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..........e blues............!!!!

Post n°10 pubblicato il 27 Febbraio 2009 da giovesilvano

Il blues è una forma musicale vocale e strumentale la cui forma originale è caratterizzata da una struttura ripetitiva di dodici battute e dall'uso, nella melodia, delle cosiddette blue note.

Le radici del blues sono da ricercare tra i canti delle comunità di schiavi afroamericani nelle piantagioni degli stati meridionali degli USA (la cosiddetta Cotton Belt). La struttura antifonale (di chiamata e risposta) e l'uso delle blue note (un intervallo di quinta diminuita che l'armonia classica considera dissonante e che in Italia valse al blues il nomignolo di musica stonata) apparentano il blues alle forme musicali dell'Africa occidentale.

Molti degli stili della musica popolare moderna derivano o sono stati fortemente influenzati dal blues.
Sebbene ragtime e spiritual non abbiano la stessa origine del blues, questi tre stili musicali afro americani si sono fortemente influenzati tra loro. Altri generi sono derivazioni o comunque sono stati fortemente influenzati da questi: jazz, bluegrass, rhythm and blues, talking blues, rock and roll, hip-hop, musica pop in genere.

La ricerca musicale di molti artisti ha portato il blues, e soprattutto il jazz, a contatto con molteplici realtà musicali, creando stili sempre nuovi e differenti.

Il significato del nome [modifica]

Il colore blu viene comunemente associato alla sofferenza, alla tristezza e alla malinconia. Il blues è la parola con cui la cultura "bianca" ha caratterizzato e caratterizza lo status e la cultura delle popolazioni nere americane. Il significato dell'aggettivo inglese blue, è connesso all'associazione tra il colore blu e un senso di nostalgia e tristezza che si vuole far credere tipico della musica afro-americana, poiché così è ed era percepita dall'orecchio degli uditori "bianchi" non abituati a intervalli più piccoli dei semitoni. Blues deriva dall'espressione "to have the blue devils", avere i diavoli blu.

Le origini [modifica]

Come avviene per molte forme di musica popolare, le origini del blues sono oggetto di molte discussioni.

In particolare, non c'è una precisa data di nascita per questo genere musicale: la traccia più antica di una forma musicale simile al blues è il racconto che, nel 1901, fece un archeologo del Mississippi, descrivendo il canto di lavoratori neri che sembra avere affinità melodiche e liriche con il blues.Non è, dunque, possibile stabilire con esattezza una data che segni l'origine del genere, tuttavia un anno fondamentale fu il 1865, anno dell'abolizione della schiavitù negli Stati Uniti d'America: ottenuta la libertà, numerosi ex schiavi-musicisti iniziarono a portare la loro musica fuori dalle piantagioni e, nel giro di qualche decennio, questo genere fu noto ai più fino a giungere alle prime attestazioni che ci sono pervenute.

Uno dei più importanti antenati del blues è senz'altro lo spiritual, una forma di canto devozionale nato dalle riunioni di devoti durante il Grande risveglio[1] dei primi anni del XIX secolo. Di argomento malinconico e appassionato, rispetto al blues gli spiritual avevano accenti meno personali e rivolti alla persona del cantante, riferendosi spesso alla condizione dell'umanità in generale e al suo rapporto con Dio, e i testi erano corrispondentemente meno profani.

Altri antenati del blues vanno cercati fra le work song (canzone di lavoro) degli schiavi di colore (field hollers) e di altra provenienza (canti dei portuali o stevedore; canti dei manovali o roustabout), che risuonavano in America all'epoca della Guerra di secessione (e anche negli anni successivi, in cui la condizione di soggezione e povertà degli afroamericani persistette nonostante l'abolizione della schiavitù). Da questi il blues ereditò probabilmente la sua struttura di call and response ("chiamata e risposta"), di origine Africana, mutando invece la sua struttura armonica e strumentale dalla tradizione europea.[2]

Molte delle caratteristiche del blues, a cominciare dalla struttura antifonale e dall'uso delle blue notes, possono essere fatte risalire alla musica africana. Sylviane Diouf ha individuato molti tratti, tra cui l'uso di melismi e la pesante intonazione nasale, che fanno pensare a parentele con la musica dell'Africa centrale e occidentale.[3] L'etnomusicologo Gerhard Kubik è stato forse il primo ad attribuire certi elementi del blues alla musica islamica dell'Africa Centrale e Occidentale:

"Gli strumenti a corda (i preferiti dagli schiavi provenienti dalle regioni islamiche) erano generalmente tollerati dai padroni che li consideravano simili agli strumenti europei come il violino. Per questo motivo gli schiavi che riuscivano a procurarsi un banjo avevano più possibilità di suonare in pubblico. Questa musica solista degli schiavi avevano alcune caratteristiche dello stile di canzone Arabo-Islamica che era stata presente per secoli nell'Africa centro-occidentale" dice Gerhard Kubik, un professore di etnomusicologia dell'Università di Mainz, in Germania, e l'autore di uno dei più completi trattati sulle origini africane del blues (Africa and the Blues).[4]

Kubik fa inoltre notare che la tecnica, tipica del Mississippi e ricordata dal bluesman W. C. Handy nella sua autobiografia, di suonare la chitarra usando la lama di un coltello, ha corrispettivi in Africa. Anche il diddley bow,uno strumento casalingo fatto da una singola corda tesa su un asse di legno, che viene pizzicata modulando il suono tramite uno slide fatto di vetro, che si incontrava spesso nell'America meridionale agli inizi del 1900, era di derivazione africana.

Nel corso della sua evoluzione, il blues acquisì alcune delle sue caratteristiche dalle "Arie etiopi", gli spettacoli minstrel e dal ragtime. In questo periodo il blues, come testimoniato ad esempio dalle registrazioni di Leadbelly e di Henry Thomas, ha molte forme diverse, le più frequenti essendo le forme in dodici, otto o sedici battute basate sul giro tonica - sottodominante - dominante descritto nel seguito. La forma del blues standard in dodici battute fa la sua apparizione documentata nelle comunità afroamericane del tratto meridionale del Mississippi, sulla Beale Street di Memphis, e nelle orchestre bianche di New Orleans.

 

Il blues ha una struttura relativamente semplice sia per la parte musicale che per quella del testo. Lo schema musicale fa uso prevalentemente della scala pentatonica minore (in Do: Do,Mib,Fa,Sol,Sib,Do) e della scala blues (in Do: Do,Mib,Fa,Fa#, Sol,Sib,Do) e si snoda lungo tre frasi da quattro battute ognuna, basate su tre accordi fondamentali.

La sua struttura metrica è generalmente di 12 misure (o battute), ma esistono anche blues di 16 o 24 misure, generalmente grazie all'introduzione di segmenti addizionali di 4 misure con varie funzioni e strutture tematiche. Armonicamente presenta la progressione tipica tonica-sottodominante-dominante, distribuita sulle dodici misure. La melodia o il canto hanno un impianto antifonale di domanda-risposta, solitamente divisa in tre parti: domanda nelle prime 4 misure, risposta nelle successive 4 e conclusione nelle ultime. Il blues produce un senso di indefinitezza tonale, dato dall'uso di scale pentatoniche e del loro adattamento alle varie scale europee. Il terzo grado e il settimo della scala diatonica vengono abbassati. Si noti che questo comporta una dissonanza caratteristica tra l'armonizzazione (che nel blues maggiore, usa terze maggiori) e la melodia (le cui scale tipiche usano terze minori): questo modo di cantare in minore su maggiore rappresenta una delle ambiguità tipiche del blues.

Nel caso del blues in 12 misure, il testo si articola in versi di tre strofe in cui le prime due si ripetono e, generalmente, è molto esplicito, con frequenti riferimenti al sesso.

Quantunque il blues abbia struttura, schemi musicali e sonorità affini al gospel si oppone a quest'ultimo proprio per la caratteristica di empietà dissacratoria che, spesso, lo accompagna che mal si adatta ai temi sacri trattati dai gospel cantati dai predicatori nelle comunità cristiane. Raramente in brani blues è possibile cogliere virtuosismi strumentali o tecniche raffinate poiché si tratta di un genere "povero" basato sulle emozioni, sull'anima dell'esecutore ma anche dell'ascoltatore. La semplicità stessa dei temi e della struttura permette a questo genere di essere eseguito con strumentazioni al limite dell'essenziale.

Strumenti [modifica]

La tradizione musicale africana si basa su intervalli musicali differenti da quelli presenti nel sistema occidentale (temperamento equabile) e gli strumenti melodici sono intonati in maniera differente. Questo favorì l'utilizzo di voce, chitarra e armonica a bocca, tutti strumenti in grado di riprodurre le "stonature" (per mezzo della tecnica del bending) controllate di cui avevano bisogno i musicisti per avvicinare la loro musica a quella dei loro avi.

Per approfondire, vedi la voce Categoria:Musicisti blues.


 
 
 

Radio di San Diego

Post n°11 pubblicato il 04 Marzo 2009 da giovesilvano

 

Una piacevole programmazione di San Diego

http://radiotime.com/station/s_16837/Key56_Radio_Soul_Hits.aspx

 
 
 

DIANA KRALL

Post n°12 pubblicato il 22 Settembre 2010 da giovesilvano

Al momento DIANA KRALL è la persona che per voce e completezza pianistica rispecchia fortemente il soul ed il blues ( ed anche il samba....) più "raffinati" e piacevoli musicalmente presenti sul mercato artistico. Vero?.......

 
 
 

http://www.silentvoice.it/sv_014.htm

Post n°13 pubblicato il 17 Dicembre 2011 da giovesilvano

Ottima voce http://www.silentvoice.it/sv_014.htm 

 
 
 

Blues-reggae..............

Post n°14 pubblicato il 09 Aprile 2014 da giovesilvano

Blue-notes e soul dovrebbero creare un reggae morbido e spontaneo............

 
 
 
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Data di creazione: 09/02/2009
 
 

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Grazie amico.
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Hai ragione....e scusa il ritardo.........
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..ciao..ma come mai non citi antonio carlos jobim..non...
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Molto bello questo post! Grazie Silvano..i vecchi ricordi...
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