanguardia, invece, sapessi quanta gente se ne sbatte di separare la spazzatura. Un esempio, lo sono quelle persone che fanno il pic nic domenicale e lasciano in giro tante schifezze, o quelle che devono buttare un mobile e anzichè andare nelle riciclerie lo buttano nella prima strada che capita, o tanti meccanici, muratori, idraulici (nomino solo alcune categorie, ma dentro ci sono anche industrie) che per non pagare la discarica riempiono le strade, i boschi, i fiumi di spazzatura, anche altamente inquinante. Non è facile sensibilizzare tutta questa gente, credimi.
 
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